Benvenuti a Favazzinablog

Finalmente, dopo anni che ho in mente di farlo, ho deciso di aprire questo piccolo blog su Favazzina. L'obiettivo è quello di creare una comunità virtuale delle varie persone che negli anni hanno preso parte alla vita della nostra mitica Favazzina in modo che, almeno attraverso internet, possano sentirsi e non perdere i contatti, ma anche quello di scrivere e non dimenticare le varie storie che per tante estati ci hanno fatto morire dalle risate.
Se vi va di partecipare potete contattarmi su skype (mauro.fuca) o scrivere un commento anonimo al blog (scrivete in ogni caso la vostra email) così vi faccio diventare autori del blog e potrete darmi una mano.
Salutamu!
UGRECU

mercoledì 17 dicembre 2014

Il canto del vento

Canta il vento
tra gli ulivi e i carrubi,
canta tra gli aranci
e pale di fichidindia.
I bambini,
nel meriggio infuocato,
giocano annoiati
e seguono con occhi inquieti,
figure leggere di donne
che raccontano, mai stanche,
favole e storie antiche
della nostra terra
dove il cielo è avaro di acque.
Scuote il vento
le alte cime dei carrubi
e piegano gli ulivi i loro rami,
fino a terra.
I bambini,
candidi e innocenti,
si rincorrono tra gli alberi
e creano allegri nuovi giochi.
Canta, ardente, il vento
tra gli ulivi e i carrubi,
canta tra gli aranci
e pale di fichidindia.

giovedì 17 aprile 2014

Ricordi d'estate

Sta calando la sera e sono seduto sulla spiaggia di Favazzina ad ammirare il tramonto.
Le tamerici nel piazzale del metanodotto sono immobili, così come gli oleandri.
Vi è un silenzio profondo turbato solo da una leggera brezza che increspa leggermente il mare.
E un vecchio romantico come me, ancora si commuove davanti allo stupendo spettacolo che la natura sa offrire e si lascia sopraffare dalle emozioni.


Le voci del vento

L’orizzonte inghiotte
gli ultimi bagliori del tramonto
e lame di luce color rame,
avvolgono in un sudario vaporoso,
la campagna addormentata
e i dolci pendii dei monti
e rendono quasi irreale la sera.
Un brivido attraversa l’aria
e il cielo di un azzurro intenso,
tristemente si oscura,
si fa cupo.
E nel crepuscolo morente,
le tamerici salmastre
e gli oleandri, fragranti di sole,
allungano sempre più le ombre.
E’ l’ora questa dell’oblio e dei silenzi
e tutto tace come per incanto.
E in questa quiete,
nel silenzio assordante che mi circonda,
si ode, nella notte che scende,
serena e scintillante di stelle,
il sussurro delle voci del vento.
Solo sospiri, bisbigli, una debole eco
che accarezzano e dolcemente cullano
la mia anima ….
abbandonata, abbandonata e stanca.