Ma venendo alle popolazioni proprie delle Calabrie, m’è sembrato dovervi distinguere due tipi principali. L’uno il semitico ha il cranio dolicocefalo, compresso alle tempie, rigonfio al centro dei parietali, le palpebre ravvicinate, il naso arcuato, la statura alta, i capelli neri o castani, l’occhio nero. (…)Questo tipo si mostra più frequente nella marina, ma non così però che spesso non si mescoli e non sia sopraffatto dal muso prognato, dai capelli ricciuti e derma bronzino dell’africano o dal purissimo ovale dei graci e meglio ancora dal maschio e nobile tipo misto greco-romano, che è il prevalente; il solo anzi nell’interno.
È il tipo dalla fronte alta, ampia, dal cranio brachicefalico, direi quasi quadrato, dal naso aquilino, dal capello lucidissimo e nero, dall’occhio vivace e prominente.
La statura è alta, il temperamento bilioso. (…)
A questa influenza greco-romana essi devono certamente quella stupenda finitezza di modi che tu trovi anche nel contadino, la quale assai contrasta con la poca educazione, e che ti fa credere alle volte di parlare a senatori romani, direbbe Heine, mascherati alla villana. – Ad essa van debitori di quella maschia fierezza, e di quell’amore alla libertà, per cui tante volte si ribellarono, e di quello stupendo senso estetico che si rivela nelle loro canzoni popolari, nei loro proverbi, ed in quelle così poco note e così finite poesie vernacole, di cui vanno celebri colà il Cipriani, il Gonia e lo Spanò-Bolani.
Alla molta mescolanza semitica io crederei porre a carico la troppa lascivia e la conseguente bassa gelosia della donna, che v’è, si può dire, sequestratra dai rapporti sociali, e le molte superstizioni che improntano d’uno strano carattere tutti i loro costumi.
Al mal seme degli Spagnuoli devono invece le abitudini anti-igieniche e la tendenza all’ozio (…). Spagnuolo certaqmente è quel ridicolo vezzo dei titoli per cui il merciaio abbandona la lucrosa industria per poter carpire il suo don (…)
Ma il danno peggiore fu loro portato dai Borboni (…) Essi, col permettere e quasi col promuovere la venalità degli impiegati, fecero smarrire il senso della giustizia, sicchè ora spesso i ricchi negano la mercede agli artieri o ai coloni; e questi credono diritto alla lor volta il rubarli.- Uccidere uno a fucilate, come altrove a coltello è uno scherzo assai poco inconveniente- ed ognuno percià porta il fucile, quando esce di casa, e chi l’ha a due canne è più rispettato, è più giusto. Vidi due sindaci e due eletti ed ahi! Un cancelliere di pubblica sicurezza, che erano stati già condannati per omicidio! (…)
Benvenuti a Favazzinablog
Finalmente, dopo anni che ho in mente di farlo, ho deciso di aprire questo piccolo blog su Favazzina. L'obiettivo è quello di creare una comunità virtuale delle varie persone che negli anni hanno preso parte alla vita della nostra mitica Favazzina in modo che, almeno attraverso internet, possano sentirsi e non perdere i contatti, ma anche quello di scrivere e non dimenticare le varie storie che per tante estati ci hanno fatto morire dalle risate.
Se vi va di partecipare potete contattarmi su skype (mauro.fuca) o scrivere un commento anonimo al blog (scrivete in ogni caso la vostra email) così vi faccio diventare autori del blog e potrete darmi una mano.
Salutamu!
UGRECU
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UGRECU
sabato 2 gennaio 2010
Chi l'ha scritto (parte II)?
U scriviu: romanaccia u iornu: sabato, gennaio 02, 2010
Argomento: Indovinelli favazzinoti
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1 commento:
Preferisco gli Arabi che questa gente, almeno loro hanno fatto e lasciato opere interessanti in sicilia e influenzato parte della calabria. I Bizantini dell'imperatore michele "ci zzucaru u sangu" con le loro gabelle.
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