Parecchi anni fa, troppi per l’esattezza, un elicottero dei carabinieri, mentre sorvolava il cielo sopra Favazzina, per un’improvvisa avaria al motore, fu costretto ad atterrare sulla spiaggia, vicino a Sutta a Frunti, dove adesso c’è il metanodotto.
Durante la manovra di atterraggio, il pilota non si avvide di una sbarra di ferro nascosta nella sabbia e un piede dell’elicottero posandosi sopra, la fece sbattere sulla cabina, procurando una grossa crepa al vetro.
Sia noi ragazzi ed anche qualche adulto, saputo dell’accaduto, andammo a vedere l’elicottero, ovviamente parecchio incuriositi, e lo trovammo proprio sulla spiaggia, vicino alla riva, con accanto il pilota, in attesa dei soccorsi che intanto aveva chiamato via radio.
Riparato il guasto al motore e sigillata la crepa nel vetro, l’elicottero riprese il volo e i meccanici e i carabinieri che erano venuti in aiuto del pilota, ritornarono in paese, dove avevano lasciato le camionette.
Qualche giorno prima una forte mareggiata aveva gettato sulla spiaggia una grossa bomba, residuo della seconda guerra mondiale, ed io non so se per incoscienza o altro, decisi di portarla ai carabinieri, che ancora si trovavano sulla spiaggia.
Con me c’era Rocco nChiumbu e nonostante la sua iniziale ritrosia, lo convinsi ad aiutarmi a prendere la bomba. La tirammo su e portandola un po’ per uno ci dirigemmo verso i carabinieri. Appena arrivammo vicino a loro, come se avessimo in mano un trofeo, gli mostrammo la bomba e loro visibilmente spaventati, ci urlarono di metterla subito giù. Stupiti dalla loro reazione la posammo prontamente sulla sabbia, non capendo perché fossero arrabbiati, convinti com' eravamo di aver fatto una cosa buona.
I carabinieri dopo aver tirato un sospiro di sollievo, ci fecero una bella lavata di capo, facendoci presente il rischio che avevamo corso. Troppe persone ci avevano rimesso la vita maneggiando ordigni inesplosi e noi, era bene ce lo ricordassimo, non dovevamo mai più toccarli.
Ancora oggi quando penso al rischio che io e Rocco abbiamo corso, mi vengono i brividi lungo la schiena. Bastava un niente e adesso, mi auguro che nessuno sia dispiaciuto, non sarei qui a raccontarvi questa vicenda.
Benvenuti a Favazzinablog
Finalmente, dopo anni che ho in mente di farlo, ho deciso di aprire questo piccolo blog su Favazzina. L'obiettivo è quello di creare una comunità virtuale delle varie persone che negli anni hanno preso parte alla vita della nostra mitica Favazzina in modo che, almeno attraverso internet, possano sentirsi e non perdere i contatti, ma anche quello di scrivere e non dimenticare le varie storie che per tante estati ci hanno fatto morire dalle risate.
Se vi va di partecipare potete contattarmi su skype (mauro.fuca) o scrivere un commento anonimo al blog (scrivete in ogni caso la vostra email) così vi faccio diventare autori del blog e potrete darmi una mano.
Salutamu!
UGRECU
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Salutamu!
UGRECU
venerdì 5 febbraio 2010
L’elicottero e la bomba
U scriviu: Spusiddha u iornu: venerdì, febbraio 05, 2010
Argomento: Storie 'ì favazzina
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5 commenti:
Non ci voglio pensare. Per fortuna possiamo apprezzare e la tua persona e la tua scrittura, Mimmo. E poi avremmo perso un ex eccellente giocatore di calcio ora eccellente allenatore, intendo Roccu.
Questa storia dimostra in maniera lampante il futuro carrista paracadustista che c'era in te.
Cioè sprezzo del pericolo, alto senso del dovere, e un principio precoce di cazzunaggine, fortunatamente abortita nella crscita.
Non come i marinai, lavativi per istinto, specialmente quelli delle Capitanerie
Intrepido carrista, paracadutista nonchè sminatore della spiaggia di Favazzina. Era scritto che doveva andare così
E' più vera la seconda caro Longu, cazzunaggine pura.
Ma quando si è giovani si fanno talvolta anche delle stupidaggini.
Caro cugino, a parte il mio solito sarcasmo, posso dire che la cazzunaggine ai nostri tempi non esisteva, non poteva esistere, perchè c'era una grande maestra di vita, la strada,e poi la spiaggia, il mare.
Eravamo su alcune cose, semplicemente disinformati.
Purtroppo, e lo dico con rammarico, oggi la cazzunaggine regna, specialmente nel nostro paese, anzi è una condizione di successo.
Se non si è cazzoni non si va da nessuna parte.
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