Benvenuti a Favazzinablog

Finalmente, dopo anni che ho in mente di farlo, ho deciso di aprire questo piccolo blog su Favazzina. L'obiettivo è quello di creare una comunità virtuale delle varie persone che negli anni hanno preso parte alla vita della nostra mitica Favazzina in modo che, almeno attraverso internet, possano sentirsi e non perdere i contatti, ma anche quello di scrivere e non dimenticare le varie storie che per tante estati ci hanno fatto morire dalle risate.
Se vi va di partecipare potete contattarmi su skype (mauro.fuca) o scrivere un commento anonimo al blog (scrivete in ogni caso la vostra email) così vi faccio diventare autori del blog e potrete darmi una mano.
Salutamu!
UGRECU

giovedì 30 dicembre 2010

Spusey e le bombe di Natale

Pioveva
Il rumore del mare in tempesta saliva dalla marina insieme a nuvole di salsedine, tutto sembrava salato, anche il caffè che stava bevendo.
Spusey era incazzato perchè la sera prima giocando "a stuppa" aveva perso la bellezza di ventisettemilacinquecento lire, una somma sproporzionata, un capitale.
Ricordava specialmente un mano, aveva un cinquantacinque e due sette di altri pali, gli mancava solo il palo di spati.
Quel culo scassato di Le Long era riuscito a fare cinquantacinque e fregargli il piatto di mano.
Nonostante la parentela l'avrebbe arrestato volentieri, anche per un colpo di tosse, una risata inopportuna, ma l'unica cosa per cui era facile arrestarlo era per blasfemia.
Bussarono alla porta, era cummari Giuvanna
:- Mi dovete aiutare perchè mi hanno mancato di rispetto - disse tutta 'nfervurata
Spusey pensò subito a qualche maniaco sessuale, solo quello poteva mancare di rispetto a cummari Giovanna.
Era para para, trugghia trugghia, per giunta vestita di nero per un lutto risalente almeno ad un ventennio prima, roba da guerra.
Ora uno pensa, almeno era bella i facci, manco quello, anzi.
:- Ma cosa stati pinzandu cumpari? magari fussi - e raccontò quello che era successo
La mattina di Natale era scesa in piazza con la conca e na palitta per prendersi un pò di brace rimasta dal falò della notte prima.
Riempita la conca con la brace se l'era messa in testa e stava rientrando a casa quando avvenne l'esplosione, qualcuno aveva messo delle bombe carta nella conca causando il botto.
A parte la paura, s'era bruciata na maglietta quasi nova, due dita della mano chi tiniva a conca e cosa ancora più grave, s'era calato dui Maronni proprio il primo giorno della puerpera.
:- Ma c'era qualcuno in piazza - spiò Spusey
:- Si, c'eranu l'anima longa di vostru cuginu e Arcati o comu cazzu si chiama, chi sa chiaccheravunu _
L'ho fottuto - pensò Spusey - tentato omicidio, possesso di esplosivi , forse anche baro, caro Le Long , ora su cazzi toi.
Nonostante la tempesta Le Long pescava da terra, lanciava con il mulinello, naturalmente non pigghiava nenti, sulu acqua e friddu.
:- Ciao Le Long, hai saputo ? - spiò
:- Che cosa ? -
:- A cummari Giuvanna 'nci satau a conca in testa -
:- Muriu ? -
:- No, si schiantau -
:- E a mia chi m'indi futti di schianti i cummari Giuvanna ?
:- Hai messo le bombe confessa e il tipo di scherzo che preferisci e poi ti ha visto in piazza -
:- Varda che in piazza c'era mezzu paisi, vitti a mia pirchì sugnu longu -
:- Lo vedremo caro cugino, lo vedremo, per adesso sei indagato -
Risalendo in paese Spusey andò a cercare Arcati o meglio il dottore. lo trovò al bar che si faciva na scupa cu Firriolu.
Alle accuse il dottore s'indignò, suggerendo al nostro investigatore un clistere di zippi insieme a sua cummari.
Era pronto a fargli la ricetta
Erano i maggiori indiziati, ma non aveva prove, testimoni, e poi era Natale ed erano anche suoi amici.
Si bevve un dobble viski, comu riciva u Mericanu, si fici na partita a trisetti e poi s'avviò verso casa.
Bussarono alla porta, era la solita scassa minchia
:- Cumpari vi devo diri na cosa - disse
:- Sugnu tuttu ricchi - rispose Spusey, sperando in una cosa i prescia
:- Cicciuzzu, me nfigghiu u picculu, mi rissi ch'iva 'mmucciatu i bumbi 'nta ciniri ra conca -
Ecco risolto il misteero
Il bambino per paura che gli altri fratelli gli rubassero le bombe, l'aveva nascoste nella cenere fredda della conca, quando poi la madre ci aveva messo la brace era scoppiato tutto.
Era stato un incidente familiare
Più tardi passò Le Long ad invitarlo per una stoppiata
:- Spusey veni chi ti futtu i sordi, principiante, a senti, sugnu sempre indagato ?
:- Ma quali indagato, sulu na cosa mi devi spiegare -
:- Dimmi caro - sorrise Le Long
:- Comu cazzu fai m'hai tantu culu e carti -
:- E' bravura, Spusey, solo bravura -
Il mare cominciava a calmarsi lasciando odore di alghe, leggero un'alito di scirocco addolciva la sera

martedì 28 dicembre 2010

Meteore...

'U paisi i Giufà

Chist’è ‘u paisi undi si perdi tuttu,
aundi i fissa sunnu megghiu i tia,
‘u paisi 'i “m’incrisciu e mi ‘ndi futtu”
e tutti i cosi sunnu “fissarla”…”

…E, ssi vò sapiri n’atra 'i cchiù,
chistu è ‘u paisi 'i “scindi e falla tu”!

Aundi c’è ‘nu rittu disgraziatu:
“né ieu cuntentu, ne tu cunculatu”!
Pirciò non resta chi ‘nu fattu sulu:
mi iti tutti e mma faciti ‘an culu!...

Buoni propositi per un buon 2011

-----------------------ISTRUZIONI PER LA VITA
1.Dà alle persone molto più di quello che si aspettano e fallo allegramente.
2.Impara a memoria la tua poesia preferita.
3.Non credere a tutto quello che senti, spendi tutto quello che hai e dormi quanto vuoi.
4.Quando dici "Ti amo", sentilo veramente.
5.Quando dici "Mi dispiace", guarda la persona negli occhi.
6.Fidanzati per almeno sei mesi prima di sposarti.
7.Credi nell'amore a prima vista.
8.Non ridere mai dei sogni degli altri.
9.Ama profondamente ed appassionatamente. Puoi ferirti, ma è la sola maniera di vivere la vita completamente.
10.Quando sei in disaccordo, lotta onestamente. Non ingiuriare.
11.Non giudicare le persone dai loro familiari.
12.Parla lentamente ma pensa velocemente.
13.Quando qualcuno ti fa una domanda alla quale tu non vuoi rispondere, sorridi e chiedi "Perché lo vuoi sapere?"
14.Ricorda che grande amore e grandi imprese comportano grandi rischi.
15.Chiama tua madre.
16.Dì "Salute!" quando qualcuno starnutisce.
17.Quando perdi, non perdere la lezione.
18.Ricorda le tre "R": Rispetto per se stessi, Rispetto per gli altri, Responsabilità di tutte le tue azioni.
19.Non lasciare che una piccola disputa ferisca una grande amicizia.
20.Quando ti rendi conto di avere fatto un errore, prendi immediatamente provvedimenti.
21.Sorridi quando alzi la cornetta del telefono. Chi ti chiama lo sentirà nella tua voce.
22.Sposa un uomo/donna con cui ti piace parlare. Quando invecchierai, l'abilità del conversare sara importante quanto altre abilità.
23.Ogni tanto stai da solo.
24.Apri le tue braccia al cambiamento, ma non lasciar andare i tuoi valori.
25.Ricorda che il silenzio è, qualche volta, la risposta migliore.
26.Leggi più libri e guarda meno televisione.
27.Vivi una buona e onorevole vita. Quando sarai più vecchio e ti guarderai indietro, sarai felice una seconda volta.
28.Credi in Dio, ma chiudi a chiave la tua auto.
29.Un'atmosfera amorevole in casa tua è molto importante. Fà tutto quello che puoi per creare una casa tranquilla e armoniosa.
30.Quando sei in disaccordo coi tuoi cari, affronta la situazione del momento. Non rivangare il passato.
31.Leggi fra le righe.
32.Condividi la tua conoscenza. È una maniera per ottenere l'immortalità.
33.Sii gentile con la Terra.
34.Prega. C'è un incommensurabile potere in questo.
35.Non interrompere mai quando ti stanno adulando.
36.Pensa agli affari tuoi.
37.Non fidarti di un uomo/donna che non chiude gli occhi quando lo/la baci.
38.Una volta l'anno vai in qualche posto dove non sei mai stato.
39.Se ti fai un sacco di soldi, usali per aiutare gli altri durante la tua vita. Questa è la grossa soddisfazione data dalla ricchezza.
40.Ricorda che non ottenere quello che vuoi a volte è un colpo di fortuna.
41.Impara le regole e poi rompine qualcuna.
42.Ricorda che la relazione migliore è quella in cui il vostro amore reciproco è piu grande del vostro bisogno reciproco.
43.Giudica il tuo successo da ciò cui hai dovuto rinunciare per ottenerlo.
44.Ricorda che il tuo carattere è il tuo destino.
45.Accostati all'amore e alla cucina con noncurante abbandono

Da aggiungere:
46. ''Mula castiata non torna chiu nto sdirrupu''
47. '' acqua ravanti e sciroccu rarreru''
48. '' tacca u sceccu aundi voli u patruni''
49. '' jiatta presciarola faci i jattareddi orbi''
50. '' U rispettu e' misuratu cu ndi porta ndavi purtatu''

domenica 26 dicembre 2010

Auguri di buone feste

Scusate il ritardo, ero ospite, ho però rispettato le nostre tradizioni alimentari, baccalà fritto, piscistoccu, cruspeddi, turruni i Bagnara, susamelli e pittipì.
Non ho rispettato invece le tradizioni che amavo di più, stop, poker, bestia, tresette a cinque, solo tombola e, me ne vergogno, ho pure chiamato il tombolone.
Però mi sono vendicato, i numeri li chiamavo in favazzinotu strittu, 'nto culu e milanisi.
La notte della vigilia ho sognato, un sogno bellissimo.
Tavolo di poker: io, Aurelio, Petru u Corazzeri, u Mericanu, Birrittedda e Ninu Scheccia, a casa di Aurelio, quella vecchia sulla sponda alta ra sciumara.
Sembrava vero, siamo rimasti solo io e Birrittedda, gli altri non li dimenticherò mai.
Mi hanno regalato una sigaretta elettronica, nesci puru u fumu, per evitarmi le quaranta Marlboro quotidiane, non si può più scegliere mancu comu si mori e che cazzo.
Tanti auguri a tutti e anche al Blog, ne ha bisogno.

sabato 25 dicembre 2010

I Regali ru Longu

Era il lontano 16 dicembre 2008 e a proposito di un sondaggio lanciato dal Negretto su quali regali avremmo fatto a Natale u Longu si era espresso così:

Arcade: al genio un'altro genio, quello della lampada, che possa esaudire ogni suo desiderio
Trilly: un presepe gigantesco, Favazzina in miniatura
Georgie. una gita in Sud America
Ninuzzu: un paru i sci cu frenu a manu
ferrovieri: na filosa a 50 ami
Romanaccia: una gita alle cascate, dove mi aiuti lei
Spusidda: che possa diventare celebre per le sue poesie e la sua bontà d'animo
Mariuzza: un giro in moto, andando piano
Galanti: un giardino bonzai di limunari
Olivia: un biliardino calcio balilla, io e lei contro tutti
Koki: un'auto nuova
Hannalee: un premio speciale per la sua sincerità e bon ton
Luna Piena: un binocolo per ammirare meglio la luna
Malumbra: un pianoforte a coda
Belloepossibile: un contratto con il Milan per il figlio
Scibalocchiu: successo nel mondo musicale
Grecu: na pistola ad acqua
Minnie: un gattino, cusì si sciarria cu cani
Mariuccia: una gita negli Stati Uniti
Pacciu: na confezioni i 30 Kg i gelati
Mboù: u tempu mi partecipa o Blog
Negretto: un'agendina cu tutti i numeri i cellulari i tuttu u megghiu pilu ru mundu
Mister: na vagonata i camomilla, ogni tantu ma 'mbivu puru ieu

16 dicembre 2008 14:11

Ieu u giardinu i limunari bonsai ancora no vitti!!

Buon Natale a tutti voi, pace e serenità

venerdì 24 dicembre 2010

L'araucaria di Natale




Araucaria, quello era il nome, ora sappiamo. Prima no, la nostra ignoranza l'aveva incasellato in qualche sottospecie di abete fuori luogo e strafottente delle condizioni climatico-ambientali.
Se non aveva un nome era però ben chiaro dove si trovasse, e dove si trovava non subiva possesso anzi che dava egli stesso, con maestosa imponenza, lustro ai viciniori, cose e persone. Del tutto logico che appo di noi ognuno lo nominasse "l'arburu 'nti don Mimì".

S'ammenavano peri peri peripatetici nel senso più alto e filosofico, avendone i requisiti, il poeta e il filosofo, ra chiazza fint'a caserma e la sera aveva visto sparire il sole dentro una cchetta del mare, ora s'avanzava una notte con luna a mezzaluna araba, più giusto, palestinese.
Passiavano e ripassiavano a latu ill'arburu.
U vonnu tagghiari, diceva il poeta, pirchì è vecchiu e malatu.
Niente di nuovo sotto il sole rispondeva il filosofo.
Isolato e bisillabico, breve e bestiale come d'animale impaurito, un verso.
-Aimu scecchi nto paisi, cugginu filosofo?-
-A sicundu, cugginu poeta. Se ti riferisci al nimale nobile, no non d'aimu.-
Il cancello del palazzotto era solo accostato, entrarono. Alla base dell'albero una corona di candele avvolgeva il fusto.
-Chi è, fannu festa 'nta cereria?-
Si avvicinarono, ora si vedeva l'animale ma non corrispondeva al verso dianzi.
-All'anima, cugginu poeta, scangiammu nu boi cu sceccu.-
-No, guarda bene, c'è pure l'asino.-
E c'era pure una signora con i capelli e gli occhi neri e dolci e un signore che non voglio dire anziano ma certo non giovane giovane e c'era, adagiato su una piccola stuoia di canapa, un bambinello che dell'essere appena nato dava segno con il suo primo vagito.
Fu il poeta che rinvenne per primo dalla stupefacente visione e disse:
-Cugino, ho come l'impressione, qualcosa mi dice che quel bambino salverà il mondo.
-Sono un filosofo cinico, cugino, e credo che ciò non sarà. A me basterebbe che salvasse l'albero.


Buon Natale

THE DIGITAL STORY OF THE NATIVITY

Buone Feste a tutti.


Mis mejores deseos para una feliz Navidad y feliz año nuevo a todos............Nino

giovedì 23 dicembre 2010

Buon Natale...

Il countdown e' iniziato...
AUGURO un Buon Natale a Tutti gli amici del Blog Vicini e lontani...
Che sia sereno e ricco di gioia...che sia Natale per tutti
UN bacio Oly

Auguri!

Auguri di Buon Natale a Tutti!

lunedì 20 dicembre 2010

TERRONI

In occasione del 150° anniversario dell’Unità d’Italia (1861-2011), il giornalista e scrittore Pino Aprile ha scritto un libro che ha per titolo “TERRONI” e come sottotitolo “Tutto quello che è stato fatto perché gli italiani del sud diventassero meridionali”.
Se non l’avete ancora letto vi consiglio vivamente di farlo, scoprirete (se ancora non lo sapevate) che i piemontesi fecero al Sud quello che i nazisti fecero a Marzabotto, ma tante volte, per anni e cancellarono per sempre molti paesi, in operazioni anti-terrorismo, come i marines in Iraq.
Scoprirete che, nelle rappresaglie, si concessero libertà di stupro sulle donne meridionali, che in nome dell’Unità nazionale, i fratelli d’Italia ebbero diritto di saccheggio delle città meridionali e che praticarono la tortura come Pinochet in Cile.
Scoprirete che in Parlamento, a Torino, un deputato ex garibaldino paragonò la ferocia e le stragi piemontesi al Sud a quelle di «Tarmelano, Gengis Khan e Attila». Un altro preferì tacere «rivelazioni di cui l’Europa potrebbe inorridire» e Garibaldi parlò di «cose da cloaca».
Scoprirete che si incarcerarono i meridionali senza accusa, senza processo e senza condanna, centinaia di migliaia, briganti per definizione, perché meridionali e tutto a norma di legge.
Scoprirete che il paesaggio del Sud divenne come quello del Kosovo, con fucilazioni di massa, fosse comuni, paesi che bruciavano sulle colline e colonne di decine di migliaia di profughi in marcia.
Scoprirete che i primi campi di concentramento e sterminio in Europa li istituirono gli italiani del Nord, per tormentare e farvi morire gli italiani del Sud, a migliaia, forse decine di migliaia (non si sa perché li squagliavano nella calce.
Scoprirete che il ministro degli Esteri dell’Italia unita cercò per anni una landa desolata, fra Patagonia, Borneo e altri sperduti lidi, per deportarvi i meridionali e annientarli lontano da occhi indiscreti.
Scoprirete che i fratelli d’Italia arrivati dal Nord svuotarono le ricche banche meridionali, regge, musei, case private (rubando persino le posate), per pagare i debiti del Piemonte e costituire immensi patrimoni privati e, scoprirete anche, che i Mille erano quasi tutti avanzi di galera.
Scoprirete che, a Italia così unificata, imposero una tassa aggiuntiva ai meridionali, per pagare le spese della guerra di conquista del Sud, fatta senza nemmeno dichiararla.
Scoprirete che l’occupazione del Regno delle Due Sicilie era stata decisa, progettata, protetta da Inghilterra e Francia e parzialmente finanziata dalla Massoneria (detto da Garibaldi e dal gran maestro Armando Corona, nel 1988).
Scoprirete che il Regno delle Due Sicilie era, fino al momento dell’aggressione, uno dei paesi più industrializzati del mondo (terzo, dopo Inghilterra e Francia, prima di essere invaso).
Scoprirete che lo stato unitario tassò ferocemente i milioni di disperati meridionali che emigravano in America, per assistere economicamente gli armatori delle navi che li trasportavano e i settentrionali che andavano a “far stagione”, per qualche mese in Svizzera e che l’Italia unita faceva pagare più tasse a chi stentava e moriva di malaria nelle caverne dei Sassi di Matera, rispetto ai proprietari delle ville sul lago di Como.
Lo sapevate che i meridionali stavano così male, nell’inferno dei Borboni, che per obbligarli ad entrare nel paradiso portato dai piemontesi ci vollero orribili rappresaglie, stragi, una dozzina di anni di combattimenti, leggi speciali, stadi d’assedio e lager? E che quando riuscirono a farli smettere di preferire la morte al loro paradiso, scelsero piuttosto di emigrare (e non era mai successo prima)?
Io avevo sempre creduto ai libri di scuola e alla leggenda di Garibaldi, ma Pino Aprile, con Terroni, mi ha fatto conoscere la verità dell’Unità d’Italia e perché, grazie ai “fratelli del Nord”, sono diventato meridionale.

mercoledì 15 dicembre 2010

I cazi appesi

Raccolgo un po' in ritardo l'invito di Olivia e racconto uno storia favazzinota natalizia.
La storia risale al Natale del 1990. Forse era uno degli ultimi Natale con il fuoco in Piazza, ma il primo che io riuscissi a vedere.

Qualche giorno prima della Vigilia, la popolazione favazzinota era intenta alla raccolta dei famosi cippi natalizi. La sera si pazzeggiava allegramente 'nta Piazza commentando l'andamento della raccolta. Il capo combriccola era un noto personaggio favazzinoto, un po' abbondante, con vistosi baffetti neri, celebre per la sua simpatia e la battuta sempre pronta. In subordine c'erano il sottoscritto, Pelè e il nostro gruppetto di ragazzi.

L'animata conversazione era inframmezzata dalle esplosioni ri bumbuni che allegramente ci facevamo esplodere tra i piedi. La nostra attenzione fu attirata da un'altro famoso personaggio che si avvicinava nel buio della sera. Look di festa, capello biondo al vento. Era lui, il mitico Gianni B****a.

Il nuovo arrivato fu immediatamente accolto da una dirompente scarica di bumbuni lanciati all'unisono. Tra i colpi inferti ce ne fu uno particolarmente vivace che colpì inesorabilmente i pantaloni del nostro provocando diverse bruciature.

Come buona tradizione favazzinota vuole, si diede subito avvio alla contrattazione tra il nuovo arrivato e il capocombriccola di prima. Il motivo del contendere era sull'eventuale risarcimento monetario del pantalone bruciato. Considerato il livello di usura, l'ammoratamento, il concorso di colpa, la rivalutazione ISTAT, sentiti autorevoli pareri di esperti, dopo ampia e proficua discussione fu avanzata la richiesta di risarcimento di lire settantamila dicando SETTANTAMILA!

L'altro protagonista, dopo attenta riflessione, con un malcelato sorriso, accettò la richiesta aggiungendo però una clausola "i sordi ti ramu, ma i cazi restanu a nui". Detto fatto, dopo una rapida colletta fino a raggiungere la cifra pattuita, il danno fu risarcito e i pantaloni bruciati furono ceduti.

Qui si denota il genio. La notte di Natale, oltre al fuoco 'nta Chiazza, troneggiavano, appesi al filo elettrico dell'illuminazione della piazza, un paio di pantaloni bruciati ri bumbuni.

Vedere i pantaloni appesi non ha prezzo, per tutto il resto c'è MasterCard.

domenica 12 dicembre 2010

Il commendatore...

Tra i personaggi che ricordo con piu' curiosita' che accompagnano i ricordi della mia infanzia...
C'e un uomo di nome Giuseppe,
che in tal caso il nome potra' anche non dir nulla...
infatti nel paese era ricordato solo per la sua onorificenza di rango elevato che alla fine non era un' injiuria ma una qualifica del suo essere
''U Cummendaturi''
non so quanti di voi hanno dato spazio alla vita di questo personaggio in questo blog, ma credo che meriti un pensiero...
Non aveva grandi caratteristiche che lo riguaradassero almeno fisicamente,
era un uomo mite e singolare,non si vedeva mai in giro se non nel tragitto che lo accompagnava da casa sua al suo giardino.
Lo vedevo apparire come un miraggio dalla piazza con il suo solito paggjiolu(secchio) a seguito,non c'era incertezza nel sapere che nell'impatto dell'incontro ti avrebbe fermato,
la sua parola era ricchezza e non c'era skiaffo di mia mamma nell'animo che lui non riusciva a cancellare con un sorriso,
verseggiava la qualunque,poesie,favole,magie e soprattutto aforismi di Toto',
tutto rigorosamente in rima,aveva la capacita' di arricchire il tuo viso con un sorriso,bastava anche solo guardarlo,non aveva grande cultura ma le sapeva tutte,con la sua mano ti fermava e fino all'ultimo dei suoi pensieri ti tratteneva come in una sorta di obbligo piacevole ad ascoltarlo,
era un ridere sul ridere.
Non ho mai visto negli occhi di quell'uomo un angolo di tristezza, era l'espressione della serenita'e qualunque cosa portasse con se...limoni, aranci ecc...
lui doveva donartene uno come una sorta di ricompensa all'ascolto...
Ricordo che da piccoli l'accanimento preferito che avevamo noi bambini era quello di andare giardini giardini a rubare limoni e quel che veniva...
ma nel suo giardino non si andava mai,non c'era soddisfazione ne rischio anche perche' lui per primo ci permetteva di entrare a raccogliere quello che volevamo...(cosa non gradita a noi piccoli ladruncoli)
era un uomo d'altri tempi,una rarita', un esempio di allegria e saggezza da non dimenticare...
Adesso sono anni che non percorre piu' la strada che lo portava al suo giarino...
ma la cosa divertente e che quando entro nel cimitero di Favazzina ...
la prima lapide che viene a tiro e' la sua e il suo sorriso anche in foto e'ancora li' caloroso e contaggioso come allora...e non ce' volta che io non mi fermi a guardarlo nella speranza di pensarlo in giro per le vie del paradiso a far ridere gli angeli e gli spiriti che lo accompagnano nel suo eterno riposo...
anche del suo giardino non e' rimasto niente,solo cemento e costruzioni,
forse il profumo di limoni sta sfumando...e gli uccelli non hanno piu' spazio per i loro nidi,le cicale non cantano piu' e le formiche secondo me ormai campano di rendita ,forse veramente e' tutto finito...
ma certi ricori e certi sorrisi restano eterni...chi nella vita lascia il meglio di se non potra' mai essere dimenticato...E per finire come avresti fatto tu...
Io ti porto nel cuore ...
un saluto a te ''Commendatore''

giovedì 9 dicembre 2010

Oltre l'anima,,,

Come stormi di uccelli spicchiamo il volo a nuovi orizzonti...
in cuor nostro inseguiamo la scia di una speranza che ci fa strada in un faticoso batter d'ali
alla ricerca di nuovi traguardi vittoriosi...
la luce che ci riscalda porta su di noi il suo materno amore...
il vento che ci trapassa asciuga le lacrime di ogni fatica...
la pioggia che ci impedisce il battere delle nostre ali rafforza le nostre certezze...
la notte oscura insegue i nostri pensieri catturandoli in un profono riposo e liberandoli all'alba di un nuovo giorno...
non ce' tempesta che puo' impedirci di volare se conosciamo la forza del nostro essere...
attenderemo le nostre carezze...raccoglieremo le nostre fatiche sapienti e coscienti non di aver lottato invano...tutto accadra' per nostro volere...tutto sara' ricompensa...
...tutto sara' oltre L'anima...


Unisco a queste poche righe di un mio insolito pensiero
(nulla a che vedere col mio caro amico Spusy anzi sarei onorata di un tuo critico commento...)
...una tra le piu' belle sinfonie della ''cinematic Orchestra''
...musica che va' veramente oltre l'anima...
per regalare ''almeno'' musicalmente un momento di serena spensieratezza...e staccarvi per pochi minuti dalla realta'...

La Fiera dell'Artigianato

Come ormai faccio da quando è stata aperta, pure quest’anno sono andato alla fiera dell’Artigianato.
Una visita, soprattutto allo stand della Calabria, per immergermi nell’atmosfera e nei sapori che ci sono tanto cari e scambiare qualche parola in dialetto, sono cose alle quali non so rinunciare.
Quest’anno, per la prima volta, e con diversi stand nei quali erano esposti i nostri prodotti tipici, era presente la provincia di Reggio Calabria.
Come potete immaginare ho assaggiato un po’ di tutto, dal capicollo alla nduja, dal torrone alla liquirizia, fino alla marmellata di cipolle di Tropea.
Nello stand di accoglienza, la foto di Scilla capeggiava in primo piano e le ragazze, davvero carine, quando ho detto loro che ero di Favazzina, mi hanno regalato un libro sulla provincia di Reggio e un c.d. con le più belle immagini della stessa, raccomandandomi vivamente di fare pubblicità alla nostra terra.
Le ho parlato del nostro blog e le ho detto che, insieme a tutti voi, ne facciamo tanta di pubblicità alla nostra zona.
Ma quando mi sono trovato davanti allo stand di Bagnara, dove Minutolo esponeva il suo famoso torrone, mi sono sentito davvero a casa nostra. Mi sono messo ha parlare in dialetto con i ragazzi e le ragazze e mia moglie mi ha dovuto staccare a forza per farmi proseguire.
Sono tornato a casa molto soddisfatto, più che gli altri anni, davvero contento per essermi immerso, anche se per poco, nei sapori, negli odori e nelle tradizioni della nostra terra.

martedì 7 dicembre 2010

Tempi di Natale

Avevo le tasche piene
Da un lato castagne 'nfurnati, nuciddi, turruni all'ostia e mezza pittipì.
Dall'altro, muccaturi (non c'erano ancora i kleenex) di un metro quadrato, non piegato, comportava un rigonfiamento che se non fossi stato un bambino poteva sembrare un eccesso di dotazione non menzionabile, e le bombe.
Ah, le bombe
Erano grandi quanto un mezzo pollice e scoppiavano solo se scagliate con forza per terra sul cemento, dove c'era, o contro altra superficie solida.
Siccome a quei tempi le strade del paese non erano molto asfaltate, si preferiva piazza S.Croce con la pavimentazione in pietra o i muri delle case o meglio ancora le mura della chiesa, c'era più spazio e non c'erano finestre e più che altro non c'erano estimati dei proprietari di case.
Le bombe erano composte da polvere nera e pietrisco (bricciu) rinchiusi dentro una carta spessa e legata strettamente con lo spago.
Le producevano a Bagnara, Rione 'Ngrisi, dieci lire l'una, un capitale.
Non erano pericolose, ogni tanto sibilava qualche pietruzza, mai incidenti seri.
C'era una guerra per bande, consisteva nel fare scoppiare vicino ai piedi dell'avversario quante più bombe possibili, facendogli ballare una tarantella improvvisata e senza musica.
L'agguato
Scendevo dalla terza vinedda dove ero nato e vivevo, 'mmucciatu arretu all'angulu mi aspettava tale Carluccio B., amico di giochi ma nemico di bombe, di cui aveva fatto rifornimento.
Sembrava l'attacco a Pearl Harbur, ero circondato dalle esplosioni.
Lesto misi la mano in tasca e nella frenesia, preso dalla sete di vendetta, cominciai a scagliarne il contenuto, ossia turruni, castagni e la mezza pittipì.
Avevo sbagliato tasca.
Prima si srotolare il muccaturi ed accedere al vano bombe, il nemico si era dileguato.
Capivo come si erano sentiti gli americani dopo l'attacco giapponese.
Da ragazzo, una di queste bombe rimastami dalle feste di Natale, la misi nell'uscio della porta della mia classe al Piria.
Quando arrivò l'insegnante, quella di italiano che più mi amava, trovando giusta difficoltà a chiudere la porta, la sbattè.
Ancora credono sia stato un' attentato.





P.S.
questo racconto vero lo dedico ad Olivia, senza pretese se non quella di farla ridere un pò.

venerdì 3 dicembre 2010

Divertissement notturni

Fino a qualche anno fa a Favazzina non c'erano i chioschetti 'nta piazza, non c'erano i lidi.... Praticamente non c'era quasi nulla. Difficile riempire la serata, in special modo quando verso la mezzanotte si rimaneva in 5 o 6 nottambuli a vagare per i vicoli quasi deserti. Cosa fare in queste serate? Semplice. Si ricorreva alle infinite risorse messe a disposizione da diversi personaggi più o meno pittoreschi.
Uno di essi, noto per portare il nome di un famoso cantante, accompagnato da un soprannome calcistico-ereditario non pronunciabile in sua presenza, pensò bene di compiere qualche dirompente azione che potesse risollevare il morale della truppa.
Tanto per cominciare dimostrò a tutti le proprie capacità scalando a mani nude una palazzina fino al terzo piano. Oggi sarebbe stato definito free climber, all'epoca "unu chi sapi 'nchianari". Successivamente, visto che la prestazione non aveva pienamente soddisfatto le aspettative, decise di osare di più.

Cos'è il genio? È fantasia, intuizione, decisione e velocità di esecuzione! (CIT. Amici miei).
Infatti, in modo fulmineo, il nostro amico decise di "liberare" il proprio corpicino proprio sul portantino di ingresso di una nota abitazione. Non che il gesto in sé avesse connotati di offesa nei confronti di chicchessia... Così... Fu fatto per la cazzatta in sé.

Il gesto estremo però lasciò nel nostro protagonista un vago senso di incompiutezza. La cazzata era consistente e visibile, ma un vero artista sa sempre fare di meglio e non delude mai il proprio pubblico, infatti, dopo un'attenta riflessione volta a completare l'opera senza appesantirla con inutili orpelli, il nostro, servendosi di un giornale abbandonato, avvolto il "prodotto", mediante un perfetto lancio a parabola, riuscì a colpire il vetro di una finestra dei piani superiori affrescandolo abbondantemente.

Inutile dire che il gesto riuscì a sollevare la serata e rimase nella storia per anni.

giovedì 2 dicembre 2010

Lentamente muore


Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine, ripetendo ogni
giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marca, chi non
rischia e cambia colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce.

Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce il nero su
bianco e i puntini sulle "i" piuttosto che un insieme di emozioni,
proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uno
sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore davanti
all'errore e ai sentimenti.

Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi è infelice sul
lavoro, chi non rischia la certezza per l'incertezza, per inseguire un
sogno, chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire ai
consigli sensati. Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi
non ascolta musica, chi non trova grazia in se stesso. Muore lentamente
chi distrugge l'amor proprio, chi non si lascia aiutare; chi passa i
giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante.

Lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo, chi non
fa domande sugli argomenti che non conosce, chi non risponde quando gli
chiedono qualcosa che conosce.

Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo
richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di
respirare.
Soltanto l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendida
felicità.

(P. Neruda)

N.B. Nulla togliere al mio caro amico Mimmo spusidda...ma questa poesia di Plabo e' un inno alla vita per ogni cammino da percorrere...consapevoli del fatto che ogni passo e' costituito dalla forza che abbiamo dentro e che non va' mai sottomessa mai sotterrata... per niente e per nessuno...non bisogna esiste...ma vivere...questa e' la nostra liberta'...questo e' quello che dobbiamo per dovere...a chi ce' l'ha donata...non restare mai nell'ombra ma arricchirci e arricchire

ogni istante del nostro cammino con la nostra esistenza...

dedicata a tutti gli amici del blog!!!

martedì 30 novembre 2010

Un Saluto al Longo ....

Caro Longo onore a te...quest'anno le nostre partite di biliardino sono saltate ;-)ci rifaremo la prossima estate caro amico mio...poi permettimi di dire che Il blog non ha eta'...ma solo sapienza esperienza e unione e a noi Favazzinoti tutto possono toglierci ma non il piacere di scrivere sul nostro vissuto.... e se in poco meno di mezzo km di territorio siamo riusciti ad unire tre generazioni...raccontando il meglio e il peggio di quello che sono le nostre abitudini e i nostri valori...un motivo ci sara'...sono le nostre radici solide che nessun altro luogo conosce...sicuramente negli anni a venire Favazzina si spegnara' completamente...ma per noi la lontananza non e' come il vento...noi non dimentichiamo chi ci ama...e a qualunque distanza e a qualunque assenza ...il nostro pensiero ci richiama sempre a tornare li'...dove il sole sul mare ha da raccontare...dove il verde dei nostri alberi ha il profumo della nostra infanzia...quindi ragazzi togliamoci tutto...ma non togliamoci il nostro blog...sembrero' ipocrita visto la mia lunga assenza...ma come dice qualcuno...
''Certe luci non puoi spegnerle''...quindi belli e brutti...a favazzina siamo giovani tutti...
''Non perdiamoci di vista'' Un caro abbraccio a te Mimmone...aspetto di leggerti presto...

lunedì 29 novembre 2010

Noi gente di mare e d'amore...





Giorni fa' qualcuno mi ha fatto conoscere questa meravigliosa storia d'amore tra 2 pesci spada...
E poi rinnu chi i pisci su muti...MhA!!!

Arri....eccomi....

...E dopo una lunga sepoltura di email su email...ru Grecu...
Arrieccomi sul Blog Di FAVAZZA!!!!
Ragazzi mi ero persa e spaesata...mi hanno detto che il Blog si stava spegnendo...
Spero di riuscire a soffiare in tempo sull'ultima fiammella per riaccendere insieme a voi le pagine di questo blog...e prometto di ritornare fermamente a rivivere l'almosfera paesana del blog...
Vi mbrazzu...un saluto a tutti...OLIVIA

N.B.OH Grecu...ndi ficimu na settimana di posta a oltranza...mi mandasti in confijon totale nottate il bianco a spremere meninji...ad aprire e chiudere pagine account password...e tuttu stu traffici Pi n'indirizzu...ahahhaha GRAZIEEEEEE!!!!!

martedì 23 novembre 2010

Un ricordo per tutte le mamme di Favazzina

ME MAMMA AVIVA NU SCIAURU

Me mamma aviva nu sciaru
i ventu e i purbiri,
nu sciauru i stati finuta,
u sciauru chi aviva sempri,
a srata ru Iancu,
quandu finiumu i cogghjri a racina
e i livi faciunu ‘mbasciari
i cimi chiù fini ri rami.
Chistu iddha aviva,
u sciauru ru Iancu,
ra casa e ra vigna ru Iancu
e ri sipali ‘nta srata,
e rintra, chiù forti,
u sciauru ri carduni serbaggi.


MIA MADRE AVEVA UN ODORE

Mia madre aveva un odore
di vento e di polvere,
un odore d’estate finita,
l’odore che aveva sempre,
la strada di Favazzina,
quando si finiva di cogliere l’uva
e le olive facevano piegare
le cime sottili dei rami.
Ecco cosa aveva,
l’odore di Favazzina,
della casa e dell’orto di Favazzina
e delle siepi lungo la strada,
e dentro, più acuto,
l’odore dei cardi selvatici.

domenica 31 ottobre 2010

Cari paisani

Quel traliccio galeotto, "Altafiumara 300mila Kv”. Simbolo del progresso energetico e dello sviluppo economico nell’estremo Sud, fonte non rinnovabile oramai estinta, scheletro di ferro abbandonato a se stesso, monito per il futuro.
Radiografati, attraversati da onde di elettrosmog, colpiti da mareggiate di magnetismo, e senza andare troppo per le lunghe, di seguito, alcune fonti d'inquinamento: tv, forno a micro, telefonini, ripetitori, tralicci ecc.ecc.
Corrente alternata e corrente continua, ad alta e bassa frequenza, siamo sistematicamente e volontariamente sottoposti a scariche. Viviamo una vita elettro-dipendenti, non se ne può fare a meno, elettrizzati dal telefonino nuovo, e vorremmo tutti la TV da 50 pollici a LED da 200 hertz, da mettere in sala. Abbiamo il mostro in casa e ci lamentiamo del vicino.
Figghioli, nui simu elettrostatici e vivimu nella putrida giunglia dell'inquinamento da almeno mezzo secolo. Viviamo il progresso e ne subiamo le conseguenze. Se chiudiamo gli occhi, e pensiamo per un attimo, che tutti questi servizi non sono indispensabili e possiamo farne a meno, liberiamocene! Oppure bisogna trovare il modo di limitare i danni.
Dimenticavo se poi vogliamo innescare una protesta e aprire una polemica sull' elettrodotto, facciamolo pure, tanto è tutto fiato sprecato. Cari paisani


Ps:
Per la costa: i lavori di scavo per realizzare la galleria che ospiterà il tratto di linea interrato, produrranno una quantità di terre e rocce stimata in circa 100.000 m³; l'accordo siglato oggi prevede l'impegno da parte di Terna, previa verifica di compatibilità ambientale e mineralogica, per la fornitura e la posa in opera del materiale asportato, in una misura pari al 70% del totale disponibile, finalizzata al ripascimento dell'area costiera di Favazzina.

mercoledì 27 ottobre 2010

Elettrodotto, un po di storia.




Caro Statua, ancora non capiscia cu si (perdonami per questo)! hai commentato: "Greco e malumbra, passiamo per una volta ai fatti!". I fatti però sono già avvenuti, c'è stato un discreto movimento per contrastare l'elettrodotto:







Quando si era ancora in tempo per farte qualcosa (anche se il Comune di Scilla aveva già dato il via libera nel silenzio più assoluto) abbiamo organizzato 2 petizioni a favazzina (il 95% dei paesani ha firmato) nel giro di un anno, una a Scilla, una petizione on-line; queste sono state inviate al comune, provincia, regione, ministeri, terna. Abbiamo richiesto consigli comunali aperti mai concessi dal sindaco (ci ha solo concesso un incontro da peppino al bar con i carabinieri). Abbiamo scomodato la stampa locale e regionale, chiamato in causa la Regione e il Ministero dell'ambiente i cui tecnici si sono incontrati con gli ingegneri di Terna a Favazzina per poi dare parere sfavorevole in sede di consiglio regionale. Abbiamo proposto un passaggio alternativo tra Scilla e Favazzina, sono arrivati esperti geologi. Ci siamo gemellati con Montalto Uffugo in provincia di Cosenza dove lo stesso elettrodotto passa tra le case. Siamo stati a Roma alla Terna per vedere il progetto, ma... tutto era già stato deciso. Nulla adesso si può fare se il comune di scilla è favorevole!


Possiamo occupare la spiaggia Sutta a Frunti andando tutti a pesca, ci facciamo le tende e mangiamo il pescato! Frittura mista chi pisci ru Longu che ovviamente.. a cumanda!!


martedì 26 ottobre 2010

Molo a T

Forse quel molo alla Sena servirà per questo ?
Maggiori dettagli sono disponibili sul sito www.alfastudioscilla.it

Del resto se il nostro "Re Sola" tiene in scacco un intero Parlamento per proteggersi dai suoi guai giudiziari cosa volete che sia un semplicissimo interesse privato in atti di ufficio nella remota Favazzina.












lunedì 25 ottobre 2010

A proposito di Elettrodotto

A quanto pare non siamo i soli in Italia ad essere così fortunati ad avere un Elettrodotto che attraversa il paese.
Riporto quanto letto da una situazione analoga alla nostra.

Oggetto:"Nuovo Elettrodotto 380kV semplice terna tra l'esistente Stazione Elettrica 380/220/132kV di Colunga e l'esistente Stazione elettrica di Calenzano e le opere connesse alla realizzazione dello stesso"

In relazione alla costruzione del nuovo elettrodotto da 380kV che, in base al progetto di Terna, dovrebbe attraversare per 87km i Comuni di Castenaso, San Lazzaro, Ozzano, Pianoro, Monterenzio, Loiano, Monghidoro, San Benedetto Val di Sambro, Castiglione dei Pepoli e tre Comuni della Toscana.
Il Movimento 5 Stelle Beppe Grillo dell'Emilia-Romagna esprime la sua massima contrarietà nel merito e nel metodo dell'opera.
Il tracciato della linea proposto da Terna prevede una vicinanza dei cavi e dei tralicci a abitazioni private, aziende agricole, allevamenti, produzioni biologiche e insediamenti produttivi, assurda e pericolosa per la salute pubblica, in base ai più recenti studi epidemiologici sui campi elettromagnetici e ai recenti pronunciamenti della Magistratura (Tribunale di Venezia 02/08) che hanno condannato proprio la Società Terna, a risarcire i cittadini per le patologie mortali determinate dall'inquinamento elettromagnetico.
A mio parere dovremmo dare più risalto a questa ulteriore tragedia che si sta abbattendo sul nosto paese, magari, non so cosa ne pensate, contattando il Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo!

sabato 23 ottobre 2010

Mi sfogo con voi

A) Qualcuno mi può dire, che cos’hanno in comune un mucchio di massi a forma di “T”, buttali lì, senza senso, a protezione di una proprietà privata, e l’esplicita urgenza di sistemare la costa e i moli di fronte a Favazzina ?
La solita farsa, anziché intervenire per il bene di tutti, con le tasse dei cittadini si privilegiano gli interessi dei privati.
E’ possibile che nessuno abbia una coscienza civica, un minimo di attaccamento e di responsabilità verso il proprio territorio, che sta andando piano, piano, a scomparire,i eroso dal mare e dalla pioggia. C’è bisogno di una trasformazione integrale, fatta rigorosamente, con un progetto sensato che interessi tutto il paese. non sti puttanati.


B) Quale fiducia possiamo avere per il futuro ? Io dico nessuna.
L’ottimistica spinta in avanti che ci vuole dovrebbe scaturire da una nuova classe di amministratori, << ma chisti n’di presentunu i parenti, comu roba nova>>. E’ ora di dire basta. Noi tutti, dobbiamo considerare il paese non come un luogo di una semplice vacanza, ma un mondo che ci appartiene, malgrado la distanza, e ogni volta che torniamo, anche per breve tempo, ci ricarichiamo fisicamente ed emozionalmente, facendoci sentire vivi.
E’ come un rifugio, per brevi momenti di riposo, un ambiente che riporta alle proprie radici. Amiamo la nostra terra, può sembrare retorica ma io ci credo.-

mercoledì 20 ottobre 2010

di Pavel Florenskij

« Tutto passa, ma tutto rimane. Questa è la mia sensazione più profonda: che niente si perde completamente, niente svanisce, ma si conserva in qualche modo e da qualche parte. Ciò che ha valore rimane, anche se noi cessiamo di percepirlo. » Non so cosa mi spinge a postare questo scritto di P.A.Florenskij, ma sento il bisogno di condividerlo con voi.

martedì 19 ottobre 2010

MA CHE C... E' STO COSO???



Carissimi, un saluto a tutti! scusate l'espressione ma è la prima domanda che mi viene ogni volta che guardo questo strano lavoro.
E' ormai dai primi mesi estivi che nu poverettu mpala terra e petri pi fari stu molu! la domanda però sorge spontanea: a cosa servirà mai? alcuni dicono che è la pista per lo scarico o il carico di materiali; che materiali? Poi, leggendo il cartello dei lavori, ci si può rendere conto che si tratta della famosa barriera sommersa! Io di sommerso vedrei tante altre cose... anche perchè il nostro Sindaco, in Piazza Santacroce, aveva parlato di un lungo pennello di contenimento in zona "Sena" dal quale poi sarebbe proseguita in futuro (quandu nci su sordi) la barriera sommersa.



La battaglia per fare questo benedetto pennello ntà Sena era iniziata già 30 anni fa, ma poi si scelse di scaricare tonnellate di cemento davanti al paese distruggendone la spiaggia. Già da allora qualcuno diceva che il materiale prodotto dalle piene del torrente (che è quello che ha sempre alimentato la spiaggia di favazzina) si sposta verso bagnara poichè non c'è un contenimento. Questo è l'effetto dell'utima piena del torrente favazzina:

lato sud (dal quale si può notare come i massi impediscono il ripascimento)


lato nord (che spettacolo)





In conclusione: chi mi rappresenta stu molu?? ma lo sanno che basta fare un grosso molo di contenimento alla fine della spiaggia della Sena per mantenere questa spiaggia bellissima, che invece è tornata ad essere così (dopo appena un anno):


Se qualcuno ne sa di più esprima la sua!

giovedì 14 ottobre 2010

Pescatori Cinesi

Genova. Era una fresca mattinata di tarda primavera, con un sole che spaccava il molo del porto vecchio, ero lì, insieme ad un collega, quando abbiamo deciso di fare un giro intorno alle barche che arrivavano dalle battute di pesca.
Non vi dico che barche, di tutti specii e misuri, gozzi, vaschi i bagnu chi remi, scialuppe datate, ma erano tutti cu puzzetu chinu i piscii, sicci, pruppi, occhiati, sarachi, insoma era nu spettacolo, infondo a stu molu stava rrivandu un guscio di noce con due piccoli cinesi.
Cazzu! Rissimu andiamo a vedere chi pijaru, voi non ci crederete, ma avevano una mezza botte di plastica gialla piena di pesci, che li per li, sembravano opi, ma inveci quando ci avvicinammo vittimu che erano tutti scazzupuli.
Mi avvicinai e cercai di trattare il pescato con il cinese, che parlava ammalappena un italiano con un inclinazione genovese ci rissi: << Quanto vuoi per una busta di pesce, amico>> mi disse lui:<< dale cinque euli e poltale via>>. Evviva i cinesi!

domenica 10 ottobre 2010

Scazzupoli, viviiii.....

venerdì 8 ottobre 2010

Scazzupoli

Lo scazzupolo è un pesce rivierasco con attitudini notturne, non chiedetemi il nome scientifico, nemmeno quello in lingua madre, lo ignoro, ma puta caso lo sapessi, non lo direi mai.
Lo scazzupolo nasce scazzupolo e muore scazzupolo, dalle notte dei tempi.
Il fatto
Qualche estate fa io ed il mio amico Tonino B. (zio della mia amata Claudette) insieme ad una coppia di turisti umbri, decidemmo di fare una battuta di pesca allo scazzupolo.
Gli esperti pescatori eravamo noi, gli altri due amici, marito e moglie, erano dilettanti, molto dilettanti, però forniti di gommone e relativo motore.
Preparammo le lenze, le esche, mentre l'umbro preparava l'imbarcazione, motore, benzina e via di seguito.
Il faut savoir, e sicuramente voi lo sapete benissimo, che la pesca allo scazzupolo è la più romantica in quanto si svolge al crepuscolo, quando il sole è al tramonto e ti viene la voglia di perderti in quel mare di velluto con riflessi d'oro, ti senti in pace con tutto il mondo.
Tranne che con gli scazzupoli.
Ma torniamo a noi
Pronti a salpare ci accorgemmo che il gommone era un quasi canotto, il motore ossidato era asmatico con tendenza alla bronco polmonite, il tutto sarà stato di quarta mano.
Non deve essere difficile imbrogliare gli umbri nell'acquisto di natanti.
Comunque salpammo
L'umbro al motore, dilettante ma incline al comando, distribuì il peso sull'imbarcazione (?)
e ci drigemmo verso il luogo di pesca.
Quella sera il mare diceva scazzupoli, li tiravamo su due, tre, quattro alla volta, per fare velocemente li buttavamo direttamente in fondo al gommone o canotto che dir si voglia.
Tramontò il sole, scese la sera e con essa il buio, non si vedeva un cazzo perchè la torcia in dotazione era anemica, pescavamo a memoria, senza intoppi, alla grande.
Quando sentì il mare alle caviglie, chiesi con discrezione:
:- Comandante imbarchiamo acqua -
:- Naturale - rispose il comandante imperterrito
:- Naturale sta minchia - pensai e continuai a pescare
Quando l'acqua mi arrivò ai polpacci, il serbatoio della benzina galleggiava, gli scazzupoli pescati ancora vivi, prendevano la rincorsa e si ributtavano a mare, dissi un pò preoccupato:
:- Stiamo affondando -
:- Improbabile - rispose il comandante
Non so come riuscimmo a raggiungere la riva, con i pesci che saltavano da tutte le parti, il motore spento e la moglie del comandante che urlava terrorizzata.
Si era semplicemente dimenticato di mettere il tappo.



P.S. - il fatto è veramente accaduto nello splendido mare d'agosto a Favazzina

lunedì 4 ottobre 2010

W l'Italia

Tratto da "L'amaca" di Michele Serra.

1)Un importante quotidiano dedica la sua prima pagina al probabile ritrovamento di una cucina Scavolini.
2)Un premier europeo è accusato di controllare 64 società off-shore attraverso le quali avrebbe sottratto 884 miliardi di lire al fisco del paese del quale è primo ministro.
3)Un celebrato playboy viene accusato dal suo anziano amante gay di averlo mantenuto per anni.
4)Un ministro definisce "porci" i cittadini della capitale del suo Paese.
5)Un sindaco fa sgomberare dai carabinieri i giornalisti che volevano seguire una seduta del Consiglio comunale.
6)Un miliardario a lungo latitante nei Caraibi torna in Italia per spiegare in televisione che i numeri vincenti del Superenalotto erano i suoi e non quelli della sua ex fidanzata, nel frattempo diventata moglie del presidente della Camera.
7)Si indaga sui brogli elettorali che hanno falsato un reality-show.
8)Il Papa annuncia che imbiancherà personalmente il suo appartamento in Vaticano.
9) Viene reso pubblico il regolare contratto di assunzione (diecimila euro di stipendio al mese) con il quale un governo ha pagato il voto di due parlamentari esterni alla sua maggioranza.

Una sola di queste notizie è falsa. Sapreste dire quale?

domenica 3 ottobre 2010

Cari amici del blog, non so se quella strafavazzata di corsa di cui si parla nel post di Mario Bross (“Strafavazzina”) sia la stessa a cui partecipai io, in qualità di cazzone rotolante, e adesso vi spiego il perché:

Avevo forse 13 anni, e con il Marco (che adesso pare si interessi di moto e di diritto, come a dire "Io sono uno che fila dritto") si scianfulìava spesso per quelle anguste viuzze che circondavano il grande castello dei Pia***tini, dal quale non ci si sarebbe meravigliati di essere scacciati con olio bollente e lancio di sassi, tanto era imponente, merlato, roseabondo e spropositatamente signoresco in quel presepuzzo di casine tutte incastonate, colorate dal sole e schiaffeggiate dal mare, ma fatte per l'estate e per l'inverno, come a dire, forse a dargli un'occhiata adesso a Favazzina, si capisce solo da come sono fatte le case che qualcosa non quadra... e insomma, però, senza stravagare, a proposito della Strafavazzina, i tempi erano quelli.

A me non me ne fregava assolutamente nulla della Strafava (detta così, poi), ma mi sembrava una buona occasione per mettersi in mostra e prendersi una di quelle tipiche soddisfazioni virili da tredicenne che danno un qualche senso al fatto che ti stanno uscendo dei peli sotto al naso ma ancora non te li puoi tagliare e tutto a un tratto parli come Amanda Lear, inoltre, messa la posta sul competitivo, fosse quello che fosse, dal mangiarsi una lucertola al sotterrarsi vivi con una cannuccia della cocacola in bocca per respirare, io reagivo sempre come un cane di Pavlov, solo non con l'atletismo né con la capacità di scatto tipica dei canìdi. Essendo dunque io voluto partecipare alla grande alla Strafavazzina, ma ingiustificatamente in ritardo (ero tornato tardi dal mare, dove mi aggradava fare il bagno con l'ultimo sole, infilando l'acqua proprio nella striscia infocata che quello pennellava al tramonto, anche se poi, però, quando ero in acqua, che ero nella striscia non si vedeva più, e dunque avrei dovuto sospettare un qualche inganno dei sensi, ma, giustamente, a 13 anni se sospetti che stai sentendo qualcosa sei già vecchio, e dunque va bene così, ma torniamo a noi), essendo dunque che le squadre erano già state divise per età ed io ero fuori dalla lista dei pari perché ritardatario di mare, ma essendo ancora nondimeno irremovibile nel reclamare l'esigibilità del mio diritto a competere, gli organizzatori, felici di liberarsi di un moccioso tanto vanaglorioso e piagnone, la risolsero collocandomi nella muta successiva, dalla quale mi differenziavo più in lunghezza delle leve che in ispirito ardimentoso e sete di vittoria. A mo' di compensazia (e qui il mio amico giurista potrà questionare ed eventualmente assistermi ove ci fossero ancora gli estremi per rivalersi in giudizio, anche se io preferirei un giro in moto), mi si concessero una decina di metri di vantaggio, che a me, in cuor mio, mi pareva già di avere vinto e di prendermi gli applausi nella pubblica piazza con le campane suonate a festa dall'inossidabile Guglielmo. Del tutto ignaro di Achille, paradossi e tartarughe, all'udir del Via! mi gettai a scavezzacollo giù per la discesa, verso Piazza Rimembranza, più inseguito da bestie feroci che in fuga verso la vittoria; raggiunto infatti all'altezza della fontanella davanti le scuole da quello che mi pareva un inarrestabile levriero favazzinoto, abituato a saltare gli alberi di limoni a piedi uniti e probabilmente aduso alla libera corsa in campo aperto come antico e più sano rimedio ad un manesco cazziatone paterno (è per questo che noi, gente di città, siamo cresciuti con un carattere più malinconico ed introverso), fracassaimi le genocchia insul cemento, lamentaimi moltissimo, imprecai le ingiustizie dei grandi, e conobbi le antiche doglie dello strapparsi la garza dal ginocchio con la crosta dentro, come ebbi a fare esperienza qualche settimana dopo, in seguito ad un frettoloso automedicamento. E questa fu la storia della mia partecipazione alla Strafava, ché come sempre io, i miei ricordi di Favazzina, innanzitutto ce li ho iscritti sopra a gomiti e ginocchia.

Still Bleeding

Gianluca (della Nobile stirpe dei Galanti)

sabato 2 ottobre 2010

Primi del '900













Tanto per smentire il pessimismo del viaggiatore straniero, ecco come si presentava Reggio (Corso Garibaldi) nel 1907.

venerdì 1 ottobre 2010

Considerazioni di un viaggiatore straniero

La Calabria è sempre stata per molti aspetti, completamente isolata dal resto del mondo. Proprio per questo è una terra del tutto particolare e gli usi e i costumi della gente non ha subito molte variazioni rispetto agli altri popoli d’Italia. In quale parte d’Europa potrebbe trovarsi un paese come questo? Ci sono uomini di grande cultura e intelligenza ma anche di grande rozzezza, basti pensare lo stato in cui versano le popolazioni. AD.1848

mercoledì 29 settembre 2010

Per Emma

UN GERMOGLIO NUOVO

Ho raccolto petali di rosa
e un giaciglio ho fatto per te,
di soffici piume il guanciale farò,
con l'azzurro del cielo
fresche lenzuola.
Finito che il talamo avrò,
ti adagerò con dolcezza
e, rotolando abbracciati,
i nostri corpi
disegneranno arabeschi.
Poi se vorrai
giardiniere sarò
del tuo giardino incantato,
getterò il seme nel tuo verde prato
e tu l'accoglierai con amore
nella tua fertile terra;
se lo custodirai con calore
un germoglio a primavera spunterà.
E se lo cureremo con amore
nelle stagioni che verranno,
diverrà, vedrai, uno splendido fiore.

lunedì 13 settembre 2010

Un minuto di silenzio






















E' qui che passerà l'elettrodotto 380 kV della Terna!
Secondo le norme attuali la distanza minima di sicurezza è calcolata in oltre 50 -70metri.
Se interrato sembra che il rischio sia ancora più elevato!
Un'altro pezzo di Favazzina, forse il più bello, che muore!

I bronzi di “Favazzina”

Come certamente saprete i bronzi di Riace sono famosi in tutto il mondo, ma questi che ho trovato sulla spiaggia di Favazzina, sicuramente diverranno altrettanto famosi, forse anche di più di quelli di Riace!




sabato 11 settembre 2010

Vogliono tagliare il pino?

Vi prego potete aiutare il paese? Vogliono tagliare il bellissimo pino che si trova nel giardino privato, di un vicino di casa, attualmente non è affatto pericoloso come magari vorrebbero far credere, fa ombra ed è la fulea di tantissimi uccelli, e la mattina ci svegliamo con il loro cinguettio. Stiamo parlando di un essere vivente, un albero, alto almeno trenta metri, una pianta che ha oltre mezzo secolo di vita, non facciamo altro che alterare il paesaggio, introducendo cemento. Ci vogliono anni per fare crescere una pianta così bella , un tesoro botanico, con quale coraggio farebbero una cosa simile?



Ps: Ma è veru?

giovedì 9 settembre 2010

Non molto lontano da qui..




Ogni anno la stessa storia! Ancora prima che arrivi l’estate c’è l’ansia di organizzare le vacanze, chi propone di andare in Tunisia, chi di andare nelle isole della Grecia, chi vuole partire per la Costa del Sol e tanti tentano di sorvolare l’Oceano.
E sfatiamo subito il mito che più il luogo è lontano, più è affascinante. Io so sempre dove andare, a Favazzina la vacanza si fa con la testa e col cuore, esistono posti incantati come il nostro, senza macinare migliaia di chilometri, per poi sentirsi fuori dal tempo, e da ogni dimensione.
Questo piccolo paesino, “figliastro di un Comune così famoso e ricercato dal turismo internazionale” è davvero un luogo magico, e non scrivo perché ci ho passato la mia infanzia e gioventù, ma perché ogni pietra, ogni vicolo, ogni scoglio per me è un ricordo. E’ tangibile la magia di Favazzina, è qualcosa di concreto, che entra nelle viscere e ti conquista.
Lascio la parola alle immagini spettacolari di tramonto e di mare cristallino

mercoledì 8 settembre 2010

sabato 4 settembre 2010

martedì 31 agosto 2010

sabato 28 agosto 2010

Terzo compleanno di Favazzinablog



Ciao a tutti, ve ne eravate dimenticati?
Oggi siamo arrivati al terzo anno di Favazzinablog. Quest'anno le cose non sono andate benissimo sia in termini di partecipazione alla vita del blog che a numero di post scritti, ma non disperiamo e andiamo avanti nella speranza di tornare presto ai fasti degli anni passati. Non vorrei essere noioso, ma continuo ad invitare tutti, ma soprattutto le persone che hanno partecipato al blog e che ora sono da lungo tempo assenti, a tornare a scrivere le loro storie. Ci farebbe immensamente piacere a tutti noi ritrovare quella partecipazione che eravamo riusciti a raggiungere.

venerdì 27 agosto 2010

... IL ritorno dei bei tempi !!!

...... AI BAGNANTI DA RIPARO PER UN INTIMO MOMENTO... STA DIFRONTE AL GRANDE FARO MENTRE IL MARE GUARDA ATTENTO SOTTO UN GRECO FIRMAMENTO..

.... CERA UNA CON CHIGLIA... ROSSA E BIANCA


Cari amici cosa vi ricordano questi "indovinelli" "enigma" chiamatili comu vuliti !!!! ???
heee si... LA MITICA CACCIA AL TESORO PER TUTTA FAVAZZINA è TORNATA!!!!!
Un gruppo di vecchie "glorie" ..aspettate non propio vecchie glorie!!! Vecchi e basta!!! :)
Si sono messi d'impegno in collaborazione con il LIDO NAUSICAA a far RINASCERE E RIVIVERE la caccia al tesoro. Grazie o MISTER che era preposto a le iscrizioni delle squadre e del rispettivo pagamento delle stesse , ha fatto si che si iscrivessero 12 squadre composte da un totale di 6 elementi . Si è iscritta perfino una squadra da melia... oltre ai soliti riggitani... wuuuuuuuuuuuuuuu incredibile!!! FAVAZZINA INTERNETIONALLLLLLLLLLLL
Gli organizzatori sono stati bravissimi !!! è riuscita alla grande !!!
E naturalmente come da tradizione, ha vinto una squadra composta da favazzinoti , "doc" ..forsi !! scrivu cusi , cusi si leggiunu si scialunu!!! ...mmm doc forse è troppo ! diciamo nuove leve favazzinote/riggitani !!! era una squadra mista!
Cmq non posso non ringraziare e citare gli organizzatori di tutto ciò...
grazie :

- Al cervy
- Alla crocerrossina
- Alla josephine
- All' ingegnere meccanico

.... GRAZIE DI AVERCI FATTO RIVIVERE QUESTO BELLO MOMENTO !!!


PS : a voi tutti volponi (per dire...) di un tempo... provate a rispondere all'indovinelli... ;)

martedì 24 agosto 2010

20 agosto 2010

Sono passati solo quattro giorni, ma mi sembra un'eternità. Sono successe così tante cose, ma adesso è qui con noi e ogni volta che la guardo non riesco a fare a meno di emozionarmi. Si chiama Emma, è mia figlia. Il 20 agosto 2010 è stato il giorno più speciale della mia vita. Il giorno in cui ho smesso di essere figlio ed ho iniziato ad essere padre.

Ciao Emma, benvenuta nella mia vita e in quella della mia compagna.

Cari amici blogger, volevo condividere con voi questa gioia immensa e anche un po' scusarmi per il fatto che ultimamente non sono stato un amministratore molto assiduo. Ora ne conoscete il motivo!
Un abbraccio dal vostro amico U Grecu.

lunedì 16 agosto 2010

Io, Marco e... i rotturi i cugghiuni

Questa storia risale ad un bel po' di anni fa.

In quella torrida estate io e Marco I****, trovandoci a Favazzina in un mese di luglio desolato, decidemmo di fare un po' di attività fisica: maratona serale alla stazione. Il programma era semplice: qualche giorno di allenamento per poi dare il meglio in un Favazzina-Bagnara di corsa. Per un corridore allenato percorso facile, ma per noi accaniti fumatori e fondamentalmente poco avvezzi alle attività sportive (almeno il sottoscritto) un compito arduo!
Detto fatto ci demmo appuntamento per il primo giorno di allenamento. Arriviamo alla stazione alle 18. Non c'è un'anima in giro. Iniziamo a riscaldarci... quand'ecco che dal nulla esce un tipo di mezza età "figghioli.... ma chi cazzu state facendu.... sbagghiati tutti i cosi! non v'aiti a scaddari così" e subito inizia 'na pippa sul riscaldamento, sui suoi risultati podistici ottenuti in gioventù e altre minchiate. Io e Marco ci guardiamo perplessi e lo lasciamo dire. Dopo una buona mezz'ora iniziamo a correre, quand'ecco che spunta un altro tipo: "ma chi faaaaaaattttiiiiiiiiiii. Prima aiti a fari u streeeeeeeeccccccciiiiiinnnnnnnggggg!".
"Malanova a tia e u streccing" pensammo all'unisono.
Giorno dopo giorno ci rendemmo conto che l'allenamento non era cosa. Appena iniziavamo ci trovavamo in preda a Lippi, Trapattoni, Bearzot e Sacchi che volevano darci consigli su ogni cosa!
L'apoteosi avvenne l'ultimo giorno di allenamento quando nu figghiolo un po' paffuto, dopo averci squadrati per un'ora esordi con "Ma vui da figghioli eravati zassi?"
Dopo un'attenta analisi retrospettiva io e Marco decidemmo di andare a Bagnara camminando e, per non mandare persa la passeggiata, di fermarci a comprare le sigarette.

NDR: durante il tragitto venimmo sfottuti da almeno 20 favazzinoti che, superandoci con l'auto si sentirono in dovere di dire la loro!

domenica 8 agosto 2010

.... un ricordo per te...

... Forse è stata gia raccontata ma cmq se cosi fosse la ripeto!!!

... un giorno due accaniti pescatori volevano uscire in barca a pescare,ma per via del tempo e del mare incerto,mentre scendevano in spiaggia zona ,LIDO NAUSICAA, incontrano un VECCHIETTO, cu mparu i pantaluni avani e na canottera ra saluti ianca e na sicaretta nta bucca!!! ...era un vecchietto conosciuto e rispettato da tutti...

loro : MPARI VICENZU... chi riciti??? putimo varari???
LUI : lui guarda prima verso gioia t. e poi verso il faro (scilla) e dice : pertu i ja... e pertu i ja... ca potiti varari...

i due pescatori ringranziano e varano... !
Ancora oggi quei 2 poveretti ringraziano dio per essere salvi... SI LL'AVIVA LUVATI U MARI !!!!

...he sii un personaggio,un amico,una persona semplice e buona con tutti e con un solo vizio!!!! LA SIGARETTA!!!

...ebbeni si cari amici del blog.. ieri sera 07/08/2010 il nostro caro amico VINCENZO F*** o meglio conosciuto da tutti come VICENZU U MUZZU ci ha lasciato....

...varau ca so varcuzza i lignu verso l'oceanu , verso quelle mete irrangiungibili per tutti... varau versu dda meta che solu lui poteva e che oggi finalmente ha raggiunto... IL PARADISO... !

... CIAO MPARI VICENZU.!!!

sabato 7 agosto 2010

venerdì 23 luglio 2010

U giardinu ' i Cummari Grazia

La scaletta di pietra con la ringhiera di ferro conduceva in alto. Al mio paradiso.
Negli assolati pomeriggi di agosto le cicale erano le nostre compagne di avventura preferite. Ci accompagnavano ovunque con il loro canto stridulo e sfacciato, una melodia un po' stonata.
Un piccolo sentiero sulla sinistra, pochi passi ed eccolo il cancelletto di rete: aldilà, il giardino in ombra con le sue panche di pietra, il ficus maestoso al centro, i giocattoli, qualche bracciolo colorato abbandonato dopo il mare della mattina e Topolino sparsi in giro.
Ci aprivano sempre i due bambini: bruna e un po' timida lei, biondissimo ed esuberante lui.
I giochi avevano inizio in sordina.
Il patto era di non disturbare nonna Grazia nella sua pennichella pomeridiana pena l'inibizione di qualsiasi altro incontro nel nostro piccolo Eden.
Rispettosissimi del precetto, davamo inizio ai nostri pomeriggi di gioco in coppia, le bambine da una parte e i due Alessandro dall'altra.
Il tempo, come sempre quando si è felici, scorreva velocissimo.
Affacendati nella nostra febbricitante allegria, l'unica distrazione era il treno delle cinque in transito sui binari, proprio sopra le nostre teste.
L'attesa elettrizzante che accompagnava quel momento era indescrivibile: lo sentivamo sopraggiungere in velocità, i fili scossi dalla corrente, le foglie del ficus ondeggianti all'impazzata e noi con il naso in su, scossi da un leggero brivido di paura.
Di lì a poco compariva puntuale Cummari Grazia ancora un po' assonnata e con quella sua espressione gentile sul volto.
Ci offriva sempre qualcosa, anche quando avevamo fatto più rumore del dovuto: latte di mandorla, biscottini, frutta. Una merenda frugale che riempiva di dolcezza i nostri pomeriggi che terminavano quasi all'improvviso così come erano iniziati, con la richiesta della nonna di sistemare tutto perchè:"figghioli, facistu abbastanza bbuci".


Ad Elisa e Alessandro, compagni di giochi e di allegria per tanti anni, a mio fratello Alessandro, la parte "folle "di me e a Cummari Grazia per la Sua pazienza e per i Suoi dolcissimi sorrisi.

giovedì 22 luglio 2010

Favazzina e lo Sport



Dopo circa un anno di ricerche, sono riuscito finalmente a ritrovare il trofeo del terzo posto conquistato nella "Strafavazzina 1987" (categoria giovanissimi). La gara fu vinta da un ragazzo di Favazzina, mi sfugge il nome, abitava in piazza Rimembranza, il secondo posto mi fu scippato allo sprint sulla salita della stazione da A............ B............, (il fratello di Trilly)


Nella categoria senior, il favorito del paese, e campione uscente, Nao, arrivò secondo, battuto da un atleta "straniero", ossia proveniente da un altro comune.


Questa foto la dedico a chi riusciva ad organizzare sempre splendide iniziative a Favazzina, allietando le nostre giornate da ospiti del paese, e a tutti quelli che parteciparono a quella corsa.


lunedì 19 luglio 2010

19 luglio 1992

Riaffiorano, violente,
le emozioni di quella
sera.
Incredula, triste,
confusa.
Immagini di morte
negli occhi
dopo le risa
nel pomeriggio.
Nessuno dei presenti
ha più parlato
a tavola.
Nel mio cuore solo
una promessa
e un grazie.
Per il sacrificio,
il coraggio.
L'amore per la
libertà.

mercoledì 14 luglio 2010

A Libretta

Le donne andavano a fare la spesa a crirenza ca "Libretta", si facevano segnare tutto e poi si pagava a fine mese. Così si riusciva a respirare, e gestire meglio la spesa della famiglia. L’ordine era “signa”. Si pagava a fini misi oppure appena c’era la disponibilità, si chiuriva u cuntu, e sindi iapriva nastru. La frustrazione era tanta ma il bisogno era altrettanto.
Oggi non è cambiato molto vai al supermercato è paghi con la carta di credito, il debito rimane sempre. Prima ci finanziava a putiara ora a banca.
Con questo caldo africano mi viene da dire < c’è bisognu di liquidi>

sabato 10 luglio 2010

'A Liva

Oggi mi è venuta in mente un'altra storia che integra la sezione dedicata al mitico Pelè. Per scelta narrativa esporrò il racconto con le modalità da me usata nei primi tempi del blog. Prego tutti i blogger di pubblicare le loro storie sui vari personaggi mitici in modo che non vadano perse nel dimenticatoio.


Piazza di Favazzina. Ore 03,45. Cerchio di persone intorno a Pelè. Sigarette accese. Qualcuno beve una birra. "Ecco, ecco, zitti zutti chi Pelè comunicia a cuntari...."

'A liva
Era candu travagghiava all'Ulissi. Stava servendo l'antipastu a nu signuri. U stortareddu non riusciva mi zzicca a'liva c'a furchetta e 'a liva ci fuiva ru piatto. A'n certo puntu s'incazzo e circau mi nfila a'liva i forza.
All'altra perti ru tavulu c'era 'na signura rossa! C'un paru i minni raaaaaannnnnnddddddiiiii. U signuri i prima n'filò 'a liva e 'a liva schicciò..... 'nto menzu ri minnazzi ra signura!

Tutti rimaniru zitti, a signura si vardava 'ntorno. Ieu nci rissi "Aspetta lorda chi n'ci pensu ieu!". Nci scacciaia i minni, 'a liva satò 'ntu piattu e idda mi rissi grazie e sa mangiau!

L'uliva
Il fatto accadde nel periodo in cui lavoravo all'Ulisse (NDR celebre ristorante di Scilla). Ero in procinto di servire l'antipasto ad un signore. lo stortareddu (NDR intraducibile) non riusciva ad infilare l'uliva con la forchetta che tendeva ad uscire dal piatto. Tutt'un tratto (il signore) perse la pazienza e cerco di infilare l'uliva di forza. Nel frattempo, era seduta dalla parte opposta del tavolo, una signora abbastanza in carne, dal seno prosperoso.
Il signore di prima (ormai esasperato, finalmente) infilò l'uliva che volò.... tra i seni della signora!

La sala rimase in silenzio, la signora (in evidente stato di imbarazzo) si guardava intorno. Ie le dissi "Un attimo, mi appresto a risolvere la spiacevole situazione". Le compressi il seno e l'uliva saltò nel piatto. La signora, ringraziandomi, se la mangiò!

Pelè! Quanto ci mancano i tuoi racconti....e anche se sono tutti parti della tua mente... è comunque bello crederci.

venerdì 9 luglio 2010

Calabria d'Estate..

Ferie e sagre. Partenze intelligenti ma soprattutto soggiorni intelligenti, una vacanza del gusto. Quest’anno vale la pena di andare per i primi di agosto a Spilinga, tra (Tropea e Capo Vaticano), per la Sagra della ‘Nduja, un vero e proprio trionfo del gusto piccante calabrese. Un classico gastronomico morbido-piccante da spalmare. Insomma satizzi che i francesi i chiamavunu << anduille>>, e noi calabresi in maniera originale ne abbiamo insaporito il nome e anche il contenuto chiamandola ‘NDUJA

lunedì 28 giugno 2010

Haiu pruna Dossier

Eccole, nuovamente in tutto il loro splendore: Le prugne di Favazzina.
Questo "dossier" cerca di fare ancora più chiarezza riguardo le diverse ipotesi date dai blogger nei precedenti post, con stavolta l'ausilio di nuove immagini e in un contesto temporale che può dare un'indicazione anche sul perido di maturazione dei frutti stessi.
Le prugne raffigurate in queste foto sono state raccolte il 27/06/2010.
Queste sono quattro prugne selezionate dalla vaschetta della foto precedente e classificate per ordine di grandezza quindi di maturazione.
Si noti, da sinistra verso destra, il viraggio di colore che da un rosso chiaro passa gradatamente al classico "color prugna" carico, scuro, in modo direttamente proporzionale al grado di maturazione.
Questa è la prugna meno matura delle quattro nella sua superficie di taglio.
Ecco come appare in sezione l'interno della più matura.