Benvenuti a Favazzinablog

Finalmente, dopo anni che ho in mente di farlo, ho deciso di aprire questo piccolo blog su Favazzina. L'obiettivo è quello di creare una comunità virtuale delle varie persone che negli anni hanno preso parte alla vita della nostra mitica Favazzina in modo che, almeno attraverso internet, possano sentirsi e non perdere i contatti, ma anche quello di scrivere e non dimenticare le varie storie che per tante estati ci hanno fatto morire dalle risate.
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Salutamu!
UGRECU

giovedì 8 ottobre 2009

Il matrimonio

La chiesa era molto bella, l'altare colmo di fiori, le sedie ai lati dall'ingresso sino all'altare, formavano un corridoio di gigli, gardenie, biancospino.
Un matrimonio, un matrimonio favazzinoto
All'uscita, i parenti degli sposi, lanciavano confetti mischiati a monetine da dieci lire e noi bambini facevamo a gara a chi ne prendeva di più.
Poi c'era la festa, u sposaliziu, a mangiata.
Le struggenti note del tango, uscivano dai vecchi balconi che davano sull'orto, poi rimbalzavano ai piedi della collina, attraversavano le strette strade e s'immergevano nella corrente del mare, per andare a cercare amori perduti, amori lontani.
Io ero un bambino, si faceva festa, non ero invitato.
Mi ero cercato un angolino lontano, mi piaceva guardare le coppie ballare.
Erano veramenti belli i miei ballerini, tutti vestiti di nuovo o quasi, qualche leggero ritocco per qualche chilo preso o per segni di antiche baldorie di sughi e spumanti.
Ballavano, qualche coppia timida affrontava i passi con leggero distacco, altre si lasciavano pervadere dall'aderenze del tango, e allora erano colpi di tosse, del marito geloso, della madre guardinga, della moglie appiedata.
Io non capivo, credevo fossero tutti ammalati
Con il valzer i colpi di tosse scemavano, cominciavano i lamenti per un piede schiacciato, per le ancate delle coppie vicine, per i passi sbagliati.
Poi passavano lo spumante, quante bollicine, freddo, che faceva appannare le coppette di metallo argentato, il gelato, il "pezzo duro" di cioccolato e crema e canditi, scivolava come saponetta nei piattini, dello stesso metallo di prima.
Poi gli sposi versavano, con un mestolo del rinomato metallo (era un servizio completo) confetti bianchi, la sposa rideva sempre, lo sposo era serio e pensava:
:- Ridi, ridi, più tardi ti faccio ridere meglio -
Ricordi lontani, soffusi, inebriati dall'odore di zagara e di alghe marine, di terra appena bagnata dall'acqua di fiume, boccioli di rose, garofani ai balconi, gardenie aperte alla notte.
Colori, tanti colori, di verde e d'azzurro, il bianco del confine del mare che si perdeva dentro il bianco del confine del cielo, senza orizzonte ogni cosa sembrava sospesa
Io mi ricordo, mi ricordo

7 commenti:

peppa ha detto...

bella longo, questo tipo di matrimonio con gli invitati tutti ammalati ancora non l'avevo sentito.come al solito nel raccontare le cose ,metti allegria,tanto che le mie coinquiline di camera ,mi guardano ridere da sola e mi chiedono ,ma la terapia fa pure questo effetto? io rido di più e me le prendo in giro.longo tu metti il buon umore ,continua così.bacioni

arcade fire ha detto...

mi piace molto Longu e non mi piace che tu l'abbia postata su CAZZATE VARIE. Se non è storia di Favazzina questa, e delle migliori, allora non c'è più salvezza.

trilly ha detto...

Bellissima Mimmo e grazie.
Ho sempre immaginato un matrimonio favazzinoto di altri tempi senza mai potervi assistere.
Anche io mi sono nascosta in un angolino come te e ho gustato tutta la scena.

chinnurastazioni ha detto...

Il matrimonio:uno spaccato della vita popolare del nostro paese negli anni 50/60.Bella Mimmo

Spusiddha ha detto...

Un Longo nostalgico e sentimentale?
E chi succiriu?
Bella l'immagine dei vecchi matrimoni che si celebravano a Favazzina, un ricordo stuggente.

Spusiddha ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
romanaccia ha detto...

ecco infatti perchè io mi volevo sposare a Favazzina. poi troppo sbattimento e non mi sposo più