3. Futtiri.
Benvenuti a Favazzinablog
Finalmente, dopo anni che ho in mente di farlo, ho deciso di aprire questo piccolo blog su Favazzina. L'obiettivo è quello di creare una comunità virtuale delle varie persone che negli anni hanno preso parte alla vita della nostra mitica Favazzina in modo che, almeno attraverso internet, possano sentirsi e non perdere i contatti, ma anche quello di scrivere e non dimenticare le varie storie che per tante estati ci hanno fatto morire dalle risate.
Se vi va di partecipare potete contattarmi su skype (mauro.fuca) o scrivere un commento anonimo al blog (scrivete in ogni caso la vostra email) così vi faccio diventare autori del blog e potrete darmi una mano.
Salutamu!
UGRECU
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UGRECU
sabato 19 dicembre 2009
Favazzina e il look serale
Correva l'anno domini 1983. Il cambiamento si sentiva nell'aria. Non riuscivamo ad
ammetterlo, ma le partite a pallone, il nascondino, i giochi in spiaggia non ci davano più tutto quello che ci avevano sempre dato. Avevamo raggiunto il punto di non ritorno e, d'ora in poi le nostre vite sarebbero state condizionate inesorabilmente, implacabilmente, impietosamente dal sempre più forte e irresistibile RICHIAMO RU NACCHERU!
Io, U Bambinu e Hugo decidemmo di riunirci in assemblea e, dopo lunga e proficua discussione decidemmo che era ora di iniziare a praticare la nobile arte del ceddiamento. All'unanimità fu eletto il modello da seguire come riferimento (nostro cugino Mario) al quale rompemmo le palle per circa una settimana seguendolo come tre ombre.
Acquisita l'esperienza necessaria si passò ad ordinare le priorità:
1. Identificare una preda. Facile, non una preda, ma LA PREDA. La più desiderata di tutte (l'ottimismo non mancava)!
2. Ceddiarla.
Ad un'attenta analisi retrospettiva delle priorità si decise di riassumere i punti 2 e 3 nel più casto e realizzabile "conoscerla"!
Per fare tutto questo bisognava trasformare tre pre-adolescenti sfigati, poco più che bambini in tre assatanati mastini sciupafemmine. Come fare? La domanda ci fece notare un particolare che fino a quel momento avevamo sempre sottovalutato: a Favazzina vigeva un tratto distintivo, una linea di demarcazione netta che ti faceva assurgere al rango di soggetto sessualmente attivo o ti sprofondava nell'inferno dell'infanzia. METTERE I PANTALONI LUNGHI LA SERA!
Cosa volete, Erano gli anni '80, il look era fondamentale. Un vero ceddiatore non si sarebbe mai fatto vedere con i pantaloncini dopo le 20,00 anche a costo di morire di caldo e noi VOLEVAMO essere VERI CEDDIATORI!
Premetto che a casa mia, invece, l'idea mi ti menti i casi lunghi a Favazzina appariva come una bestemmia. Mia madre mi avrebbe visto sempre con i pantaloncini corti "che ci stai tanto comodo", la canottierina a righe orizzontali "che ti sta tanto bene con l'abbronzatura" e quegli orridi ranfuli di plastica con le strisce marroni e il fondo bianco "che te le infili e togli quando vuoi e non ti entra la sabbia" o al massimo le espadrillas blu alla Julo Iglesias!
Al dramma del cambiamento si aggiungeva l'incomprensione familiare! UNA TRAGEDIA! Ma eravamo adulti, i problemi andavano affrontati e superati e il problema più grosso era la probabile irrisione familiare, ma compatti e al grido di "stasira niscimu cu i casi longhi" andammo a cena per rivederci alle 21,00 trasformati con il nuovo look.
Finita la cena mi sentivo emozionato, andai in camera, e iniziai a vestirmi. In un impeto di coraggio scesi la scala a chiocciola di corsa con il piglio di Simon le Bon che canta Wild Boys, come Rocky Balboa che chiama Adriana, come Tardelli dopo il goal contro la Germania. Insomma... affrontai i miei con l'imbarazzo di un improbabile look "da rimorchio".
"Ma..... chi ti mintisti, non hai caddu?" fu l'inevitabile domanda. Avrei voluto rispondere "Non è questione i caddu, haiu a ciddiari, per chisto mi mintia i casi longhi", ma invece blaterai qualcosa a proposito dell'improbabile freddo della serata e uscii di corsa in preda all'imbarazzo.
Per la cronaca il look da rimorchio era il seguente:
IO: scarpa da ginnastica Canguro, jeans Carrera rigorosamente lunghi (gli unici portati per il viaggio), t-shirt gialla con l'uomo ragno e la scritta "I love Spiderman"
BAMBINU: polo da tennis adidas, pantalone classico verde rammarro con pences, RANFULI di plastica blu tenebra
HUGO: Jeans non meglio identificato, scarpa da ginnastica, t-shirt e giubbino di jeans senza manica (modello guerrieri della notte)
Da annotare che la serata fu un fallimento, ma fu la prima di tante altre (alcune pure fruttuose) di ceddiamento selvaggio.
PS: la sera successiva in realtà riuscimmo a conoscere la tanto agognata preda solo grazie all'intervento di Donato u Paccio che, a distanza di anni, mi sento ancora di ringraziare!
U scriviu: u Grecu u iornu: sabato, dicembre 19, 2009
Argomento: Storie 'i Favazzina
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5 commenti:
Greco ogni volta che scrivi un post fai un'opera d'arte!
Sono d'accordo... Un mito!
Il mio look serale adolescenziale: gonnellina a balze color fragola, top coordinato, ballerine blu, braccialetti plasticosi fluo e neri che arrivavano quasi al gomito, coda di cavallo laterale e orecchini a forma di stella... il tutto rigorosamente ispirato allo stile material girl della super Madonna!
A ripensarci... my God!!!!
Troppo buoni figghioli, ci sono dei "raccontatori" molto più bravi del sottoscritto. Se poi si potesse raccontare l'irraccontabile....
Trilly i tuoi look serali ce li ricordiamo bene, soprattutto le oscillazioni laterali! :-)
Io invece ero rigorosamente vestito di nero (dai pantaloni al giubotto), maglietta metallara oppure con su scritto pink floyd, insomma una vera e propria malumbra...
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