Un Killer per Spusey (il tradimento)

-Ventimila dollari, Sal.
-E' poco, baby.
-Non una lira di più.
-Dollari, a lira non c'è cchiù.
-E' un lavoretto.
-Forse, ma lui è Spusey.
-Venticinque testoni, ultima chiamata.
-Vedo.

Mick Spusey sorseggiava l'ennesimo whisky senza accorgersi che stava bevendo tè e gazzusa, gli effetti collaterali erano gli stessi: declamava poesie a voce alta e 'u bar si sbacantava. - Mick, chianu chi Rachela riposa- gli diceva il mago che in realtà era giustamente preoccupato per la clientela. D'altra parte già con tè e gazzusa al posto del whisky ci rimetteva. Per fortuna Le Long si offrì di integrare il mancato guadagno: non poteva tollerare che Mick si rovinasse così, era pur sempre un cugino di sangue: sbirru epperò cugginu.
Frastornato dai fumi del tè gazzusato non vide la Mercedes che accostava. Non vide quella specie di armadio foderato di blu gessato che ne uscì. Non vide la furia animalesca della carcagnata diretta verso la sua caviglia. Sentì soltanto il dolore nelle parole "Fuck you, son of a bitch. Minghia chi dduluriii". Stramazzò al suolo, furono chiamati 'u mericu Currò, 'u prufussuri Panucciu e l'ambulanza. Currò rissi: "Pì mia si scafigghiau nu peri", Panucciu rissi: "Frattura multipla e scomposta, priparati a sala operatoria", l'ambulanza rissi: "AAAAaaaaaAAAAaaaa".

Ospedale Scillesi d'America, primo piano stanza quattordici.
-Come ti chiami?
-Sal Caruso.
-Siciliano?
-Yeahhh, di brocculinu.
-Sei venuto da New York per me, che intenzioni avevi?
-A vui non vi canusciu. Mpasturai ndo tavulu.
-Volevi spaccarmi le gambe.
-Nossignori, 'u pedi mu ruppia iò.
-Chi ti manda?
-Mi manda Picone.
-Non fare lo spiritoso con Spusey, chiaro?
-Vossia scusassi, mi doli assai.
-Ti cureremo, parla e avrai il miglior ortopedico.
-Non sacciu nendi.
-Ok Sal. Ti opera Roccu 'u sciabbacheddu.
-Cu minghia è?
-Avi nu spacciu pisci a San Giorgiu.
-Bedda matri, no. Non farlo Spusey.
-Fuori quel nome!
-Nina...fu Nina York.