Finalmente mia moglie era riuscita ad esaudire il desiderio che agognava da tempo, andare in vacanza a Sharm el Sheikh, in Egitto.
Prima di partire dei nostri amici che c’erano già stati ci avevano consigliato di non bere acqua o liquidi che non fossero sigillati, era facile ci dissero prendere la diarrea. Per cui prima di partire ci rifornimmo di fermenti lattici e di pastiglie contro la diarrea e per non correre rischi ci portammo pure una buona scorta di acqua minerale.
Giunti all’aeroporto, l’area dove si ritirano i bagagli era piena di ragazzi egiziani, i quali appena vedevano che guardavi la tua valigia che girava sul nastro, te la soffiavano sotto il naso e poi volevano dei soldi per ridartela, cinquemila lire (allora non c’era l’Euro) per il disturbo (minchia che fatica!).
«Rammi a valigia!» gli dissi in calabrese al ragazzo che credevo me la stesse fregando.
«Cinquemila, cinquemila» rispose in italiano.
«Ma quali cinquemila, rammi a valigia!» e gliela strappai di mano.
Siccome continuava a venirmi dietro e a rompere i coglioni, tirai fuori di tasca mille lire per dargliele e levarmelo di torno. Ma lui ne voleva cinque mila e seguitava a ripetere lo stesso ritornello.
«Se voi chisti aiu, se no po iari ma fan to culu!»
Vedendomi deciso a quel punto se li prese e mandandomi a sua volta sicuramente a fan culo, in egiziano, si dedicò ad un’altra valigia.
Due giorni dopo il nostro arrivo, la sera andammo a Na’ama bay a fare shopping e a comprare qualche souvenir da portare in Italia (il classico papiro made in China), ma più che fare shopping passammo buona parte della serata a cercare un cesso, poiché mia moglie colpita da un violento attacco di mal di pancia, c’era mancato poco che se la facesse addosso.
Mi pareva strano che io essendo debole di stomaco, non avvertissi ancora nessun sintomo. Non dovetti aspettare a lungo e tornati in albergo dovetti correre subito al cesso.
Da quel momento iniziò la mia disavventura e ad ogni due per tre, con dolori lancinanti alla pancia, dovevo precipitarmi al cesso.
Al mattino c’era la navetta che ci portava al mare in una spiaggia stupenda dove vi era una barriera corallina meravigliosa. Prima di partire facevo due, tre sedute per liberarmi completamente, poiché sulla spiaggia vi era di tutto per noi dell’albergo, tranne il cesso.
La cosa andò bene per i primi giorni, poi un pomeriggio mentre ero sdraiato al sole, cominciai a sentire in pancia dei movimenti sospetti. Sperai fosse un falso allarme, ma purtroppo non era così e quando mi accorsi che non c’è la facevo più a resistere, mi misi a cercare un posto dove poter espletare l’impellente bisogno. Ma la spiaggia era piena di bagnanti che facevano snorkeling e non sapevo proprio dove andare. Nonostante vi fossero almeno quaranta gradi avevo i sudori freddi e stringendo le chiappe seguitai a cercare un posto isolato dove appartarmi. Quando oramai ero convinto che me la sarei fatta addosso, vidi che nella scogliera vi era una piccola rientranza. Al limite della resistenza, mi infilai dentro quel pertugio e con un gioia incontenibile mi liberai immediatamente. Nemmeno il tempo di tirarmi su il costume che sentì delle voci che venivano verso di me.
«Caro guarda che belli questi coralli!»
«Davvero stupendi! E i pesci? Guarda che colori!»
Mi vidi perso anche perché nel mare si era formata intanto un’enorme chiazza marrone, ancora pochi passi e avrebbero visto uno spettacolo davvero sorprendente.
Erano un ragazzo e una ragazza e si avvicinavano proprio dalla mia parte.
Presi freneticamente ad agitare il mare nel tentativo di disperdere la chiazza e quando i due ragazzi mi passarono accanto, un po’ si era disciolta. Sicuramente vedendo che mi dibattevo lì nel mare come un forsennato, come minimo pensarono che fossi scemo.
Grazie anche ai pesci, che un pasto così succulento davvero non se l’aspettavano, dopo un po’ non rimase più traccia della mia malefatta.
Nei giorni seguenti, sebbene andassi solo a the e riso in bianco, dovevo lo stesso correre continuamente al cesso, credo che ormai avessi la dissenteria
Persi quattro chili quella volta in Egitto, però a parte tutto non posso dire di non aver fatto una bella vacanza… sul cesso!
P.S. - Scusate se sono stato forse un po’ troppo diretto, ma spero che nessuno di voi si venga mai a trovare in una situazione come quella che vi ho raccontato
Benvenuti a Favazzinablog
Finalmente, dopo anni che ho in mente di farlo, ho deciso di aprire questo piccolo blog su Favazzina. L'obiettivo è quello di creare una comunità virtuale delle varie persone che negli anni hanno preso parte alla vita della nostra mitica Favazzina in modo che, almeno attraverso internet, possano sentirsi e non perdere i contatti, ma anche quello di scrivere e non dimenticare le varie storie che per tante estati ci hanno fatto morire dalle risate.
Se vi va di partecipare potete contattarmi su skype (mauro.fuca) o scrivere un commento anonimo al blog (scrivete in ogni caso la vostra email) così vi faccio diventare autori del blog e potrete darmi una mano.
Salutamu!
UGRECU
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UGRECU
martedì 14 aprile 2009
Una vacanza di su… ccesso
U scriviu: Spusiddha u iornu: martedì, aprile 14, 2009
Argomento: argomento settimanale (vista la latitanza di Malumbra)
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5 commenti:
Forse è meglio se non ti sposti da Gessate e se ti sposti meglio andare a Favazzina, solo a Favazzina.
Ottimo, Mimmo.
Che travaglio ste' vacanze all'estero, Spusy.
A me è capitato le volte che sono andata in Sicilia e alle Eolie. Nell'ordine:
terribile gastroenterite di ritorno da Modica; mega eritema solare al rietro da Noto e, infine, febbrone da cavallo causa insolazione dopo la minivacanza eoliana.
Ciao spusy, avventura alla benny hill.Nci vuliva u pannoloni, non ti facivi u bagnu, ma ti piyavi u suli, in completa tranquillità.Ti iyu bona chi mancavunu i rangi i mari, altrimenti nci rimittivi puru u battaiu.Comica e divertente.
'u mamma chi mala sorta.
Ha ragione Arcade, meglio andare a Favazzina.
"O mamma chi mala sorta,
a Spusidda 'nci vinni a sciorta"
Favazzina for ever, almeno ci sunnu i massi per ogni mala occasioni, e comu dici sempri u solito filosofu
"i mali occasioni non mancunu mai"
Bella cugino
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