Benvenuti a Favazzinablog

Finalmente, dopo anni che ho in mente di farlo, ho deciso di aprire questo piccolo blog su Favazzina. L'obiettivo è quello di creare una comunità virtuale delle varie persone che negli anni hanno preso parte alla vita della nostra mitica Favazzina in modo che, almeno attraverso internet, possano sentirsi e non perdere i contatti, ma anche quello di scrivere e non dimenticare le varie storie che per tante estati ci hanno fatto morire dalle risate.
Se vi va di partecipare potete contattarmi su skype (mauro.fuca) o scrivere un commento anonimo al blog (scrivete in ogni caso la vostra email) così vi faccio diventare autori del blog e potrete darmi una mano.
Salutamu!
UGRECU

venerdì 31 ottobre 2008

I "diversi" di Reggio

Dedico questo post agli amici reggini del blog, è il ricordo di alcuni personaggi di Reggio che nella mia infanzia, anni sessanta-settanta, riscuotevano una certa notorietà in città. Spero che la memoria di essi non sia andata perduta.
Innanzitutto Maria e Mbertu i Ciacioli. Maria era nota soprattutto per l'amore verso il vino rosso di Pellaro e l'estrema trasandatezza che la facevano apparire quasi come una clocharde della riva destra del Calopinace. Suo fratello Mbertu u Ciaciolu invece era una bella figura aristocratico-popolaresca, magro e con una folta barba nera da frate minore; tifoso accanito della Reggina lo vedevi arrivare in gradinata con un codazzo di ragazzini che raccoglieva strada facendo e che, non so come, riusciva a far entrare allo stadio gratuitamente. Spesso qualcuno diceva "Mbertu sona a carica!" e lui con la mano a trombetta emetteva dalla bocca un perepè/pereppe/pè di inaudita acutezza sonora. Si favoleggiava che la famosa sconfitta a tavolino della Reggina contro il Cosenza -l'arbitro fu colpito a un occhio da una mela menza muzzicata scagliata dagli spalti- fosse stata determinata dalla sua intemperanza. Dalle parti dello stadio bazzicavano pure i protogay del tempo, Marisa e Umberto, due tipi uno all'opposto dell'altro e per questo non in concorrenza. Umberto era ancora mascolino nell'aspetto che non curava più di tanto, soltanto si ossigenava i capelli che però gli venivano rossicci. Marisa invece si depilava, si truccava ed era sempre elegante. Pare che avessero molto successo entrambi, fornivano un'offerta completa.
Spostandoti su corso Garibaldi incontravi il professor Caramella che, estate o inverno, indossava sempre pantaloni corti e impermeabile chiaro, dal cappello alla marinara fermato alla gola con un fiocco spuntavano i disordinati ciuffi di un parrucchino nero. E' quasi certo che fosse davvero un professore e per giunta tedesco, aveva sempre in mano un ombrello che spesso lanciava in aria per riprenderlo al volo abilmente e per questo riscuoteva scroscianti applausi. Ringraziava con un leggero inchino e proseguiva oltre lungo la "vasca" del corso. Lungo questa vasca e dritto da questa punta -come si dice in città- arrivi alla Villa Comunale e là c'è il genio, l'esauritu nettu, il paccio totale. Piccolo di statura, magro con pochi capelli biondicci, forse 55 anni, vestito di una tuta blu da meccanico. Non aveva un nome se non quello: u pacciu ra villa. Era l'instancabile esecutore di un'attività continua, ripetitiva, ossessiva. Alcuni lastroni di pietra che costituivano il marciapiede antistante l'ingresso principale della villa comunale erano stati divelti da anni e riposavano in un canto, alla rinfusa, in attesa di essere ricollocati. Il nostro paccio afferrava il parallelepipedo di pietra dal lato corto, sollevava la lastra e la ribaltava poi ripeteva la medesima operazione dal lato opposto cosicchè la lastra veniva a trovarsi quasi nell'identica posizione iniziale. Fatto questo scrollava le braccia come a sgranchirle e si sparava na fuiuta i vinti-trenta metri grirandu comu a nu pacciu (che vi avevo detto?) "OTTUCENTU". E subito dopo ripeteva e ripeteva e ripeteva. Perchè lo facesse e cosa significasse tutto ciò non si sa, solo supposizioni. Alcuni dicevano che ottocento fosse il numero di volte che si proponeva di sollevare il lastrone prima di smettere come quando dici "fumo questo pacchetto e poi non fumo più". Altri dicevano che fosse a causa di un mattone cadutogli sulla testa quand'era bambino. Poi qualcuno disse "non è pacciu, esti nu direttori di banca in pensioni chi ndi pigghia pu culu a tutti". Con le dovute riserve per il mestiere -nu direttori di banca avi u ciriveddu chiattu- mi piace questa ipotesi e la sottoscrivo.
E poi concludendo dentro la villa Comunale c'è il leone. Ma è nu liuni normali cu tutti i cosi a postu a cuminciari ra criniera.
Vi salutu sciacquatrippa belli, cu rimpiantu chi non pozzu viriri chiù ogni iornu Calamizzi nfaccia a mia.

non vu lassate fuire

Fimmine ru blog! Allu cà. L'uomo da sposare. Lo consiglio a tutte: pulito, schietto, beddu come a nu suli. Non perdete tempo; trattasi di merce assai rara. Il cibo se lo sa procacciare (vedi foto 1). Un lavoro sicuro ce l'ha (vedi foto 2). Vestito da sposo fa la sua porca figura (vedi foto 3). E chi vulite i chiù? Voi vi troverete sicuramente contente. Lui troverà finalmente pace e a finirà mi stona a ciancianella a mia mi nesciu (compare aiu sonnu!). Ma soprattutto sarà libera quella santa donna i so mamma L. che l'ha già sopportato per oltre trent'anni (figghiole con una suocera così non ci pensate due volte!). Pigghiatelu!

NON PERDETE TEMPO. Lassate fottere a so frati (un bacio Nino) e maritatevi con il ferroviere!
ciao compare m!









Ecco il nostro uomo a pesca. In trasferta sul delta del Nilo.


In servizio. (Foto rara)
A bellezza!

DEDICATO A TE....

ARCADE FIRE....


U L'ONGU AND GALANTE....


SPUSIDDA...


BELLOEPOSSIBILE AND FIGONJI....


RAGAZZE NON SACCIU CU ERA MA ERA TROPPU BONU E U MINTIA...
FACITIVI L'OCCHI!!!

MALUMBRA....

SITI I STESSI!!!
CORVACCIO!!!
TI PIACIU DALLE STELLE ALLE STALLE...IEU MANGIU MA NON MI SPERDU!!!

NINA ASSOLUTAMENTE PER TE!!!

WELCOME IN TO FAVAZZINA HILL!!!
RAGAZZI POI NON DITE CHE NON VI PENSO!!!
UN BACIO A TUTTO IL RESTO DEL BLOG...FACITIMI TURNARI MI LAVURU SENNO VI TAPPEZZU TUTTU U BLOG A CAXXATI!!!
LOVE AND PEACE...OLIVIA

" A processioni "

Delle diverse processioni che c'erano nel paese, quella del Corpus Domini era in assoluto la più bella, imponente, colorata, profumata.
Cadeva nella prima quindicina di giugno, tarda primavera, quasi estate, e le strade erano piene di fiori, gardenie, petali di rosa, fiori di ginestra, che belle ragazze con le ceste, lanciavano sulla strada, e noi bambini facevamo disegni con i petali, oppure delle scritte, quasi sempre - viva Gesù -
Ogni quartiere faceva il suo piccolo altare con dei tavoli e coperte colorate e poi, quando passava la processione, si soffermava per una piccola funzione.
Per questo durava dal primo pomeriggio a sera inoltrata.
Le nostre mamme mettevano anche le coperte sui balconi, le tiravono fuori solo per quella occasione e per quando il prete veniva a benedire le case.
Pertanto non era solo la festa del Corpus Domini, ma anche quella degli acheri che, in quelle immense coperte, dovevano avere fondato delle repubbliche, che dico, imperi.
Per farvi capire l'importanza e l'onore di partecipare alla processione, i ragazzini (specialmente Spusidda e Maciste che erano i più svegli) andavano in chiesa tre ore prima, per impossessarsi delle lanterne che poi avrebbero portato in processione.
Le lanterne erano bellissime, con delle finestrelle di vetro colorato e una candela accesa al centro, venivano montate su dei pali di legno dipinti a mano.
Unico inconveniente era che con le mani sudate, il colore veniva via, lasciando al portatore, una striscia verticale che partiva dall'inguine per finire al petto.
Risultato, pantaloni e maglietta roviati per sempre, era un colore argentato che non andava via.
Due carabinieri, moschetto in spalla, governavano il traffico, che era così composto:
- macchina di don Mimì, un'Anglia scheletrica, color giallo-cacca di bambino che sta male, data la tircheria del proprietario, sospirava ogni volta che incrociava un distributore di benzina
- macchina di S....., una 1100 Fiat grigia, bombata, che faceva autonoleggio
- idem come sopra degli zii di Galanti, privata
- Ape a tre ruote, detta lapa, di Giacomino G. che trasportava frutta e per questo puzzava di pira mucati
Finiu u trafficu
La processione si srotolava dalla piazza verso su, zig-zagando pi vineddi, ed eravamo talmente tanti, che prima che si srotolasse tutta, iva finutu u paisi.
In testa c'era nu giovanottu chi purtava na cruci, pesantissima, i comu surava.
Seguiva na signurina con uno stendardo rosso ricamato in oro,non so cosa rappresentasse, certo no il PCI, che era bandito.
Poi, in doppia fila, bambine e bambini, inquadrati con ordini perentori, tipo Gestapo, dalle suore
Poi i ragazzini che avevano appena fatto la Comunione, le ragazzine sembravano piccole spose, i ragazzini sa minivanu pirchì avivunu u vistitu novu (unu ogni tri anni)
Fatemi prendere fiato
Poi vinivunu, sempre in doppia fila, i fimmini schetti e i maritati, chi cantavano, senza soluzione di continuità, lodi al Signore e parentela
Poi viniva u baldacchinu..... ahh u baldacchinu quant'era bellu, rosso porpora, sostenuto da sei pali (sempri chiddi chi rassavunu a striscia) e all'ombra c'era u previti paratu chi mancu l'Arcivescovo di Canterbury, era sepolto dai paramenti, ogni tantu tirava fora a testa, comu na tartaruga, ed intonava (intonava: era stunatu comu na campana) - Giorni di paradiso... - e tutti i fimmini - ... tutto un sorriso, giorni di paradiso, viva Gesù, viva Gesu -
Cantavunu sulu i fimmini, non era cosa virili pi masculi, sulu Guglielmo cantava, pirchì s'indi futtiva.
A questo punto, accanto al prete, tutti vi aspettate Bocca di Rosa, inveci non c'era, De Andrè non l'aviva ancora scrivuta, c'era inveci l'Autorità Politica del momento (Cancelliere dello Scacchiere) chi 'nci pariva cent'anni mi finisci e mi s'indi vai pa casa.
Chiudeva la processione la folla degli uomini, chi parlavano di caccia, pesca, vigni, i comu criscivunu i favi, chi cedda s'ivunu mangiatu a prisedda, insomma di tutto tranne della funzione, anzi, appena putivunu, facivunu i furbi e pigghiavunu i scorciatoi.

p.s.: spero di non avervi annoiati, è troppu longa

Il vecchio col panama e la pipa

Visto che si avvicina la rievocazione dei morti, questa poesia l’ho scritta a ricordo di Roccu Testazza, un vecchio del paese, che ogni volta che passavo nel vicolo, dove lui stava seduto nto bizzolu a fumare, mi diceva sempre « Eh caliotu!»
Credo di aver afferrato il senso della parola, ma non so darne una spiegazione esatta.
Longu, Galanti, Arcade, Malumbra, sapiti veramenti chi voli diri sta parola?

All'ombra, nel vicolo di casa,
paziente un vecchio era seduto
e guardava, impotente, la vita
passargli accanto veloce.
Nella bocca sdentata
la pipa consumata,
sul capo ormai canuto
il panama spagliato;
è quello che gli resta
tutto quel che ha.
Sovente mi fermavo
a lui d'accanto
per chiedergli, ogni volta, come và?
S'illuminava in viso assai felice
mi raccontava di sua gioventù.
Passate ne sono di stagioni
e un giorno sono ritornato là,
ma sotto quel balcone scalcinato
non c'era più quel vecchio,
da tempo, ormai, se n'era andato.
Eppure quando passo in quella strada
mi pare di vederlo lì seduto,
col panama sul capo
fumare, tranquillo, la sua pipa.

DOLCETTO O SCHERZETTO? (per Arcade international TRICK OR TREAT?)

Scheletri in moto

Due scheletri stanno per partire per fare un giro in moto.
Uno dice all'altro: "Aspetta un momento che mi metto il giaccone perchè fa freddo!"
e l'altro gli risponde "Ma che freddo vuoi sentire che sei morto?
Dai, sali sulla moto"
Allora il primo scheletro dice "Ok, solo un momento che mi metto il casco, dovessimo avere un incidente.."
" Ma a cosa ti serve il casco che tanto sei già morto!? Sbrigati e sali sulla moto!"
Allora il primo scheletro va di corsa verso la sua tomba, prende la lapide e sale sulla moto con la lapide sotto al braccio dicendo:
"Non mi hai fatto prendere il giaccone, non mi hai fatto prendere il casco.. fammi portare almeno i documenti!!"


giovedì 30 ottobre 2008

GEORGIE...FACIMULA TUTTA

PER CHI NON LA CONOSCE...


TU UOMO DELLE STELLE DOVE SEI???
IN CHE ANGOLO DI UNIVERSO TI NASCONDI???
SPOSTA LA LUNA,
SOFFIA SULLE NUVOLE
E RACCOGLI QUESTO AMORE CHE NON VUOL PIU' ASPETTARE...
LASCIA CHE IL MIO CUORE INIZI A BATTERE
TRA IL SILENZIO DELLA NOTTE
E IL RESPIRO DEL VENTO
CHE MI SPINGERA' FINO ALLA TUA LUCE...
E CON LO SGUARDO CURIOSO
DI UNA LUNA CHE FAREMO ARROSSIRE....
CI UNIREMO NELL'IMMENSO...
DEDICATA AL BRACCIO DI FERRO CHE ANCORA NON CONOSCO!!!

Dedicato alle nostre madri

Tra i ricordi della mia infanzia, c’è ne uno particolarmente triste che non riesco a cancellare e che ogni tanto affiora alla memoria, dandomi come allora una fitta al cuore, dolorosa.
Nei primi anni cinquanta, subito dopo la guerra, vi era purtroppo tanta miseria (qualcuno si ricorderà o ne ha sentito parlare dei pacchi di viveri che arrivavano al nostro paese dall’America a casa di don Rocco, il prete, e che poi lui distribuiva alle famiglie più povere) ed anche le donne, sebbene con i bambini piccoli, come mia mamma, si davano da fare in tutte le maniere per contribuire al bisogno della famiglia.
Durante il periodo dei mutuli, arrivavano a Favazzina, soprattutto da Bagnara, numerose barche per la pesca. I pescatori gettavano in mare delle grandi reti e le donne del paese accorse numerose, li aiutavano a tirarle a riva, nella speranza di ricevere in cambio almeno un pesce!
Ma non era mai così, o perché il pesce pescato era poco, oppure perché le donne erano troppe e ogni volta accadeva di assistere a scene drammatiche.
La peggiore era quando i marinai, una volta tirato le reti e constatato che i mutuli erano pochi, se ne andavano senza dare nulla i cambio e dalla riva era tutto un inveire contro di loro.
Quella, per alcuni versi, forse più drammatica era quando, pur avendo pescato a sufficienza, invece di dare il pesce a tutte, i marinai prendevano un certo numero di mutuli e dopo averli tagliati a pezzi li lanciavano dalle barche sulla riva, come si fa con l’osso ai cani. Succedeva il finimondo e le donne si buttavano sulla preda per accaparrarsi la loro parte, abbandonando noi bambini ad assistere impotenti a quella lotta selvaggia. Urlavano, si spingevano, litigavano, una scena raccapricciante che noi bambini vivevamo come un incubo, finché tutto si chetava e chi era riuscita a prendere almeno un pezzo di pesce tornava a casa felice, viceversa a chi era andata male, imprecando e maledicendo contro le altre donne e i marinai, tornavano a casa a mani vuote, ma pronte il giorno dopo a ripresentarsi sulla spiaggia, sperando di essere più fortunate.
Dopo tutte le storie divertenti che o raccontato, ho voluto farvi conoscere anche questa, certamente non allegra, ma che vuole essere un ricordo per le nostre madri e a tutti i sacrifici che hanno fatto per farci crescere, lo dico con orgoglio, quello che siamo!

COME MUSICA

A tutti gli innamorati e a quelli che ancora l'amore lo rincorrono (e puru cu sciatuni, oserei dire)

I tuoi grandissimi sogni i miei risvegli lontani
I nostri occhi che diventano mani
La tua pazienza di perla le mie teorie sull’amore
Fatte a pezzi da un profumo buono
Il tuo specchio appannato la mia brutta giornata
La mia parte di letto in questa parte di vita
Il tuo respiro che mi calma se ci appoggi il cuore
La nostra storia che non sa finire
So che è successo già
Che altri già si amarono
Non è una novità
Ma questo nostro amore è
Come musica
Che non potrà finire mai
Che non potrà finire mai
Mai mai
Le nostre false partenze i miei improvvisi stupori
Il tuo “sex & the city” i miei film con gli spari
I nostri segni di aria in questi anni di fuoco
Solo l’amore rimane e tutto il resto è un gioco
I tuoi silenzi che accarezzano le mie distrazioni
Ritrovarti quando ti abbandoni
Il nostro amore immenso che non puoi raccontare
E che da fuori sembrerà normale
So che è successo già
Che altri già si amarono
Non è una novità
Ma questo nostro amore è
Come musica
Che non potrà finire mai
Che non potrà finire mai
Che non potrà finire mai
Siamo stati sulla luna a mezzogiorno
Andata solo andata senza mai un ritorno
E abbiamo fatto piani per un nuovo mondo
Ci siamo attraversati fino nel profondo
Me c’è ancora qualcosa che non so di te
Al centro del tuo cuore
Che c’è?
So che è successo già
Che altri già si amarono
Non è una novità
Ma questo nostro amore è
Come musica
Che non potrà finire mai

Jovanotti

Per ricordarci di lei

Dopo aver letto il post di Arcade “Me la dai una sigaretta?” dedicato a Luisa, mi sono ricordato di lei, di quando adolescente si muoveva con leggerezza, come una farfalla, e da come arrossiva ogni volta che incrociava lo sguardo di qualcuno di noi ragazzi. Era esile, con i capelli corti, non bella, ma carina, un tipino come si direbbe oggi. Quando ormai a Milano seppi che la pazzia si era impadronita di lei, non volevo crederci e quando la rividi per la prima volta, malata e in preda alla demenza, stentai a credere che la ragazza di prima, quella che avevo lasciato andando via dal paese, fosse la stessa. Ho sempre avuto rispetto per lei e ogni volta che la incontravo, mi rifiutavo di vederla com’era, ma tornavo col pensiero alla ragazzina timida che arrossiva e abbassava lo sguardo ogni volta che la guardavi. Alla ragazzina carina al quale il destino ha riservato una sorte crudele.
Questa foto non gli rende giustizia, ma serve almeno a ricordarci di lei!
Ironia della sorte Luisa si trova vicino al bidone dell'immondizia, forse nonostante la sua pazzia, sapeva che sarebbe stata trattata come spazzatura!

mercoledì 29 ottobre 2008

GELMINI, FASCISTI E COMUNISTI

è una vergogna quello che è successo oggi a piazza navona.
si è strumentalizzato tutto.
studenti? no ignoranti, che si sono comportati da incivili, nn devono avere un briciolo di solidarietà.
il blocco studentesco, forza nuova, esponenti (sinistra e destra) armati in maniera quasi militare, ma fanno protesta o fanno la guerra??
siamo in democrazia e va bene, ma questo nn significa ammazzare la gente.
sn indignata, senza parole.
x nn parlare della polizia, dov era??
xchè nn hanno sequestrato il camion che entrato a piazza navona, invece di fare le multe x il semaforo rosso.
la mia opinione è che del decreto gelmini, la maggior parte delle persone che protestano, nn sanno neanche cosa regola. nn è cm il '68... quella è tutta un altra storia.
il movimento studentesco lo posso appoggiare fino ad un certo punto, e la Gelmini è stata pure un po arrogante xchè nn ha voluto un dialogo, il decreto è ormai legge, ma di fronte a certe immagini nn si puo più pensare chi ha torto o chi ha ragione.
nn interessa a nessuno entrare nella logica di ogni movimento politico.
dalla qualità del sistema, dipende la qualità del nostro futuro.
intanto nell'università regnano i baroni.!!

la zoccola

era una di quelle calde domeniche d'agosto, file di macchine a destra ed a sinistra della piazza, doppia coda al centro ed era un consueto copione che arrivassero in paese quelle famiglie patriarcali di 15\20 persone, quelle che occupavano 16 mq di spiaggia unendo 7 ombrelloni e che, puntuali, a mezzogiorno e trenta apparecchiavano una vera e propria tavola tirando fuori bauli di roba da mangiare. La 2^ spiaggia gremita come sempre, il molo affollatissimo, il lido idem, insomma: tutti a mare a rilassarsi con l'afa che intorpidiva le membra. Giunto quasi il calar del sole, una famiglia che aveva preso possesso di quasi mezza 3^ spiaggia, incomincia a fare i bagagli per il viaggio di ritorno. Si scorge il capofamiglia indaffarato a non dimenticar niente: "allora: tavaglia, telo mare, sedia sdraio, chiavi della macchina, magliette dei bambini, portafoglio, insomma: c'è tutto. Ahhhhhhh, quasi quasi mi dimenticavo: gli zoccoli. Qua ci son quelli miei, eccoli là quelli dei ragazzi, ed infine qui ci sono quelli di mia moglie. Un momento: qui c'è la destra, e la sinistra??? Dov'è la sinistra??? Porca miseria: non li trovo" ed incomincia a sudare rovistando qua e la freneticamente. Nel frattempo, in tutto il circondario era sceso quell'attimo di relax dove tutti stanno beatamente in silenzio godendosi appieno il relax prima della movida notturna. Il papà, ormai quasi rassegnato, chiede aiuto al figlio che, incamminatosi verso l'autovettura, era giunto nei pressi del chiosco di P..... e DELICATAMENTE gli si rivolge da 516 metri di distanza: "GIORGIOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO (nome puramente inventato): non è che per caso hai visto LA ZOCCOLA DI TUA MAMMAAAAAAAAAA". Indimenticabile il ragazzino che si abbassa la visiera del cappello e fa finta di non sentire mentre tutta la spieggia scoppia a ridere.

ciao ciao

:)

Allora... forse sono riuscita ad iscrivermi anche io... certo non sono sicura di sove andra' a finire questo post una volta che clicco PUBLISH POST.. Speriamo bene..

Comunque conosco solo pochi di voi tra cui Nino u Ficonsgi ( che sicuro nemmeno si ricorda chi sono al solito suo... troppe ndai NINO!!) e altri che ancora non sono riuscita a capite sotto quale nome si presentano sul Blog (ma comi vi beccu vu ricu ieu!!!!)

Un Salutoa tutti Ragazzi.. a prestissimo! Pensu? si capisciu comi si usa stu cosu!

Me la dai una sigaretta?

"Chi cazzu i malinconia stasira" scrisse il Lungo in un post dove si parlava del mare. Risposi che avrei scritto una canzone per "sbariarmi", funzionò per un poco ma poi, come un contagio che non riesci a circoscrivere, il germe dell'umor nero l'ha avuta vinta e pensieri mesti mi hanno fatto tornare alla mente un'estate a Favazzina. L'estate che L** riempì di una richiesta incessante: "me la dai una sigaretta?"
L**era una ragazza del paese alla quale, chissà da quale onnipotenza sanitaria, era stato applicato il cartello della non conformità e per questo fu strappata alla sua infanzia: rinchiusa, non si sa dove, non si sa perchè. Ma quell'estate L**comparve nel paese, forse un onnipotente più avveduto l'aveva considerata idonea, e si aggregò al gruppo di noi giovani bramosa di rapporti umani veri, liberi da qualsiasi coercizione. Vestiva solo jeans blu e quasi sempre una maglietta rossa le copriva il torso reso obeso da chissà quali e quanti intrugli chimici. Non era bella ma i suoi occhi arrossati e lacrimosi a volte si illuminavano ed erano occhi dolci. Fumava tantissimo e, poichè le sigarette le venivano razionate, era sempre in cerca: "me la dai una sigaretta?". Quante volte in un giorno, tutti i giorni a tentare di resistere a questa sorta di richiesta compulsiva e non sapevi se dovevi accondiscendere per farla contenta o rifiutare per non farle altro male. Ma stava meglio, ogni giorno di più; era evidente che frequentare ragazzi come lei le faceva bene, forse cominciava a sentirsi quella che era sempre stata: una persona come tutte le altre, normale secondo la definizione più stupida che c'è. Una ragazza di Milano D**diventò la sua amica più cara e le insegnò ad aver cura del proprio corpo. Non fu una sorpresa quella sera che D**la portò al falò che avevamo preparato sulla spiaggia, non fu una sorpresa vederla con gli occhi contornati dalla matita e un velo di rossetto rosso sulle labbra. Era carina. E quando più tardi si cominciò a ballare X ,con una delicatezza che non ho più visto in un uomo, le si avvicinò e disse "L**posso ballare con te?" L**ballò felice forse come non lo era stata mai. Mi sarebbe piaciuto concludere qui questa storia ma finita l'estate poi passa un anno e l'anno dopo L**non c'era. Non l'ho rivista più. Ho chiesto e ancora a volte chiedo ma, non so per quale silenzio protettivo o omertoso, non si sa quasi nulla di lei, solo quell'orribile parola: rinchiusa.

Presentazioni


Come promesso precedentemente, eccomi...
Lo faccio con l'unica foto presente nel PC...
Ha valore perchè è con mio figlio Devin, Lui più di me "favazzinoto", in quanto da 16 anni è a Favazzina ogni anno per almeno tre mesi...
Ogni promessa è debito!

DAI ... STACCA UN ATTIMO LA SPINA E ...RIDI

Si dice in giro che chi ha gli occhi azzurri è perchè ha la testa piena d'acqua............
Pensa a chi li ha marroni...
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Lui: 'Amore, ho una barzelletta che ti farà cadere le tette dal ridere...'
Poi la guarda nuda e dice: 'No...forse te l'ho già raccontata...
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Se ti capita di andare in giro per la città in bici e ti accorgi di sentirti felice e appagato, guarda bene.. forse hai dimenticato il sellino...
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Una ragazza va da un prete per parlargli: 'Padre, io ho comprato due pappagalline. Volevo insegnargli a parlare, ma loro dicono solo una frase!'.
'E cosa dicono? ' 'Ciao, siamo due prostitute! Vuoi divertirti Un po'?'.
'Accidenti... Che scandalo! Fai cosi: 'Io ho due pappagalli maschi a cui ho insegnato invece a pregare e leggere la bibbia! Li mettiamo vicini cosi i miei lo insegneranno alle tue!'.
'Oh grazie, grazie infinite!'.
La ragazza porta le pappagalle, le mette vicino a quelli del prete che stavano Dicendo il rosario. Le due iniziano: 'Ciao, siamo due prostitute!Volete divertirvi un po'?'.
E un pappagallo all'altro: 'Metti via la bibbia Frank! Le nostre preghiere sono state esaudite!'
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Hai sentito? Il nostro capo è morto.
- Si.
- E' tutto il tempo che mi sto chiedendo chi sia morto con lui.
- Come sarebbe ... 'con lui'?
- Ma sì, ho visto che c'era scritto:'...con lui muore uno dei nostri più instancabili lavoratori..'
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Un impresario a un altro:
- Come mai i tuoi impiegati arrivano sempre così puntuali?
- Facile, 30 impiegati e solo 20 posti auto
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- Noi cerchiamo un uomo che non ha paura di nessun lavoro e che non si dà mai malato...
- Bene, mi assuma, che vi aiuto a cercarlo
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- Rossi, lo so che il suo stipendio non è sufficiente per potersi sposare, ma un giorno me ne sarà riconoscente.
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- Capo, posso uscire due ore prima oggi? Mia moglie vuole andare per negozi con me'
- Non se ne parla nemmeno!
- Grazie capo, lo sapevo che non mi avrebbe lasciato nei casini........
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Un bagnino sulla spiaggia sta mangiando un super panino. Arriva un bambino albanese e gli dice:
'sono 3 giorni che non mangio'
E lui:'Bene, puoi far il bagno!'
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Guerra epica tra greci e siculi. Il capo dei greci esorta i suoi:'Avanti figli di Troia!!'
E il capo dei siculi risponde:'Amuninni figghi i bottana!'
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Un bambino chiede alla zia:'Zia, zia, perché non hai bambini?'
E lei:'Perché la cicogna non me li ha portati'
'Cambiare uccello no?'
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"Dottoressa, ho un erezione continua, giorno e notte, 24 ore al giorno,mi può dare qualcosa?" - "Vitto, alloggio e 1000 Euro al mese, di più non posso!"

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Sulla spiaggia un ragazzo dice ad una ragazza: "Perchè non fai il bagno?"
La ragazza: "Ho le mie cose!" E lui risponde: "Vai, te le guardo io!"

U GIOMPU NELL’ATMOSPERIO

Questa è di Tacito (alias R. u mericu, alias 2 me patri) dedicata a tutti voi. Penna e ricordo sono i suoi, di mio c’è solo il PC.

Na sira d’inverno (gennaio anni ’60) pinsaia mi vaiu a Favazzina, cu l’ultimu trenu, mi trovu a me zita.
Arrivato a destinazione, mi guardo attorno e sul marciapiede, sceso da un altro vagone, viru nu cristianu, nella penombra, che avanza lentamente e claudicante.

Era ‘U Mericanu’ Don Rocco. Nci rissi: ‘vi sintiti mali?’

E lui: ‘altro che mali, mi stavunu mazzandu. Oggi iaia a Riggiu mi mi viru nu film.
I giuvinotti i Favazzina quando gghiocunu i film ru Tex (western) mu rinnu, a mia mi piaciunu e vaiu e mi viru.’
A Riggiu, oggi, mentre attraversavo u corsu, non viniva nuddu, sento nu rumuru di freni, ca cura i l’occhiu vitti na machina che veniva cuntra.
Sparaia nu GIOMPU NELL’ATMOSPERIO e mi curcaia supra u motoru.
Mi carriau pi trenta metri, pariva che non si fermava mai.
Trimava comu na foggia, aviva palpitazioni i cori, surava friddu.
Ra machina nisciu nu giuvinotto, era chiù mortu i mia.
‘VATINDI, nci rissi, NON TI VOGGHIU MANCU ACCANUSCIRI, FACIMU FINTA CHE NISCIA OGGI’.
Trasia nto bar, u barista che mi canusciva mi vitti che eru tuttu alteratu.
Nci cuntaia u fattu e mi spiegau che ogni anno cambiavano il senso unico nel corso, per cui io guardavo nella direzione sbagliata durante il mio attraversamento.
Detto ciò mi invitò a prendere un whisky e ieu nci rispundia: DOBBLE WISKI!!

Il racconto dello GIOMPO NELL’ATMOSPERIO divenne il best seller di quell’anno.

Ps. Ziu viri che a scommessa a vincia, granita del mago sta stati.

Vecchie foto "a spiaggia com'era"

La prima foto più che ilarità o nostalgia, fa venire solo rabbia nel vedere la spiaggia che avevamo!
La seconda e la terza foto mostrano la spiaggia com’era allora nella sua interezza. Se allargate l'immagine della seconda noterete che non c'era ancora la Snam, in compenso c'erano tutti i giardini!
La quarta è un omaggio a Boa e a Barbara bambine.
La quinta foto è scattata alla Sena. Noterete tra gli altri una Koky tenerissima.
La sesta credo faccia piacere, soprattutto a Nino Ficonsgi, rivedere una sua cara amica, così come l’aveva conosciuta











martedì 28 ottobre 2008

Ciao ragazzi..

Ciao ragazzi sono finalmente tornata dopo tanti mesi di assenza (anche dall'italia) e vedo che questo blog è diventato affollatissimo, complimenti! purtroppo non conosco quasi nessuno degli iscritti ( il ficonsgi, viste le foto, me lo ricordo eccome) ed ho anche problemi con internet. Spero di poter contribuire anche io al blog e, magari, di tornare qualche volta a favazzina.

PER IL NEGRETTO




Cugi, sei in pieno stile Hawaii!!!!!!

I veri ficonsgi!


Compare nino ficonsgi non ti ncazzari ma di fronte all'evidenza non si può negare sempre...guarda che serie di veri masculi favazzinoti (ca scorcia o senza scorcia?io dico di si!)!!!da sinistra a destra il grande(in ogni senso)POPI, il NEGRETTO,U MISTER,U FERROVIERI(desaparecidos ormai) e il mitico PACCIU...penso che sull'isola dei famosi spaccavumu...u ferrovieri piscava,popi cucinava,u pacciu parecchiava,u negrettu sporzionava e u mister lavava i piatti!!!a numero 1...
Siamo noi ....siamo noi..... i ficonsgi dello stretto siamo noi....siamo noi siamo noi i ficonsgi dello stretto siamo noiiiiiiii.....a facci i cu non voli!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

PS:ficonsgi mi vuoi sempre bene?

A scanso di equivoci

Ho passato i migliori anni della mia vita a Reggio, frequentando le scuole superiori, con tutti i miei compagni e compagne che, a distanza di anni, frequento ancora (facciamo una cena d'estate
Puntualmente appena mi vedono, prima ancora di salutarmi, attaccano la canzone - Favazzina quattru casi e na cantina - edi io per difendermi li chiamo
- sciacquatrippa - con grandi abbracci, scherzi e burdellu, come fossimo ragazzini.
Con alcuni di loro m'incontro anche a Milano, dove la vita ci ha portati, ed abbiamo creato una comunità molto unità, solidale, fraterna.
Sono meridionale e meridionalista e orgoglioso di esserlo, amo Corrado Alvaro,
disprezzo i luoghi comuni, facili a Milano, contro la nostra gente, la nostra cultura, il nostro modo di essere, specialmente di Reggio e provincia.
Di Reggio ho ricordi bellissimi, i profumi della tostatuta del caffè a Reggio Lido, il chiosco di Cesare, i primi amori alla Villa Comunale, i primi bagni, marinando la scuola, al Lido deserto, con l'acqua ghiacciata.
Come si può pensare, anche lontanamente, che io disprezzi Reggio e i reggini, mi fa incazzare solo l'idea.
Detto questo, riconosco di avere un carattere burbero e scostante, dovuto all'età che incombe, e anche alle mille battaglie combattute, attraverso il sindacato, sempre a difesa dei più deboli, dei diversi, delle minoranze.
Sugnu puru na testa i cazzu, perchè non voglio capire che in fondo siete dei ragazzi che potreste anche fottervene del mio modo di concepire la vita, anche se, credetemi, potrebbe anche essere interessante.
Onde, per cui, poscia (Arcade continuerebbe: isa la coscia e piscia) sperando sia stato valido il mio chiarimento, Luna, se vuoi, amici come prima, anzi più di prima.

U Longu e i cippi

Comu a maggioranza i vui sannu, na vota, a Vigilia i Natali, si dumaumu i cippi nta chiazza (Malumbra l’imu a ripristinari sta tradizioni) e tutti nui a sira, a partiri ri primi i dicembri, iamu nta l’orti mi pigghiamu. U puntu i ritrou era nta chiazza e quandu tutti ndi cugghiumu, partiumu o pa Sena oppuru pa Favareca. L’urtumu chi rivava era sempri u Longu e quandu u viriumu spuntari pacificu, ca so flemma, i dumandi erunu sempri i stessi
«Ma si sempri l’urtumu!»,
«Ma aundi minchia eri?»,
«Chi cazzu stavi facendu?».
U Longu non si scumpuniva e cu sorriseddu enigmaticu ndi rispundiva
«Cu va chianu va sanu e va luntanu!»,
«A iatta presciarola fici i iattareddi orbi»,
«Cu si vardau si sarbau!» chi era poi u so proverbiu preferitu.
A diri a verità u Longu, a parti a compagnia, non è chi era indispinsabili chiù i tantu, pirchì cu iddu, nuddu si vuliva mbuttari i cippi (i purtaumu a dui a dui), non pirchì non c’a faciva, anzi, ma essendu chiù iuato i tutti, sbilanciava u pisu tuttu i na parti (nci vuliva Galanti) e chiddu chiù curtu si rumpiva u culu ra fatica. Pirciò o ndi iutava mi ndi mbuttamu i cippi supra e spaddi o purtava, quandu nc’eruno, chiddi chiù picciriddi, da sulu. Quando ruaumu nta l’orto, circaumu mi facimu chiù in fretta possibili, pirchì non tutti i cuntadini vulivunu mi nci pigghiamu i cippi, e poi tra nui nc’erunu chiddi chi non vardaunu nenti e nci panticaunu i surchi e tutta a chinatimi o nci futtiunu rangi e mandarini, facenduli ncazzari ancora chiù ssai. Tutti i voti quandu aiumu finutu e erumu pronti mi turnamu nta chiazza, nd’accurgiumu chi mancava sempri u Longu.
«Aundi cazzu è?»,
«Chi fini fici?»,
«Possibili chi manca sempri iddu?».
Aundi era u Longu? Nguattatu sutta na mandalinara (era l’arburu chi priferiva) a fari i so bisogni.
Iti a sapiri chi u Longu era stiticu (giustamenti vi dumandati e tu comu u sai? Cu non caca in cumpagnia….) e ndi faciva sulu unu longu, longu, ma no faciva drittu o nturcigghiatu, ma cu nu muvimentu prima arretu e poi i latu ru bacinu, a desra pi l’esattezza, disignava na “L” quasi perfetta, a so iniziali, propriu comu faciva Zorru, sulu cu Longu inveci ra spada usava natra cosa. Quandu finiva i fari u so capulavuru, finalmenti ruava (pinsati se l’iniziali ru so soprannomi cuninciava ca “B”). Ncazzati pu tempu chi nd’iva fattu perdiri mu spittaumu, nci spiaumu
«Aundi ti vi cacciatu?»,
«Chi stavi cumbinandu?».
Ndi rispundiva in italianu cu du surriseddu nta faccia comu a vulirti pigghiari pu culu «Gli ho lasciato un ricordino».
«A cumbighiasti almenu? Se no quandu a viri u cuntadinu pensa chi nci futtimmu i mandarini e s’incazza!»
e ca viniva fora u srafottismu ru Longu «E cu s’ndi futti! Pi mia poti pinsari chiddu chi cazzu voli!».
E scutendu a testa, chi cippi supra e spaddi, turnaumu nta chiazza, pronti a sira ropu mi turmamu natra vota mi pigghiamu, pirchì pi nui era chidda a cosa chiù importanti, cugghiri i cippi e tiniri viva a tradizioni ri nosri patri e, ancora prima i iddi, ri nosri nonni .

DON' T WORRY, BE HAPPY

"Ama il prossimo tuo come te stesso".
"Il prossimo tuo" : Quale amore dunque? Tutti: l'amore materno, sessuale, paterno, filiale, fraterno, amicale e poi l'amore per il sacro - dentro e fuori di noi, per la bellezza, per la madre terra, per la pace, per la giustizia, per la libertà dei popoli...
"Come te stesso": Conosci te stesso? la tua identità , la tua coscienza , la tua bellezza, la tua debolezza, le tue ricchezze, la tua povertà, i tuoi slanci, i tuoi bisogni, le tue ansie, le tue paure, i tuoi difetti, le tue inadeguatezze ,...? Conosci ciò che vuoi sia amato da altri ?
Con questo voglio dire, che nn tutti la pensiamo allo stesso modo, (meno male), e che il Blog è bello perchè vario!
nei limiti del rispetto verso gli altri.
è difficile osservare questo comandamento, ma cerco di tenerlo sempre presente.
Ieri sera, la mia impulsività mi ha portato a chiedere un chiarimento, che nn ho avuto.
u longu è una persona + grande di me, e merita tutta la mia stima.
x le sue storie, i suoi racconti, le poesie e tutto il resto.
forse nn mi ha capito, o meglio nn mi sn spiegata.
Tengo tantissimo a questo blog e a tutti i miei amici favazzinoti.
penso che questa sia anche una bellissima esperienza di crescita e di maturità,
perchè è importante sapersi relazionare cn gli altri.
Nn sn il tipo di persona che si tira indietro, anzi prendo atto di tutto e vado avanti, anche se il post di belloepossibile mi ha spronato a scrivere, come la telefonata di nino e msn del negretto.
p.s. scibbalocchiu cn te farò i conti un giorno:):)
un bacio
LUNA PIENA

Scusaci...

Dedicato a Luna (su incarico ru Longu)


Scusaci
Se ieri U Longu è stato poco sensibile
e ha avuto proprio forza per resistere
Scusaci Ma la voglia di scrivere del suo passato era incontrollabile
Spiegarti tutto in quel momento era impossibile
Era inutile
Scusaci,
Se abbiam preferito scriverlo, che dirtelo,
ma non è facile dirti che sei diventata il cuore del nostro blog, momento, perché...
perché sei fragile
Scusaci
Se non stiam facendo altro che confonderti Ma vorremmo far di tutto per non perderti Vogliamo viverti Parlaci Ma ti prego di qualcosa, Luna, oppure scrivici Abbiam paura del silenzio e dei tuoi brividi
E dei nostri limiti
Scusaci,
Se abbiam preferito scriverlo, che dirtelo, ma non è facile dirti che sei diventata il senso del nostro blog, momento, perché... perché sei fragile e come noi sai piangere
Scusaci,
Se abbiam preferito scriverlo, che dirtelo, ma non è facile dirti che sei diventata il senso del nostro blog, momento, perché... perché sei fragile e come noi sai piangere



Quello Che Non Ti Ho Detto – Modà – riveduta e corretta

Stasera per cena : ventricelli

Cena per Luna.... Prima sciacquo, poi cucino...

E' NOTTE ALTA E SONO SVEGLIA....

DEDICATO A MALUMBRA E NINO OCO....


DA PREMETTERE CHE MI HA FERMATA LUI!!!
CHIEDENDOMI...SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA?
COSI MI SONO CHIESTA...
MA E NATO PRIMA L'OCO O IL CANARINO???
LA RISPOSTA NON LA SO'...MA CU STA BOTTA NON RUMPITI CHIU I PALLI!!!

lunedì 27 ottobre 2008

Favazzina, terra di mare e di montagna



La scorsa settimana abbiamo fatto un'escursione a Vizzari (per chi non conoscesse il luogo si tratta di un piano situato sulla montagna che sovrasta favazzina, lo si può raggiungere anche a piedi percorrendo un pezzo di strada che porta alle cascate) è proprio li chi nci rumpimmu u culu e fungi! anche due anni fa inchimmu i panara, e non avevamo più spazio
dove metterli. La cosa più bella di Favazzina è il contatto con la natura, dal mare alla montagna è davvero una passeggiata.
Longu inveci mi fai polemica vardati sti fungi chi pigghiammu cu Nappa e fatti l'occhi!








georgie ma hai visto chi c'era pure? lo scazzupulo..

LOVE AND PEACE





DEDICATO A TUTTI MA IN PARTICOLARE "O LONGU E A LUNA PIENA"...
RAGAZZI NON LITIGATE...PUNTI DI VISTA DIVERSI HANNO ROVINATO IL MONDO CAZZAROLA!!!
IL BLOG NON DISCRIMINA NESSUNO DEVE ESSERE UN ANGOLO DI PACE E NON UN TERRITIRIO DI GUERRA E ANCHE SE' NON TUTTI CONDIVIDIAMO GLI STESSI PERIODI E LE STESSE IDEE
CERCHIAMO DI UNIRCI PER RIDARE ANCHE IN MANIERA VIRTUALE UNA VITA NUOVA A QUESTO SPLENDIDO E PICCOLO PAESE CHE TUTTI AMIAMO...
NON LAVO LA FACCIA A NESSUNO...MA CERCHIAMO DI NON USCIRE DALLO SCOPO DEL BLOG...
VI VOGLIO BENE...
E NA BOTTA A STU VIDEO RATANCILLA MAGARI UNA PICCOLA RIFLESSIONE VIENE FUORI....UN BACIO DA OLIVIA....
FIGGHIOLI MU TRUVATI A NU CAZZU I BRACCIU DI FERRU???
LOVE..LOVE..LOVE

Ma finitila

Ragazziiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii........
Grecuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuu.....
Ma come ca........o ci siamo conbinati????????
I POLEMICHI I POZZU FARI SULU IEU !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Mi stanno rubando la scena!!!! grecu non accatto un affronto delgenere.....
intervieni perfavore e avvisali chi nto blog i polemichi llè fari sulu ieu!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Apparti i scherzi.... simbrati ttacccati tutti chi spinguli..... finitila e faciti i seri !!!!
* Longu... sono contento che tu ti sia legato tanto al blogg!ma non tutti hanno a scorcia rura comi a nui !!!...tanti sono suscettibili e se la prendono facilmente...! premesso che per me non sei stato offensivo dato che in un secondo tempo t sei spiegato!ma il blogg è pure questo!!possono capitare fraintendimenti....

*Luna... lo sai... non ho niente contro di te,ti rispetto e tvb,ma se non ricordo male in un post o in un commento hai detto di sentirti Favazzinota.... facciamo finta chi u longu vuliva offendiri veramenti a carchirunu????!!! si ti senti Favazzinota chi ta pigghi affari????...cmq u longu aveva dato spiegazione in un commento successivo.... diciamo che non te ne sei accorta... percio possiamo confermare che è tornato tutto appposto?????????????

*negrettu.... continua chi sondaggi.... non si purtatu pa polemica!!!!
I polemichi rassancilli fari a cui i sapi fari....


PS: RIPETU I POLEMICHI I POZZU FARI SULU IEU!!!!!!!!
NON MI RUBBATI A SCENA PIRCHI SE NNO SUU GUAI !!!!!!!!




Longu, peccato che non abbia trovato quella in cui sei in arrampicata libera. Parevi a Manolo (buonanima). Fu, per me, una giornata bellissima. Piangevo come una fonte perchè mia mamma non voleva farmi fare il bagno (ma sì può portare una figghiola alle cascate e non farle fare il bagno? Cose di pacci) e u Longu mi suggerì giustamente di fingere una caduta. Peccato non possa farlo con i miei figli.

Misterioso personaggio sotto le cascate.

Lo chiamavano Giraffa..


Ragazzi dovete sapere (per chi non lo sapesse) che il vero soprannome del nostro Galanti è GIRAFFA.
Adesso la domanda nasce spontanea: chi è più alto (anzi, cu è chiù trussu) U longu o Giraffa?
E se nascesse un altro vatusso a favazzina come lo battezzerebbero?

Salutamu all'Omini....


Il Grande Rocco con l'altrettanto Grande Totò.
Fanno tenerezza...

Vecchie foto "la mareggiata del secolo"

La notte del 31 dicembre del 1980 (Galanti correggimi se la data non è esatta), la notte di Capodanno si è scatenato sul nostro litorale la più forte mareggiata a memoria d’uomo. La più forte che i vecchi di allora ricordavano. A Scilla aveva distrutto il porto e scoperchiato parecchie case alla Chianalea, costringendo la gente a dormire in municipio. A Bagnara si era potato via il tratto di via marina che collegava a Marinedda al resto della città, isolando il quartiere. A Favazzina non era stata di meno, abbattendo buona parte della caserma e diversi muri di cinta a protezione degli orti e allagando parecchie case, come potete vedere dalle foto. La salsedine che si sollevava dai marosi, spinta dal vento, veniva su a folate e avvolgeva il paese come se vi fosse la nebbia. Anche la linea ferrovia era stata interrotta e per diversi giorni i treni non erano transitati creando ulteriori difficoltà. Chi come me quella notte è stato testimone di quella spaventosa mareggiata, può aggiungere ulteriori particolari a quanto io ho già detto. Posso ancora dire che un mare così io non l’avevo mai visto, qualcosa di veramente incredibile, da rabbrividire al solo pensarci.

Nella prima foto potete vedere il campo da tennis qualche giorno prima della mareggiata.
Nella seconda foto sempre il campo da tennis il giorno dopo la mareggiata. Noterete il Longo appoggiato al palo.
La terza foto la definirei storica, poiché a parte quello che il mare aveva combinato, si vede la mitica “Casa bianca” com’era allora e, seppur non chiaramente, l’americano sull’uscio di casa aiutare mio zio Peppino G., quello che aveva la bottega in piazza, a salire sul marciapiede.
Nella quarta foto fa impressione l’enorme struttura di legno che la gente che vedete e che sicuramente riconoscete, tenta di spostare per liberare la strada, struttura che si trovava nel cantiere a casa di Nino, dove suo nonno e suo padre costruivano le barche, portato fin la dalla forza del mare come fosse un fuscello. In alto a sinistra si riconosce L…. altro personaggio mitico di Favazzina.





















Nonostante, talvolta porti morte e distruzione, come si fa a non amare il mare? Come appunto dice Baudelaire in questa che, secondo me, è una delle sue più belle poesie.

L’uomo e il mare

Da uomo libero, tu amerai sempre il mare!
E’ il tuo specchio il mare! Tu contempli l’anima
nell’infinito svolgersi dell’onda
e non è meno amaro l’abisso del tuo spirito.

Quanto godi a tuffarti in seno alla tua immagine!
Come l’abbracci con gli occhi e con le braccia!
Il cuore si distrae a volte dal suo battito stesso
al fragore di quel lamento indomito e selvaggio.

Siete tutti e due discreti e tenebrosi:
nessuno sondò il fondo del tuo abisso di uomo,
nessuno conosce l’intima ricchezza tua di mare;
che gelosi vi tenete dentro ogni segreto!

E pure sono infiniti i secoli
che vi fate guerra senza rimorso né pietà,
tanto amate strage e morte,
lottatori eterni, implacabili fratelli!

domenica 26 ottobre 2008

Chi l'ha visto?


A grande richiesta : PELEEEEEEEEE'

DIESEMA

Questa è per voi, carissimi amici miei. Nel ricordo dei tanti momenti allegri vissuti insieme e per avermi sempre accolta nel vostro gruppo.

Eccoli arrivati.
Questi tre sono
artisti nati.

Ora il primo
lento avanza.
E' filosofo,scrive e canta.
Dalla verde Umbria natìa
fiero e altero
Ecco il Greco
amico vero.

Vi presento poi
il secondo.
Con una nota ed un pennello
rende tutto un po' più bello.
E' pittore, è musicista
E' Malumbra il
grande artista.

Ecco, infine, è
lui il mastino
e da sempre è
canterino.
Suona e canta
canta e suona
per far breccia su chi è bona.
Sbibbalocchio
non cambiare
che sei tu
il più bravo a
cantare.

IL QUINTO SONDAGGIO

Buongiorno a tutti cari amici.Dopo un pò di tempo di assenza per problemi tecnici mi rifaccio vivo...il negretto è sempre presente in un modo o nell'altro.Rileggendo gli ultimi(ma neanche tanto ultimi) post ho notato una cosa che andrebbe approfondita secondo me e che probabilmente è l'oggetto del commento di quell'anonimo che il grecu ha censurato ultimamente...penso di aver capito di chi si tratti ma visto che non vuole rivelarsi(se vorrà lo farà lui) non lo farò io ma prendo spunto da lui per lanciare il quinto sondaggio che a differenza degli altri è legato proprio alla vita del blog:

Ma comu mai,a parte i soliti 5-6 blogger, ormai non scrive più nessuno o quasi su questo blog?nè post nè tantomeno commenti?Ormai i post e i commenti sono diventati dei veri e propri dialoghi fra poche persone!Illuminatemi al riguardo...

P.S. Spero siano proprio coloro che non stanno scrivendo ad essere i primi a rispondere!!!

sabato 25 ottobre 2008

Una dedica particolare





















IL TRAMONTO DELLA VITA

E' sera
il sole tramonta
rosso come il fuoco
e la campagna
si vela di tristezza.
Nel crepuscolo,
un vecchio cammina
tenendo per mano
un bambino.
Ha l'incedere lento
di chi sente
l'incalzare del tempo.
Negli occhi,
il bisogno e la voglia
di correre.
Stringe forte
la piccola mano
e un groppo
gli viene alla gola.
Se n'è andato
ad ottobre mio padre,
se n'è andato,
l'uomo che più
mi stava a cuore.

Nino Ficonsgi u musicista

Mentri nui faciumu u cuncertu,
Ninu chi mi sona e assai espertu,
si stancau i cumandari
e si vosi mentiri a sunari.
Datu chi sona u clarinettu,
vosi fari nu duettu
e ropu chi pruau cu l’ocarina,
nci piaciu chiù assai a chitarrina.
Si ndi ficiru sunati,
peri, peri, nbernu e stati,
clarinettu e chitarrina
sunaunu ra sira finu a matina.
Finu a quandu bandunatu
ristau u clarinettu senza sciatu
e a chitarrina oramai distrutta,
puru cu na corda rutta.
Ninu Ficonsgi è nu musicista famusu,
chiù i Malumbra, ma puru i Carusu
e se u vuliti sintiri sunari,
e so cuncerti viti a fari nvitari.
E se nc’arcuna non è cuntenta pi comu sona,
nci mintimu nui na bona parola,
Arcade, Spusidda e me cuginu u Longu
chi sapimu ancora comu si sona u bongu.

Una canzone per il Concerto Grosso

Avisti na pinzata randi e bella
Spusidda chi chiamasti i cari amici
ma ora a cu è presenti chi nci rici
iamanindi chi ballamu a tarantella?

Cà ci voli na canzuni pu concertu
fatta apposta pì sta bella cumpagnia
ieu nci provu ma non sugnu tantu spertu
e se non veni cercu aiutu u primu a tia.

Produttori esti u Grecu non ci chiovi
Malumbra scrivi a musica e nda sona
u Bambinu faci u rap e non si smovi
Scibbalocchiu è u cantanti chi non stona

Nu coru femminili cumandatu da Ninuzzu
Olivia bbara e masculi nta scena
nu parcu biancu e blu i carcestruzzu
e na sirata cadda i luna piena.

UNU, DUI, UNU, DUI, TRI...VAI

U Bambinu : Chistu è u rap/ ru blog i favazzina/cà si scrivi/cà si parra/cà si canta na canzuna
Chistu è u rap/ ri fimmini ru blog/simu belli simu tanti/ maronni ammenzu e santi
Coro femminile : BLOG/nui simu i fimmini ru blog/BLOG/ nui simu i fimmini ru blog/BLOG
Scibbalocchiu: E dentro la notte cercare/parole per farti sognare/
gridare agli assenti/il fiato tra i denti/
nui simu cà/ vui siti dda/e nui ristamu cà

U Bambinu : Chistu è u rap/ ru blog i Favazzina/cà si scrivi/cà si parra/cà si canta na canzuna
Chistu è u rap/ ri masculi ru blog/simu belli simu tanti/nniricati ammenzu e santi
Coro maschile : BLOG/nui simu i masculi ru blog/BLOG/nui simu i masculi ru blog/BLOG
Scibbalocchiu: E dentro la notte pensare/ai sogni per farti parlare/
gridare agli assenti/il fiato tra i denti
nui simu cà/vui siti dda/e nui ristamu cà

U Bambinu : Chistu è u rap ru blog i Favazzina/cà si scrivi/cà si parra/cà si canta na canzuna
Chistu è u rap i tuttu Favazzina/simu belli simu tanti/ambosessi praticanti
i 2 cori assieme: BLOG/nui simu anita nta stu blog/BLOG/nui simu anita nta stu blog/BLOG
Scibbalocchiu: E dentro la notte urlare e gridare agli assenti/il fiato tra i denti
NUI SIMU CA'/VUI SITI DDA/E NUI RISTAMU CA'

Tutti insieme : NUI SIMU CA'/VUI SITI DDA/E NUI RISTAMU CA'
NUI SIMU CA'/VUI SITI DDA/E NUI RISTAMU CA'
NUI SIMU CA'....
ripetere, scemando, all'infinito o armenu finu a quandu non ndi rriva
na pagghiolata r'acqua mi ndi faci micciu.

Un po' di Sicilia per i fan di Montalbano




venerdì 24 ottobre 2008

Cu è ddu figghiolu?




















Guardatelo, in versione a colori e in versione bianco e nero. Sguardo penetrante, capelli neri, e splendenti (e ai tempi tanti), lineamenti perfetti, ma soprattutto.... beddu come a u suli!
Cu è ddu figghiolu?

Ciao Roberto u ficonsgi



Arcade,Spusiddha,Longu....vardati chi squadra i pileri...:-)

LA BANDA

Ogni annu, quandu c'era a festa ru paisi, a Santa Cruci, viniva a banda i Scilla, composta da una ventina di elementi, tutti fiati, tranne la grancassa, u tamburu, i piatti, ed il triangolo, chi non sunava mai.
Stranamente puru chiddu chi sunava i piatti era fornito di spartito, nu pezzu i carta tuttu 'mpaddatu, che ogni tanto consultava.
Incuriosito, una volta, mi sono avvicinato per vedere cosa c'era scritto.
C'era scritto semplicemente - "ora mina" - e sotto - "ora sta fermu" -
La grancassa era gigantesca e, non so per quale nemesi, era trasportata sulla schiena da un omino piccolo, che sbandava ad ogni colpo che il suonatore, richiamato dalla musica, era costretto a vibrare.
La divisa era bellissima, di colore neutro, dato i lavaggi negli anni, che erano responsabili, secondo me, anche del restringimento dei pantaloni, che arrivavano tutti alla caviglia alta, mentre per le giacche tutto dipendeva dal suonatore precedente, quindi immense tipo cappotto o striminzite da impedire il respiro, e capirete per uno che deve usare il fiato per suonare.
Il programma
La mattina presto, all'alba, la banda si recava di fronte alla casa dell'autorità politica del momento (statista chi Churcill c'ha putiva sucari) e lo svegliava con inni e marcette varie, con grande gioia, immagino, del vicinato.
Poi faceva, suonando, il giro del paese, con tutti i cani e bambini dietro (io non mancavo mai) e ogni tanto si fermava a bere in qualche fontana, familiarizzando con quelli del paese, che offrivano vino e frutta in abbondanza.
Poi seguiva la processione eseguendo inni sacri, molto sfiatati in salita (specialmente il clarinetto) molto meglio in discesa, solo il suonatore della grancassa era costretto ad inseguire il portatore che trascinato dal peso, correva in avanti.
La sera, dopo cena, il clou, il concerto finale
Tutto il paese si radunava in piazza, ognunu si purtava a seggia ra casa, e dopo il riscaldamento degli strumenti (strombazzate, pernacchie, sputazzate) incominciava il concerto.
Sul palco Rossini e Verdi andavano per la maggiore, il capobanda era in estasi mistica e musicale, sudava, richiamava, si alzava sulla punte dei piedi per poi ricadere sulle note della Gazza Ladra, del Nabucco, del Gugliemo Tell
Noi bambini, dietro il palco, giocavamo a fare canestro con i ciceri dentro la bocca del trombone, il cui suonatore, nella pause musicali, ci diceva - Eh figghi di buttani -
Voglio dirvi una cosa, a parte tutto, erano veramente bravi

Dedicato ai bastardi dentro chiddu cu pilu

Leggendo il commento ru Longu sul post di Georgie “Fratello mare” dove si autodefinisce cinico, materialista, rude e pure scostumato, esagerando ovviamente (u canusciu bonu o Longu), mi viene da fare una considerazione.
Sono fondamentalmente un buono, uno che si emoziona davanti ad uno splendido tramonto, ad un’alba radiosa, davanti allo spettacolo della natura tutta. Uno che, non mi vergogno a dirlo, si commuove davanti ad un film. Sono uno che aiuta i vecchietti ad attraversare la strada, a portare loro la borsa della spesa, il primo a cedergli il posto sul metrò. Anche sul lavoro sono sempre stato un buono e, se lo fossi stato un po’ di meno, avrei potuto fare molta più carriera di quella che ho fatto. Ho sempre difeso i miei collaboratori a costo di scontrarmi con la direzione e quando si chiedeva la mia opinione se licenziare uno piuttosto che l’altro, ho sempre risposto che non era mia la decisione da prendere. Ho difeso sempre le mie idee senza scendere mai a compromessi, litigando aspramente con i miei superiori pur di portarle avanti. In tutto questo vedevo gente incapace, solo buona a leccare il culo, prendere posti di responsabilità che io avrei ampiamente meritato. Ma non mi lamento, sono contento lo stesso e soprattutto mi sento a posto con la mia coscienza. Non ultimo, siccome sono cose che capitano in ogni famiglia, non vi dico quante me ne ha fatte mio fratello, ma l’ho sempre perdonato. Non sono ne un santo, ne un martire e nemmeno un coglione mi sento, come dice Pierangelo Bertoli, “Un guerriero senza storia e senza spada, con un piede nel passato e lo sguardo dritto e aperto nel futuro”.
Mi viene in mente un personaggio famoso, di cui purtroppo non ricordo il nome, che dopo aver trattato sempre male, tutti nella sua vita, poco prima di morire lasciò scritto che, alla sua morte, con le sue ossa voleva facessero i beccucci per il clistere, così anche da morto poteva metterglielo ancora nel c….
Talvolta, guardandomi intorno, mi chiedo se con certa gente non conviene essere come lui!

IL PIU' BELLO DEI MARI

Quasta poesia la dedico O LONGU (favazzinoto ca scorcia) perchè mi pari che a ieri mi rissi che nci piaciu tantu ma tantu a poesia ru poeta turcu. Quindi per deliziarlo gliene pubblico un'altra :-) ahahahhhaahaha

Il più bello dei mari
è quello che non navigammo.
Il più bello dei nostri figli
non è ancora cresciuto.
I più belli dei nostri giorni
non li abbiamo ancora vissuti.
E quello
che vorrei dirti di più bello
non te l'ho ancora detto.

N.Hikmet

...e U MISTER...ci voleva provare...


Sicuramente il "Mister", quando vedrà questa foto, si metterà a ridere...
Vi racconto cosa è successo...
Premetto che il Mister, oltre al conosciutissimo Rione Gullì ed ai vari campi di calcio, il posto dove si trova più a proprio agio, sono le cascate. Un posto magnifico!
Credo non ci sia stata ragazza che in tutti questi lunghi anni non abbia, almeno una volta, ricevuto l'invito, "...vuoi venire alle cascate"? E' proprio in quei fantastici luoghi dove riesce a dare il meglio di sè, con le donne intendo. Lì si trasforma in uomo avventuriero, spericolato, coraggioso, galante e per non ultimo, seduttore. Noi amici, ci andiamo almeno una volta l'anno, ovviamente giudati da Lui. Quell'anno, agosto 2002, il sottoscritto flirtava con la bellissima della foto e come al solito, cercavo di conivolgere le Sue amiche ed i miei amici, tra cui U Mister ed il Negretto. Appena conosciute, U Mister, organizzò all'istante un'escursione alle cascate. Lui ovviamente non immaginava ancora che tra Lei ed il sottoscritto, ci fosse del tenero. Per farla breve, cominciò una marcatura ad uomo, come il miglior Cannavaro del Mondiale e non la mollava un attimo. Addirittura, per farla attraversare da una roccia all'altra, la strinse dall'addome così forte, da lasciarLe un segno. Quante volte glielo rinfaccio e Lui a scusarsi, a dire che non era vero...Comunque ci voleva provare...Era in buona fede...ma cu si vardau si sarbau...
Ragazze, diffidate...se vi invita alle cascate, state tranquille, con Lui siete in una botte di ferro!
p.s. Mister, ti ho perdonato perchè sai che ti voglio bene ed effettivamente non sapevi ancora
nulla della mia storia...

Concerto grosso per Favazzina

Voglio dedicare questa poesia a tutti gli iscritti del blog (nci siti propriu tutti), ma principalmente agli amministratori u Grecu e Malumbra.

Nu beddu iornu Mauru u Grecu
ch’è unu sempri allegru,
si pigghiau nte mani a trumba
e iau mi sona cu Malumbra.
Nu cuncertu apriti l’occhiu,
cu Bambinu e Scibalocchiu
e cu me cuginu u Longu
chi sunava puru u bongu.
A unu a unu ndi cugghimmu in tanti,
u Magu, u Geku, Papi e Galanti,
e puru se non era festa
nc’erunu puru Nefanu e Tempesta.
Nu cuncertu vi ricu incredibili
veramenti Bedduepossibili,
cu Georgie e Olivia chi faciunu i sister
e cu stunava era sulu u Mister.
U Ferruvieri e u Negrettu,
sunaunu anita l’organettu
e tutti l’autri battiunu i mani
Dampyr, Popy e Pinna i piscicani.
A turnu tutti faciunu u giru
Pep, Minù, Mbù e u Ghiru
e nc’è puru cu cumanda
i Ficonsgi e u Capubanda.
Monique, Hannalee, Mimma e so soru,
cu Chiara e Koky faciunu u coru,
mentri Mariuzza, Trilly e Boa,
vicinu a iddi faciunu a proa.
Stellamary, Linetta e Serena,
ballunu cu Mariuccia e Luna piena,
a Perla i Labuan, i du Milanesi e a Romanaccia
non sannu chi fari e si vardunu nta faccia.
Cu tutti sti nomi staiu pirdendu u filu,
manu mali chi nci sunnu i Gemelli ru pilu,
cusì a Marcu, Mariu Bross e Taaaapitanu
nci fazzu sulu battiri i manu,
mentri a Giorgione Mutula e Fedi
nci ricu sulu chi Favazzina è na fedi,
na fedi chi ndi pigghia a tutti quanti
e chi ndi spingi mi iamu sempri avanti.
Pi finiri sta bella tiritera,
nu salutu a Tizzafocu, Macisti e Carnera,
cu canta, insemi a Arcade fire, sugnu ieu
Mimmu Spusidda, o Focu meu!

giovedì 23 ottobre 2008

A sciarra ri pignateddi

Spusidda, Longu, Galanti forsi no chi era picciriddu, va ricurdati a sciarra ri pignateddi?
Quell'anno per la festa del paese furono organizzati come giochi di contorno la corsa coi sacchi e i pignateddi. Tutto si svolgeva nel rione Filanda e la corda dove erano appesi i vasi di terracotta era stata tesa dalla parete laterale della Posta al muro della casa dirimpetto.
Primu pomeriggiu, nu suli chi già stava facendu dannu 'o ciriveddu i cacchirunu e sti cazzi di pignateddi chi ancora nuddu aiva mancu shricatu. Avanza la figlia del c. T...cumpagnata i so patri chi nci riciva "vai i cca, vai i dda, vai arretu, vai avanti, nchiana, scindi e ti rimovi" e buttana ra miseria rinesci ma porta precisa precisa sutta a pignata. Non sacciu comu si chiama, ricimu Pappina, nci jetta na lignata, spacca a quartara a milli pezzi e na nuvula i farina a cumbogghia sana sana. Cuntenta ma nu pocu siddiata pi tutta dda purbiri, Pappina scumincia a scutuliari u fantali ma resta sicca cu brazzu a menz'aria sintendu na bbuci siciliana chi faci: "Magari ci ddissi bbona, ca magari truava l'acqua e si nzivava chiui assai". Aveva parlato R...(quandu pozzu) ospite messinese del paese. Aveva parlato e aveva rischiato di non poterlo fare più se non fosse stato per alcuni paesani che riuscirono a strappare le mani del c. T...serrate sulla gola del malcapitato. "A me figghia, nzivata? Ti mmazzu figghiudibuttana" ed era scattato come un aspide fino al collo buddacese. Riuscirono a separarli per poco, il favazzinoto furente e il messinese che ancora non si faciva capaci e iava ripitendu: " Si iò sbagghiai, iò vegnu a circarivi scusa ma si iò no sbagghiai vi dugnu nu cavuciu nto culu cu quarantacincu di nummuru". U paisi era suttasupra, cu rava ragiuni o paisanu e cu riciva chi R...(quandu pozzu) se vogliamu, chi curpa putiva aviri? U burdellu durau passa n'urata bbona, quandu pariva chi u c. T...s'aiva carmatu imbeci nci turnava na nchianata di cazzi e...tinitulu chi faci na straggi. A poi chianu chianu tuttu si carmau e i duellanti, prima ca forza e ropu nu pocu cchiù convinti ficiru a paci e Roccu C...mentri passava a banda musicali cchiappa 'o tamburinu, u menti in prima fila e nci rici: "Sona e fa shrata paisi paisi". E ndi iammu peri peri tutti quanti arretu o prufussuri i Bagnara (tamburinu ca mossa nzà nzà e l'occhi, unu a Micuni e l'autru vista mare) e nto centru precisu ru corteu, trionfanti, i du amici 'u c.T...e R...(quandu pozzu).

CUGGINA SCIUMARA

Oi u Longu mi fici scialari chi so' cummenti ra poesia turca e siccomu 'u spiritu ribelli favazzinotu ancora non tutti u capisciru bbonu chista è a poesia in risposta. Dedicata o Longu (niricatu chi si ndi futti ri luoghi comuni).

Cuggina sciumara

Rassa mi si 'ndi vannu
cuggina sciumara
e non mi toccunu mancu na petra
tu scindi i sprumunti e 'u sai
azzurru è 'u mari no 'u sali
e quandu cali ra munti a valli
mbiviri i limuni e i purtualli
tu non ndi rici nenti
s'aimu spiranza o simu pirdenti
pì chistu si bbona, a mara,
e stamu cu ttia cuggina sciumara

FAVAZZINA ... I LOVE YOU.





queste foto sono x u grecu.

FRATELLO MARE

Oggi Spusy mi ha fatto emozionare con le sue foto, mettendomi così in uno stato di romanticismo e approfittando di tale slancio vi dedico (soprattutto a Spusy che un tesoro di uomo) una poesia del mio poeta preferito

Ed ecco ce ne andiamo come siamo venuti
arrivederci fratello mare
mi porto un po' della tua ghiaia
un po' del tuo sale azzurro
un po' della tua infinità
e un pochino della tua luce
e della tua infelicità
Ci hai saputo dir molte cose
sul tuo destino di mare
eccoci con un po' più di speranza
eccoci con un po' più di saggezza
e ce ne andiamo come siamo venuti,
arrivederci fratello mare.

N. Hikmet

Vecchie foto "lo sport"

Manifestazioni sportive
1- La famosa gara di nuoto Favazzina - Scilla
2- Partita di calcio a Solano.
3- Partita di calcio a Bagnara!
4- Premiazione di Barbara alla Strafavazzina che avevo organizzato! Gergie riconosci quelle due bambine sulla sinistra i cumpari Ntoni? E quello sulla destra?
5- Premiazione dei vincitori per categoria sempre alla Strafavazzina!









I ciappi

Mi piace raccontarvi le nostre storie di ragazzi, per farvi rivivere, almeno spero, il nostro mondo d’allora e farvi notare come con poco ci divertivamo e come, nonostante tutto, sia rimasto ancora oggi tra noi, un legame indissolubile.

Quandu erumu figghioli, a parti u palluni, ghiucaumu a mucciatedda, a venga, a guardi e latri, o ligneddu, cu palorgiu e quandu ruava Natali chi nucuddi e, chiù i tuttu, chi ciappi.
I ciappi na vota erunu u ghiocu chiù famusu ri nosri parti, tantu chi ndi parrunu Verga nto “Mastro don Gesualdo” e Quasimodo nta poesia “Il compagno”. Ghiucaumu quasi sempri nto campu pirchì era u postu aundi nc’era chiù spaziu, ma datu chi nc’era a terra i ciappi rafaunu e nci vuliva forza mi si tirunu. Propriu nda du periudu iunu cuminciatu mi fannu i srati cu cimentu e cacchi vota iaumu mi ghiucamu o nto marciaperi ra scola o nda filanda, pirchì nto cimentu i ciappi scifulaunu megghiu. Da vota staumu ghiucandu nda filanda e nda da manu tutti l’autri iunu tiratu, mancaumu sulu ieu e Ciccio Carnera. Nce da riri chi e ciappi ieu eru assai brau e vinciva o spissu, chiddu chi ogni tantu mi futtiva e forsi era chiù brau i mia, era Gianni u Rannatu. A diri a verità nc’erunu n’autri dui chi erunu forti, Ninu Scheccia, mancinu terribili, e Roccu Nchiumbu, ma erunu unu chiù randi e l’autru chiù picculu e raramenti ghiucaunu cu nui. Comu stava ricendu, tuccava a mia mi tiru, pigghiaia a mira e tiraia a ciappa cu tanta precisioni chi si mpuiau o masru. Subitu curria mi viru, pi controllari chi carcunu non mi spustava a ciappa, puru chistu succiriva tra nui, pirchì erumu si, nu gruppu d’amici, ma erumu puru na maniata i latri. Mentri chi curriva vitti i casi intornu a mia chi giraunu e sintia a Guglielmu chi sunava i campani. I casi giraunu sempri chiù forti e ieu stava minandu da nterra, quandu, non mi ricordu cu fu, unu ri me amici mi chiappau e mi tinni a dritta. Non rinisciva mi capisciu chi era succiurutu, ma chianu, chianu turnai o mei e mi ndarcuggia chi mi sculava sangu ra faccia e mi va lurdatu tutti i vistiti, mi tuccai a testa chi mi girava comu nu palorgiu e mi nfrascai tutta a manu. «Cu cazzu fu?» spiaia «Ieu» mi rispundiu Cicciu Carnera, facendu finta chi era dispiaciutu «Ma no fici apposta!» circau mi si scusa. Iva succirutu chi ieu, mentri iava mi cuntrollu a me ciappa, iddu tirau e mi spaccau a testa.
«Non putivi spittari mi passu? Si na testa i cazzu!» e tuttu zanguliatu fuia pa casa. Pi mia l’aviva fattu apposta, pirchì puru da vota stava vincendu, non mu caccia nuddu ra testa!
Me mamma quandu mi vitti tuttu chinu i sangu si schiantau, ma poi mandau mi chiamunu a Santinu, u tassista i Favazzina, e ca machina mi purtau o spitali e u merucu dopu chi mi fici l’antitetanica, mi resi cincu punti a ncruru, a ncruru. Ma a parti u duluri, chiddu chi mi faciva chiù mali, era mi pensu chi Cicciu Carnera non aviva mai fattu centru cu nenti e, malanovami a sorti, propriu a mia du iornu ippi a centrari!