A sciumara senza petri pariva comu na vecchia senza dentiera, sicca, prosciugata, e puru se c’era l’acqua, senza petri era comu un rigagnolo di pianura, lento e silenzioso.
Spusey non si capacitava, cu si futtiu i petri ? a cu nci servivunu ?
Era vero che nel pomeriggio s’era sentita una botta e come per incanto s’iva criatu un molu, latu Bagnara, tutto di petri ianchi che prima accompagnavano a sciumara finu o mari .
Spusey ricordava con affetto quando tutte le mamme favazzinote facevano il bucato, prima dell’avvento della lavatrice, e poi stendevano i panni sopra quelle pietre immacolate.
Ora c’era rina e fangu
Doveva assolutamente scoprire quel furto sacrilego, doveva indagare, cercare, capire.
Nel paese si era sparsa la voce, dato che la chiesa era inagibile, che i credenti volessero costruire un piccolo santuario a Vizzari, in collina, vicino alla sorgente, zona demaniale.
Bastava poi che qualche raccoglitore di funghi tra una caddarara e un pistuni intravedesse qualcosa nei boschi ed era fatta: la Madonna di Vizzari.
Pellegrinaggio attraverso a ‘nchianata i Brancatò, con canti e bombole di ossigeno per i vecchi e meno vecchi, specialmente fumatori di Marlboro e anche quelli che le sigarette se le fanno.
Credenti vuol dire Malumbra, bisognava sentirlo, ecco dove erano finite le pietre.
:- Ma che dici Spusey ? E’ vero che sono architetto, è vero che so fare tutto, ma un santuario ? e poi io sono un ecologista, chi spasciu a cresia pi fari a sacrestia ? -
Spusey si convinse e continuò ad indagare in altre direzioni
C’era Francesco, un’omu galanti, alto ma non lungo, che da qualche giorno andava sciumara sciumara osservando le poche pietre rimaste.
:- Strano, molto strano, direi sospetto – malignava Spusey, ma è risaputo che gli sbirri se non malignano fannu poca strada.
:- E che vuol dire che osservo le pietre ? e forse proibito ?- s’incazzava Francesco
:- E’ quantomeno strano, caro Francesco, non è che ti servono pi fari armacie nei tuoi giardini? o per adornare la tua villetta a Milano ? Confessa
:- Ma quali armacie e villette, ispettori, io le osservavo per sapere se era vero un vecchio detto calabrese.
:- Sarebbe ?
:- Che le pietre senza lippu si cala a sciumara, ma qua vedo che cu lippu o senza lippu petri non d’avi cchiu.
E Spusey si convinse un’altra volta
Era dal Mago chi si tracannava un double whiskey, acqua frisca, e lo vide che giocava a trisetti, maledetto Longu, se la spassava, vinceva come al solito.
:- Chista ma llisciu e sugnu chiumbu a un palu – diceva Le Long guardando in faccia il suo compagno.
Guardandolo, Spusey, si fece il quadro.
Molo vuol dire pesca con la canna, pesca con la canna vuol dire Longu, il molo era fatto di pietra, si era creato dopo un’esplosione, esplosivo vuol dire bomba, bomba vuol dire anarchici e comunisti, da sempre. Ecco il colpevole, si era fatto il molo ad personam, maledetto comunista.
Le Long disse : - Lasciami finire il tresette – poi lo seguì senza dire niente
Benvenuti a Favazzinablog
Finalmente, dopo anni che ho in mente di farlo, ho deciso di aprire questo piccolo blog su Favazzina. L'obiettivo è quello di creare una comunità virtuale delle varie persone che negli anni hanno preso parte alla vita della nostra mitica Favazzina in modo che, almeno attraverso internet, possano sentirsi e non perdere i contatti, ma anche quello di scrivere e non dimenticare le varie storie che per tante estati ci hanno fatto morire dalle risate.
Se vi va di partecipare potete contattarmi su skype (mauro.fuca) o scrivere un commento anonimo al blog (scrivete in ogni caso la vostra email) così vi faccio diventare autori del blog e potrete darmi una mano.
Salutamu!
UGRECU
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UGRECU
venerdì 14 ottobre 2011
Spusey ed il mistero del molo nuovo
U scriviu: u'longu u iornu: venerdì, ottobre 14, 2011
Argomento: confessioni
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14 commenti:
La colpevolezza di Le Long non mi convince. Si sta immolando per salvare il cugino detective. Questo è un caso molto difficile: chi sa non parla, chi parla non sa.
Spusey Spusidda indaga ancora e dacci la verità.
Ciao Mimmo, il parallelismo con la vecchia sdentata mi sembra perfetto.
Bello anche il ricordo delle lavandaie favazzinote.
Caru Longo tu mu ricisti a mia e ora ieu tu ricu a tia: "Qui si predica nel deserto" e Spusey ormai stufo e non solo d'indagare è come Guccini, quando ne l'Avvelenata dice: "Colleghi cantautori, eletta schiera, che si vende alla sera per un po' di milioni, voi che siete capaci fate bene a aver le tasche piene e non solo i coglioni..."
Cari amici, il nostro compito è di parlare del nostro paese, ricordarne la parte più bella, più intima, più poetica.
La realtà attuale è diversa, purtroppo.
Da noi ormai si nega anche l'evidenza, tanto vale fantasticare.
Non c'è mai un responsabile, uno che ammetta di avere sbagliato, qualcuno che voglia effettivamente cambiare le cose e anche se c'è non ha strumenti per farlo.
Non ci rimane che l'ironia, a pigghiata pu culu che gli ortodossi chiamano satira.
Rassa futtiri l'Avvelenata, Spusidda, quella parla di eletta schiera che si fa milioni, compreso Guccini.
I milioni, e cu i vitti mai ?
Carissimu Ispettori Spusey,
anch'io non sono convinto della colpevolezza di Le Long.
Oltre al dilemma sulla veridicità o meno del vecchio detto della "petra chi non faci lippu" ieu spissu mi ddunava nta sciumara mi mi cacciu nu pinseri pa testa:
E si fussi veru chi "a petra canziata divintau cantunera i muru?"(Salmo 117:21)
Bellissima Francesco "a petra canziata diventau cantunera i muru"
chista na sapiva propriu.
I favazzinoti diventammu "petri canziati" ed il brutto è che ci siamo canziati da soli anche se a qualche chilometro di distanza.
I rimasti non sunnu petri, sunnu direttamente cantuneri i muru
Caro Longu hai ragione tu, ho sbagliato a prendere come esempio Guccini, ma la verità è che anche se non ho le tasche piene, i coglioni purtroppo si.
A proposito di proverbi mi stupisce che non conoscevi quello citato da Francesco, a dire il vero io lo sapevo come "A petra disprizzata è cantunera i cresia".
Se ti interessa ho fatto un libro dove ho raccolto più di mille proverbi calabresi se mi dici come fare te lo faccio avere.
Quando parla Francesco è Vangelo
e prima ancora Bibbia
C'è cacchirunu che tira petri, cu è?
Si Spusidda l'ho letto il tuo libro di proverbi.
Secondo me la versione sul tuo libro e quella citata da Francesco, hanno un significato diverso.
Petra "canziata" ossia messa da parte ha un carattere sociale, mentre petra "disprizzata" ossia non amata, ha un carattere religioso.
Essendo laico preferisco il significato francescano, nel senso galanti del termine.
La raccolta di proverbi calabresi curato da Spusiddha è godibilissimo.Io ho avuto la fortuna di averne una copia in regalo.
A proposito della diaspora favazzinota e "ri petri canziati"
a pag. 107 del citato libro si trova questo detto: "cu nesci,rrinesci" .Consoliamoci così e autodefiniamoci "rrinisciuti"
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