Una sera d'inverno a casa di Rocco C. detto l'americano, si giocava a ramino, per l'americano "romino", in quattro, oltre me e l'americano c'erano Mario P. detto Firriolo e Rocco G. detto u "nchiumbu".
Si fumava come turchi e in assenza di posacenere, si buttava tutto per terra.
Per spegnere i mozziconi, carcagnati
La sorpresa
Suonò il campanello di casa, poteva essere chiunque, la "White House" era un porto di mare, ad ogni modo l'americano, un pò scocciato, chiese:
:- Cu è ?
Una voce di donna rispose:- Amici -
L'americano si era completamente dimenticato che alcuni suoi amici di Reggio, ai quali teneva moltissimo, avevano promesso di andarlo a trovare proprio quella sera
:- Just a moment, please - supplicò
Bisognava in pochi minuti rendere presentabile la stanza che fungeva da cucina, salotto, bisca.
Mario, armato di scopa, raccoglieva mozziconi, cenere, polvere contemporanea e di altri tempi, riviste, giornali, più che firriolo pariva un tornado
Rocco lavava bicchieri, piatti, pignati, bucali, tielli, era talmente veloce che una lavastoviglie nc'ha putiva s....
U mericanu, cu na pezza bagnata, strofinava tutto quello che gli capitava a tiro, ma era talmente lorda che peggiorava la situazione
L'unico a non fare un cazzo, modestamente, ero io, m'inzuppava a taralla, gli altri, non so perchè, non ci facevano caso, come fosse normale, s'incazzavano solo quando davo qualche suggerimento per l'espletamento delle pulizie.
Finalmente era tutto a posto o quasi
:- Buonasera don Rocco, che bella casa, cosa facevate di bello ? -
Erano quattro zitelle ed un zitellone, brutte come na malanova, ma per l'americano oramai settantenne, erano come petali di rosa.
:- Facevo un romino con questi amici mentri vi spittava - rispose zucccheroso lo yankee
:- Continuate pure a giocare, ci piace guardare, così ci spiegate il gioco - e si misero alle spalle dell'americano
Il dramma
L'americano parlava solo lo slang newyorchese e il dialetto favazzinoto antico, quando doveva affrontare la lingua italiana era uno scontro, faceva crollare muri,
soffitti, armacie, provocava frane, ogni due parole ne sbagliava tre e mentre spiegava il gioco alle zitelle, il suo repertorio si arricchiva di neologismi.
Educatamente gli ospiti facevano finta di niente, invece noi ragazzi trattenevamo a stento le risate e continuavamo a giocare.
O natura maligna, perchè mi hai fatto così poco rispettoso delle convenzioni, con il piede sotto il tavolo toccavo Rocco G. ogni volta che l'americano sparava na cantunera i muru, perchè ? perchè sapevo che Rocco non avrebbe resistito, che sarebbe scoppiato.
Infatti, all'ennesima trovata americana, tipo :- Signurina, a viriti sta queen, non mi serbi, ora la scartu -
Io raccolsi la queen e chiusi il ramino e l'americano stizzito aggiunse:
:- Questo giovine avi u culu quantu na sparrazza -
A questo punto a Rocco vennero le convulsioni, dalle risate si sdraiò per terra, e cosa terribile per l'americano, trascinati da Rocco, tutti ridevano a crepapelle, compresi i petali di rosa, anzi, la meno brutta chiese:
:- Don Rocco, cos'è la sparrazza ? -
Un carico da undici
Don Rocco non sapendo rispondere in italiano, commentò altero :- Iddu u sapi -
Si piangeva, cari lettori, si piangeva dalle risate
La bufera
Andati via gli ospiti, che continuavano a ridere anche in auto, l'americano si rivolse con occhi spiritati a Rocco e gli disse:
:- Porcaruso -
Poi rivolto a me e Mario :- Porcarusi, a casa mia non si gioca più - dicendo per la prima volta una frase intera in italiano
All'indomani sera, sulla soglia di casa, l'americano aspettava con le carte in mano i tre giovanotti, che come al solito, senza dire niente, si sedettero a giocare
P.S. - Quel ramino chiuso ad incastro con una donna di fiori, bellissimo, non mi venne mai riconosciuto, ed io, dati gli eventi, non portai rancore
Benvenuti a Favazzinablog
Finalmente, dopo anni che ho in mente di farlo, ho deciso di aprire questo piccolo blog su Favazzina. L'obiettivo è quello di creare una comunità virtuale delle varie persone che negli anni hanno preso parte alla vita della nostra mitica Favazzina in modo che, almeno attraverso internet, possano sentirsi e non perdere i contatti, ma anche quello di scrivere e non dimenticare le varie storie che per tante estati ci hanno fatto morire dalle risate.
Se vi va di partecipare potete contattarmi su skype (mauro.fuca) o scrivere un commento anonimo al blog (scrivete in ogni caso la vostra email) così vi faccio diventare autori del blog e potrete darmi una mano.
Salutamu!
UGRECU
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UGRECU
venerdì 8 maggio 2009
La visita
U scriviu: u'longu u iornu: venerdì, maggio 08, 2009
Argomento: personaggi mitologici
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7 commenti:
Che ridere!!!Mi scialai!Altro che porcarusi.
Altro che Casa Bianca quello era il Ceasar Palace di Las Vegas. Longu ma tu te le mmucciavi le matte o era solo questione di sparrazza?
Bellissima Mimmo.
E.C. forse Caesar: cu sti cazzi i mericani non si capisci nenti
Teatrale palcoscenico, con Roccu u'mericano al centro della scena "a sua insaputa", Firriolo, Nchiumbu e u Longu come spalla lunga.Vittime della scena i poviri ospiti in visita. Cosa devo dire di più,mi piscjiai ri rrisati. Splendida storia. Tipico teatro dialettale calabrese.Ciao Mimmo
Bella Longu, come al solito ringrazio te e i "tuoi compari" per averci fatto conoscere un personaggio così mitico.
Ma che bello tornare e trovare questa storia. Lungo meno male che ci sei tu.
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