La faccia tra le mani
i graffi sui seni
niente più lacrime a lavarti la pelle
guardi nel vuoto e immobile tremi
e un gelo ti inchioda
povero fiore reciso e calpestato
sbattuto per terra
abusato ed umiliato
fatichi a respirare
non riesci più ad alzarti
non sai riaprire gli occhi
e immobile tremi…
è un esplodere di dolore
un oceano di rabbia
un grido di vergogna
un urlo silenzioso, gelido e dolente
che lacera la notte
e cresce lentamente
e niente più parole
e risate con le amiche,
quelle scarpe favolose,
quei brividi d’amore
è tutto andato in pezzi
è tutto calpestato
rimane la paura, l’abuso della carne,
l’angoscia che perdura…
bocche deformi,
mani che offendono,
palpano e straziano
risate sguaiate
rantoli di belve assetate di dolore
maledetti demoni,
vigliacchi e senza onore
e immobile tremi…
stai ancora tremando
piccolo fiore sbattuto per terra
senza conforto,
senza più amore.
D. Serra
4 commenti:
Questa poesia è un fiore di serra?
molto bella questa poesia. troppo realistica. fà male.
Brava Georgie, mi piacisti, un vorticoso passo di tango e tutto tornerà come prima.
Prima degli animali, la bellezza ed il tango li seppellirà.
grazie al mio ballerino di tango
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