Benvenuti a Favazzinablog

Finalmente, dopo anni che ho in mente di farlo, ho deciso di aprire questo piccolo blog su Favazzina. L'obiettivo è quello di creare una comunità virtuale delle varie persone che negli anni hanno preso parte alla vita della nostra mitica Favazzina in modo che, almeno attraverso internet, possano sentirsi e non perdere i contatti, ma anche quello di scrivere e non dimenticare le varie storie che per tante estati ci hanno fatto morire dalle risate.
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Salutamu!
UGRECU

mercoledì 23 settembre 2009

Il campo da tennis

Pare una lezione di tennis
con un maestro e venti bambini
diritto rovescio volée

Quel rettangolo di cemento pitturato di verde fu chiamato campo da tennis. Durò poco ma lo vivemmo al massimo, oltre le nostre possibilità. Corremmo a comprare affittare chiedere in prestito racchette di ogni foggia e misura. Chi ce l'aveva di metallo parlava di leghe al carbonio con la competenza di un ingegnere della Nasa, chi ce l'aveva di legno si spaccava le mani e basta. Due fratelli ne comprarono una sola, giocavano a giorni alterni e non poterono mai disputare un doppio assieme. Le palline gialle pelose e tronfie alla fine della stagione spennate e incartapecorite rimbalzavano basse con l'ultimo anelito vitale. Non ne perdevamo una nonostante approssimativi top spin le facessero orbitare oltre la rete alta della recinzione: gli correvamo dietro al recupero prima che potessero sparire in altre mani fameliche. Erano preziose e costose, come gli abiti del completino che per molti fu necessariamente casual, per altri elemento determinante all'approccio di quel gioco nuovo per Favazzina. Soprattutto i forestieri che venivano da città famose per circoli di lusso e club house ineccepibili, indossavano altrettante ineccepibili t shirt bianche con logo discreto molto ben in vista all'altezza della minna sinistra e pantaloncini fascianti chiappe scattanti laterolateralmente e avanti, palla corta e indietro, pallonetto. Così li vedevamo giocare da questa parte, seduti ad ammirare gesti eleganti seduti a mangiar pizze fragranti seduti rintronati dal giubbocs che sparava enola gay dieci volte l'ora. Il gioco ci avvinse, di più il cerimoniale inerente e cominciammo a giocare tutti. Non vi faccio l'elenco, c'erano almeno quattro Mario, tanti Giuseppe nelle varianti peppipinupepè, diversi Roccu e Ntoni e Micu, qualche Vicenzu compreso quello che veniva in ritardo e scorporava la quota al momento di pagare l'ora d'affitto. Uno solo non c'era mai, uno solo lo vidi una volta sola, spettatore e tifoso. U longu se ne strafottè del tennis, gli interessava soltanto che non gli girassero le palle sopra quel molo. Sapete com'è il tennis, vi illude con progressi immediati e quando riesci a ribattere la pallina entro gli spazi regolamentari per dieci volte di seguito te lo senti che sei diventato forte e viene il momento che Gianni l' agonista dice: -Dobbiamo proprio organizzarlo il torneo! Le iscrizioni aumentavano e prendeva forma il tabellone, ancora qualche vacanza colmata dall'arrivo di due fratelli, altri fratelli questi, con minimo tre racchette a testa ben inguainate dentro la similpelle. Fratelli e famigliola, la mamma sul trespolo di centrocampo a pendolare occhi orgogliosi, il padre nel parterre a illustrare i prodotti. Tredici e quindici anni, venivano da Napoli e giocavano come si vedeva giocare solo in televisione: servizi perfetti, passanti all'incrocio delle righe e smorzate giusto un giro oltre la rete.
Il maggiore veniva a rete elegante altezzoso e bianco: un cigno, già campione regionale ,diceva il genitore, già nel giro della nazionale. Il piccolo meno elegante ma più potente sganciava cannonate tali che pure Peppino, dalla zona pizzeria, protestava: chianu figghioli chi mi spasciati u cimentu. E' naturalmente potente, naturalmente è patente che sia tra i primi d'Italia diceva lo stesso genitore, quasi quasi li iscrivo al torneo, un buon allenamento prima del raduno nazionale al Foro Italico. Mi sentii anzitempo, penso che fosse sentire comune, menato e sballottato come il sacco della boxe. Gianni il ritroso dice: Dobbiamo proprio organizzarlo il torneo? Non so in che ruolo, sospetto che gli abbia pagato la quota d'iscrizione ma non lo dirà mai, ai quarti di finale si presenta U longu a parlare (consigliare? suggerire?) con uno lungo lui pure, amico pare, tennista di fatto e di nome Vittorio e u bagnarotu di ngiuria. Ai quarti Vittorio incrocia e incigna il cigno alle sconfitte (il padre dirà: non ha dormito,ha avuto la febbre stanotte), in semifinale affronta e picchia di brutto, ai limiti della denuncia, il piccolo (il padre dirà: non ha dormito, suo fratello ha avuto la febbre ieri notte). Dopo aver sconfitto gli insonni Vittorio fu battuto in finale, esaurito fisicamente da una settimana di tennis serale e dopolavoristico. Strinse la mano all'avversario, ripose le scarpe e i panni in una sportina di plastica e se ne andò a dormire: un campione vero.
Continuammo a giocare con entusiasmo calante e quando Peppino smantellò fu un sollievo senza rimpianti, salva la malinconia per le cose perdute e il tempo andato.
Di quei bravi ragazzi non ci giunse mai la notorietà, il destino di quell' esuberante talento non so. Mi piace pensarli attorniati da frotte di bambini vocianti.
Diritto rovescio volée.


S (E M N F)

14 commenti:

mbù ha detto...

Non ricordo iltorneo di tennis ma il campo con annesso bar-pizzeria e campo di bocce del non ancora mago quello è indimenticabile e anche diversi aneddoti che alcuni di noi hanno già provveduto a raccontare nel blog chi se li scorda più?

u'longu ha detto...

In quel torneo ero il trainer di Vittorio, caro amico e pescatore di aguglie.
Purtroppo io non ho saputo mai giocare a tennis, se non rimandare qualche volta la pallina con grave pericolo per il pubblico, qualora ce ne fosse uno.
Ho assistito nell'80, dal terrazzo di casa mia, sotto una luna da tragedia, alla fine del campo, portato via dal mare.
Ricordo che Vittorio mi regalò la coppa del secondo posto, avrei dovuto capire già da allora che in tutti i tornei favazzinoti, sarei arrivato sempre secondo

arcade fire ha detto...

Grande Longu e che sollievo, pensavo di aver ricordato male. Arriverà quel giorno che arriverai primo, magari alle prossime elezioni e sarà ex aequo con me

u'longu ha detto...

Speriamo Mario, non tanto per noi che sappiamo difenderci, ma per il resto degli italiani, specialmente per quelli che non capiscono bene (un cazzo) e continuano a dare il voto all'egocentrico nano

Spusiddha ha detto...

Bel ricordo Mario, per me i tempi del campo da tennis sono quelli che ricordo con maggior nostalgia,
perchè vissuti da tutti noi molto intensamente.
Avevamo poco più di ventanni e non avevamo paura di niente, il mondo sembrava tutto ai nostri piedi!
So che susciterò una controvérsia, e non vorrei sbagliarmi ma il torneo lo vinse proprio Vittorio, battendo in finale il più grande dei due fratelli.
Lo martellò con bordate da fondo campo irritendolo e costringendolo a molti errori.

arcade fire ha detto...

Non credo Mimmo, ricordo bene che Vittorio fu sconfitto in finale (forse da un reggino o forse Iaponte come diceva Peppa, non ricordo) e poi ne è prova la coppa del secondo posto in mano al Lungo. La partita che ricordi tu era dei quarti o al più di semifinale e andò come tu la descrivi.

u'longu ha detto...

Confermo quanto affermato da Mario, Vittorio perse in finale con Beniamino L. di Bagnara, che poi sposando una cugina di mia moglie e quindi anche di Peppa, divenne un cugino acquisito.
Anche a saperlo prima, il tifo resterebbe sempre per Vittorio, tre anni di medie insieme, e anni di molo, lui ad aguglie io a cefali

Malumbra ha detto...

Devo invece dare ragione a spusidda. Lo ricordo come fosse ieri, lo vinse vittorio! sfilò per tutto il campo con la coppa in mano e la sera don peppino offrì le pizze a tutti!

arcade fire ha detto...

Mi sorge il dubbio che ci stiamo riferendo a due edizioni diverse. Io mi riferisco a quella in cui c'erano quei ragazzini napoletani "fenomenali"

arcade fire ha detto...

Scusa Malumbra ho letto bene? don Peppino offrì la pizza a tutti? ma manco se avesse vinto suo figlio Giuanni,il torneo di Wimbledon.

Malumbra ha detto...

si che è vero! è tanto vero quanto è vero che io mi possa ricordare qualcosa di questo torneo!

arcade fire ha detto...

Ah...ecco.

romanaccia ha detto...

Tanto per dire che dei secondi non si ricorda nessuno.
Bella abbastanza da spiegare chi compare da una e chi dall'altra parte della rete.
Per l'acronimo finale stiamo contattando una società di decriptaggio che ha collaborato con i servizi segreti vaticani durante la guerra fredda. Dicono che ci vuole tempo.
Bella citazione iniziale.

u Grecu ha detto...

Il Torneo di tennis, che tempi memorabili, ma vi ricordate che durante le partite c'era l'assoluto divieto di usare il juke box? Addirittura bisognava parlare sottovoce! Manco fosse state veramente wimbledon