Benvenuti a Favazzinablog

Finalmente, dopo anni che ho in mente di farlo, ho deciso di aprire questo piccolo blog su Favazzina. L'obiettivo è quello di creare una comunità virtuale delle varie persone che negli anni hanno preso parte alla vita della nostra mitica Favazzina in modo che, almeno attraverso internet, possano sentirsi e non perdere i contatti, ma anche quello di scrivere e non dimenticare le varie storie che per tante estati ci hanno fatto morire dalle risate.
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Salutamu!
UGRECU

sabato 11 ottobre 2008

TEMPESTA E LA PESCA A CEFALI

Prima che tempesta partisse in giro per il mondo a fare soldi a palate si andava sempre a cefali con i mulinelli dal molo. Le prime volte furono memorabili perchè ci si doveva impratichire con una pesca che noi avevamo sempre snobbato (la nostra pesca preferita era in barca ca filosa, ca fringa e a pruppa a largu). Avendo però notato i successi di Rocco Nao nella pesca a cefali con i mulinelli, che lui comprava dai polacchi, fummo incuriositi e ci incoraggiammo. Il primo giorno io mi presentai con due mulinelli, uno anni 80' di mio padre e l'altro fregato a mio fratello, tempesta invece si presentò con un mulinello anni 70' appartenuto a suo nonno (lui diceva che quel mulinello aveva fatto la strage di cefali). Il problema fondamentale della pesca col mulinello è il lancio, questo fu infatti il primo scoglio da superare. Quel giorno non c'era nessun pescatore sul frequentatissimo molo della terza spiaggia e potemmo fare tutte le prove possibili e immaginabili con tutta tranquillità, tanto non ci vedeva nessuno. Tempesta si presentò con una busta di plastica e la canna, senza palatura (glie la diedi io) e con un pastone fatto di mollica di panino e salsa di pomodoro (diceva che era una ricetta di suo nonno). Insomma quel giorno, tra due lanci sbagliati e uno giusto prendemmo 3 cefali, e ogni volta che ne dovevamo tirare uno era un teatro.
Il giorno successivo, presi dall'entusiasmo, ci recammo di nuovo sul molo. Uscito di casa lo chiamai: "tempestaaaa", e lui: "ncumincia a ghiari chi ora vegnu".
Quando arrivai sulla spiaggia notai due canne sul molo, era un pescatore mattutino riggitano. Arrivato sul molo ci salutammo, e notai che era organizzatissimo: canne professionali, coppo, valigetta con tutto l'occorrente per il pescatore DOC, pastoni di ogni genere, ecc.
Allora pensai: "minchia chi figura i mmerda chi ndi sparamu oggi cu chistu!".
Ci salutammo, gli chiesi la solita frase dei pescatori, ovvero: "Mangianu?" e lui mi disse che non aveva sentito neanche un tocco. Dopo aver lanciato le canne (con una paura fottuta di sbagliare) iniziammo a parlare un po e piano piano capii che il tipo era il classico pescatore organizzatissimo ma da strapazzo. Mi disse: "io so che qui c'è un pescatore bravissimo, è il padrone di quella barca (si riferiva a mpari vicenzu, il papà della mutula). Dicono che lui prende un sacco di pesci e poi conosce tutte le correnti e la luna". Allora io gli dissi che c'erano anche altri pescatori bravi a favazzina, che alcuni discendono da famiglie di pescatori. Gli stavo parlando delle famiglia di tempesta quando all'improvviso spunta proprio lui, con la canna di suo nonno e la busta di plastica. Allora dissi al riggitano: "ecco, lui è uno dei figli dei pescatori". E lui: " menomale, almeno ci dirà qualche trucco visto che questa mattina non si prende niente."
Arrivato sul molo tempesta ci saluta con voce e sguardo basso e frettolosamente si allontana fino ad arrivare quasi alla fine del molo (con mia sorpresa, perchè laggiù non c'erano comode postazioni).
Incominciai ad avvertire la tensione di tempesta, sapevo che era andato laggiù per paura di fare brutte figure ma, infondo, dovevo tenere alta la dignità della sua famiglia nel discorso che avevo intrapreso. Il riggitano era tutto concentrato sui movimenti di tempesta, era pronto ad osservare i trucchi del mestiere. Si distrasse un attimo e tempesta ne approfittò, velocemente, per effettuare il suo lancio. Prontiii, viaaaa.. all'improvviso si mossero tutte le nostre canne, il riggitano si alzò in piedi esclamando: "mangiano, mangiano, allora lui sapeva l'orario".
ma quale orario, ecco cosa aveva combinato tempesta:

(ingrandite)
ndi jettau a lenza i supra!

Allora il riggitano, che non si era accorto della cosa, osservando la lenza di tempesta mi disse: "ma come mai ha lanciato a terra?" ed io, che non sapevo cosa rispondere e non sapevo neanche cosa fare perchè stavo per esplodere dalle risata, dissi quasi ridendo a tempesta: "Pirchì jettasti nterra?" e lui iniziò a gesticolare con le mani ed asclamò: "mangiunu nterra oggi!" e il riggitano. "cosa ha detto?" ed io: "ha detto che oggi mangiano a terra." e lui: "ecco perchè non ne prendevamo, tiriamo le canne e lanciamo più a terra."
E fu così che, raccogliendo le nostre lenze, tempesta riuscì a ritirare anche la sua evitando un mega imbroglio di lenze ed una mega figura di mmerda!

PS Tempesta sei un mito, anzi, sei un genio!

10 commenti:

u'longu ha detto...

Bella Malumbra - Se Tempesta viniva mi pisca nte laghi in Lombardia, l'arrestavano

Nino u ficonsgi ha detto...

Non cangia mai....quantu ndi passaia jeu...ma nci voghiu beni comu a nu frati..TEMPESTONEEEE...senti Malumbra sicundu tia, mpari V.....u canusci puri iddu a LUNA PIENA?.....:-)

Malumbra ha detto...

a iddu nci piaci a luna calanti e crescenti.

trilly ha detto...

Semplicemente F A V O L O S A!!!
Sergio, già ti immagino che tenti di intuire le mosse di tempesta e "tempestivamente" (è proprio il caso di dirlo) ti accorgi del "misfatto"!
PS: mi è spiaciuto assai non averti più rivisto dopo quella sera a Scilla.
Confido in altre occasioni.
Un bacione

LUNA PIENA ha detto...

ficonsgi sei un cefalo cn la barba!

Spusiddha ha detto...

Nu iornu nc'era maretta, mari i cefuli, e u molu era chinu i piscaturi non c'era spaziu. Mentri tutti l'autri i pasciunu, Birrittedda ogni ittata era nu cufulo, u pagghiolu era cusì chinu chi so mugghieri i nittava appena i tirava. Forsi u Longu, alle prime armi, nc'era e si ricorda.
Sinceramenti non iva virutu mai unu piscari cusì.
Pirchì non ci spiati comu faciva?

Nino u ficonsgi ha detto...

Cara Luna.....i cefuli quandu annu fami natunu ca testa jata...Longu rincillu tu.....:-)

u'longu ha detto...

Ninuzzu, chista non ma tiniva, comu cefalu ca barba ?
U cefalu è un pisci furbo chi sapi quandu e comu avi a mangiari

Malumbra ha detto...

megghiu cefalu ca barba chi cefalu i fogna!

Malumbra ha detto...

Trilly certo che ci saranno altre occasioni. Tu però cerca di venire un pò di più nel nostro paesello