F. C. FAVAZZINESE
Nella primavera di qualche anno fa, fine anni 60, a Cannitello, ridente paesino sullo Stretto, a qualcuno venne la brillante idea di organizzare un torneo di calcio, invitando l’altrettanto ridente paesino di Favazzina, ( i paesini ridono sempre)
Il C.A.S., circolo autonomo sportivo, a quei tempi al massimo del suo splendore, un po’ per fare onore al suo nome, un po’ per dimenticare la bisca clandestina che era diventato negli anni, decise di accettare l’invito sponsorizzando una squadretta locale.
Tutti i giovani del paese erano mobilitati, compreso il vostro umile scriba, tecnicamente dotato ma dalle movenze limitate e con miopia galoppante.
Furono comprate le divise, magliette color ciclamino con collo bianco, pantaloncini bianchi, calzettoni viola, scarpini professionali o quasi perchè era proibito il calcio al volo, si rischiava di rimanere scalzi per frantumazione di scarpa.
Comunque gli strumenti, seppure a buon mercato, c’erano, bisognava formare la squadra perché si avvicinava pericolosamente la data del debutto.
Furono usati tutti i mezzi, richiami dalla leva militare, rimpatrio di oriundi, amnistie, falsi certificati medici, conoscenti, affini.
Finalmente eravamo in undici con ben due riserve, non erano previsti infortuni, data la tempra.
Il campo, una volta adibito a piantagione di muluni, era una striscia di sabbia nei sobborghi di Cannitello, stretto tra lo Stretto e la ferrovia, a proposito di stretto mi erano toccati scarpini di un quarantadue scarso contro il mio quarantacinque naturale, dolori terrificanti ma piede di una certa classe.
Ma torniamo alla squadra, eravamo scarsi ma con delle eccellenze, mi piace ricordare specialmente Dino, della categoria dei conoscenti, l’aveva portato Natale B., un talent scout naturale prima di darsi al biliardo.
Dino era un centravanti che riuniva le doti di Boninsegna e Riva, bastava che gli dessero la palla ed era gol e ce ne volevano tanti per sopperire alle falle difensive.
Altra eccellenza era il predetto talent scout, Natale, dribblomane sublime faceva i tunnel anche all’arbitro, ai guardalinea, a quelli seduti in panchina, e se occorreva anche a qualche passante.
Non mi ricordo qualcuno che gli abbia mai preso la palla, se non per il fatto che era sua e doveva tornare a casa.
Poi in larga parte c’erano i mediocri, come me, ma che ci davano l’anima, e poi gli scarsi, pochi ma scarsi ‘nto bonu, non si putivunu vardari.
C’era il portiere, Biasi, detto il ragno nero, ma non in onore a Cudicini, ma proprio perché stava fermo, faciva i fulini, mentre i palluni passavunu comu o mari ‘nta na barca sciutta.
Poi c’era il club dei peri storti, capitanati da Cicciu C., il pallone poteva andare da qualsiasi parte, tranne dove doveva.
Un caso a parte era l’addetto al calcio di rinvio, forse aveva scarpini di ferro, fatto sta che in un rinvio il pallone sorvolò piazza S. Rocco di Scilla, scambiato per un UFO, in linea retta passò sopra le colline favazzinote scambiato per ceddu i passu fu per questo fatto bersaglio chi mancu la contraerea a Londra nella seconda guerra mondiale, uscito indenne ferì un assessore di minoranza al municipio di Palmi che, convinto fosse stato un attentato della maggioranza, diede inizio alla famosa sciarra di Palmi.
In un rinvio dalla parte opposta mandò il pallone dentro la pentola del sugo di una famiglia di Saline Joniche, lo mangiarono senza tante storie, la casalinga era terribile.
Siccome i palloni erano contati, il rinviatore fu deposto dall’incarico.
Altro problema era quando il pallone cadeva in mare, se non si recuperava subito la corrente lo portava prima a Ganzirri, poi nei pressi del castello di Scilla e alla fine rientrava.
Dopo il rientro il primo a colpirlo di testa s’accorciava di cinque centimetri con doccia nel raggio di due metri, qualche volta saltava fuori qualche pesciolino che aveva trovato rifugio tra le legature.
Un problema personale , oltre gli scarpini fuori misura, fu quando mia madre sbagliò il lavaggio della mia maglietta facendola diventare bianco latte, gli arbitri non ne volevano sapere di farmi giocare per questo l’allenatore s’inventò la storia del jolly, come nella palla a volo. Precorevvamo i tempi.
Finimmo il torneo tra i primi, Dino fu il capocannoniere, l’incontrai, dopo anni, una sera a Milano, per caso, prendevamo lo stesso tram, poi non lo vidi più.
Benvenuti a Favazzinablog
Finalmente, dopo anni che ho in mente di farlo, ho deciso di aprire questo piccolo blog su Favazzina. L'obiettivo è quello di creare una comunità virtuale delle varie persone che negli anni hanno preso parte alla vita della nostra mitica Favazzina in modo che, almeno attraverso internet, possano sentirsi e non perdere i contatti, ma anche quello di scrivere e non dimenticare le varie storie che per tante estati ci hanno fatto morire dalle risate.
Se vi va di partecipare potete contattarmi su skype (mauro.fuca) o scrivere un commento anonimo al blog (scrivete in ogni caso la vostra email) così vi faccio diventare autori del blog e potrete darmi una mano.
Salutamu!
UGRECU
Se vi va di partecipare potete contattarmi su skype (mauro.fuca) o scrivere un commento anonimo al blog (scrivete in ogni caso la vostra email) così vi faccio diventare autori del blog e potrete darmi una mano.
Salutamu!
UGRECU
venerdì 9 dicembre 2011
F. C. Favazzina
U scriviu: u'longu u iornu: venerdì, dicembre 09, 2011
Argomento: Storie 'i Favazzina
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
9 commenti:
L'autore ha omesso, volutamente, di scrivere che quella rappresentanza calcistica di antico popolo sciarrero si aggiudicò la "coppa disciplina". Mali viruti.
Qualcuno sa dove sia finita quella coppa? Contenitore per gerani? Nel caso si ritrovi sono a disposizione per riportarla in sede.
Bella Mimmo
Mimmo, ho un dubbio. L'assessore di minoranza è un refuso o è propriu i Parmi?
Parmisano doc.
La coppa è rimasta diversi anni supra a televisioni, ricettaccolo di scatole di sigaretti vacanti, muzzuni, gingomme usate.
Poi l'oblio
Ho volutamente dimenticarla nel racconto perchè la coppa disciplina per un anarchico comunista non è il massimo.
Adesso ho la coppa del torneo di tresette, basta e avanza
Che bello, il blog è ripartito, mitico Longu. Ero seriamente preoccupato. Storia bellissima.
Bella Mimmo, ma cu era Dino? Nommi ricordu.
Dino era un ragazzo di Reggio amico di Natale e poi amico di tutti.
Giocava veramente bene al pallone, un cebtravanti fortissimo.
Era in ferrovia a Milano adesso credo sia in pensione.
Ciao Nino
Solo tu potevi ripartire e alla grande. E' inutile nascondersi e, senza voler far torto a gli altri, senza di te il blog è morto.
Bellissima come sempre caro Longu.
Non lo voglio dire per non adulare nessuno, ma lo voglio dire, perchè è grazie alla creatività di Arcade, Longu e Spusy e tanti commentatori che si tiene in piedi stù BLOG. Grazie
Posta un commento