Qualche anno fa, tra i verdi limoni della Sena, apriva un locale, Luna Rossa.
Ogni sera prima ballo liscio poi latino americano, pista immensa tra i limoni ed il mare, tutto il paese e dintorni si riversava nel locale e si ballava e come si ballava, chi mancu nella riviera romagnola..
I ballerini, compaesani e limitrofi, erano impostati, agganci precisi, passi sicuri, giramenti di collo a scatto, guardavano a destra e danzavano a sinistra, passavano da un ballo all’altro avec nonchalance, alla fine baciamano e accompagnamento al tavolo della signora.
Era chiaro che avevano frequentato lezioni di ballo.
Porca puttana ma dove e come avevano imparato ? Non sapevo di scuole di ballo in provincia, a meno che negli ultimi anni avessero aperto scuole nei castaniti di Melia o nei pergolati d’uva fragola di Sciumara i Muru.
Erano bravissimi , tirati a lucido, asciutti, anche belli, al tavolo da soli io e mia moglie affogavamo l’invidia con cola e rum, che ce ne voleva due litri solo per un giramento di testa.
Mia moglie mi guardava come se le tarpassi le ali, come se lei fosse una ballerina del Bolscioi ed io un tiratore di sciabica, dimenticando che anche lei come me, ignorava ogni forma di ballo in tutte le sue infinite varianti.
:- Tornati a Milano prenderemo anche noi lezioni di ballo – dissi per consolarla, mentivo sapendo di mentire.
Rientrati a Milano, qualche mese dopo, nella cassetta della posta una reclame che recitava:
"Corsi di ballo liscio e latino americano presso la palestra xx in via Console Marcello, orari serali e prezzi modici , maestra di ballo Pamela"
Che occasione !! a due passi da casa, dopo cena, sui prezzi modici occorre però aggiungere qualcosa, sta minchia.
Ci preparammo per l’occasione, io in giacca cremisi su camicia nera e pantaloni d’identico color, scarpe color cacarella, capelli corti tirati indietro con il gel fregato a mio figlio, baffi ridotti al minimo sindacale.
Non mi avreste riconosciuto.
Mia moglie esagerò, vestito nero lungo con scollatura davanti e di dietro (praticamente a nura), capelli corvini (tintura) raccolti, scarpe con tacco alto rinforzato.
Ci vergognavamo un po’, pertanto nonostante la scuola di ballo fosse a due passi, andammo in macchina, anche per evitare il blocco del traffico sia automobilistico che tranviario.
Ci accolse Pamela la maestra, una bella donna matura, parlava con leggero accento andaluso e si esprimeva con le ciglia, lunghissime, le apriva e le chiudeva accompagnando le parole, le spalancava per indicare sorpresa, disprezzo, le batteva velocemente per indicare dolcezza, approvazione.
Comunque i soldi per le lezioni li ha voluti tutti e subito.
Incominciammo dai primi passi, come i bambini, la maestra era brava, faceva ripetere gli esercizi, toglieva e rimetteva la musica, spiegava, rifaceva i passi, ma soprattutto muoveva le ciglia.
Passarono le prime lezioni, valzer, mazurke, beguine, ma io volevo il sangue, volevo il tango.
Con Pamela avevo un po’ di feeling, non mi rimproverava mai anche quando sbagliavo completamente i passi , la cosa non era sfuggita a mia moglie, io capivo che la maestra mi perdonava per gli anni e per il mio andamento da bradipo, mia moglie continuava a dire che la sapevo lunga.
Il posto era molto bello, pieno di piante e di specchi, pavimenti lucidi, ma la palestra che l’ospitava era famosa per il tetto che spandeva e quindi con il pavimento bagnato, quando pioveva, venivano fuori dei casquets non proprio volontari.
Infine l’incidente sull’inizio di un passo di ballo, io insistevo con il destro, mia moglie insisteva sul sinistro, interpellammo la maestra.
:- Ma certo Domenico hai ragione – disse sbattendo cento volte le ciglia, a mia moglie la gelò a ciglia spalancate.
:- E’ finimmu i ballari – pensai, e cosi fu
Mia moglie si rifiutava categoricamente di ballare , non tanto per la mia competenza quanto per le ciglia della maestra.
La maestra accortasi che non ballavamo, ci cambiò di coppia.
A me toccò una casalinga prolifica, quattro figli in quattro anni, (aundi cazzu u truvava u tempu mi balla), aveva talmente latte che quando si fermava di botto se ne sentiva lo sciabordio.
A mia moglie toccò un postino leggermente claudicante sulla sinistra che per nasconderlo si poggiava sulla destra, con il risultato che ballavano sbilenchi e con grande impaticamento di pedi.
Fu la goccia che fece traboccare il vaso, mia moglie non venne più alle lezioni, io mi ritirai con l’amaro in bocca.
Non avevo ancora assaggiato le delizie del tango
Benvenuti a Favazzinablog
Finalmente, dopo anni che ho in mente di farlo, ho deciso di aprire questo piccolo blog su Favazzina. L'obiettivo è quello di creare una comunità virtuale delle varie persone che negli anni hanno preso parte alla vita della nostra mitica Favazzina in modo che, almeno attraverso internet, possano sentirsi e non perdere i contatti, ma anche quello di scrivere e non dimenticare le varie storie che per tante estati ci hanno fatto morire dalle risate.
Se vi va di partecipare potete contattarmi su skype (mauro.fuca) o scrivere un commento anonimo al blog (scrivete in ogni caso la vostra email) così vi faccio diventare autori del blog e potrete darmi una mano.
Salutamu!
UGRECU
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UGRECU
mercoledì 14 settembre 2011
Lezioni di ballo
U scriviu: u'longu u iornu: mercoledì, settembre 14, 2011
Argomento: Storie 'i Favazzina
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8 commenti:
Non so più che dire: sei proprio ma proprio bravo.
Però sicuramente aveva ragione Nietta.
sicuramenti avi puru raggiuni a Napulitanaetritri. Mi scialaia, nu spassu, magnifico Mimì.
Bella Mimmo, menumali che avete chiusu prima di arrivare al litigiu della coppia principiante.
Non si possono tarpare le ali ad un ballerino, tu caro cugino, l’abbiamo sempre saputo, il ballo c’è l’hai nel sangue. Io proporrei agli amici del blog di fare opera di convincimento su Nietta affinché torni a ballare.
Ma i sordi a maesra ti turnau o si tinni?
Certu chi l’aria i Favazzina ti fici beni, turnasti cu na gana incredibili.
Sicundu mia se chistu è u risultatu ogni tantu, a spese ru blog, (u Grecu chi ndi pensa?) timu a mandari a Favazzina, cusì cuntinui a scriviri storii cusì.
Chista pi mia è sicuramenti una ri cchiù beddhi ru blog.
Grande Longu
Magnifica .... e ancor di più!!!
Però sicundu mia avi raggiuni Nietta: tu Longu a sai longa.
Le avances criptiche di Pamela non ti hanno lasciato indifferente.
Si tinni, caro Spusidda, si tinni la maliarda.
Mia moglie ha quasi sempre ragione, nel caso specifico cercava l'incidente.
Parto domani per Favazzina, passa di mutuli, vogghiu fari u pisci all'ogghiu.
Non preoccupatevi manco solo una settimana, al massimo due.
Grazie per i commenti.
Dimenticavo, allenatevi a tresette che ne avete bisogno
Meraviglioso Longu! E' da tempo che non visitavo il blog, mi l'aviva pirduta. Sei bravo davvero Mimmo. Complimenti!
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