Toninu u Gneddhu, una sera in piazza, volendo fare sfoggio della sua cultura, se ne venne fuori con una famosa citazione «Tentar non “cuoce”».
Un giorno mentre Roccu u nChiumbu, mio fratello ed io, mangiavamo nella solita trattoria a Milano, Rocco, volendo condire l’insalata, si rivolse alla cameriera e le disse «Mariuccia per favore me lo passi il “cito”».
Una mattina mentre eravamo in spiaggia, Nino G. il fratello di Peppi Loik vedendo che il mare era sporco, esclamò «Stamattina il mare e particolarmente “inclinato”».
Il sottoscritto, una sera al ristorante, dopo aver bevuto parecchio, al cameriere, che al momento di portarci il dolce, ci chiese se volessimo qualcosa da bere, io gli dissi di portarmi un bicchiere di “passato” e lui molto spiritosamente mi rispose che la minestra normalmente la serviva nel piatto, non nel bicchiere.
E come dimenticarsi del giovane attore che, durante la rappresentazione dell’Orlando Furioso, spada in pugno si presentò sulla scena e ad Orlando nascosto dietro a una siepe, per invitarlo al duello, disse «Orlando, perchè t'ammucci arretu alla sipala, forse te la cachi?»
E quella volta che due signorine, con poco senso del pudore, contemplavano un ragazzo che faceva il bagno nudo, non dico dove non dico come (Il gorilla, De Andrè), questi vedendosi osservato e vedendo che le ragazze non la smettevano di sorridere, si voltò verso di loro e mettendo bene in mostra un affare abbastanza consistente le disse «Vui liliti, ma a mia mi veni mu vu chiantu!»
Come scordarsi i Cicciu che dopo aver abbattuto nu ceddu i passu e averlo cercato a lungo tra i sipaluni, quando finalmente lo vide e si apprestava a recuperalo, (cito testualmente ru Longu) il maledetto ceddu, prese la rincorsa e spiccò il volo, libero nel cielo, un po’ incerto per la ferita ma in grado di volare. Il fucile era lontano, Cicciu rimase a bocca aperta, ebbe solo il tempo di dire la famosa frase «E te ne vai ?»
E quella domenica quando, durante la messa, al momento dell’Eucaristia, il prete portò il calice alla bocca e dopo aver dato il primo sorso, accorgendosi che il vino non era buono, sebbene il momento fosse solenne, si girò irato verso il sacrestano, in piedi accanto a lui, e per non farsi capire dai fedeli in latino gli disse «Citu est!». E il sacrestano che, sebbene non sapesse parlare in latino, a furia di servire messa, ormai lo capiva abbastanza bene, senza scomporsi gli rispose «Citu est? Bivattillu com’esti, esti!».
E Biasi quando nella festa del paese, nel famoso tiru o muntuni, con un centro perfetto vinse il montone, a chi gli chiedeva come avesse fatto a centrare il bersaglio lui rispose «Chiuria l’occhi e sparaia!»
Oppure Zorro, che dopo essere stato punto da una tracina, guardando il pesce che ancora debolmente si dibatteva, col volto pieno di rabbia prese a calpestarlo con furore dicendo «Buttana mi ‘mpizzasti e allura mori!»
Ma il re incontrastato delle frasi celebre rimane comunque Roccu u mericanu, come quella volta che al mercato, volendo comprare delle zucchine all'ortolano chiese di dargli le "cucuzzelle".
Oppure quando doveva andare a Montecatini per le cure termali ed era convinto che in italiano si chiamasse Montecatene.
E ancora quella volta a Reggio, quando stava per essere investito da una macchina, e lui per evitarla raccontava «Fici nu zumpu 'nta l'atmosferio e caria supra lu motoriu».
Aneddoti, quelli che ho citato (c’è ne sono ancora parecchi che sicuramente gli amici del blog ricorderanno e che invito a raccontare) nei quali un po’ tutti siamo stati protagonisti, e che oramai sono entrati di diritto nella leggenda del paese.
Benvenuti a Favazzinablog
Finalmente, dopo anni che ho in mente di farlo, ho deciso di aprire questo piccolo blog su Favazzina. L'obiettivo è quello di creare una comunità virtuale delle varie persone che negli anni hanno preso parte alla vita della nostra mitica Favazzina in modo che, almeno attraverso internet, possano sentirsi e non perdere i contatti, ma anche quello di scrivere e non dimenticare le varie storie che per tante estati ci hanno fatto morire dalle risate.
Se vi va di partecipare potete contattarmi su skype (mauro.fuca) o scrivere un commento anonimo al blog (scrivete in ogni caso la vostra email) così vi faccio diventare autori del blog e potrete darmi una mano.
Salutamu!
UGRECU
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UGRECU
lunedì 21 giugno 2010
Le frasi celebri
U scriviu: Spusiddha u iornu: lunedì, giugno 21, 2010
Argomento: Storie 'ì favazzina
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7 commenti:
Bellisime Mimmo, trovo suggestive e colorite chiddi ru mericanu, il resto delle frasi sono originali è molto espressive. Ne voglio aggiungere due o tre. Siamo in un bar a Milano, Scheccia, io e Peppi P., durante una partita a bigliardo, Peppi sindi nesci così: << Hai visto Nino como l'ho inzertata >> al che Nino cuminciau mi riri, va pighjiti a Peppi, non si firmava chiù.
Siamo sempre al bar, io chiedo a Peppi, hai visto Nino? << Si deve essere piedi piedi >>.
Siamo al ristorante io, Nino, Peppi e due donne, il cameriere ci chiede quanti siete, e Peppi gli risponde:<< conzi per cinque >>. Ciao Mimmo
Mia madre, qualche anno fa, ad un nostro ospite forestiero, invece di dargli il "lei" gli dava il "lui" -
Durante una pescata con il Maestro con tanti spettatori, dissi con enfasi:
:- Peppi piscamu pa platea -
Uno degli spettatori chiese:
:- Scusati, a platea chi pisci è ?
Ad uno che insisteva nel chiedere che tipo di pesci stavo pescando, esasperato risposi:- Miriddi -
E lui :- E chi su i miriddi ?
Conclusi:- Testi i cazzu senza capiddi -
Non mi chiese più niente
In casa nostra ricordiamo un memorabile "esurpatora!" rivolta appropriatamente a una che ci stava fottendo (e ci fottè, alla calabrisi) una proprietà dei miei nonni.
Chiedemmo, esurpatora?
Capì parte dell'errore e corresse: Esurpatrice!
Favazzina è piena di queste cose, di proprietà fottute ai legittimi.
Belle Mimmo.
se unu è pignolu corregge, rivolto (un memorabile)
Grandi citazioni.
Una sera dal Mago. Entra il Loik, si avvicina al bancone, ad attenderlo c'era S.............qualche secondo d'attesa ed arriva l'ordinazione: du pirri e du bizzi. Che splendidi ricordi. Ciao a tutti
Credo fosse l'estate 1995 quando con la mia famiglia (tranne mia sorella che era gia' a Favazzina), eravamo sul treno da Milano alla volta della Calabria...
Il treno ferma a Napoli e un signore (avente barba e capelli bianchi) entra nello scompartimento con due figli al seguito.
Ad un certo punto mia madre chiede: "Scusate? Posso fumare o da' fastidio a qualcuno?"
"Barba Bianca" allorche' se ne esce con:
"No, no, fumi, fumi pure... Anch'io sono un fumatore, anche se non sono un fumatore ACCATINO"!!!!
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