Benvenuti a Favazzinablog

Finalmente, dopo anni che ho in mente di farlo, ho deciso di aprire questo piccolo blog su Favazzina. L'obiettivo è quello di creare una comunità virtuale delle varie persone che negli anni hanno preso parte alla vita della nostra mitica Favazzina in modo che, almeno attraverso internet, possano sentirsi e non perdere i contatti, ma anche quello di scrivere e non dimenticare le varie storie che per tante estati ci hanno fatto morire dalle risate.
Se vi va di partecipare potete contattarmi su skype (mauro.fuca) o scrivere un commento anonimo al blog (scrivete in ogni caso la vostra email) così vi faccio diventare autori del blog e potrete darmi una mano.
Salutamu!
UGRECU

martedì 8 giugno 2010

I pruna ru capu

U capu Chemi era nato a Scilla e da sempre aveva fatto il capo stazione (da qui l’origine del suo soprannome) ed era una persona molto conosciuta e stimata sia a Scilla che altrove.
Aveva una vigna alla Sena, proprio dopo la curva che immette sul rettilineo che porta a Samperi.
La vigna, come molte altre a Favazzina, gliela coltivava mio padre, al quale lo legava, oltre all’amicizia, un grande e reciproco rispetto.
Era un amante delle sperimentazioni e dei metodi innovativi e con mio padre si divertivano ad applicarli nelle varie culture, dalla vite, ai limoni, agli alberi di frutta in genere.
Prima di ritirarsi a Scilla in pensione, aveva girato parecchio e, grande appassionato, aveva una buona conoscenza su tutto quanto riguardasse l’agricoltura.
Non so dove l’avesse trovata, ma un giorno portò a mio padre da piantare, una qualità di prugne che maturavano già ai primi di giugno e delle quali non finiva di decantare le lodi.
Mio padre ne fu subito conquistato, poiché oltre a maturare molto prima delle specie conosciute fino ad allora, erano dolcissime, sugosissime e di un rosso carminio, quasi violaceo.
Li piantò in tutte le nostre vigne e ben presto in paese non vi era contadino che non avesse nelle sue vigne o nell’orto una pianta di quelle prugne.
“I pruna ru capu” divenute famose e così conosciute grazie a lui, u capu Chemi!

6 commenti:

arcade fire ha detto...

Aimu i pruna
Aimu u capu
Aimu i pruna ru capu e tutto torna
Bella magnifico Spusidda

romanaccia ha detto...

E il cerchio si chiude. Bentornato, ci sei mancato.

Spusiddha ha detto...

Grazie susina Claudia!
Fammi sapere se in agosto vieni a Favazzina, altrimenti ti invio per e-mail qualcosa che credo ti faccia piacere!

u'longu ha detto...

Probabilmente mio padre era un conservatore ed ha continuato a coltivare quelle che aveva.
D'altra parte non tutti possono essere sperimentatori, qualcuno che mantenga il classico o il prodotto locale, deve rimanere.
Comunque nelle vigne di mio padre, ed erano tante, prugne rosse non ce n'erano.
Ciao Spusidda, bentornato

arcade fire ha detto...

Non conosco u capu Chemi epperò se non fosse che c'è di mezzo la serietà di compare Rocco giurerei che Spusidda parra di cirasi.
Tutto combacia, periodo di maturazione, caratteristiche organolettiche (ti piaci sta parola, Longu?) eccetera eccetera.
Prunus cerasus, rassegniamoci

romanaccia ha detto...

Ero così presa dalla diatriba sulle prugne che ho tralasciato di rispondere. Dovrei scendere a luglio; ad agosto vado solo se trovo casa alla snam. E poi luglio agosto, come faccio ad aspettare? Manda manda per email Spusiddha che sono curiosa.