Benvenuti a Favazzinablog

Finalmente, dopo anni che ho in mente di farlo, ho deciso di aprire questo piccolo blog su Favazzina. L'obiettivo è quello di creare una comunità virtuale delle varie persone che negli anni hanno preso parte alla vita della nostra mitica Favazzina in modo che, almeno attraverso internet, possano sentirsi e non perdere i contatti, ma anche quello di scrivere e non dimenticare le varie storie che per tante estati ci hanno fatto morire dalle risate.
Se vi va di partecipare potete contattarmi su skype (mauro.fuca) o scrivere un commento anonimo al blog (scrivete in ogni caso la vostra email) così vi faccio diventare autori del blog e potrete darmi una mano.
Salutamu!
UGRECU

giovedì 17 giugno 2010

Sutta a Frunti






Qualche anno fa.
Un chilometro e mezzo di marina, poco meno di sessanta metri di larghezza, fatta di sabbia bianca e ghiaia, percorrendola in direzione sud, ci portava filati filati in quel posto affascinante che è Sutta a Frunti, un immagine, un insieme di rocche, scogli, perennemente affossati nell’acqua di mare.
Per tanti di noi era il passaggio dalla sabbia agli scogli, un’altra dimensione, un posto a riparo da occhi indiscreti, con piccoli e grandi incavi giusto per nascondersi e giocare o semplicemente fare il bagno e tuffarsi, altrimenti pescare. Davvero impressionante era “I dù Ricchi”, vero Re i sutta a frunti, con la sua curiosa forma incuteva timore, e rispetto nello stesso tempo. Il resto degli scogli erano quasi a portata di tutti, tranne la Rocca randi che doveva essere scalata, aggirata, e infine abbandonata con uno splendido tuffo nelle acque cristalline sottostanti.
Al di la dell’emozionante immagine del “ Dù Ricchi”, tutto il complesso di rocche resta innegabilmente il simbolo di Favazzina.

7 commenti:

u'longu ha detto...

Bella Nino.
Purtroppo ora è rimasta na ricchi sula, l'altra serviva da ancoraggio al pontone della SNAM e nella tempesta dell'80 il cavo l'ha tranciato.
Lo scoglio è bello lo stesso, è rimasto il cavo arrugginito a testimonianza che ognuno fa quello che vuole dei nostri posti migliori, dei nostri ricordi, delle nostre storie.
Qualche volta l'ho accennato ai nostri compaesani, ma se ne sono fottuti altamente.
Tutta la terra scavata dalle gallerie dell'autostrada è stata buttata a mare, desertificando tutto il fondale di Sutta a Frunti, perchè la terra la buttavano o Livitu.
Sabbia bianca al posto delle alghe viola, sono scomparse lappare, viole, cazzi i re, praiuli, pruppi, murini, cernie.
E cu s'indi futti ?
Sono rimasti cefali e monaceddi, il diavolo e l'acqua santa.
Sutta a frunti no ci va più nessuno, solo quando si passa con la barca, ma a piedi tra gli scogli, quanti anni sono che non ci va più nessuno ?

arcade fire ha detto...

Bella, ricordi memorabili. C'era il percorso-vita: petra liscia, vaporino, rocca randi. La palestra del nostro ardimento (minchia, parru comu a nu militari in pensioni). Nino, tu si ra Tonnarella, o come caspita si chiama, per sbaglio. Ti sei guadagnato i galloni di favazzinoto più di certi favazzinoti ignari e inermi.

romanaccia ha detto...

E chi ci va? Anche perchè nell'ultimo tratto ci si fa un culo come un secchio. Tantèvvero che l'anno scorso ho fatto andata a piedi con figlio e minicanotto in collo e ritorno a nuoto spingendo minicanotto con su figlio almeno fino al rigagnolo che scende ru Vadduni (fonte: Il 29 giugno (san Pietro e Paolo). C'erano anche meduse qua e là. Meglio le meduse.
Lungo pure due righe scarse di notazioni sull'ecosistema di suttafrunti sono una delizia scritte così.
Cari saluti ai balilla.

arcade fire ha detto...

Rettifico Nino, mi sembra di ricordare Acquitta non Tonnarella. U stessu, sempri favazzinotu si'

Statua A ha detto...

Come ha detto U'longu una ri ddu ricchi scomparse a causa della strafottenza di chi ha eseguito i lavori della Snam e dell'inerzia dei compaesani(ad oggi non cangiau nenti).
E per quanto riguarda i materiali di risulta... beh, no comment, presto si potrebbe verificare una cosa uguale con i lavori del Ponte sullo Stretto, con la differenza che l'impatto, essendoci due cantieri molto più grandi, sarà devastante per quel mini-ecosistema dello Stretto riconosciutoci a livello scientifico in tutto il mondo.
Anche la mia generazione è passata da quest'altra tappa i "sutta a Frunti", io ancora adesso ci vado e ogni volta è una sensazione fantastica.

chinnurastazioni ha detto...

Abbiamo bisogno di mantenere intatti i luoghi che caratterizzano il nostro piccolo borgo, preservandoli dalla speculazione che deturpa l'aspetto, la forma, la sostanza. Negli anni siamo stati testimoni di veri massacri, a partire dalla spiaggia, dai fondali marini, delle coste, dallo sfruttamento senza controllo del bacino ittico del nostro mare …..... Mi sento colpevole perché la gente del nostro tempo non è stata in grado di affrontare e risolvere nemmeno il più piccolo dei problemi. Mario, acquitta è giusto.

u'longu ha detto...

La colpa non è della nostra generazione, nemmeno di quelle passate.
La colpa è da ricercare nel modo di essere di tutta la popolazione meridionale in generale, di qualsiasi generazione.
Gli approfittatori ci sono ovunque, mentre gli altri li combattono o tentano di farlo, noi gli offriamo il caffè al bar, non si sa mai potrebbero esserci utili.
I meridionali, naturalmente con le dovute eccezioni, hanno barattato la loro storia per un posto dignitoso nella società, per raccogliere le briciole.
Ad esempio: uno che lavora al Comune a Milano o nel nord in genere, è considerato un povero diavolo dato lo stipendio quasi sempre basso, al sud invece s'annaca, ostenta, si sente un borghese, crede di appartenere al sistema.
Ora se basta uno stipendio da fame per farti sentire un borghese, chi cazzo le fa le lotte per l'ambiente, con tutto il rispetto per i ragazzi tipo Statua o Malumbra, preparati e combattivi, se la protesta non viene dal basso non si va a nudda parti,
Voglio dire che ogni tanto ci vorrebbe qualcuno che rompa le corna ai prepotenti, abusivi, arroganti, è questo da sempre compito della rabbia popolare, che invece s'annaca appena vidi quattru sordi.