Benvenuti a Favazzinablog

Finalmente, dopo anni che ho in mente di farlo, ho deciso di aprire questo piccolo blog su Favazzina. L'obiettivo è quello di creare una comunità virtuale delle varie persone che negli anni hanno preso parte alla vita della nostra mitica Favazzina in modo che, almeno attraverso internet, possano sentirsi e non perdere i contatti, ma anche quello di scrivere e non dimenticare le varie storie che per tante estati ci hanno fatto morire dalle risate.
Se vi va di partecipare potete contattarmi su skype (mauro.fuca) o scrivere un commento anonimo al blog (scrivete in ogni caso la vostra email) così vi faccio diventare autori del blog e potrete darmi una mano.
Salutamu!
UGRECU

mercoledì 27 novembre 2013

Il tunnel

Cari Velardi che ne dite stiamo entrando o siamo fuori dal tunnel?


giovedì 21 novembre 2013

"Completo il ricordo del ragioniere Franco C., amico di vecchia data, cliente assiduo del lido, grigliate e karaoke compresi, e in fondo favazzinese di adozione, con una sua immagine recente a beneficio di quanti l'hanno conosciuto frequentando il nostro amato borgo d'estate e magari, leggendo il post precedente, non hanno potuto collegare la descrizione alla persona.
Gli sia lieve la terra."



giovedì 7 novembre 2013

Addio, Mitico Ragioniere.

Ai più verrà in mente una presenza sfumata, indistinta, di contorno. Un personaggio secondario che, a teatro, entra in scena in punta di piedi quando la rappresentazione è già entrata nel vivo e il protagonista ha ormai catalizzato l’attenzione degli spettatori. Molti forse lo ricorderanno per le epiche sfide a tressette e briscola sotto il cannizzo infuocato del lido o ai tavoli del chiosco in piazza nelle interminabili serate d’estate condite da angurie a pezzetti e tropical ghiacciati, inframmezzate dai suoi: “Demente, ma è possibile che sbagli sempre quando giochi con me?” Qualcuno, fraintendendo, potrà averlo scambiato per il nonno di Marta, ma no forse è il prozio di Giò, deve essere il trisavolo dimenticato in soffitta, a mia mi pari chi ssumigghia precisu a bonanima ru zi ntoni e così via discorrendo. Eppure sotto l’apparente scorza di burbero, a volte testardamente polemico, si nascondeva invece un’indole gentile, una naturale bonomia nella parola e nel gesto, un’infinita saggezza distillata con parsimonia per non urtare la suscettibilità altrui che facevano di lui l’elemento che aggrega, il collante che unisce, la trama che sostiene, il giusto verso che fa andare ogni cosa al suo posto. Franco era come il sale senza il quale anche la pietanza migliore non ha sapore, come il basso in un brano rock che se non ci fosse sembrerebbe di ascoltare un’orchestrina di liscio, come il bullone che assembla insieme i pezzi senza di che ogni componente si perderebbe per i fatti suoi. A tutti noi che abbiamo conosciuto il suo sorriso disincantato, le sue uscite sorprendentemente concilianti, i suoi modi da discreto gentiluomo attempato, il suo humour intellettuale, il suo essere mai sopra le righe, resterà il ricordo indelebile di una bella, breve stagione troppo intensa per poter essere dimenticata e un senso di vuoto troppo grande per poter essere colmato. Da parte di Nino C. ricevo e volentieri pubblico questo post.