Benvenuti a Favazzinablog

Finalmente, dopo anni che ho in mente di farlo, ho deciso di aprire questo piccolo blog su Favazzina. L'obiettivo è quello di creare una comunità virtuale delle varie persone che negli anni hanno preso parte alla vita della nostra mitica Favazzina in modo che, almeno attraverso internet, possano sentirsi e non perdere i contatti, ma anche quello di scrivere e non dimenticare le varie storie che per tante estati ci hanno fatto morire dalle risate.
Se vi va di partecipare potete contattarmi su skype (mauro.fuca) o scrivere un commento anonimo al blog (scrivete in ogni caso la vostra email) così vi faccio diventare autori del blog e potrete darmi una mano.
Salutamu!
UGRECU

sabato 21 marzo 2009

Dalle sfere al cubo

Le palle clic clac ve le ricordate? Anno 1971 credo - ma ci fu un brevissimo revival negli '80- una mania collettiva che imperversò fino a quando i danni al polso divennero così frequenti da far temere invalidità future e permanenti. Intervennero comitati di mamme, medici del pronto soccorso e persino i sindaci per bloccare la diffusione di quel gioco micidiale. Afferravi l'anello da dove partivano due cordicelle alle cui estremità erano attaccate le palle e per prima cosa pendolavi per conferire alle sfere un movimento che le facesse sbattere l'una contro l'altra e quando la separazione fra di esse era sufficientemente ampia muovevi il polso su e giù talchè le sfere cominciavano a urtarsi violentemente sopra e sotto formando una traiettoria circolare attorno alla mano. Ma non durava tanto e prima o poi -in genere per i più bravi, al quinto/sesto urto- ricadevano pesantemente quasi sempre sul polso. Contusioni, ematomi, unguenti antidolorifici, impiastri e fasciature. Le mamme erano diventate tutte infermiere esperte: mentici a lasonilli, no megghiu a sifficamina, fanci nu mpaccu ca farina e l'ogghiu sbattutu. Era veramente doloroso e rumoroso, non vi dico. Nte vineddi nu burdellu di clic e clac, clic clac, cliclac sempri chiù veloci e chiù forti che disturbava la quiete e la siesta quotidiana. Si stava diventando tutti contusi e nirbusi. Finì il gioco e fu soppiantato dal going, quel gioco della spoletta che sembrava un ovale da rugby e che Magù ha ricordato in un commento, e dal cubo di Rubik. A finimmu mi ndi scafigghiamu i puzi e cuminciammu a perdiri i cirivedda.

4 commenti:

u Grecu ha detto...

Arcade, queste palle clic clac non potevo ricordarle (sono del 71), mai i giochi successivi si. Il going, il cubo di Rubik allora conosciuto come cubo magico e tanti altri. Certo che la quantità di giochi per bambini che sono usciti negli anni 70 - 80 è impressionante. Io in genere le novità le scoprivo in estate a Favazzina. Le varie putie erano aggiornatissime! Penso che ci sia del'ottimo materiale per tanti post.

hannalee ha detto...

Confesso l'amara verità, ho passato pomeriggi sani in compagnia del cubo di Rubik senza riuscire mai a ricostruire più di un lato dello stesso colore alla volta. Alla fine, spazientita, ho staccato gli adesivi colorati e l'ho completato così. Poi ho scoperto i videogiochi del Mago e sono diventata la migliore amica di Mario Bros...

u Grecu ha detto...

Hannalee, che piacere risentirti. Hai tirato fuori un argomento fantastico: i giochini ru magu. Spero che possa essere di ispirazione per qualche post.

mariuzza ha detto...

non conoscevo queste "trappole" fin quando uno dei miei bambini li ha ricevute in regalo qualche tempo fa. appena ho capito come poteva finire le ho buttate. non temevo per i loro polsi ma per le loro teste (e anche per la mia). il Cubo ho provato qualche volta ma come Hannalee sono riuscita ahimè a farne solo una facciata.