La radio suonava "La chanson des vieux amants" di Jacques Brel, il refrain struggente cantava:
"mais mon amour, mon tendre, mon doux, mon marveilleux amour, de l'aube claire jusq'à la fin du jour, je t'aime encore, tu sais, je t'aime..."
Il cinico sdraiato su un lettino di fortuna, ascoltava e pensava al suo amico, al Che Mario, il rivoluzionario perso nei meandri dell'amore per la bella Mariela.
Si spalancò la porta, entrò come una furia, era il Che
:- Moviti, fuimu, chidda parra i matrimoniu -
In poco tempo si trovarono in strada, sulla vecchia moto, direzione Cile
Mariela li vide da lontano scappare come due ladri e sospirò:
:- Ahi, l'amor, addio tanguero de Dios, che il vento ti soffi sempre alle spalle e che le correnti ti siano sempre favorevoli -
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Il Che, grande pallonaro, gli aveva raccontato che oltre ad essere un medico, unica cosa vera, era anche un grande marinero favazzinotu, vagabondo del mare e dell'amore.
Guidava il Che
Il viaggio fu lungo e travagliato, nella discesa delle Ande, il Che ancora preso d'amore, tagliava le curve contromano al grido "Libertad o Muerte", con sprezzo del pericolo e anche delle coronarie dell'amico, che stava ad occhi chiusi per non guardare la morte in faccia, sperando nella libertà, e specialmente che non ci fosse nessuno dietro le curve.
Si fermarono stanchi ed affamati a Valparaiso, bellissima città circondata da colline a picco su un mare che sembrava quello di Favazzina ed invece era l'Oceano Pacifico.
Le stradine strette ricordavano i vineddi, belle ragazze bandiavano pisci friscu comu e bagnarote, in una piazzetta un camioncino vendeva varechina " la santiaghella" e in una bancarella un vecchietto bandiava "cozzi chini comu l'ova"
Si sentivano a casa, quella originale, quella del cuore
Andarono a registrarsi al consolato agentino dove, un impiegato solerte, l'informò che al Circulo Literario de Valparaiso, c'era una festa di esuli argentini.
:- Chi facimu, iamu ? chiese il Che
:- Iamu, ma va chianu chi fimmini, se no, aimu a fuiri sempri - rispose il cinico
La villa era in cima alla collina, a picco sul mare, e da li si poteva ammirare la maestosità delle onde che ferivano gli scogli e ne erano ferite, sotto una luna che non lasciava ombre.
I due amici arrivarono in moto e dopo una breve aggiustatina, entrarono al Circulo Literario.
Fu con sorpresa e immensa gioia che lo videro, bello e sorridente, con un bicchiere in mano, intrattenere delle signore ingioiellate.
Era il poeta, il vate favazzinotu, il compagno di tante avventure, adesso si faceva chiamare "chispa el poeta", si abbracciarono a lungo, commossi, tranne naturalmente il cinico, che chiese:
:- E tu chi fai 'ccà ?
:- Sugnu ospiti i Pablo, nu 'mbriacuni vantarolu, rici chi è u meggghiu poeta ra Merica Latina, ma quandu mai ?
:- Certu vi vuliti beni, ma tu comu stai ? ti viru l'occhiu i trigghia -
:- Hai ragiuni cinicu, sugnu 'nnammuratu, pensa 'nci dedicai trecento poesie -
:- Minchia e campa ancora ? Cu è sta furtunata ?
:- E' un critico letterario, si chiama Claudinha de Ciudad Vieya, n'oriunda italiana,
avi puru na casa editrice, la Ciaponno, a staiu spittandu -
Arrivò leggera come una brezza mattutina, bella nel suo vestito nero con una rosa rossa di velluto ricamata su una spalla, superba nel suo incedere elegante.
Il cinico quando la vide non fu più cinico, divenne immediatamente seguace di Teresa di Calcutta (già famosa), la bellezza di Claudinha lo conciliava con il mondo.
Mentre il poeta cercava da bere, l'ex cinico trovò il coraggio di chiedere:
:- Vamos a bailar, senorita ?
:- Discanto di una sera. Odore di gelsomini - rispose lei
:- ????? Vamos a bailar ?
:- Gradini di marmo. Ricordi lontani
:- ????? Voi ballari si o no ?
:- Certo cinghialone materialista
E fu tango, a lungo, fino all'ultimo respiro, nella notte senza stelle, solo di luna
Porca miseria, mi russigghiai, senza sveglia sta vota
Benvenuti a Favazzinablog
Finalmente, dopo anni che ho in mente di farlo, ho deciso di aprire questo piccolo blog su Favazzina. L'obiettivo è quello di creare una comunità virtuale delle varie persone che negli anni hanno preso parte alla vita della nostra mitica Favazzina in modo che, almeno attraverso internet, possano sentirsi e non perdere i contatti, ma anche quello di scrivere e non dimenticare le varie storie che per tante estati ci hanno fatto morire dalle risate.
Se vi va di partecipare potete contattarmi su skype (mauro.fuca) o scrivere un commento anonimo al blog (scrivete in ogni caso la vostra email) così vi faccio diventare autori del blog e potrete darmi una mano.
Salutamu!
UGRECU
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UGRECU
giovedì 18 dicembre 2008
Sogno di una notte di quasi inverno
U scriviu: u'longu u iornu: giovedì, dicembre 18, 2008
Argomento: CAZZATE VARIE
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8 commenti:
Propongo di poter usare complementarmente all'espressione Attia Lupu! anche Attia cinghialone!
Longu aiu l'impressioni chi na purtamu a peddi pa casa.
Troppi fimmini, maritati e cu figghi.
Ah chi bella sirata, ora ma leggiu natri tri o quattru voti...
Non potrei commentare perchè sono senza fiato, ma (in un sussurro) a facci toi Georgie! (che volete un po' di rivalità femminile).
Qui stiamo preparando la prima edizione e pure la prima e la seconda ristampa. Ci portiamo avanti, Grazie M.
BELLO STO CINGHIALONE...
CHE CLASSE!!!
o longu all'anima ra chitarra!!!
Hai uno stile ineguagliabile...
un'altro sogno bellissimo...
almeno campamu i fantasia...!!!
complimenti!!!
aundi sugnu ieu Longu??? mi hai tradito con Claudette? chista ma signu. Roma rammi tempu ca ti fazzu purviri.
ps.sto scherzando Roma, lo puntualizzo perchè ca c'è genti che a battuta na capisci e si ffendi
Smilzo, nel sogno le signore sono schette, bellissime (come nella realtà) e senza impegni di sorta.
A peddi ncia 'mpizzamu i comu guidi a moto
Grazie ragazze per i commenti
Georgie veramenti cuminciasti prima tu, tu spirdisti El chico Nino
Ti confesso, peraltro, chi simu senza freni. Nta motu.
Sugnu testimoni: Georgie cuminciau.
bello cinghialone di casa!!!!!!!!...ah ah ah ah ah!!
Bellissima Longu! Era ura mi cangiavi tanguera!
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