Benvenuti a Favazzinablog

Finalmente, dopo anni che ho in mente di farlo, ho deciso di aprire questo piccolo blog su Favazzina. L'obiettivo è quello di creare una comunità virtuale delle varie persone che negli anni hanno preso parte alla vita della nostra mitica Favazzina in modo che, almeno attraverso internet, possano sentirsi e non perdere i contatti, ma anche quello di scrivere e non dimenticare le varie storie che per tante estati ci hanno fatto morire dalle risate.
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Salutamu!
UGRECU

mercoledì 25 marzo 2009

I signurini i Napuli

Vivevano al paese due vecchie zitelle dette "signurini i Napuli" probabilmente per la loro provenienza, sicuramente in decadenza sia fisica che economica, ma dovevano aver visto tempi migliori.
Appartenevano alla piccola borghesia terriera, poi a poco a poco avevano venduto tutto, rimaneva qualche giardino da qualche parte e molta, tanta superbia.
Si comportavano come se fossero dirette discendenti dei Vicerè di Napoli, la più anziana aveva sempre il sorriso stampato in faccia, sembrava bonarietà invece era senilità precoce, portava occhialini tondi da intellettuale, alla Gramsci, non credo avesse la stessa fede politica, tantomeno lo stesso bagaglio culturale, si trascinava due cotechini invece della gambe ed era sempre appiccicata alla sorella.
Un naso importante sopra due baffetti alla D'Artagnan, accompagnavano sempre la più giovane, tocco finale, filo di rossetto e cappello stile anni venti o forse Belle Epoque, usavano i cappotti fino a giugno, ed ampi foulard sulle spalle.
Naturalmente erano fervide osservanti, in chiesa avevano, uniche, due inginocchiatoi personali e dirigevano le attività parrocchiali, specialmente il catechismo.
Odiavano i bambini in generale, me in particolare.
Mi ero permesso di crescere, secondo la loro classificazione della società, i figli dei contadini dovevano essere piccoli, emaciati, con gli occhi imploranti la loro benevola approvazione, io al contrario me ne fottevo molto, ma tanto, della loro approvazione, di loro, e della loro genia, mi veniva naturale, senza sforzo.
Il seme del bastian contrario, ateo, blasfemo e comunista aveva attecchito, però non lo sapevo.
I nostri rapporti dovuti solo al catechismo si guastarono irremidiabilmente, quando un giorno le signorine decisero di attraversare il nostro campo di calcio, attuale piazza delle Rimembranze, ed una leggera pallonata sfiorò un cotechino della beota,
io non c'entravo niente, almeno in quel caso, ma mi raggiunse lo stesso il rabbioso termine "maledetto bandito"
Minchia, bandito a sette anni, che carriera, ero pure contento, nei fumetti, allora a striscia, i banditi anche se cattivi erano sempre protagonisti, meglio che indiano, gli indiani toglievano lo scalpo e quella cosa mi facesa un pò senso.
Solo da grande scoprì che gli indiani avevano ragione e non solo loro.
Torniamo a noi
A quei tempi dopo il catechismo ci davano dei biscotti zuccherati, molto buoni, credo che facessero parte degli aiuti umanitari dovuti al Piano Marshall, sta di fatto che ci davano questi biscotti.
Quando c'era il prete li distribuiva equamente a tutti i bambini, quando il prete non c'era, il dramma, la distribuzione era fatta dalle signorine.
:- Tu i cu si fugghiu ?
:- Sugnu figghiu i ..
:- Bravo, eccoti il biscottino
:- Tu i cu si figghiu ? Eccoti un altro biscottino.
Quando arrivava il mio turno, potevo dire che ero figlio adottivo della Madonna quindi fratello di Gesù Cristo, ma non c'era niente da fare, io ero il bandito, niente biscotti.
Scusate se mi vanto ma a catechismo ero un portento, i sapiva tutti, comandamenti, credi, giuramenti, atti di dolore, peccati mortali, veniali, gola, lussuria, vizi capitali, vizi regionali, fornicazione (chista non sapiva chi significava), sapevo tutto a memoria, potevo andare al Lascia o Raddoppia del catechismo.
Ma biscotti nenti
Alla fine, quando ormai avevo dieci anni, ultimo anno di catechismo, non potendomi colpire sul profitto, le signorine s'inventarono la mia età, ero troppo alto, mi invitarono ad andare a giocare con quelli della mia età e mi affrancarono dal catechismo.
Felice dell'esenzione giocavo in piazza da solo, mi beccò il prete
:- E tu chi fai ? Pirchì non vai o catechismu ?
:- Sugnu randi
:- Quali randi ? a mia non mi freghi ti battiaia, passa pu catechismu -
:- I signurini non mi vonnu, dinnu chi sugnu randi
Madonna quanto s'incazzò il prete quella volta ,con le signorine, fui reintegrato, ma con mio sommo dispiacere, biscottini oramai non d'aviva cchiù

5 commenti:

arcade fire ha detto...

Bellissima, te la commento domani.Ora vado a letto allegro.
Fornicare= cuocere i biscotti in un forno diverso dal solito. Ma ora che da Lungo sei diventato grande, ora lo sai.

georgie ha detto...

ahaha Longu rimanisti o sciuttu

mariuzza ha detto...

Delle due, me ne ricordo solo una, quella con il filo di rossetto e i baffetti. Anche lei se non sbaglio aveva i cotechini! L'espressione arcigna, eleganza stridente con il resto del paesaggio e cu cappottu finu a giugnu.
La cosa che non sapevo è che faceva catechismo. poviri figghioli!
non mi ricordu aundi stava. nta filanda o nta rimembranza?

arcade fire ha detto...

Mimmo cu chista sicundu mia u capu pava puru i spisi ru iattu. In Patagonia, iamunindi.

u'longu ha detto...

Mariuzza abitavano nella casa dove adesso abita Malumbra, prima della ristrutturazione.
Ai miei tempi dirigevano la parrocchia, poi non ho seguito molto.