Benvenuti a Favazzinablog

Finalmente, dopo anni che ho in mente di farlo, ho deciso di aprire questo piccolo blog su Favazzina. L'obiettivo è quello di creare una comunità virtuale delle varie persone che negli anni hanno preso parte alla vita della nostra mitica Favazzina in modo che, almeno attraverso internet, possano sentirsi e non perdere i contatti, ma anche quello di scrivere e non dimenticare le varie storie che per tante estati ci hanno fatto morire dalle risate.
Se vi va di partecipare potete contattarmi su skype (mauro.fuca) o scrivere un commento anonimo al blog (scrivete in ogni caso la vostra email) così vi faccio diventare autori del blog e potrete darmi una mano.
Salutamu!
UGRECU

martedì 18 dicembre 2012

POKER FAVAZZINOTU Avremo avuto vent’anni o qualcosa di meno, Favazzina d’inverno, ore piccole al C.A.S., i soliti nottambuli, nella fattispecie, io u longu, Mario P.detto il Firriolo e Roccu G. detto u ‘Nchiumbu. Poker a tre all’italiana. Eravamo rimasti soli, tranne Tonino detto u Gneddu che dormiva su quattro sedie accostate e Pascali u Continu che dormiva su una sola, risparmiava. Eravamo orfani dell’Americano alias Roccu l’orfanu, anche lui, assente perché era ricoperato all’ospedale per una difficilissima operazione, come diceva lui, l’avrebbero tagghiato a du mezzi, che macellai. La partita a poker correva veloce, io vincevo spudoratamente, u firriolo era chi soi, perdeva tutto u ‘nchiumbu che, non abituato dato il culo immenso, piangeva come un vitello. Si picciiava ch’era na bellizza, aveva consumato n’accendino a furia di bruciarsi i contorni, faciva giri intorno alla seggia, invocava il Padreterno e parentela, nenti, non era sirata. Faciva tris e qualcuno faciva scala, faciva scala e qualcuno faciva full, poi visto che era spaventato gli bleffavano spesso e lui scappava. La partita non finiva mai perché Rocco si voleva rifare, ora un giro di consolazione, ora un giro della disperazione, poi che era ancora presto, insomma si stava facendu matina. :- Basta, non è possibile, vaiu e mi pisciu i mani – dissi u ‘Nchiumbo e uscì di corsa. Come saprete il CAS non era fornito di bagno, il posto che più si confaceva alla bisogna era a vinedduzza, all’ombra di una nespolara che sorgeva dove adesso c’è il Residence, nespolara talmente grande che faceva ombra anche di notte. Nell’attesa della pisciatina di mani mi venne in mente un scherzetto simpatico e, d’accordo con Mario, sistemai le carte in modo seguente: Rocco avrebbe avuto una scala reale, Mario un poker d’assi ed io un colore. Appena rientrato Rocco, io distribuì le carte annunciando solennemente l’ultimo giro. A mano a mano che Rocco spizzicava le carte cambiava colore , all’inizio normale, poi rosso, poi bianco e alla fine rosso vivo. Mario continuava a rilanciare su Rocco ed io su Mario e Rocco su di me, ad un certo punto i soldi erano tutti sul piatto e Rocco li accarezzava con lo sguardo, mi sono rifatto pensava, anzi andrò a vincere. Rocco era uno spettacolo, aveva gli occhi spiritati, assaporava la vendetta. Ad un certo punto, dopo l’ennesimo rilancio, decisi che era meglio finirla e dichiarai: :- Rocco tu hai un scala reale, Mario un poker d’assi ed io un colore – e buttai le carte sul tavolo :- E tu come fai a sapere che ho una scala reale - disse Rocco incazzato :- Semplicemente perché te l’ho data, era uno scherzo, avevo sistemato le carte – :- Scherzo sta minchia, allora anche prima era uno scherzo ? – Finì a tarallucci e vino, rimaneva lo spasso, la solita pisciata a ribba i mari prima di andare a dormire. A proposito di sonno gli altri due continuavano a dormire mentre i primi chiarori dell’alba s’affacciavano dal mare.

2 commenti:

u'longu ha detto...

Scusate l'impaginazione, mi spirdia comu si faci

arcade fire ha detto...

Attìa Longugambler, si megghiu i Pol Niuman: nci iarmasti na stangata chi cazzi. Peccato che c'era l'amicizia di mezzo e finiu paci e patta.