Benvenuti a Favazzinablog
Finalmente, dopo anni che ho in mente di farlo, ho deciso di aprire questo piccolo blog su Favazzina. L'obiettivo è quello di creare una comunità virtuale delle varie persone che negli anni hanno preso parte alla vita della nostra mitica Favazzina in modo che, almeno attraverso internet, possano sentirsi e non perdere i contatti, ma anche quello di scrivere e non dimenticare le varie storie che per tante estati ci hanno fatto morire dalle risate.
Se vi va di partecipare potete contattarmi su skype (mauro.fuca) o scrivere un commento anonimo al blog (scrivete in ogni caso la vostra email) così vi faccio diventare autori del blog e potrete darmi una mano.
Salutamu!
UGRECU
Ho avuto tre cavalli, Umido, Sagoma e Zampetto e prima che il campo di battaglia diventasse una lunga trincea furono il motore di me soldato del regio esercito italiano. Hanno voluto sei anni della mia vita e io glieli ho dati, ho lasciato a casa i miei fratelli più piccoli e mio padre Pudduluca che giura sul mio onore e crede nel mio ritorno, mia madre prega. Di quelli aldilà del fosso non comprendo le parole tranne il grido di dolore quando li colpisco, a volte a morte. Io invece sono stato ferito lievemente, una scheggia nella coscia e dieci giorni in ospedale dove ognuno di noi veniva da un posto lontano e solo le infermiere parlavano l'italiano. Poi sono rientrato nella vita e se parlo con te forse è solo per caso: ogni giorno in una guerra può essere quello buono per rimanere ucciso.
"L'avevi creduto davvero che avremmo parlato esperanto?
L'avevi creduto davvero o l'avevi sperato soltanto? " (F. De Gregori)
Il mio cavallo si chiamava Al-Dabaran, l'inseguitore e rincorreva i miei nemici fino alla più lontana duna del deserto biondo. Riscaldava col suo fiato notti insonni sotto stelle lontanissime e gelide, quando pregavo il mio Dio eravamo soli lui e io. Non capivo le parole della gente attorno a me, dentro questa Palestina che è una torre di Babele e non sapevo fare altro che combattere. Ho lottato con mio padre e con i miei figli per un pezzo di terra e una bandiera, credevo di poter vincere prima di chiudere gli occhi definitivamente. Non ho vinto e neppure ho chiuso gli occhi, questa vita non mi vuol lasciare e se parlo con te forse non è un caso: vorrei convincerti che ogni giorno in una guerra può essere quello buono per conquistar la pace.
"L'avevi creduto davvero che avremmo parlato d'amore?
L'avevi creduto davvero o l'avevi sperato soltanto col cuore? " (idem)
Dedicata a mashru Natali (1894-1974) cavaliere di Vittorio Veneto, mio nonno
7 commenti:
M.... hai aperto una breccia nel mio cuore e nei miei ricordi.
Forse tu non lo sai, ma io ero un grande amico di Mastru Natali, per quanto amici possano essere un ragazzino e un vecchio saggio.
Passavo molte sere d'inverno a farmi raccontare la Grande Guerra.
Che lucidità e analisi, altro che gli storici
Lo so benissimo di quale amicizia eravate legati. Era un gran bel personaggio, come te, per questo eravate in sintonia
Onore ai cavalieri, ai veri cavalieri, ai veri uomini
Che nostalgia
Caro Mario nel mio primo libro "L'albero dei rosari" ho dedicato parecchio spazio a masru Natali, le partite a carte nel vicolo che facevo con lui, gli incontri a Sedda, i panieri che voleva insegnarmi a fare e altro ancora, una persona unica nel suo genere, sempre allegro e che non si stancava mai di parlare con te!
Zio è stupendo, anche se non sacciu cu è Mastru Natali.
quindi Longu, Mastru Natali ncia putiva s***** e libri i storia?
Ziu, u cappedduzzu i sampei nciu futtisti o ferrovieri?
Georgie mastru Natali è u toi bisnonno, il padre di tua nonna.
I libri i storia 'ncia putivunu s..i a Mastru Natali, pirchì era un testimone diretto, attento e critico della carneficina chi fu a prima guerra mondiali.
Ieu mi scialava mu sentu cuntari, ero affascinato, e tanti cosi chi mi dissi, poi i ficiru viriri 'nte film e i scrivuru 'nte libri
Caro Mimmo è una mia grande colpa lo so, ma sto ancora aspettando di poter leggere il tuo libro che per un motivo o l'altro ancora mi sfugge. Vorrà dire che il piacere dopo sarà più grande. Tu re dello scubidù e lui re ri panari, c'è attinenza e assonanza. Io me lo ricordo bene: gli piacevate sia tu che il lungo
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