Benvenuti a Favazzinablog

Finalmente, dopo anni che ho in mente di farlo, ho deciso di aprire questo piccolo blog su Favazzina. L'obiettivo è quello di creare una comunità virtuale delle varie persone che negli anni hanno preso parte alla vita della nostra mitica Favazzina in modo che, almeno attraverso internet, possano sentirsi e non perdere i contatti, ma anche quello di scrivere e non dimenticare le varie storie che per tante estati ci hanno fatto morire dalle risate.
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Salutamu!
UGRECU

mercoledì 9 giugno 2010

Rema di mare ( I - Il volo)

-Quello è mio nonno- dice la ragazza
-Non sapevo tu avessi un nonno-
-Che cazzata dici? Tutti hanno un nonno.-
-Sì, volevo dire, non me ne hai mai parlato-
-Non l'ho mai conosciuto. Non vedi l'anno?-
-Ho visto. Ma che cavolo è Cercovo?-

La guerra è bella pure perchè c'impariamo la geografia. Millerovo, Cercovo, Kantemirovka. La bellezza dei nomi russi, a masticarli, zucchero aspro e ghiacciato. Che qua di ghiaccio ce n'è, il fiume Don è ormai gelato sulle sponde, su queste sponde ci siamo noi della Torino e la Pasubio e la Ravenna. Pure i nomi italiani sono belli e l'Italia è bella. Precisiamo, dice Vendrame, fino a Bologna, dopo, Africa. Boattin generoso dice di non preoccuparsi, per lui un lasciapassare ci sarà sempre. Se poi vai con l'aereo magari torni presto, ci hai tutte le fortune, ostrega. Io non so che dirgli, per me è diverso.
Quando gli ho levato lo stivale, la ferita faceva impressione. Mi viene da sorridere se penso alla storia di quegli stivali. Rastrellammo un'isba, se n'erano andati ma avevano lasciato un pentolone di brodaglia ancora tiepida, cavolo, rapa, indefinibile. Boattin ci sbriciolò dentro le gallette stantie e cominciammo a mangiare. Vendrame chiamava, Africa eh Africa te ti sei spers? ven a magnà. Venne e aveva in mano un paio di stivali, se li guardava rigirandoli da tacco a punta e con le nocche delle mani ci batteva il fondo. Boattin disse oi quelli spettano a me, anzianità fa grado. No che no, vedrai che farà un regalino al suo amico Vendrame. Non dicevano sul serio, in guerra chi trova una cosa se la tiene.
I russi hanno sfondato il fronte. I rumeni del nostro fianco destro hanno ceduto per debolezza organizzativa, noi abbiamo resistito fino allo stremo poi s'è aperta la breccia. Ci stanno accerchiando, ritiriamo verso Cercovo.
Incolonnati in marcia sulla neve sembriamo formicole disciplinate, dopotutto siamo un esercito seppure allo sbando. Dei morti stiamo perdendo il conto. Migliaia di feriti.
Non sembrava neanche una cosa grave, una cosa di striscio, un frammento, zoppicava ma riuscì a proseguire fino all'accampamento. Due giorni dopo arrivò la febbre.
Vendrame gli dice o boia mond che te ne stai a sudare a trenta sotto zero? Quando arrivi in Italia che fai ti squagli? A me mi porti, dice Boattin, una foto del tuo paese, una col mare e con lo scirocco, o quante volte me ne hai parlato? Io non so che dirgli, il dottore mi ha detto che è sepsi che vuol dire che è una brutta infezione, abbiamo poche medicine, ci vorrebbero antibatterici, ci ha solo salicilato e non basta. Il dottore mi ha detto pure che a questo giro non lo prendono su. Rimane a Cercovo.

29 dicembre 1942
Avendo appreso che a Tscherkov (Certkovo)(*) erano rimasti accerchiati circa 12.000 soldati di cui circa 2.000 feriti, il Generale Pezzi decise di partire personalmente per constatare di persona la drammatica situazione e coordinare sul posto le operazioni di salvataggio.
Prima di partire il Gen. Enrico Pezzi aveva dichiarato che sarebbe rientrato verso le ore 14.30 dello stesso giorno, con tutti i membri dell'equipaggio, più gli eventuali feriti del presidio.
Alle ore 11,25 il trimotore Savoia Marchetti S.M.81 decollò dalla base di Voroscilovgrad (oggi Lugansk) con condizioni meteorologiche discrete ed atterrò a Tscherkov poco dopo mezzogiorno, dove era stato predisposto il terreno occorrente per l'atterraggio.
Dopo avere scaricato viveri, medicinali e caricato i feriti più gravi, ripartì per il volo di ritorno

(*) - Di circa 30.000 soldati italiani del XXXV Corpo d'Armata circondati sulle rive del Don all'inizio dell'offensiva, circa 8.000 superstiti giunsero a Certkovo dopo una drammatica ritirata. Vi rimarranno accerchiati per 18 giorni

L'equipaggio

Gli ultimi minuti di volo
I membri dell'equipaggio del trimotore Savoia Marchetti S.M. 81 erano:
Enrico Pezzi - Generale di Brigata Aerea
Prof. Federico Bocchetti - Colonnello Medico del Regio Esercito
Romano Romanò - Maggiore osservatore del Regio Esercito
Giovanni Busacchi - Tenente pilota
Luigi Tomasi - Sottotenente pilota. Nato ad Arzignano (Vicenza), il 3/7/1918
Antonio Arcidiacono - Sergente marconista. Nato a Giardini (Messina), il 4/3/1917
Salvatore Caruso - 1° Aviere Armiere
Alcibiade Bonazza - Aviere scelto marconista

Gli ultimi minuti del volo sono stati così ricostruiti:
- ore 14.13 viene effettuato il collegamento radiotelegrafico
- ore 14.15 primo Q.D.M. (rotta) 210 gradi. L'apparecchio accusa ricevuta
- ore 14.16 l'apparecchio chiede Q.B.A. (visibilità), Q.B.B. (altezza nubi) e Q.F.U. (direzione atterraggio)
- ore 14.17 secondo Q.D.M. 220 gradi. L'apparecchio risponde con A R 220 gradi alle ore 14.18
Le informazioni in nostro possesso indicano nella zona russa a 4 Km a nord-est di Juganovka, il punto dove è caduto l'S.M.81 con a bordo il Generale Pezzi, i 6 componenti dell'equipaggio ed i feriti prelevati dal campo di Tscherkov.
Le ricerche, proseguite per diversi giorni in condizioni meteorologiche proibitive, non hanno dato nessun esito.


- E' un paese della Russia.-
- 15 gennaio 1943, omamma che freddo.- dice il ragazzo.
Escono, scendono sulla Favagreca. La strada è un rettilineo che ti pare di vedere il paese laggiù. Non è così, nel punto esatto di Falò c'è un angolo ottuso, quasi piatto. La linea è spezzata.
Da questa parte il paese non si vede.

8 commenti:

romanaccia ha detto...

Sono commossa, grazie. Anche letteralmente. Che bello essere l'ex capo di una casa editrice inesistente, passata in mani cinesi. Molto molto bello.

u'longu ha detto...

Mario mi hai messo in crisi, adesso che cazzo racconto ?
Ho già fatto il post, "la guerra di Piero" intesa come la guerra di Pietro V. anche lui in Russia, ma non ho riscontri storici.
Mi pari un cronista di guerra, nenti, cangiu tutti cosi.
Volevo fare contento il Capo, ma sugnu troppu scarsu.
Dimenticavo, bellissima.

arcade fire ha detto...

j'amo dato na sola ai cinesi, diabolico ex capo

riscontri storici? e chi ti ndi futti?
posta che qua per fare quattro tomi, a vogghia.

romanaccia ha detto...

Lungo non dire enormità, quale scarso. Posta posta.
Nel caso, per i riscontri storici ha detto che ci pensa Chinnu.

arcade fire ha detto...

Posta e metti l'etichetta giusta (il romanzo del secolo) Mimmo.
Poi coi diritti d'autore spartimu: nu panaru i pruna menz'all'unu.

arcade fire ha detto...

ca va sans dire che aspettiamo anche Nino, Spusidda e perchè no? Statua A. Di quel panaro suddivideremo in ulteriori parti e uguali.

u'longu ha detto...

Bisogna vedere di che colore sono, a me quelle rosse mi fanno impressione.
Eventualmente darò la mia parte agli appassionati.
Però prima devo meritarmela la parte, sono il alto mare e a rema va pi fora.

Statua A ha detto...

Un'impostazione tipica di un romanzo che si snoda nel duro contesto storico di quegli anni con tanto di personaggi e loro emozioni.. davvero bello Arcade.
Apprezzo l'invito a contribuire ma non credo di raggiungere simili risultati, anche se qualche ideuzza l'avrei... mah chissà, intanto aspetto U'longu e gli altri.