Benvenuti a Favazzinablog

Finalmente, dopo anni che ho in mente di farlo, ho deciso di aprire questo piccolo blog su Favazzina. L'obiettivo è quello di creare una comunità virtuale delle varie persone che negli anni hanno preso parte alla vita della nostra mitica Favazzina in modo che, almeno attraverso internet, possano sentirsi e non perdere i contatti, ma anche quello di scrivere e non dimenticare le varie storie che per tante estati ci hanno fatto morire dalle risate.
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Salutamu!
UGRECU

mercoledì 8 aprile 2009

La Pasqua

Uno dei periodi più belli per noi ragazzi, dopo il Natale, era l’arrivo della Pasqua.
Già una settimana prima il paese era tutto in fermento e in ogni casa le donne si adoperavano affinché non mancassero i cudduri, i dolci tradizionali della Pasqua.
Il forno i cummari Letizia, dove le donne si recavano a cuocere i cudduri, in quei giorni lavorava a pieno regime e l’odore dei dolci si spandeva per i vicoli del paese penetrando, intenso, in ogni casa.
Anche a Pasqua come a Natale i protagonisti diventavamo noi ragazzi, soprattutto a partire del venerdì santo, quando secondo la liturgia Gesù veniva sepolto nel sepolcro in attesa della resurrezione.
I fedeli durante il giorno si recavano in chiesa a vegliare il Cristo morto e a pregare e quando il prete vedeva che all’altare non c’era più nessuno ci veniva a chiamare e noi con le nostre troccole, che ci eravamo costruite molto tempo prima, andavamo in giro per il paese a sollecitare, soprattutto le donne, a recarsi in chiesa. Percorrevamo ogni angolo del paese battendo le troccole e per farci sentire gridavamo «U Signori è sulu, andati a ccumpagnà».
Da venerdì fin quasi la mezzanotte del sabato eravamo a disposizione del prete e ogni volta che c’è lo ordinava facevamo il giro del paese a chiamare i fedeli.
La manifestazione più significativa era la rappresentazione dell’ultima cena che culminava con il lavaggio dei piedi che Don rocco il prete effettuava a ciascuno dei personaggi che rappresentavano gli apostoli. Sebbene fosse il momento più denso di significati, era nel contempo il più irriverente per noi ragazzi, poiché vestiti da apostoli eravamo talmente buffi che appena ci guardavamo l’un l’altro scoppiavamo subito a ridere con don Rocco che ci fulminava con lo sguardo e noi per non ridere eravamo costretti a rimanere a capo chino per tutta la funzione. Ma non ci riuscivamo quasi mai con Maciste che facendo versi faceva di tutto per farci ridire.
Poi come voleva Dio e don Rocco il rito terminava e tutti aspettavamo impazienti la mezzanotte, l’ora della resurrezione di Gesù che coincideva con la levatura del grande drappo nero che copriva tutto l’altare. Era il momento più spettacolare della funzione e Nando e Guglielmo lo preparavano da giorni in modo da essere coordinati, Nando nel tirare il drappo e Guglielmo nell’accendere tutte le luci per dare un abbaglio improvviso e un effetto scenico sorprendente.
Talvolta capitava che appena il prete pronunciava l’alleluia il drappo tirato da Nando rimaneva impigliato e Guglielmo accendeva anzitempo le luci, oppure le accendeva in ritardo dopo che Nando aveva già tirato il drappo facendo perdere così l’effetto scenico.
Allora erano mugugni e disappunto tra i fedeli che assistevano alla funzione e un mandarsi a quel paese tra Nando e Guglielmo. Ma poi appena riprendeva la messa tutto finiva lì e si aspettava il prossimo anno, nella speranza che tutto filasse liscio, e non vi fossero intoppi, con Nando, con le mani sul drappo e Guglielmo col dito sull’interruttore, pronti a l’alleluia a scattare all’unisono, altrimenti l’indomani giorno di Pasqua, i cudduri, l’agnello e la pasta al forno, avrebbero avuto, almeno per Nando un altro sapore.

10 commenti:

trilly ha detto...

Che bei ricordi Spusy...
Io ricordo di aver visto i sepolcri germogliati molti anni fa sull'altare a Favazzina e il giorno dopo tutto l'altare spoglio ma mai il drappo nero.

mariuzza ha detto...

Mimmo, si capisci chi javi assai chi non vai a missa.
in ordine succedeva questo, nel tuo post c'e' un pò di confusione nella successione delle funzioni liturgiche - scusa na vota e' Felicità a canzuna i Albanu, na vota la Pasqua...a prossima vota chi mi viri ti giri i lautra parti.
Giovedì santo comincia il triduo pasquale con la "Lavanda dei piedi" - e ddha faciuvu u show - alla fine della messa comincia la veglia al sepolcro e si veglierà fino alla mezzanotte del sabato - cca' jauvu giriandu ca troccula jandu paisi paisi mi chiamati e cristiani chi mpastaunu i cuddhuri - venerdì santo la Via Crucis - quando c'ero io l'abbiamo fatta anche per le vie del paese.
Sabato santo di notte la veglia pasquale con il gloria cantato nel momento della resurrezione.
Nei miei ricordi non c'era il drappo nero ma c'era Guglielmo chi si scialava mi sona i campani.
Grazie Spusiddha, bella rievocazione.

mariuzza ha detto...

nb: via crucis
xxx stazione gesù aiutato dal cireneo...mi chiedevo da piccola cu era stu cireneo no capisciva mai!

u'longu ha detto...

Mariuzza u Cirineu, sicundu Marcu, non me figghiu, l'evangelista, era unu chi s'imbattiu ca botta, nel senso che siccomi Gesù non n'ncia faciva cchiù mi porta a cruci, u ficiru ma porta iddu, sfortunatu i na parti fortunatu i l'autra, passau a storia.

u'longu ha detto...

Bella Spusidda, ti ricordi chi si facivunu i cestini chi fogghi i parmara.
Ti ricordi i lessi, a ffruntata a Bagnara, u cinema ru Mmalutu, a Pasqua purtava sempri firmazzi

arcade fire ha detto...

Ieu mi ricordu cudduri e cudduraci cu l'ova sodi mbrugghiuriati. I cosi religiosi non mi ricordu bboni.
Mimmo almeno tu le ricordi per noi. merci

Spusiddha ha detto...

Mariuzza è veru, u fattu è chi passau tantu tempu e non mi ricordu i iorna precisi, grazi pa precisazioni.E poi è anchi veru chi a missa non ci vaiu chiù d'allura!

Spusiddha ha detto...

Cara Trilly pensa che con le foglie di palma intrecciate, come dice u Longu, tuo padre ha vinto un premio come migliore ceramica!

Spusiddha ha detto...

Longu tutti ricordi bellissimi, comu fazzu mi mi scordu.

trilly ha detto...

Spusy, è sempre stato un grande fan delle palme intrecciate.
In occasione della Domenica delle Palme, quando ci trovavamo ospiti in Calabria, mio padre se ne andava girando per le Chiese a comprarne di ogni genere!
Un anno i mei fecero un viaggio in Sicilia in quel periodo e ne portò a casa di bellissime pure da là...