Benvenuti a Favazzinablog

Finalmente, dopo anni che ho in mente di farlo, ho deciso di aprire questo piccolo blog su Favazzina. L'obiettivo è quello di creare una comunità virtuale delle varie persone che negli anni hanno preso parte alla vita della nostra mitica Favazzina in modo che, almeno attraverso internet, possano sentirsi e non perdere i contatti, ma anche quello di scrivere e non dimenticare le varie storie che per tante estati ci hanno fatto morire dalle risate.
Se vi va di partecipare potete contattarmi su skype (mauro.fuca) o scrivere un commento anonimo al blog (scrivete in ogni caso la vostra email) così vi faccio diventare autori del blog e potrete darmi una mano.
Salutamu!
UGRECU

mercoledì 14 aprile 2010

МАТРЁШКА

MADRE
Se ci penso mi monto la testa. Ho attraversato l'Austria, la Germania fino quasi alla Prussia, la Polonia e la Bielorussia tutta, da sud-ovest a nord e poi ancora a sud-est. E i nomi, che nomi, Ratisbona, Lipsia, Dresda, Varsavia, Brest, Mogilev, il Dnepr e la Beresina. Non potevo non pensare a Napoleone, alle sue inarrestabili avanzate. L'ho ammirato senza mai amarlo, ricordo che provavo più soddisfazione a vederlo sconfitto, quelle rare volte che succedeva. Come con la Juventus di qualche anno fa.
Quella sera il mezzo era parcheggiato vicino a un ponte sul fiume Beresina, mi sovvenne il ricordo della disfatta, la grande armée in ritirata e i russi che ne facevano strame. Mi addormentai. Mi ritrovai nominato aiutante del capo, stavamo ascoltando le opinioni di Spusidda e u Longu. Disputavano riguardo alla tesi di uno studioso inglese che identificava Silvia di Leopardi con una ragazza di Pisa. I cugini erano concordi nel respingere la tesi, Teresa Fattorini recanatese era e sarà per sempre, ma differivano nella rappresaglia antinglese. Spusidda riteneva si dovesse scrivere che Lord Byron fosse in realtà un camallo genovese e a Porto Venere lo sanno tutti. U Longu se ne fotteva di poeti minori e avrebbe scritto la vera storia delle sei mogli di Enrico VIII, tre bagnarote, due solanote e una scigghitana. Il capo ricondusse tutti all'ordine, autorevole più di una qualsiasi madame de Staël, consigliando di lasciare le cose come stanno, la storia avrebbe fatto giustizia e concluse: -Ammirate gli eserciti schierati alle due sponde del fiume e aspettate fiduciosi: mò se menano.-
Mi svegliai e vidi riflesse sulle acque del fiume schiere di betulle allineate in file regolari e disciplinate.


INTERMEDIA 1
Il mezzo se è un camper presuppone peculiarità lillipuziane. Non solo le dimensioni fisiche degli occupanti, che certo aiutano se sei un nano, ma proprio l'atteggiamento mentale, devi farti piccolo anche interiormente. Come fai, sbatti sempre con la testa e dappertutto se il mezzo è fermo. In movimento si vola, preferibilmente dalla chambre de lit à la dinette e perchè li chiamano in francese non lo so, se si frena è sicuro che ti fracassi un ginocchio contro un qualche mobile perchè, signori, questa è come una casa arredata di tutto punto. C'è un serbatoio d'acqua da riempire sempre, più riempi e più è vuoto, un serbatoio di acque nere e uno di acque bianche da scaricare. Nonostante questa frenetica attività idromeccanica il camperista, soprattutto il neofita, si trova sempre col cesso pieno e senz'acqua. Al terzo giorno il camperista si rifugia in un qualsiasi albergo a qualunque prezzo e se ne fotte del camper abbandonato in divieto di sosta.


INTERMEDIA 2
La chiesa Santa Maria Maddalena di Minsk è una bella chiesa ortodossa, con tutte le cipolle dorate al posto giusto. Sarà stato per il periodo pasquale, la chiesa era affollata di gente che faceva una curiosa processione lungo il perimetro interno, soffermandosi davanti a quadri di santi che poi baciava con trasporto. Mi hanno detto che la cosa dura quattro ore. Guardavo incuriosito, mi si avvicina un signore anziano e comincia a parlarmi così da presso che ne percepivo l'alito, niente vodka devo dire. Non ho capito una sola parola russa ma sembrava che mi stesse rimproverando. Non reagivo, il vecchietto mi afferra la mano sinistra e me la toglie dalla tasca. Capisco, la porto dietro la schiena a incrociarla con l'altra come un ammanettato. Sbagliato pure questo. Il vecchietto continua a torturarmi in russo. Decido di andarmene, come fai a discutere con un ortodosso che per definizione è sempre dalla parte giusta? Ora lo sapete, non è per mia colpa, io ci metto la buona volontà, sono le chiese che mi respingono.


INTERMEDIA 3
Karma* è una cittadina della provincia di Gomel, sudest bielorusso, la zona più radioattiva al mondo a causa del disastro nucleare di Chernobyl, nella vicina Ucraina. In quei giorni il vento tirava verso nord ed è toccato a loro. All'ospedale di Karma abbiamo portato Misha che è stato morso da un cane leonino, penso un pastore del Caucaso. Gli hanno dato 18 punti di sutura distribuiti tra la testa e l'orecchio sinistro. Misha gioca per la strada, come i bambini quasi non fanno più, come noi favazzinoti facevamo quaranta e più anni fa, e io l'ho eletto favazzinoto ad honorem. Quando dopo qualche giorno gli ho cambiato la fasciatura in testa ho capito che ricambiava nominandomi bielorusso sul campo.


SEME
Indivisibile come si pensava che fosse l'atomo. Il seme si pianta integro e poi forse germoglierà. E' l'ultima matrioska.


* Si pronuncia Carmà ma è un quasi Cormà con quella A russa di Ada come abbiamo imparato dal signor Nabokov presentatoci dalla signora Claudette (Longu, hai il brevetto su questo nome, permettimi di usarlo almeno una volta)

22 commenti:

romanaccia ha detto...

Napoleone. E vorrei vede. Dalla Russia specie se bianca si può mai parteggiare per Bonaparte? Sulle rive della Beresina? Vuoi mettere Michail Illarionovič Goleniščev-Kutuzov? Pierre? Ehh
Camper. Zitto zitto che forse mio figlio si ricrede sul fascino zingaresco e avventuroso del camper, che chissà chi gliel'ha messo in testa. Anzi lo so benissimo ma lasciamo perdere. "Impressioni di un camperista in erba" intanto l'ha colpito. Ora ci sta riflettendo. Speriamo bene.
Chiese. Ah les italiens. Poi tutti indignati per le innocenti, ingenue goffaggini del povero Silvio. Povero Silvio.
Viaggio. Dev'essere stato proprio proprio un gran bel viaggio.

romanaccia ha detto...

Aiutante del capo vale aiutante di campo? è anagramma perfetto barando su un'unica lettera

u'longu ha detto...

Un favazzinoto oltre cortina, sulle orme di un altro nano, meno pericoloso di quello attuale.
Più che generale e poi imperatore m'intrigava l'aspetto sessuale, tipo:- Giuseppina non ti lavare che sto arrivando -
Ho chiesto ai russi ortodossi che lavorano con me, pare che nelle loro chiese non si possano tenere le mani in tasca o dietro la schiena, solo a penzoloni o in avanti.
Ormai è risaputo che noi ferventi credenti non abbiamo fortuna con le chiese, di ogni tipo.
Ce ne faremo una ragione.
In quelle cattoliche, dati i tempi, consiglierei di tenere le mani dietro, non si sa mai

u'longu ha detto...

Un favazzinoto oltre cortina, che bello.
Napoleone m'intriga solo quando dice a Giuseppina di non lavarsi che sta arrivando.
Ho chiesto ai russi ortodossi che lavorano con me, pare sia proibito,nelle loro chiese, tenere le mani in tasca o dietro la schiena, solo a penzoloni o in avanti.
Noi ferventi credenti non abbiamo fortuna con le chiese, ce ne faremo una ragione.
In quelle cattoliche, dati i tempi, consiglierei di tenere le mani dietro, non si sa mai.
E pure Ernest, 'ncia poti sucari

u'longu ha detto...

Scusate, mi era sparito un commento, e si è ripresentato.

arcade fire ha detto...

NO, CAR'AMICA. Preferisco aiutante del capo. Complimenti per il turbante, madame. Tenere lontano i bambini dai camper è un atto di indulgenza contemplata persino dalla chiesa ortodossa. Mimmo, dici bene e nel caso avrebbe dovuto lavarsi lui. Ore e ore su quel cavallo famoso per la famosa domanda: di che colore era il cavallo bianco di Napoleone? Il nostro nano del consiglio consigliò la strategia a Kutuzov, il quale mi sta sulle palle pure lui, un catenacciaro del Volga!

arcade fire ha detto...

Capo, quando dici povero Silvio sei meglio di Cornacchione. E daie con sti comici de sinistra.
Ma si può scrivere Car'amica? Nel caso non si possa, me lo passi come anagramma imperfetto? Grazie capo.

romanaccia ha detto...

Che è la storia non ti lavare che sto arrivando?

romanaccia ha detto...

In realtà citavo proprio lui.
Car'amica secondo me non si può ma puoi sempre chiedere all'accademia della crusca, hanno un servizio apposito per risolvere di questi dubbi. Io per me passo tutto.

u'longu ha detto...

Claudette, le solite malelingue raccontavano che l'Imperatore preferisse le donne all'aroma naturale.
Non me l'ha raccontato il gatto, anche se testimone oculare e olfattivo, si vociferava semplicemente a corte e nelle tende degli accampamenti militari.
Sarà vero ? ai posteri l'ardua sentenza

chinnurastazioni ha detto...

Compagno Marionov hai portato vodka per i nostalgici? ciao

romanaccia ha detto...

Se il gatto lo conferma allora è vero. Il gatto è degno di fede. Mi ricorda la canzone di conte la donna d'inverno. non cfredo ci sia una canzone più scabrosa e sordida.
Approposito di regali, la penna?

arcade fire ha detto...

La penna niet. Ho cercato, giuro sul mausoleo di Lenin, ai magazzini Gum, ai magazzini Na Namiga, ho cercato ma non si trova. Hanno solo bamboline. Oppure strofinacci di puro lino bielorusso, niente Cina, autentici. Se posso rimediare con uno di questi...

arcade fire ha detto...

La vodka c'è, Nino. Alla salute, nazarovie

arcade fire ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
arcade fire ha detto...

Nino, correggo. Si dice Na sdrowie e si pronuncia nazrovie. Facciamocene un altro, prosit.

romanaccia ha detto...

Non li fanno più i souvenir di una volta

chinnurastazioni ha detto...

Se permetti Mario, me ne faccio una altro, alla salute... se c'è qualcuno che vuole farci compagnia la bottiglia è ancora piena.pi

u'longu ha detto...

Tovarich Marioskj grazie per la penna, veramente bella.
Lo so, mi hai detto di non dirlo, ma non è colpa tua se ce n'era una sola.
Al capo la prenderai la prossima volta.
Ancora spassiba

arcade fire ha detto...

Cazzu Longu chi cumbinasti? Non è il palazzo d'inverno ma il casino dello zar Nicola. Quella penna era per il tuo gatto, dice che c'erano delle topine a quei tempi. E' un sentimentale.

arcade fire ha detto...

casino di caccia

romanaccia ha detto...

Bene bene questa me la segno. Ah già non ho la penna