Benvenuti a Favazzinablog

Finalmente, dopo anni che ho in mente di farlo, ho deciso di aprire questo piccolo blog su Favazzina. L'obiettivo è quello di creare una comunità virtuale delle varie persone che negli anni hanno preso parte alla vita della nostra mitica Favazzina in modo che, almeno attraverso internet, possano sentirsi e non perdere i contatti, ma anche quello di scrivere e non dimenticare le varie storie che per tante estati ci hanno fatto morire dalle risate.
Se vi va di partecipare potete contattarmi su skype (mauro.fuca) o scrivere un commento anonimo al blog (scrivete in ogni caso la vostra email) così vi faccio diventare autori del blog e potrete darmi una mano.
Salutamu!
UGRECU

venerdì 23 luglio 2010

U giardinu ' i Cummari Grazia

La scaletta di pietra con la ringhiera di ferro conduceva in alto. Al mio paradiso.
Negli assolati pomeriggi di agosto le cicale erano le nostre compagne di avventura preferite. Ci accompagnavano ovunque con il loro canto stridulo e sfacciato, una melodia un po' stonata.
Un piccolo sentiero sulla sinistra, pochi passi ed eccolo il cancelletto di rete: aldilà, il giardino in ombra con le sue panche di pietra, il ficus maestoso al centro, i giocattoli, qualche bracciolo colorato abbandonato dopo il mare della mattina e Topolino sparsi in giro.
Ci aprivano sempre i due bambini: bruna e un po' timida lei, biondissimo ed esuberante lui.
I giochi avevano inizio in sordina.
Il patto era di non disturbare nonna Grazia nella sua pennichella pomeridiana pena l'inibizione di qualsiasi altro incontro nel nostro piccolo Eden.
Rispettosissimi del precetto, davamo inizio ai nostri pomeriggi di gioco in coppia, le bambine da una parte e i due Alessandro dall'altra.
Il tempo, come sempre quando si è felici, scorreva velocissimo.
Affacendati nella nostra febbricitante allegria, l'unica distrazione era il treno delle cinque in transito sui binari, proprio sopra le nostre teste.
L'attesa elettrizzante che accompagnava quel momento era indescrivibile: lo sentivamo sopraggiungere in velocità, i fili scossi dalla corrente, le foglie del ficus ondeggianti all'impazzata e noi con il naso in su, scossi da un leggero brivido di paura.
Di lì a poco compariva puntuale Cummari Grazia ancora un po' assonnata e con quella sua espressione gentile sul volto.
Ci offriva sempre qualcosa, anche quando avevamo fatto più rumore del dovuto: latte di mandorla, biscottini, frutta. Una merenda frugale che riempiva di dolcezza i nostri pomeriggi che terminavano quasi all'improvviso così come erano iniziati, con la richiesta della nonna di sistemare tutto perchè:"figghioli, facistu abbastanza bbuci".


Ad Elisa e Alessandro, compagni di giochi e di allegria per tanti anni, a mio fratello Alessandro, la parte "folle "di me e a Cummari Grazia per la Sua pazienza e per i Suoi dolcissimi sorrisi.

giovedì 22 luglio 2010

Favazzina e lo Sport



Dopo circa un anno di ricerche, sono riuscito finalmente a ritrovare il trofeo del terzo posto conquistato nella "Strafavazzina 1987" (categoria giovanissimi). La gara fu vinta da un ragazzo di Favazzina, mi sfugge il nome, abitava in piazza Rimembranza, il secondo posto mi fu scippato allo sprint sulla salita della stazione da A............ B............, (il fratello di Trilly)


Nella categoria senior, il favorito del paese, e campione uscente, Nao, arrivò secondo, battuto da un atleta "straniero", ossia proveniente da un altro comune.


Questa foto la dedico a chi riusciva ad organizzare sempre splendide iniziative a Favazzina, allietando le nostre giornate da ospiti del paese, e a tutti quelli che parteciparono a quella corsa.


lunedì 19 luglio 2010

19 luglio 1992

Riaffiorano, violente,
le emozioni di quella
sera.
Incredula, triste,
confusa.
Immagini di morte
negli occhi
dopo le risa
nel pomeriggio.
Nessuno dei presenti
ha più parlato
a tavola.
Nel mio cuore solo
una promessa
e un grazie.
Per il sacrificio,
il coraggio.
L'amore per la
libertà.

mercoledì 14 luglio 2010

A Libretta

Le donne andavano a fare la spesa a crirenza ca "Libretta", si facevano segnare tutto e poi si pagava a fine mese. Così si riusciva a respirare, e gestire meglio la spesa della famiglia. L’ordine era “signa”. Si pagava a fini misi oppure appena c’era la disponibilità, si chiuriva u cuntu, e sindi iapriva nastru. La frustrazione era tanta ma il bisogno era altrettanto.
Oggi non è cambiato molto vai al supermercato è paghi con la carta di credito, il debito rimane sempre. Prima ci finanziava a putiara ora a banca.
Con questo caldo africano mi viene da dire < c’è bisognu di liquidi>

sabato 10 luglio 2010

'A Liva

Oggi mi è venuta in mente un'altra storia che integra la sezione dedicata al mitico Pelè. Per scelta narrativa esporrò il racconto con le modalità da me usata nei primi tempi del blog. Prego tutti i blogger di pubblicare le loro storie sui vari personaggi mitici in modo che non vadano perse nel dimenticatoio.


Piazza di Favazzina. Ore 03,45. Cerchio di persone intorno a Pelè. Sigarette accese. Qualcuno beve una birra. "Ecco, ecco, zitti zutti chi Pelè comunicia a cuntari...."

'A liva
Era candu travagghiava all'Ulissi. Stava servendo l'antipastu a nu signuri. U stortareddu non riusciva mi zzicca a'liva c'a furchetta e 'a liva ci fuiva ru piatto. A'n certo puntu s'incazzo e circau mi nfila a'liva i forza.
All'altra perti ru tavulu c'era 'na signura rossa! C'un paru i minni raaaaaannnnnnddddddiiiii. U signuri i prima n'filò 'a liva e 'a liva schicciò..... 'nto menzu ri minnazzi ra signura!

Tutti rimaniru zitti, a signura si vardava 'ntorno. Ieu nci rissi "Aspetta lorda chi n'ci pensu ieu!". Nci scacciaia i minni, 'a liva satò 'ntu piattu e idda mi rissi grazie e sa mangiau!

L'uliva
Il fatto accadde nel periodo in cui lavoravo all'Ulisse (NDR celebre ristorante di Scilla). Ero in procinto di servire l'antipasto ad un signore. lo stortareddu (NDR intraducibile) non riusciva ad infilare l'uliva con la forchetta che tendeva ad uscire dal piatto. Tutt'un tratto (il signore) perse la pazienza e cerco di infilare l'uliva di forza. Nel frattempo, era seduta dalla parte opposta del tavolo, una signora abbastanza in carne, dal seno prosperoso.
Il signore di prima (ormai esasperato, finalmente) infilò l'uliva che volò.... tra i seni della signora!

La sala rimase in silenzio, la signora (in evidente stato di imbarazzo) si guardava intorno. Ie le dissi "Un attimo, mi appresto a risolvere la spiacevole situazione". Le compressi il seno e l'uliva saltò nel piatto. La signora, ringraziandomi, se la mangiò!

Pelè! Quanto ci mancano i tuoi racconti....e anche se sono tutti parti della tua mente... è comunque bello crederci.

venerdì 9 luglio 2010

Calabria d'Estate..

Ferie e sagre. Partenze intelligenti ma soprattutto soggiorni intelligenti, una vacanza del gusto. Quest’anno vale la pena di andare per i primi di agosto a Spilinga, tra (Tropea e Capo Vaticano), per la Sagra della ‘Nduja, un vero e proprio trionfo del gusto piccante calabrese. Un classico gastronomico morbido-piccante da spalmare. Insomma satizzi che i francesi i chiamavunu << anduille>>, e noi calabresi in maniera originale ne abbiamo insaporito il nome e anche il contenuto chiamandola ‘NDUJA