Benvenuti a Favazzinablog

Finalmente, dopo anni che ho in mente di farlo, ho deciso di aprire questo piccolo blog su Favazzina. L'obiettivo è quello di creare una comunità virtuale delle varie persone che negli anni hanno preso parte alla vita della nostra mitica Favazzina in modo che, almeno attraverso internet, possano sentirsi e non perdere i contatti, ma anche quello di scrivere e non dimenticare le varie storie che per tante estati ci hanno fatto morire dalle risate.
Se vi va di partecipare potete contattarmi su skype (mauro.fuca) o scrivere un commento anonimo al blog (scrivete in ogni caso la vostra email) così vi faccio diventare autori del blog e potrete darmi una mano.
Salutamu!
UGRECU

mercoledì 30 settembre 2009

Sta succedendo qualcosa

Stava succedendo qualcosa
L'aragosta (laustra in favazzinoto arcaico) attirata dall'esca, stava per entrare dentro la nassa, poi ci ripensò dicendo
:- Ma a mia cu mi chiama ? -
Un pescespada a cui avevano appena ammazzato la compagna, scappò via dicendo
:- Morta una s'indi trova n'autra -
Una seppia o megghiu, una siccia, spaventata da un apprendita cacciatore subacqueo, armato chi mancu un Rambo degli abissi (aviva nu fucili ad aria compressa a trimila atmosfere, praticamente sparava a Favazzina e putiva ffundari i navi chi passavunu ru Strittu) invece di lanciare la solita nuvoletta di nero, la lanciò tricolore, come le Frecce dell'aviazione.
Un sarago denti gialli, quando vide il boccone di pane e formaggio sospeso vicino al fondale, rise e commentò:
:- Maledetto Longu, sta vota non mi futti - e se ne andò snobbando l'esca
Anche agli uccelli succedeva qualcosa, fu scoperto un gabbiano che fumava Marlboro rosse, una dietro l'altra perchè non aveva da accendere
I pesci, gli uccelli, erano diventati intelligenti, il cefalo invece che era già intelligente di suo, era diventato un intellettuale di sinistra, leggeva Repubblica e odiava il nano.
Gli uomini invece erano diventati sciarreri, bastava na minchiata e giù parolacce, insulti, qualche volta venivano alle mani.
C'era qualcosa nell'aria, nel mare, cu sapi aundi, ma c'era qualcosa
La riunione si tenne sulla punta del primo molo, erano in otto o meglio in quattro, ma come fossero otto
Ora vi spiego
C'era l'ispettore Spusey, detective stimato, intelligente e pragmatico, leggermente (leggermente ?) alcolista e nel contempo c'era Spusidda, poeta sensibile, scrittore invidiabile ed ecologista
C'era Arcade (chi cazzu i nomi..) medico e scienziato e nel contempo c'era lo Smilzo, rivoluzionario della prima ora, seguace del Che
C'era le Long, pescatore dell'onda e amante delle solitudini marine e nel contempo c'era u Longu, filosofo nauseato, cinico e materialista, leggermente (leggermente ?) ateo
C'era la Romanaccia, poetessa fine ed ermetica nonchè scrittrice di fama e nel contempo c'era Armon, potente capo della Ciaponno, che la Mondadori n'cia putiva..
Parlò per primo le Long:
:- Non pigghiu cchiu nu pisci.....
:- E je m'en fouts - lo interruppe u Longu, facendo sfoggio delle sue frequentazioni sartriane - qui sta succedendo il finimondo, i gabbiani fumano, i sicci cacano tricolore, e dobbiamo sentire..
:- E vaffanculo - lo interruppe a suo volta le Long, primo caso di automandata a fanculo
Prima sciarra Le Long contro u Longu
Intervenne il medico scienziato: - Ragazzi dobbiamo fare una ricerca sul territorio, studiare la condizione di salute della popolazione....
:- Ma stai zittu, medico ra mutua - lo interruppe lo Smilzo - qui bisogna fare una rivoluzione, prendere il potere e fare fuori chi ha provocato questo disastro -
:- A parlato il rivoluzionario della domenica - rispose offeso il dottore - quando senti un colpo i fucili ti mucci sutta o lettu, Che dei fissa -
Seconda sciarra, Arcade contro lo Smilzo
Loro non volevano litigare, ma c'era qualcosa
:- Calma ragazzi - intervenne Spusidda - qui bisogna fare un sit-in di protesta, allarmare la popolazione, fare petizioni....
:- Ma quali petizioni - disse Spusey - qui bisogna fare delle indagini ed arrestare i colpevoli..
:- Ma chi capisci tu di queste cose, sbirro - lo incalzò Spusidda
:- A mia sbirro, poetastro -
Terza sciarra Spusidda contro Spusey
La poetessa come novella sibilla declamò :- L'Apocalisse, l'Apocalisse....
Subito Armon:- Ahò, a ballerina di seconda fila, quale Apocalisse, io c'ho i figli piccoli -
:- Capitalista e sfruttatrice di poeti e scrittori -
:- Ahò, che se nun c'ero io eravate con le pezze ar culo...
Quarta sciarra tra la Romanaccia e Armon
E mentre gli otto facevano un quarant'otto facendo buci e minacciando ritorsioni, al largo, negli abissi, all'altezza i l'acqua e spatulari, una spatola rotonda osservava quello strano relitto

La Cavia di Scilla

I lavori di scavo per realizzare la galleria che ospiterà il tratto di linea interrato, produrranno una quantità di terre e rocce stimata in circa 100.000 m³; l'accordo siglato oggi prevede l'impegno da parte di Terna, previa verifica di compatibilità ambientale e mineralogica, per la fornitura e la posa in opera del materiale asportato, in una misura pari al 70% del totale disponibile, finalizzata al ripascimento dell'area costiera di Favazzina.
Interesse per questo intervento è stato manifestato di recente anche dal Provveditorato alle OO.PP. Sicilia-Calabria che ha ultimato il progetto esecutivo generale delle opere di protezione e ricostruzione del litorale di Favazzina per il quale il Comune di Scilla avvierà entro l'anno l'iter autorizzativo. Il primo stadio del progetto di ripascimento prevede la posa in opera di barriere frangiflutti che interesserà interamente una zona a est del torrente Favazzina.

ciao a tutti da peppa

mi trovo nel laboratorio di malumbra e mi sono appena iscritta. U sacciu chi non vi interessa nenti, qualcuno dice o dirà "me ne fotto da te". Comunque eccomi qui a contribuire al blog!
saluti e baci a tutti

L’artista

L’artista è il creatore di cose belle.
Rivelare l’arte e celare l’artista è il fine dell’arte.
Il critico è colui che può tradurre in diversa forma
o in nuova materia la propria sensazione del bello.
La più alta come la più meschina forma di critica
sono una sorta di autobiografia.
Coloro che scorgono brutti significati nelle cose belle
sono corrotti senza essere interessati. Questo è un difetto!
Coloro che scorgono bei significati nelle cose belle
sono gli spiriti colti. Per loro c’è speranza.
Essi sono gli eletti per cui la cosa bella significa soltanto bellezza.
Non esistono libri morali o immorali. I libri sono
scritti bene o scritti male. Questo è tutto!
L’avversione del diciannovesimo secolo per il Realismo è la rabbia di Calibano che vede il proprio volto riflesso in uno specchio.
L’avversione del diciannovesimo secolo per il Romanticismo è la rabbia di Calibano che non riesce a vedere il proprio volto riflesso in uno specchio.
La vita morale dell’uomo fa parte della materia dell’artista, ma la moralità dell’arte consiste nell’uso perfetto di uno strumento imperfetto.
L’artista non ha bisogno di dimostrare nulla: poiché perfino
la verità può essere dimostrata.
Nessun artista ha intenzioni etiche. Uno scopo etico in
un artista è un imperdonabile manierismo stilistico.
Nessun artista è mai morboso. L’artista può esprimere qualsiasi cosa.
Il pensiero e il linguaggio sono per l’artista strumenti di un’arte.
Il vizio e la virtù sono per l’artista materiale di un’arte.
Dal punto di vista formale il modello di ogni arte è l’arte del musicista.
Dal punto di vista del sentimento la professione dell’attore è esemplare.
Ogni arte è a un tempo epidermide e simbolo.
Coloro che vogliono andare sotto l’epidermide lo fanno a proprio rischio.
Coloro che vogliono intendere il simbolo lo fanno a proprio rischio.
Lo spettatore e non la vita viene rispecchiato dall’arte.
La diversità di opinioni intorno a un’opera d’arte indica che l’opera
è nuova, organica e vitale.
Quando i critici dissentono tra loro, l’artista è d’accordo con se stesso.
Possiamo perdonare a un uomo l’aver fatto qualche cosa di utile
purché non l’ammiri. L’unica scusa per aver fatto una cosa inutile è
di ammirarla intensamente.
Tutta l’arte è perfettamente inutile!

Oscar Wilde

lunedì 28 settembre 2009

Spusey, Montalbano e l’elettrodotto

Spusey e Montalbano erano vecchi amici e, come tutti gli amici, a parte l’età, avevano parecchie cose in comune. A tutti e due piaceva mangiare bene, bere, farsi lunghe nuotate, leggere un buon libro e, cosa che li univa ancora di più, avevano ambedue la donna del nord.
Talvolta Spusey si recava a Vigata ospite di Montalbano, oppure era Montalbano ad andare a Favazzina da Spusey e molteplici erano i casi che i due, insieme, avevano risolto.
Quella sera Spusey e Montalbano con le rispettive donne, Flaminia e Livia, se la scialarono al Principe di Scilla il miglior ristorante della zona, dove su una sorta di pontile costruito sul mare si sbafarono, al lume di candela, di tutto e di più, dagli antipasti di pesce fino al dolce, una torta a base di ricotta e cioccolato da far resuscitare i morti. Invece del sorbetto, tornati a Favazzina, si fermarono al bar del mago e si mangiarono una granita al limone e Spusey e Montalbano per chiudere la serata in bellezza si vippero pure due Whisky a testa brindando alla loro vecchia e consolidata amicizia.
Al mattino, come al solito, si alzarono di buon’ora per andare a farsi la solita nuotata. Montalbano era un ottimo nuotatore, ma Spusey non era da meno. Stavano nuotando da una buona mezz’ora, quando giunti all’altezza della Snam, Montalbano si fermò di colpo. Aveva avvertito una forte scossa in tutto il corpo e subito pensò di aver urtato un branco di bromi, ma guardandosi intorno tranne qualche monacedda, non vide altro.
«Chi nc’è?» Spusey gli chiese, vedendo che Montalbano si era fermato.
«Sintia na scossa e pinsaia ch’iva tuccatu nu bromu, ma non viru nenti!» gli rispose
Spusey lo guardò divertito e sorridendo gli disse «Puru ieu a sintia, ma oramai sugnu abituatu. Ca sutta passa nu cavu ca currenti a 380.000 Volt chi arriva in Sicilia, ma non c’è periculu. Anzi t’aia a cunfissari na cosa, i quandu nc’è stu cavu, ieu mi sentu assai mugghiu, sti scossi mi ringiovanirunu e puru a lettu mi senti comu nu vintinu. U me amicu Arcade, mericu i fama mundiali, rici chi i scossi rinnounu i celluli e unu si senti rinvigoritu e iavi novi energi, comu ntò film Cocoon, ti ricordi? Puru u Longu, me cuginu, è cuntentu pensa chi i quandu nc’è u cavu pigghia orati e saraghi i dui tri chili. Cririmi stu cavu pi nui i Favazzina na furtuna fu!»
«U sai chi ti ricu puru ieu mi sentu mugghiu, mi sentu chiù forti, non aiu nudda stanchizza. Quasi, quasi mi ndi tornu a Vigata natandu» e salutatu Spusey, natandu a tutta forza si ndi turnau in Sicilia.
Rimasto solo Spusey ripensò a tutti quelli che non volevano che l’elettrodotto passasse sulla spiaggia di Favazzina, Malumbra in testa, e sul suo viso baleno un sorriso beffardo. Poverini, se sapessero i benefici che l’elettrodotto a lui, Spusey, e a tanti favazzinoti aveva portato, di sicuro non avrebbero parlato e, in più, a sproposito.
Un monumento bisognava fare al sindaco, un monumento, magari sott’acqua, come il Cristo degli abissi che c’è nella baia di San Fruttuoso, tra Camogli e Portofino, altro che attaccarlo continuamente. Speriamo che quanto prima faccia costruire anche una centrale nucleare, chissà magari con le radiazioni potremmo diventare tutti dei Superman.

La pesca dal masso ( I manuali ed. Ciaponno)

...concludo dicendo che è un libro documentato, puntuale, che risponde a quasi tutti gli interrogativi che un pescatore si pone durante l'attività. L'unica pecca se vogliamo è di non aver chiarito pecchì se u pagnolu è chinu di pisci ora e chiju è senza pisci dopu, se nuju tuccau u pagnolu cu si futtiu i pisci? Su questo tema l'autore è stato lacunoso, si spera che in una successiva edizione egli possa rimediare. Voglio, a parte, elogiare la scelta grafica e il formato. Perfetto come tascabile, il libro è alla portata di qualsiasi tasca persino del costume da bagno a palloncino di certuno.
(Prefazione di Peppa)

Introduzione
...per questo vi dico che se non conoscete Joe, se non l'avete mai visto pescare, la cosa più utile da fare è andarsene in ferie a Favazzina e seguirlo su quei massi. Imparerete molto di più di quello che questo libro potrà insegnarvi...

Cap I
...pure la terminologia è importante, dovete imparare cos'è u pilivermu dovete distinguere tra cacasentula e purcedduzzu, capire cosa s'intende con scindenti, muntanti e tagghiu i rema e altre cose che man mano diremo. Se credete che siano cose superflue forse la pesca non fa per voi, meglio la riffa...

Cap II
...avremo massi naturali e massi artificiali. Il masso artificiale è comodo, offre basi d'appoggio sicure, u pagghiolu ppoggia paru, i gabbiani preferiscono cacare sui massi naturali. Se optate per un masso naturale sceglietelo piatto e non troppo al largo. Piatto per non sciddicare e non troppo al largo perchè se viene una mareggiata il naufragar m'è dolce in questo mare 'sta minchia...

Cap III
... per la canna è tollerato l'acquisto in offerta speciale, quello che conta è il manico e se questo non c'è inutile spendere tanto che potresti comprare na quintalata di ciciaredda e cristandeddi...

Cap IV
...quando fai il resoconto con gli amici non dimenticare che le occhiate sono saraghi, i cefali spigole e le sarpe orate. Normalmente non si prendono mutuli dal masso, se dovesse accadere dici che era un tonno: un fesso che abbocca si trova sempre...

Cap V
...se la lenza si mbrogghia ci voli pacenza e metodo. Non tirare ma allarga, allarga sempre poi piglia un coltello e tagghia tutti cosi: ma fannu nto culu chiumbu lami nnisca e galleggianti...

Epilogo
...silenzio, attesa, sonnolenza vigile e sbadigli nascosti nel palmo della mano, anche per questo si ama la pesca, anche per questo si odia. Quello che non si può non amare è lo scenario nato dalla mitologia greca e da una botta di culo orografica. Non è la stessa cosa calare una lenza dentro un buco attorniato da ghiaccio, mangiare fegato di foca e essere chiamati eschimesi.

...concludo dicendo che è un libro documentato, preciso, affronta ed eviscera i vari aspetti della pesca dal masso. Se devo fare un appunto all'autore direi che poteva definire meglio i limiti del pescare in coppia. Come vuole una regola non scritta, che l'autore evidentemente non conosce, "pescare con parenti o cognate, son cazzi di re o son mareggiate". Il formato del tascabile è azzeccato, bella l'idea delle pagine bianche per gli appunti, quasi un moleskine direi, utile e comodo, alla portata della borsetta di certuna.
(Postfazione di 'u Longu)

venerdì 25 settembre 2009

IL GECO

Maciste! Ormai una "Star"

Il nostro caro amico Maciste ormai è diventato una star internazionale, per ora lo possiamo vedere solo su yu tube, ma quanto prima lo potremo ammirare su qualche rete televisiva. Ascoltatelo in questa canzone di Reitano e, se volete, applauditelo.

mercoledì 23 settembre 2009

A STATI FINIU

Prima di tutto colgo l'occasione di salutare tutti gli amici, sistemati i miei prblemi con internet (se spittava a scheda taroccata ru mister....) spero di partecipare un pò più attivamente alla vita del blog.
Quest'anno ho trascorso le mie ferie a favazzina in un periodo che non vivevo da anni, unperiodo che tutti, mi ricordo, definivamo "u megghiu" perchè non c'erano turisti, si stava tranquilli, rimanevamo solo i paesani e ci godevamo gli ultimi giorni di sole, eh si quest'anno ho rivissuto il fascino delle vacanze settembrine.
E' stata una bellissima settimana fatta di sole, mare, partite a carte al lido del mister, qualche passeggiata a Reggio e Scilla, na birra o chioscu nda chiazza e soprattutto il piacere di condividere questi momenti con i vecchi amici come u ficonsgi, u ferrovieri u mister e u pacciu con il quale non ci vedevamo da tanto tempo. Erano anni che non vedevo smontare i lidi, le spiagge semi deserte, mi ricordo che in quei giorni di settembre, anni fa, passavamo le serate seduti in piazza a ricordare tutte le storie vissute l'estate appena trascorsa con la consapevolezza che ci saremmo rivisti l'anno dopo a rifare e ridere per le stesse cazzate che ci stavamo raccontando. Adesso invece non è stato così, quando mi sono salutato con gli altri, mi sono chiesto "Cu sapi quandu ndi ncuntramu di novu?".
Ma lo sapete chemi sono risposto? "Favazzina resta sempri dda, l'annu prossimu ci tornu e a cacchirunu u ncuntru i sicuru e se non aissi a viriri a nuddu mi iettu supra o molu e penzu a chiddu chi cumbinavumu quandu erumu tutti cca." Ormai pi stannu a stati finiu

Il campo da tennis

Pare una lezione di tennis
con un maestro e venti bambini
diritto rovescio volée

Quel rettangolo di cemento pitturato di verde fu chiamato campo da tennis. Durò poco ma lo vivemmo al massimo, oltre le nostre possibilità. Corremmo a comprare affittare chiedere in prestito racchette di ogni foggia e misura. Chi ce l'aveva di metallo parlava di leghe al carbonio con la competenza di un ingegnere della Nasa, chi ce l'aveva di legno si spaccava le mani e basta. Due fratelli ne comprarono una sola, giocavano a giorni alterni e non poterono mai disputare un doppio assieme. Le palline gialle pelose e tronfie alla fine della stagione spennate e incartapecorite rimbalzavano basse con l'ultimo anelito vitale. Non ne perdevamo una nonostante approssimativi top spin le facessero orbitare oltre la rete alta della recinzione: gli correvamo dietro al recupero prima che potessero sparire in altre mani fameliche. Erano preziose e costose, come gli abiti del completino che per molti fu necessariamente casual, per altri elemento determinante all'approccio di quel gioco nuovo per Favazzina. Soprattutto i forestieri che venivano da città famose per circoli di lusso e club house ineccepibili, indossavano altrettante ineccepibili t shirt bianche con logo discreto molto ben in vista all'altezza della minna sinistra e pantaloncini fascianti chiappe scattanti laterolateralmente e avanti, palla corta e indietro, pallonetto. Così li vedevamo giocare da questa parte, seduti ad ammirare gesti eleganti seduti a mangiar pizze fragranti seduti rintronati dal giubbocs che sparava enola gay dieci volte l'ora. Il gioco ci avvinse, di più il cerimoniale inerente e cominciammo a giocare tutti. Non vi faccio l'elenco, c'erano almeno quattro Mario, tanti Giuseppe nelle varianti peppipinupepè, diversi Roccu e Ntoni e Micu, qualche Vicenzu compreso quello che veniva in ritardo e scorporava la quota al momento di pagare l'ora d'affitto. Uno solo non c'era mai, uno solo lo vidi una volta sola, spettatore e tifoso. U longu se ne strafottè del tennis, gli interessava soltanto che non gli girassero le palle sopra quel molo. Sapete com'è il tennis, vi illude con progressi immediati e quando riesci a ribattere la pallina entro gli spazi regolamentari per dieci volte di seguito te lo senti che sei diventato forte e viene il momento che Gianni l' agonista dice: -Dobbiamo proprio organizzarlo il torneo! Le iscrizioni aumentavano e prendeva forma il tabellone, ancora qualche vacanza colmata dall'arrivo di due fratelli, altri fratelli questi, con minimo tre racchette a testa ben inguainate dentro la similpelle. Fratelli e famigliola, la mamma sul trespolo di centrocampo a pendolare occhi orgogliosi, il padre nel parterre a illustrare i prodotti. Tredici e quindici anni, venivano da Napoli e giocavano come si vedeva giocare solo in televisione: servizi perfetti, passanti all'incrocio delle righe e smorzate giusto un giro oltre la rete.
Il maggiore veniva a rete elegante altezzoso e bianco: un cigno, già campione regionale ,diceva il genitore, già nel giro della nazionale. Il piccolo meno elegante ma più potente sganciava cannonate tali che pure Peppino, dalla zona pizzeria, protestava: chianu figghioli chi mi spasciati u cimentu. E' naturalmente potente, naturalmente è patente che sia tra i primi d'Italia diceva lo stesso genitore, quasi quasi li iscrivo al torneo, un buon allenamento prima del raduno nazionale al Foro Italico. Mi sentii anzitempo, penso che fosse sentire comune, menato e sballottato come il sacco della boxe. Gianni il ritroso dice: Dobbiamo proprio organizzarlo il torneo? Non so in che ruolo, sospetto che gli abbia pagato la quota d'iscrizione ma non lo dirà mai, ai quarti di finale si presenta U longu a parlare (consigliare? suggerire?) con uno lungo lui pure, amico pare, tennista di fatto e di nome Vittorio e u bagnarotu di ngiuria. Ai quarti Vittorio incrocia e incigna il cigno alle sconfitte (il padre dirà: non ha dormito,ha avuto la febbre stanotte), in semifinale affronta e picchia di brutto, ai limiti della denuncia, il piccolo (il padre dirà: non ha dormito, suo fratello ha avuto la febbre ieri notte). Dopo aver sconfitto gli insonni Vittorio fu battuto in finale, esaurito fisicamente da una settimana di tennis serale e dopolavoristico. Strinse la mano all'avversario, ripose le scarpe e i panni in una sportina di plastica e se ne andò a dormire: un campione vero.
Continuammo a giocare con entusiasmo calante e quando Peppino smantellò fu un sollievo senza rimpianti, salva la malinconia per le cose perdute e il tempo andato.
Di quei bravi ragazzi non ci giunse mai la notorietà, il destino di quell' esuberante talento non so. Mi piace pensarli attorniati da frotte di bambini vocianti.
Diritto rovescio volée.


S (E M N F)

lunedì 21 settembre 2009

Scilla. A giugno il via ai lavori dell’elettrodotto di Favazzina

E’ stato approvato dal ministero dello sviluppo economico, l’elettrodotto sottomarino Sorgente-Favazzina-Rizziconi. L’iter ministeriale è stato portato a termine di concerto con il ministero dell’Ambiente e a seguito dell’intesa favorevole della Regione Sicilia e della Regione Calabria.
Si tratta del primo tassello per la realizzazione dell’interconnessione tra Sicilia e Calabria che metterà in sicurezza il sistema elettrico siciliano. L’elettrodotto, di 43 chilometri, attraverserà lo Stretto da Villafranca Tirrenica, in provincia di Messina, sino a giungere nella frazione scillese di Favazzina, nei pressi della Stazione Snam del metanodotto.
L’opera è innovativa, il cavo sottomarino sarà il più lungo cavo al mondo che conduce corrente alternata. I lavori di realizzazione, da parte di Terna, inizieranno il prossimo mese di giugno.
«L’avvio di questa importantissima opera - ha commentato il ministro Claudio Scajola – consentirà l’eliminazione della congestione della rete elettrica tra Sicilia e Calabria. Ciò eviterà il rischio di isolamento elettrico della Sicilia e aumenterà l’efficienza della rete con una riduzione delle perdite di circa 50 milioni di kilowattora l’anno».
La connessione sottomarina costituisce il primo tratto del futuro elettrodotto Sorgente-Rizziconi, attualmente in fase di valutazione l’impatto ambientale, che prevede un investimento complessivo di 390 milioni. L’opera, della lunghezza totale di 103 chilometri, rientra per la sua strategicità fra le infrastrutture energetiche che beneficeranno dei finanziamenti stanziati della Commissione europea per i progetti in campo energetico per 100 milioni. L’elettrodotto, giunto sulla spiaggia di Favazzina, si inoltrerà verso Melia e l’Aspromonte per poi giungere a Rizziconi, nella Piana di Gioia Tauro.

Pubblicato da newz : mercoledì, 25 febbraio 2009

Dopo il reportage fatto da Arcade sul tratto più bello della spiaggia di Favazzina, mi sembrava opportuno ricordare quello che fra non molto sarà di quella splendida spiaggia.
Mi piacerebbe sapere cosa hanno in mente di fare, i cosiddetti esperti, (attualmente in fase di valutazione l’impatto ambientale) per non rovinare per sempre quel tratto di mare e, soprattutto, per non attentare alla nostra salute.
Io, purtroppo, la vedo male e non mi stupirei se tra non molto, a lavori terminati, vedremo dei cartelli con su scritto “Pericolo elettromagnetico” oppure “Divieto di transito” e ancora peggio “Divieto di balneazione” rimpiangendo, anche se ignorato da tutti, il "Lascia pulito" scritto su un masso.

domenica 20 settembre 2009

AUGURI ALE!!!!!!!!



Week-end milanese. Rimpatriata favazzinota all'insegna dei festeggiamenti e dell'allegria.

sabato 19 settembre 2009

A Vindigna

Dagli anni sessanta e fino al 1971, la mia famiglia, dopo la metà di settembre, si recava a Furnari; dai miei nonni paterni per la vendemmia. Per l’occasione, arrivavano anche i fratelli di mio nonno dalla vicina Barcellona P.G.
Il vigneto era perlopiù composto da uva nera. La parte bianca veniva lasciata sulle viti fino ad ottobre per raggiungere il massimo grado di maturazione, quasi “mpassuluta”.
Mia nonna reclutava la manodopera femminile. Le donne tagliavano l’uva, mia nonna organizzava il loro lavoro, preparava e portava loro il pranzo. Gli uomini avevano le mansioni più pesanti: preparare le botti, piggiare l’uva, estrarre il mosto dal tino e, in seguito, in cantina.
Io partecipavo al taglio dell’uva insieme a mia madre. Lei mi sceglieva sempre i filari vicini così da potermi dare una mano e issarmi la cesta sulla spalla (in quella zona si usano ceste di piccola portata). Poi, passavo alla pigiatura nel palmento, insieme a mio padre e i fratelli di mio nonno.
Mio nonno aveva il compito di travasare, ca quartara china, “Decalitro”, il mosto dal tino alla vasca e poi nta ll‘utri
A mezzogiorno si livava manu mia nonna che preparava il pranzo per tutti: mulingiani sutt’ogghiu, alici salati, livi salati e nsalata i pumaroru ca cipudda e acqua frisca ntò bbumbulu.
La sera l’abbuffata pi masculi, e a cu vuliva rimaniri; piscistoccu a gghiotta, piatti cchini fino a traboccare e vinu niru a litri .
Mia madre con una piccola quantità di mosto preparava un dolce fatto con un infuso di foglie verdi di amarene, mandorle, noci e fichi secchi, il quale veniva bollito fino a ridursi a una pasta di gelatina molto densa, fatta asciugare nei stampini di terracotta e poi mangiata come dessert; chiamata “mustarda”.
Ringrazio i mie vecchi per avermi riportato alla mente questi ricordi, e in seguito raccontarli su questa piazza virtuale.

venerdì 18 settembre 2009

Il dottor Spusey e il signor Spusidda

L'armadio
La moglie negava: io non c'entro, le avrai prese alle pulci di Sinigallia terùn de l'ostia. Come no? mantellina e trench inglesi, cappello a doppia tesa con nastro e nnocca al vertice, pure la pipa che ho smesso di fumare da quarant'anni e, cazzulatina!, perfino un kilt in tartan mancu fussi Sean Connery. L'armadio della camera da letto si arricchiva di oggetti che non riteneva consoni al suo gusto e alla sua personalità. Che mistero era mai quello e poi, per dirla tutta, da tempo si sentiva strano: gli sembrava di non avere più il controllo psicofisico della sua persona, Spusidda Domenico di Favazzina. Consultò il medico che formulò un' ipotesi diagnostica che spaziava dalla crisi di assenza epilettica alla fuga isterica, iamu bbonu o sugnu pacciu o sugnu dostojevski. Per quegli oggetti nell'armadio, allucinazioni deliranti tagliò corto il medico, dovete consultare uno psichiatra. Aiu l'impressioni chi chistu non capisci nenti, comu o novanta per centu ra categoria. Vaiu nto magu, pensò.
-Ti senti bene? chiese il mago
-Devi farmi conoscere stu Spusey di cui tutti parlano
-Ma...
-Mi devi dire dove lo trovo
-Ma...
-Anzi poiché devo partire ti prego di consegnargli questa lettera quando lo vedi
-Ma...
-Ti salutu, Peppinu
-Ma...mbriacu di prima matina- commentò il mago.

La lettera del signor Spusidda
Ispettore, la sua fama è giunta a me e speravo che potesse succedere pure alla sua persona ma per quanto l'abbia cercata non sono riuscito a trovarla. Strane cose succedono nel mio armadio e nella mia vita. Per il primo ho deciso di buttare tutto allancallaria e comprare un nuovo mobilio. Per la seconda è evidente che non posso fare altrettanto e poi se vogliamo mi sento bene, ho ancora un fisicaccio della madonna (chieda a mia moglie) e foramalocchiu. Pare che io abbia dei problemi attinenti alla sfera psichica, pare ma non è certo ed è per questo che a breve partirò per gli Stati Uniti dove sarò visitato da un luminare della neuropsichiatria. Quello che chiedo e che lei possa indagare su mio incarico. Vorrei che facesse luce su ciò che avviene in casa mia, ne ha ampia facoltà. Le chiavi può averle dal portiere a pian terreno.
Firmato
Domenico Spusidda
PS. Approfitti pure dello scotch whisky, si trova nell'armadio della camera da letto. Approfitti copiosamente, io sono astemio.

Harvard medical school. La visita.
Vincent D. Cinquefrondi, lontane origini calabresi, disse: -Chi traduce qua?
-Il mio amico Arcade.
-Spusidda viri cu canusci megghiu tu u ngrisi.
-Aundi iamu iamu nd'aimu a fari accanusciri? scrivi ddocu Arcade e statti cittu.
Il professore percosse il torace, palpeggiò l'addome e digitò la prostata. Prese a martellate ogni giuntura, rifilò due colpi di karate nei pressi dei reni, infisse aghi torno torno, fece risuonare il diapason sulla testa del paziente, concluse con uno scappellotto nto cozzettu e disse: lei è sano comu an pisci (like a fish, ndt) non vede che fisicaccio che tiene, basta chiedere a sua moglie. Mille dollari per me e buon viaggio per voi.
-Ah ahh, mi sentu n'atra tanta, veni Arcade turnamanindi pa casa.

Le indagini del dottor Spusey
Questo Domenico Spusidda l'ho già sentito nominare. Strana lettera e strane cose in questo armadio per quanto, tutta roba di prima: il trench mi scende a pennello, pare tagliato sulle mie misure...basta, non è roba tua, andiamo a trovare Le Long.
Il maestro sedeva sul molo attorniato dagli allievi, si pescava e si fumava. Canne al vento. Lo anticipava sempre, da una vita, e gli disse:-A bellezza i me cuginu Spu...Fu stoppato: -Non cominciare a fare l'istrione Le Long. Dimmi, cosa succede a casa di Spusidda?- -E se no sai tu, cuginu Spu...-Sempre il solito, fingi di pescare e fai lo gnorri, Le Long. Ti avverto, risolverò anche il caso del signor Spusidda. Parola di Spusey.-Mbriacu di prima matina commentò Le Long.

Gocce d'acqua
Entrò in casa senza far rumore per non svegliare la moglie, andò a cercare un libro nello studio, accese la luce e si vide seduto sulla poltrona. Aveva un bicchiere in mano. Sono proprio ubriaco, che ci faccio dall'altra parte della stanza fermo sulla porta? Se anche ci fosse uno specchio, che non ricordo ci sia, dovrebbe riflettermi a figura intera. Questo alcool mi sta bruciando il cervello, è dura ammetterlo ma è così. Professori americani del menga: Spusidda sei veramente malato. Finiranno i fumi e anche lo spirito svanirà. Mi piglio due aspirine, passerà il mal di testa e lo spirito scomparirà. Quello in piedi si avvicinò a quello seduto e parlò:- Sono Domenico Spusidda. -No, tu sei me che sono ubriaco. -Io sono astemio, cribbio! -Allora sei la mia coscienza sporca. -Scompari fantasma della mia mente, comu cazzu ti vististi chi pari u tenenti Sheridan. -Sono il dottor Spusey, il più grande detective vivente, e mi vesto come mi si confà.
(Non è il finale)
Gli aveva detto: bevi pure tu. Sono astemio, cosa mi succederà? Nulla di grave se ti ubriachi pure tu. Se mi ubriaco, tu sparirai? Forse, oppure diventeremo quattro. Sul tavolino varie bottiglie piene d'aria e accanto due poltrone uguali. Come gocce d'acqua.

Il finale sul molo
-Maestro, voi come lo fate lo gnorri?
-Metti gli ingredienti a cuocere e futtatindi. E nega, nega di essere tu il cuoco.


*Posso testimoniare che Spusidda è una delle persone migliori che io conosca per cui questa sciocchezza che avete appena letto non ha alcun riferimento alla realtà delle cose. Tutto è per amor di scrittura e siccome Mimmo è un vero scrittore sono sicuro che mi perdonerà.
Di Spusey non sono responsabile, semmai posso segnalare il caso agli Alcolisti Anonimi.

**per i più piccini: il tenente Sheridan fu un investigatore (con trench bianco ovviamente) protagonista di una serie televisiva negli anni sessanta, mi par di ricordare. Poi divenne un personaggio di Carosello dove pubblicizzava una marca di liquori con questo slogan: Un sorso di xxxxxxx, mette il fuoco nelle vene.

Segreti favazzinoti

Le cicale rompevano i coglioni in generale, ma una in particolare s'era infilata nella stanza di Spusey e nascosta chissà dove, teneva un corcerto monotono e assordante.
:- Se ti pigghiu, ti stacco le ali e le zampine e ti do in pasto alle formiche - minacciò Spusey
Per niente impaurita la cicala continuò il suo concerto, anzi per fargli dispetto, aumentò il volume
Indeciso se bruciare la casa o uscire, Spusey optò per la seconda ipotesi
La notte era chiara e senza vento, all'improvviso un'esplosione
Non spaventatevi, era Ciccu u Merdara, che nonostante la diffida, aveva mangiato i fagioli.
La botta aveva fatto smettere il concerto delle cicale, convinte dell'approssimarsi di un temporale.
Mentre calava dalla prima vinedda, proveniente dall'angolo da sciumara, un'ombra furtiva avanzò a piccoli passi veloci verso di lui, era donna Teresina, cu nu panareddu e mani
:- Bonanotti - disse donna Teresina
:- Bonanotti - rispose Spusey strambato
Che cosa ci faceva donna Teresina, una vecchietta timorata di Dio e degli uomini, in giro a quell'ora e poi proveniente i da banda a sciumara ?
Il faut savoir, scusate mi piace troppo il francese, che donna Teresina oltre ad essere maestra di ricamo e cucito, era l'alchimista del paese, faceva un'orzata (che poi vendeva) che faceva imbalsamare per la bontà, e nessuno era capace di riprodurla con la stessa qualità, naturalmente teneva gelosamente segreta la sua ricetta.
Se fosse nata in America, oltre alla Coca Cola, oggi avremmo avuto la Donna Therese Dream, la D.T.D., da non confondere con il D.D.T. uccisore di mosche e zanzare di quei tempi.
:- Ecco dove va a prendere gli intrugli per la sua orzata - pensò Spusey e continuò tranquillamente la sua passeggiata verso il mare.
L'orzata non l'interessava, lui preferiva il wiskey e il rosolio
Invece donna Teresina non dormiva, pensava a quell'incontro con uno dei migliori detectives d'Italia, ed era sicura di essere stata spiata
:- Mi ha seguito nel buio e adesso sarà a conoscenza dei segreti dell'orzata, devo fare qualcosa - rimuginava girandosi nel letto
Il mattino seguente, di buon'ora, bussò alla porta del detective e siccome non rispondeva nessuno, a momenti la buttava giù
:- Cu è - chiese Spusey incazzato, era appena andato a dormire
:- Sugnu donna Teresina, aprite -
:- Ma chi cazzu voli sta vecchia rimbambita - pensò Spusey e andò ad aprire
:- Don Spusey, vi ho portato un presente se volete accettarlo, naturalmente per stanotte acqua in bocca o meglio orzata in bocca - posò un involucro sul tavolo e andò via
Strambato dal sonno e dal comportamento della vecchietta, Spusey aprì l'involucro, un bottiglione di due litri d'orzata
La regalò alla vicina, cummari Giuvanna, che ricambiò con due chili di zibibbo appena tagliato
:- Ma che voleva donna Teresina, comprare il suo silenzio e su che cosa ? - si scervellava Spusey, comunque per il momento accettava, poi avrebbe chiesto chiarimenti
Dopo un paio di giorni donna Teresina, sempre di buon'ora, si rimise a buttare giù la porta
:- Sentite donna Teresina, perchè mi regalate questa orzata ? chiese curioso Spusey
:- Perchè so che voi sapete che oltre le mandorle nell'orzata ci metto....
:- Basta così, non andate oltre, io non so niente, ma se voi sentite di farmi lo stesso qualche presente ogni tanto, come ve la cavate con il rosolio ?
:- Lo so fare bene, ma la mia specialità è l'orzata -
:- Va bene, allora ripeto, ogni tanto, quando state comoda, se mi volete regalare qualche bottiglia di rosolio, preferisco rosolio in bocca -
Con un gran colpo di culo Spusey si era assicurato una provvigione di rosolio, anche se comprava alla vecchietta, l'alcool per produrlo.
Tutto questo procurò grande invidia ai suoi amici/nemici Le Long e lo Smilzo, che per poter assaggiare il rosolio, il primo dovette procurargli un fottio di pesci, il secondo misurargli la pressione tre volte al giorno.

giovedì 17 settembre 2009

Vacanze siciliane







FAVAZZINA E'NEL MIO CUORE E NON HA RIVALI MA LE VACANZE IN SICILIA SONO UN 'ALTRA COSA.....

giovedì 10 settembre 2009

Giornate favazzinote

Ammettiamolo, non è molto bella la spiaggia del primo storico molo: angusta, petrosa Itaca e pista stradale polverosa. La comodità di accesso dalla filanda e dai primi vicoli ne fa comunque un luogo affollato. Ci sono stato varie volte quest'estate, ho fatto qualche bagno con Chinnurastazioni, incontravo spesso Galanti e speravo -questo è un valore aggiunto- di vedere Joe Birrittedda e u Longu tenere lezioni di pesca per principianti e amatori, per l'inclita e il colto, per scapoli e ammogliati dall'alto di quel masso alla platea tutta. Il mare liscio e trasparente dal fondo del quale i pesci ti guardano negli occhi ha impedito qualsiasi esibizione. Parlare con Galanti e con Chinnu è stato un piacere. Una mattina mentre facevamo il bagno, Nino ricorderà, vengono in acqua tre donne; riconosciamo due di esse, ci salutiamo e a quel punto scatta automatico "ma quella è Luisa?" Sì. Luisa non mi riconosce così, d'emblée, ma fornito qualche riferimento ricorda. Sta bene, dicono le sorelle, e si vede. Solo, fuma ancora molto come una volta. Lasciate che faccia, penso ma non lo dico. Trent'anni, credo, che non la vedevo, permettetemi un poco di sentimentalismo voi cinici o sopracciò. Chiuso

La spiaggia definita " lascia pulito" è la migliore ma è la migliore laddove a labbro di mare un dente di spiaggia delimita il mare incarcerato nei massi artificiali dal mare aperto, libero. Su quel lembo di terra, come Armstrong e la bandiera sul suolo lunare, Spusidda ogni giorno piantava l'ombrellone e quel gesto esprimeva, più che possesso, orgoglio favazzinoto. Nel canneto retrostante scorre acqua sorgiva e a volte acqua aspromontana, quella che serve pi mbivirari. Il rivolo che si forma finisce in mare e in quel punto l'acqua dolce fredda si fa strada nel mare più caldo e si passa dal tepore distensivo al raggricciare di pelle e del suo cambio vocalico: tonificante, meglio di un centro termale. Il tratto di mare libero splende di verde e azzurro. Centinaia di monaceddi (chromis chromis) in branco accompagnano il nuotare di Spusidda fino a suttafrunti e ritorno e più e più volte nonostante il periglio di qualche sporadico bromo in agguato. Frequentatori assidui anche Donato e il Negretto. U Longu prima di tuffarsi raccoglieva la comanda delle cose che avrebbe dovuto portare da Lipari e dopo essersi tuffato fumava in mare come un postale a vapore. Chiuso bis.
LO SPLENDORE DELLA NEGRETTITUDINE


GRUPPO IN ESTERNO

.
U LONGU INFUSO NEL MARE E CIRCONFUSO DAL FUMO, DONATO OSSERVA IL FILOSOFO

MONACEDDA



DISSIDI CONIUGALI

Avrei voluto vedere e ho visto u Mister che però è troppo affaccendato tra hotel e lido per cui poche parole e la promessa che quest'anno farà una squadra di calcio più forte. E tante polemiche sul blog.
A.V.V. e ho visto u Bambinu e l'idea di una partita di bigliardo che chissà mai se si farà; gli amministratori u Grecu e Malumbra; Olivia in gran spolvero, perfettamente bronzée: pezzu di figghiola! Di sfuggita pure il ferroviere che mi ha aggiornato sugli spostamenti di Ninuzzo che avrei voluto vedere ma non ho visto così come belloepossibile e mbù. E poi il gioco del nascondino mi ha impedito di vedere Marymariù. Avrei voluto vedere anche u Russu ma sarà venuto in Italia e a Favazzina? Ne avrei voluto vedere altri ma il tempo è stato fugace come un temporale estivo. Quelli che non volevo vedere non ho visto e dunque chiuso ter e definitivamente.

A cena con Mike Buongiorno

Pure quell’estate per la festa di san Rocco a Scilla, la sera nella piazza, oltre alle bancarelle, vi erano i soliti cantanti e noi ragazzi di Favazzina eravamo partiti in massa per divertirci ed anche, per che no, fare un po’ di baldoria.
A condurre lo spettacolo vi era Mike Buongiorno e tra un cantante e l’altro, intratteneva il pubblico con i soliti quiz, regalando a chi indovinava la risposta, prodotti della Loreal.
Insieme a noi vi era Cristiano un nostro amico di Milano, che in quegli anni, fine anni 60, primi anni settanta, veniva con la sua famiglia in ferie a Favazzina.
I cantanti durante la loro esibizione erano accompagnati da un complesso e Cristiano, osservando i componenti, ci disse, che gli pareva di conoscerli, di averli visti suonare al Wanted una discoteca di Milano dove lui andava di solito a ballare.
Durante una pausa, glielo chiese, e loro gli confermarono che suonavano spesso in quella discoteca, e felici di aver incontrato uno di Milano che li conosceva, gli dissero di aspettare che finisse lo spettacolo, così potevano stare un po’ insieme a chiacchierare.
Rimanemmo ad aspettarli sotto il palco e, finito di suonare, ci raggiunsero e si misero a parlare con Cristiano dei comuni amici che frequentavano il Wanted.
Anch’io e gli altri ragazzi di Favazzina, Natale B., Rocco G. e credo u Longu, (perdonatemi ma la memoria a volte mi falla!) facemmo amicizia con quelli del complesso e loro, visto che con Mike Buongiorno e gli altri dello spettacolo andavano a mangiare alla Vertigine, ci dissero di andare insieme a loro.
Era una tavolata molto numerosa quella che avevano allestito e noi, insieme ai nostri nuovi amici, ci sedemmo in fondo, negli ultimi tavoli, un po’ defilati, in modo da non essere visti e farci accorgere, soprattutto da Mike, che ci eravamo imbucati.
Mike Buongiorno era a capotavola e intorno a lui l’atmosfera era gioiosa e tutti mangiavano e bevevano allegramente e vi era pure qualcuno parecchio brillo. A vedere mangiare tutta quella gente a me, a Natale, a Rocco e a u Longu, era venuta una fame da lupi e i ragazzi del complesso ordinarono per noi diversi piatti di pesce che divorammo in un baleno.
Mangiammo a sazietà e quando fummo bei pieni ringraziammo i nostri amici e, dopo averli salutati, ritornammo a Favazzina, soddisfatti della serata e soprattutto per la cena che il caro Mike molto generosamente e, a sua insaputa, ci aveva offerto.

Il mio è voluto essere un ricordo del grande Mike, anche se quando, da dietro il palco, gli chiesi di darmi una confezione di prodotti della Loreal, mi mando via in malo modo.

mercoledì 9 settembre 2009

Un caso strano per l'ispettore Spusey

Cadeva una pioggia sottile ghiacciata, un friddu ra Madonna, tramontana piena, la cosa strana era che questa soffiava solo da Sutta a Frunti a Sanperi, dal mare verso le colline, invece verso Scilla e Bagnara, estate piena, nu suli chi spaccava i petri.
Non ci crederete ma era il 15 agosto, ferragosto
I lupi della Sila, alla perenne ricerca di fresco, attraversarono la Sila Piccola, le Serre, lo Zomero e dalle pendici dell'Aspromonte, dai tagghi di Solano sopra Favazzina, ululavano ad una luna nata piccola, pirchì s'iva pigghiata i friddu.
Le lucertole i 'dda banda a sciumara', credendo ad un autunno precoce, si prepararono per il letargo, mentre gli ultimi pescespada sull'incazzato perchè speravano ancora di farsi qualche altra trombata, presero il largo dato il mare gelato.
I paddechi con le macchine stracolme di ogni ben di Dio, pasta o fornu, piscistoccu, satizza, satizzuni, 'nzalati i pumaroru, bracioli, muluni di ogni forma e colore, finocchia, pira camiscina e pira a coscia, torte gelato, torte al mascarpone, caffè a ettolitri dentro thermos grandi come bambini di sei anni, borse frigo con acqua sufficiente ad attraversre il Sahara dall'Atlantico a Mar Rosso, quando si trovarono di fronte a quel muro di freddo si fermarono dirigendosi subito dopo verso lidi più caldi.
La telefonata lo svegliò da un incubo, sognava di essere al Polo Nord a fare una partita a scopa con un orso bianco, un caro amico, e non riusciva a concentrarsi pirchì schiattava i friddu.
:- Trimila graniti aviva priparato, sugnu ruvinatu - era il Mago
:- Scusati e a mia chi m'indi strafutti ? - rispose Spusey tra i brividi di freddo
:- Comu ? Vui siti l'autorità in loco, vi pari normali stu friddu a ferragosto ? Indagate, specialmente sui comunisti chi comu dici qualcunu in alto, c'intrunu sempri - e chiuse il telefono
Dopo aver indossato un maglione trovato dintra nu casciuni, Spusey cominciò a pensare
:- Com'è possibbili na cosa i chisti, stu friddu a ferragostu ? -
Accese il televisore per guardare il meteo, niente, tutto normale, anzi c'era un'anticiclone africano che faceva morire di caldo tutta l'Italia, Alpi comprese, allora com'era possibile ? Le Long, maledetto, non c'era cosa al paese di cui lui non fosse responsabile, e poi era comunista, dimenticando che magari anche lui lo era, ai tempi belli, quando tutto era russu o niru, al massimo bianco con venature
rosse o nere
Nonostante il freddo, Le Long pescava sul molo
:- Attia assassino di saraghi, ch'indi rici i sta tramuntana ? non sai niente come al solito ? - chiese Spusey
:- La tramontana mi vuliva telefonari prima m'arriva, ma stavo parlando cu ponenti e u telefunu era occupatu, u sciroccu è pacciu e s'indi vai aundi voli, u libici (chi mai beni fici) è in vacanza in Sardegna, cu maestrali parlo sulu a domenica, cu terraneo non aiu cunfidenza - rispose seccato Le Long
:- Occhio, anima longa, qualcuno sta rovinando l'economia del paese, sarò inflessibile -
Quello che pensò e disse Le Long non è riferibile in questo contesto
Mentre saliva verso casa incontrò Lo Smilzo che scendeva dalla macchina
:- Bongiorno dottori,ben arrivato, sta tramuntana a purtasti tu dal nord ? - chiese, cercando di essere spiritoso
:- Si, m'attaccai o parafangu d'arretu e poi sono due giorni che sono arrivato e c'era il sole, scusa se non ti saluto - e se ne andò lasciandolo di marmo
Spusey pensò :- Lo Smilzo che si giustifica, non mi convince, e poi è n'autru comunista, che avesse ragione il grande sciupafemmine specialmente se buttane ? -
La bufera infuriava a Favazzina mentre nel promontorio di Scilla e nelle costiere di Palmi, solenne brillava il sole, Spusey non se ne faceva capace, era un sortilegio, na mavaria.
Infreddolito decise di andare ancora sulla spiaggia dove sorprese Lo Smilzo e Le Long che, sul molo, parlavano fitto fitto, si avvicinò cambiando atteggiamento:
:- Caro amico dottore, caro cugino, mi fate partecipe di questa vostra conversazione ? -
Allora Lo Smlzo, che era un buono, lo fece partecipe
:- Caro Spusey devi sapere che ieri sera io e Le Long insieme a due ballerine cubane esperte dell'occulto, abbiamo fatto una seduta spiritica chiamando i nostri antenati favazzinoti per farci proteggere dall'invasione paddeca ferragostana, tale esperimento ha richiesto anche una certa partecipazione fisica, direi sessuale, e noi con grande sacrificio, per amore del paese, abbiamo provveduto. Come potevamo immaginare che i nostri antenati avrebbero scatenato una tempesta ? Mi sa che dovremo fare unaltra seduta per rimettere tutto a posto, io sono pronto al sacrificio, Le Long pure, naturalmente a mucciuni -
:- Se volete il sacrificio lo faccio pure io, ma non ci credo, la realtà è che siete dui fimminari e ogni scusa è bona - e se ne andò via verso casa
Cummari Peppa, na vecchiaredda piccula piccula e sicca sicca, l'aspettava all'angolo ra vinedda
:- Cumpari Spusey, na parola - chiese
:- Ditemi cummari Peppa -
:- Devo confessarvi una cosa, ieri sira ho pregato a Madonnuzza mi faci viniri na tempesta pirchì l'annu scorsu cu tutti i machini parcheggiati mi chiudiru rintra a casa finu a sira e menu mali chi non mi sintia mali, ma non pinzava a stu casinu, a Madonnuzza esagerau, ora 'nci dicu mi si calma - disse e scomparve dentro casa
Allora Spusey capì e fu contento
Praticamente in Cielo erano arrivate due raccomandazioni potenti ed incrociate, una laica e leggermente puttanesca dei due compari senza Dio che avevano messo di mezzo gli antenati, l'altra dolce e spirituale dettata dal reale bisogno della vecchietta di non essere soffocata dalle macchine.
Lui propendeva per le ballerine cubane, ma non era sicuro
Intanto la tramontana si attenuava e lasciava presagire un ritorno alla normalità
Puntuale arrivò la telefonata del Mago :
:- E allura ? -
:- Tutto a posto, domani ritorna l'estate - rispose Spusey
:- Menu mali, così vindu i graniti -
:- E certu, a vita è fatta sulu i graniti, poi ognunu pi cazzi soi - e chiuse il telefono

La morale di questa storia è che a Favazzina, data l'incapacità cronica di amministrare e di gestire anche il minimo indispensabile, è meglio rivolgersi al Cielo, attraverso le ballerine cubane per chi ci crede poco, attraverso la Madonnuzza per chi ci crede assai

martedì 8 settembre 2009

IL FALO'

La vera serata Favazzinota: falò, chiacchiere e risate con gli amici.
Aspetto commenti della serata da Raky e Lina e mando un bacione a tutti

venerdì 4 settembre 2009

Il torneo di tressette*

C'era la crème del gioco. Alla fine la finale pronosticata e attesa si è svolta tra i magnifici 4: Tacito-Joe B. contro Natali-Longu. In verità un altro avrebbe meritato la finale per come ha giocato: il perugino non ha sbagliato nulla ma l'avevano accoppiato a una specie di maionese impazzita e fu possibile soltanto salvare l'onore. Non è poco.





Un abbraccio a tutti gli amici che non sono riuscito a salutare

*Lo preferisco a tresette e penso che sia più corretto (NDP)