La primavera scendeva dolce e festosa dalle colline, prima colorava i castagni, poi le vigne, negli orti appariva qualche macchia di giallo sui nespoli.
Il mare si schiariva in un azzurro pallido, con toni di viola vicino la riva e sulle pietre bianche i da banda a sciumara, veloce scorreva il torrente verso la fine.
La primavera favazzinota.
Era anche il tempo di benedire le case ed il nostro amato prete se le faceva "pare pare", non ne saltava una, dalle prime case di " supra o ponti" alle ultime del rione villa,detto allora "rione indigeno".
Il benedection team era cosi composto:
- il prete che per l'occasione indossava uno scamiciato bianco su tonaca nera, una stola viola ed una specie di papalina a quattro punte con pon pon in cima, sempre viola, pariva un tifoso ra fiorentina
- due bambini chierichetti con sottana bianca e relativi buchi, prodotti dalle tarme e dgli anni, uno portava il seccchiello con l'acqua santa, l'altro portava un foglio per la spunta, non sia mai si saltasse qualcuno
- il sacrestano William, fornito di capace panaro (il bagagliaio di una seicento) con fodera interna, per raccogliere le offerte in natura (ova, satizzi,farina, biscotti, etc), quelle in moneta le intascava direttamente il titolare.
Le nostre mamme che sapevano della visita, facevano trovare le case linde e profumate, a quei tempi non c'erano i prodotti di adesso, saliva forte l'odore di varechina e dell'olio di gomito.
La benedizione avveniva in latino, non c'era stato ancora il Concilio Vaticano Secondo, e pertanto non si capiva una mazza, si andava indietro a quello che diceva il prete imitandone le parole a muzzu, quando faceva le pause o si fermva, bisognava dire amen.
Un piccolo dramma si consumava durante la benedizione, per il solito problema delle dimensioni dell'aspersorio, detto "cipudda", come nei funerali era doccia per tutti, c'era un fuggi fuggi generale, persone, cani, gatti, cercavano riparo al gavettone gelato, anche se santo.
Era una veloce catena di montaggio, preghiera, benedizione, offerta, se qualcuno un pò ticcagnu faciva finta di scordarsi l'offerta, ci pensava William con forti colpi di tosse e scuotendo il panaro.
La riserva d'acqua santa nel secchiello finiva dopo tre o quattro benedizioni, (ci vuliva nu tacciu, ma non era elegante), c'era chi ne approfittava per fare le pulizie di primavera, l'addetto era costretto a ritornare in chiesa a fare rifornimento d'acqua santa.
Spesso però, data la stanchezza, si fermava alla fontana pubblica più vicina e a mucciuni riempiva il secchiello, così invece di benedire con l'acqua santa si benediva con l'acqua di Tremis (la nostra sorgente, per i non favazzinoti)
Era un vero rompimento di palline, na giaculatoria unica, l'unica cosa bella era che vedevi appartamenti che altrimenti non avresti visto mai.
Dentro c'era di tutto, orologi a pendolo argentini, grammofoni e cascittuni americani, cornici appese alle pareti contenenti foto color seppia di gente con gli occhi spiritati e dalle capigliature azzardate, baffoni immensi, camicie inamidate, navi da guerra, matrimoni fino all'ultima cugina, bambini che gattonavano, vecchi rincoglioniti.
Il bambino chierichetto, l'addetto all'acqua santa, si perdeva dentro quelle foto, poi quando sentiva silenzio intorno a se, dice "amen" a voce alta, se no erunu cazzi.
P.S. - questi sono i miei ricordi appannati dagli anni, se dovessero creare problemi di suscettibilità religiosa a qualcuno, me ne scuso anticipatamente.
Benvenuti a Favazzinablog
Finalmente, dopo anni che ho in mente di farlo, ho deciso di aprire questo piccolo blog su Favazzina. L'obiettivo è quello di creare una comunità virtuale delle varie persone che negli anni hanno preso parte alla vita della nostra mitica Favazzina in modo che, almeno attraverso internet, possano sentirsi e non perdere i contatti, ma anche quello di scrivere e non dimenticare le varie storie che per tante estati ci hanno fatto morire dalle risate.
Se vi va di partecipare potete contattarmi su skype (mauro.fuca) o scrivere un commento anonimo al blog (scrivete in ogni caso la vostra email) così vi faccio diventare autori del blog e potrete darmi una mano.
Salutamu!
UGRECU
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UGRECU
lunedì 15 marzo 2010
La benedizione pasquale
U scriviu: u'longu u iornu: lunedì, marzo 15, 2010
Argomento: Storie 'ì favazzina
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9 commenti:
SANTO SUBITO
e non spingete perchè tocca a me lucidare l'aureola come primo discepolo
Aha, mi scialaia. Longu the best
Mario, a proposito di santi, ho una foto che se riesco a scannerizzarla, ti farà divertire molto, spero anche agli altri.
Trattasi di Ascensione.
BELLA, BELLA,BELLA!!!
Longu è inutile che ti tieni scettico con punte di cinismo: ormai ti eleggeranno cronista ufficiale dei fatti della fede nella parrocchia di Favazzina; si sente che sei divinamente ispirato.
Romanaccia hai ragione...
Longu, non lo puoi più nascondere.
Bella l'introduzione con la descrizione della primavera favazzinota.
Ora non puoi più nasconderti, anche questi, della nostra infanzia, sono bellissimi ricordi, che caratterizzano la tua fase mistica.
Vescovo, anzi cardinale, ad honorum!
Spero che la tua vena religiosa non si esaurisca e ci regali ancora altre perle!
oggi to frati nappa si pisciau ri risati pirchì nci cuntaia stu fattu
ma quantu si bellu! mi facisti muriri ri risati, APPLAUSI!!!
Bella Mimmo, trovo che ci sia una bella similitudine tra la primavera che scende dall'alto rinnovando la natura e l’acqua santa che scende sulle famiglie rinnovando il rito della benedizione . Sua Eminenza Longu, a quando la processione del Corpus Domini?
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