Alto, chissà, io credo alto, e asciutto, appena dinoccolato, andava un po' sghembo, le spalle un tantino fuori asse, portate in avanti, che conferiva ampiezza all'oscillazione delle braccia e allegria all'andatura, ma senza esagerazione, senza ilarità. Aveva una di quelle camminate che si vedono di lontano e al centro della strada. Di lontano vedendolo, io ero sempre contenta dell'incontro che s'avvicinava. I calzoncini e la camicia a mezze maniche di norma così impietosi, non riuscivano ad intaccare la finezza della sua figura, che pareva anzi un signore di antica nobiltà; insieme fuori luogo e a proprio agio, esotico e al suo posto. Tanto che io me lo ricordo con un panama, ma può darsi benissimo che non l'avesse.
Il sorriso ce l'aveva soprattutto gentile ma anche velato dell'ironia dovuta ai casi della vita, in giusta dose bilanciato tra sprezzo e santità, esattamente senza pendere, cosìcchè pareva sempre appena appena divertito da qualcosa di recente o allietato da lievi pensieri e belli.
Nei gesti e nelle parole era delicato e sicuro come un congegno nautico, fatto della stessa eleganza salda. E la voce pure era così e sempre di tono basso che bisognava porgerci l'orecchio.
Aveva il dono raro di saper parlare coi bambini. Con me, per quello che ne so, ma credo con tutti perchè questo è un modo dell'essere. Non era mai condiscendente e non faceva mai finta di chiedere o di guardare ma chiedeva e guardava con intenzione e interessamento e conversava alla pari.
Il più breve saluto, il più banale scambio di battute lasciavano l'impressione emozionante che fosse avvenuto un profondo scambio e segreto, che fingendo le parole quotidiane, in codice ci si fosse scambiati importanti segreti delle cose.
A distanza di tanti anni non sono del tutto sicura che fosse così, il disincanto, lo scetticismo sono retroattivi. Forse era un'impressione dovuta al garbo dei modi, alla grazia del parlare. Ma questo non è importante.
Benvenuti a Favazzinablog
Finalmente, dopo anni che ho in mente di farlo, ho deciso di aprire questo piccolo blog su Favazzina. L'obiettivo è quello di creare una comunità virtuale delle varie persone che negli anni hanno preso parte alla vita della nostra mitica Favazzina in modo che, almeno attraverso internet, possano sentirsi e non perdere i contatti, ma anche quello di scrivere e non dimenticare le varie storie che per tante estati ci hanno fatto morire dalle risate.
Se vi va di partecipare potete contattarmi su skype (mauro.fuca) o scrivere un commento anonimo al blog (scrivete in ogni caso la vostra email) così vi faccio diventare autori del blog e potrete darmi una mano.
Salutamu!
UGRECU
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UGRECU
domenica 11 aprile 2010
Ritratto
U scriviu: romanaccia u iornu: domenica, aprile 11, 2010
Argomento: Ricordi
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15 commenti:
e fumava credo che fumasse molto, se era lui. e giocava alle carte, paziente e tollerante, se era lui.
Se era lui, il suo nome me lo immaginavo preso dal grande fiume e rifiutavo la banale diminuzione di un aggettivo anche se sacro.
Chissà se è il ricordo della stessa persona. Il tuo è un bellissimo ricordo. La persona che io ricordo se lo meritava tutto.
Ah, ora è solo Brest. La fortezza che resistette trenta giorni ai nazisti è stata trasformata nella retorica alla resistenza dell'eroe sovietico. Però è bella,la parete di mattoni rossi qua e là sventrata dalle cannonate è impressionante.
ma potrebbe essere il nostro D.V.
E' un bel ritratto, anzi un bellissimo ritratto (il Panama lo usa quando va a pescare) che mi fa avere una punta d'invidia nel vedere indicate da Mario le mie iniziali.
Ma u Longu è unico, inimitabile e si merita appieno il tuo delicato e struggente ricordo (Longu, una toccatina ti è concessa)
Vabè s'è capito, è un ritratto polivalente. Sarà che ritorna il tipo del senatore romano di lombrosiana memoria.
Però scusate non so il Sacro Fiume, ma il Lungo cammina con le spalle in giù piuttosto che in avanti, scusate lo devo dire, con le spalle curve, e la sua andatura non ha niente di allegro o leggero ma è piuttosto cupa. Che posso dire, da detective di giallo noir. tra l'altro l'altezza non è in discussione. Longu non ti grattare che non sei tu.
Il mio signore è passato tra i più e se volete posso aggiunggere l'etichetta indovinelli favazzinoti, ma un po' mi vergogno e poi è un ricordo infantile e perciò fuorviante, sebbene non lo riconosciate lo conoscete tutti.
Da una lettura più attenta il dettaglio delle spalle non lascia dubbi, ma ci avrei giurato che fosse "lui" u Longu. Il ritratto, anche se riferito ad un'altra persona che credo di aver inviduato, gli calza a pennello.
Muoio dalla curiosità. la camminata più tipica che io ricordi è quella dei contini. P. camminava allegro e portava l'oscillazione delle braccia dondolandole davanti in quello spazio che successivamente sarebbe occupato dalla zona ventrale. Potevano oscillare solo così, avendo una specie di flessione forzata braccio-avambraccio.
Ma non è lui, mai visto in calzoncini corti: solo con calzoni blu da meccanico
Accavolo se è vero! I contini. Però era tutto un altro livello di oscillazione e allegria. Mooolto più ampio. E poi portavano l'avambraccio assai piegato. pure loro... se mai dovessi ripartire e lasciarci in questa valle di lacrime- io scrivo solo per horror vacui.
Io credo di avere capito, secondo me era Aurelio, il papà di Malumbra.
Alto, dinoccolato, molto gentile con tutti, specialmente con i bambini, serio e scherzoso.
Ciao capo, avi na vita chi non ti sentu.
Ah ecco ci siamo tutti. Avevo pensato a un esodo di massa tra la Bielorussia e la Rutenia Subcarpatica. Non mi fate più di questi scherzi per carità.
Longu è una vita ma è sempre un gran piacere. Proprio un gran piacere.
Ma non è che sto signore veniva da oltre oceano?
Mbu sei arrivato tardi, il quiz l'ha già vinto il Lungo. Il primo premio era una penna con il casino di caccia -ai topi- dello zar Nicola fluttuante. Una robina molto particolare, una rarità, ultimo esemplare rimasto dal piano quinquennale di di Brežnev 76-80.vedi post qui accanto
Bella forza ad indovinare.
Me l'ha detto l'ispettore Spusey, l'originale pensava fossi io.
Dipingi molto bene capo, forse un giorno ti darò la penna, gatto permettendo.
Romanaccia anche se in ritardo ti ringrazio e ti faccio i complimenti per il bel ritratto che hai fatto a mio padre, sembrava di vederlo.. sarà certamente contento.
Sergio il piacere è stato mio di conoscerlo e ricordarlo.
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