Era da un po’ di giorni che negli orti si vedevano tracce di una faina e vi era pure qualche contadino che aveva lamentato la scomparsa di una o più galline. Tutti i contadini ne discutevano tra di loro per cercare di trovare delle contromisure e sebbene mio padre non avesse avuto ancora galline uccise o scomparse, pensò fosse opportuno procurarsi un cane per fare la guardia e tenere lontana la faina.
Ne parlò con cumpari Cicciu ru Casottu, suo vecchio amico, e questi gli disse di non preoccuparsi, ci avrebbe pensato lui a procurarglielo. Un paio di giorni dopo, una sera, cumpari Cicciu si presentò a casa mia con un cucciolo. Era bellissimo e aveva il pelo riccio, foltissimo e più che un cane sembrava un batuffolo di cotone, un peluche buono per giocarci.
Mio padre, facendo sfoggio di cultura, lo volle chiamare Argo, come il cane di Ulisse e dopo diversi giorni passati in casa con noi, per la gioia mia e soprattutto di mio fratello, lo portò all’orto.
Man mano che cresceva, Argo, più che la guardia aveva in mente solo di giocare e tutte le volte che vedeva me o mio fratello, faceva salti di gioia. Era un giocherellone e piuttosto che niente si divertiva come un matto a rincorrere le galline. Mio padre ogni volta che lo guardava muoveva la testa sconsolato e quando incontrava cumpari Cicciu gli diceva sempre «Chi cazzu i cani chi mi rasti? Chistu non è nu cani i vardia!»
Un giorno, come sempre, mentre giocava a rincorrere le galline, nella foga ne uccise una. Fu la goccia che fece traboccare il vaso e mio padre esasperato lo diede a Ciccio F.., un contadino che abitava nel rione Villa proprio di fronte al nostro orto, per la disperazione soprattutto di mio fratello che era quello più attaccato al cane.
Ciccio F. aveva una vigna a Micuni e possedeva numerosi cani, li teneva alla catena ed era famoso per come riusciva a trasformare il cane più mite in una bestia feroce.
Eravamo negli anni sessanta e pochi allora avevano la televisione. Carmunu De G. grande amico di mio padre e pure suo compare era uno di quelli che l’aveva comprata e tutte le volte che trasmettevano qualcosa di bello invitava tutta la mia famiglia a casa sua a vedere la televisione.
Era una sera d’estate ed erano passati ormai diversi mesi da quando mio padre aveva dato il cane a Ciccio F. .
Stavamo vedendo “Il Mulino sul Po” un famoso sceneggiato dell’epoca e dato che faceva caldo cumpari Carmunu aveva lasciato la porta d’ingresso, quella che dava sul vicolo, socchiusa. Eravamo tutti intenti a guardare lo sceneggiato, quando mio fratello si sentì leccare una mano, si girò di scatto e vide Argo che scodinzolava, felice per aver ritrovato il suo vecchio padrone.
Rimanemmo sbalorditi pensando a come avesse fatto, non solo a scappare e scendere da Micuni fino in paese, ma a ritrovarci in una casa che non era la nostra.
Mio fratello si mise a supplicare mio padre dicendogli di farglielo tenere, ma lui fu irremovibile e preso il cane lo riportò a casa da Ciccio F. ,ormai glielo aveva dato e giusto o sbagliato che fosse non voleva rimangiarsi la parola e riprenderselo indietro.
Fece male? Adesso direi di si, e sono certo che se fosse ora mio padre non lo rifarebbe, ma allora erano altri tempi e noi ragazzi contavamo davvero poco nelle decisioni di famiglia, volenti o nolenti eravamo abituati ad ubbidire sempre.
Fu l’ultima volta che vidi Argo, un cane nato per essere libero, non per fare il guardiano!
Benvenuti a Favazzinablog
Finalmente, dopo anni che ho in mente di farlo, ho deciso di aprire questo piccolo blog su Favazzina. L'obiettivo è quello di creare una comunità virtuale delle varie persone che negli anni hanno preso parte alla vita della nostra mitica Favazzina in modo che, almeno attraverso internet, possano sentirsi e non perdere i contatti, ma anche quello di scrivere e non dimenticare le varie storie che per tante estati ci hanno fatto morire dalle risate.
Se vi va di partecipare potete contattarmi su skype (mauro.fuca) o scrivere un commento anonimo al blog (scrivete in ogni caso la vostra email) così vi faccio diventare autori del blog e potrete darmi una mano.
Salutamu!
UGRECU
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UGRECU
venerdì 30 gennaio 2009
Argo
U scriviu: Spusiddha u iornu: venerdì, gennaio 30, 2009
Argomento: Storie 'i Favazzina
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5 commenti:
Bhè, almeno il nome Argo l'aveva ben meritato. Così come il "vero" Argo aveva per primo riconosciuto il suo padrone Ulisse trasvestito da mendicante, così il "vostro" Argo era riuscito a tornare da voi!!!
Bella Spusy, come sempre.
Bella Spusidda, la storia e la conclusione
Non mi stupisco mai di quello che è capace di fare un cane; l'uomo purtroppo troppo spesso gli è inferiore.
Bella Mimmo.
Bella Spusiddha.
sta' cca! comu ta passi?
Un bacione e un abbraccio a tutti.
Scusate l'assenza, ma ero un pò giù di corda.
Stare insieme a voi è bellissimo e aiuta a superare tutti i dispiaceri.
A presto, il vostro spusiddha.
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