Benvenuti a Favazzinablog

Finalmente, dopo anni che ho in mente di farlo, ho deciso di aprire questo piccolo blog su Favazzina. L'obiettivo è quello di creare una comunità virtuale delle varie persone che negli anni hanno preso parte alla vita della nostra mitica Favazzina in modo che, almeno attraverso internet, possano sentirsi e non perdere i contatti, ma anche quello di scrivere e non dimenticare le varie storie che per tante estati ci hanno fatto morire dalle risate.
Se vi va di partecipare potete contattarmi su skype (mauro.fuca) o scrivere un commento anonimo al blog (scrivete in ogni caso la vostra email) così vi faccio diventare autori del blog e potrete darmi una mano.
Salutamu!
UGRECU

venerdì 10 aprile 2009

Una vacanza indimenticabile

Estate del ’90, per accontentare mia moglie che a suo dire era stufa di fare le ferie a Favazzina, (potrò mai perdonarmelo?) dopo aver vagliato diverse località, decidemmo di andare nell’allora ex Jugoslavia, esattamente a Paklenica un paesino vicino Zara, e per me, già il fatto che per la prima volta non andavo in vacanza a Favazzina, era già una tragedia, poiché a mio parere uno, durante tutto l’anno, se vuole, può andare pure a Carrapipi, ma in agosto non può rinunciare a Favazzina.
«Dai retta a me, partiamo sabato al mattino presto, vedrei che in autostrada non troviamo nessuno!» così mia moglie sentenziò, quasi fosse della Società Autostrade.
Cercai in tutti i modi di convincerla che non era una buona idea partire di sabato, ma non ci vu verso di farle cambiare opinione.
Alle quattro, con i bambini ancora mezzo addormentati, partimmo, alle sei prima ancora di arrivare a Verona eravamo già in coda. A mezzogiorno dopo otto ore di viaggio dovevamo ancora arrivare a Trieste. Fermi in colonna da ore, sotto un caldo infernale, dovuto anche alla conformazione carsica del terreno (le rocce bianche riflettevano implacabili i raggi del sole), avevamo esaurito tutte le scorte, soprattutto di acqua e la sete ormai ci torturava. Alle cinque del pomeriggio dopo aver fatto una fila interminabile, attraversammo la frontiera. Una volta in Jugoslavia le cose non è che cambiarono e seguitammo a procedere molto lentamente. A mezzanotte ero talmente stanco che mi fermai sul ciglio della strada a riposare. All’alba ripartimmo e verso mezzogiorno arrivammo a destinazione. Venti ore per fare circa settecento chilometri, una media terrificante.
Viaggio di merda, ferie di merda!
Niente da mangiare, solo una sorta di affettato che somigliava vagamente alla mortadella, un formaggio tedesco che faceva cagare, marmellata e fortunatamente il pane, che un forno a legna sfornava tutte le mattine. La carne non l’abbiamo mai vista. Un sabato sera andammo in un ristorante a mangiare, a gesti, noi non spiccicavamo una parola di slavo e i camerieri nemmeno una parola d’italiano, chiedemmo del pesce e ci portarono un vassoio di pesce alla griglia, non ci volevo credere ma nel piatto vi erano solo degli sgombri!
Il bagno manco a pensarci, il mare era un ghiaccio, impossibile stare in acqua per più di cinque minuti. Vi giurò che non esagero! Un acqua così fredda, non l’ho più trovata in nessun altro posto.
Zona di nudisti e di culatoni, un giorno che mi ero appartato a fare un bisognino, un tizio che mi aveva seguito, si era fermato a guardare, gli feci cenno di andarsene, ma quello niente, anzi seguitava a farmi delle avances. Visto che non riuscivo a levarmelo di torno, presi un legno lì per terra e lo minacciai, solo così riuscii a farlo scappare e a mettere il mio culo a distanza di sicurezza.
Ma non era ancora finita, il bello doveva ancora arrivare. Una settimana prima di partire, in vista delle elezioni e di una possibile divisione tra le province jugoslave, cosa che poi avvenne, per evitare disordini, i militari in assetto di guerra presidiavano tutte le strade e la benzina era razionata per evitare che la gente abbandonasse il paese. Ma nonostante i militari la gente cercava lo stesso di scappare e l’unica strada percorribile era praticamente intasata.
Per due giorni rimanemmo bloccati senza sapere come sarebbe andata a finire, nessuno ci dava notizie (quanto rimpiansi Favazzina). Poi finalmente all’alba del terzo giorno, vedemmo che le macchine piano, piano cominciavano a muoversi. Non volli aspettare nemmeno un minuto di più e nonostante le rassicurazioni della gente del posto, partimmo in tutta fretta. Procedendo tra file di militari armati che ci guardavano male, finalmente arrivammo in Istria. Lì la situazione era tranquilla e un po’ ci rinfrancammo. La sera stessa a Rovigno, per festeggiare lo scampato, pericolo andammo a cena a ristorante e per la prima volta dopo quindici giorni riuscimmo a mangiare decentemente. Finito di mangiare, per accontentare i ragazzi, prendemmo un trenino che faceva il giro della città. Ad una curva a mia moglie gli cadde la borsa con i soldi e i nostri documenti, per recuperarla saltò dal trenino, cadde per terra e si scorticò mezza.
I ragazzi che piangevano lei che tremava dallo spavento ed io che non sapevo chi calmare, per finire un’altra giornata di merda.
A Rijeka (Fiume) perdemmo la macchina fotografica, «La prendi tu!», «La prendo io», nessuno la prese e c’è la dimenticammo sul tetto della macchina, ovviamente quando tornai a prenderla non c’era più.
A Porec invece mia moglie lasciò in camera i regali che aveva preso per sua madre e sua sorella, se ne accorse quando arrivammo a casa.
Perché vi domanderete siete riusciti a tornare a casa?
In effetti dopo tutto quello che ci era successo, nemmeno io ci speravo più!

4 commenti:

arcade fire ha detto...

Non capisco, qualcuno me ne aveva parlato bene della Croazia. Ah sì, era quello che era scappato con la badante di sua suocera. Bella, giovane e croata.La badante.
Mimmo, chi lascia Favazzina sa quel che lascia e via col seguito.
Bella.

u'longu ha detto...

Caro cugino anh'io mi lasciai convincere per una breve vacanza in Croazia, più o meno nello stesso periodo.
Mari 'nghiacciatu e fami ra maronna.
Li ho sfamati tutti con la pesca

U Russu ha detto...

Bellisima. Sembra la cronaca degna di un film ! Penso che ad est dell'Italia non sei mai andato piu'.

trilly ha detto...

Mimmo, stupenda!!!
Ma davvero tutta questa sfortuna?????
Ah...Favazzina... home sweet home!