Carmarìa di sciroccu
ventu di damascu
aria cadda supra 'a peddi
purbiri di terra nte prumuni
'u mari chiattu rema pì fora
n'terra scrusciunu i canniti
nuvulati di rina cumbogghiunu
i barchi nta marina
'a muntagna bugghi e brucia
u fumu mbrogghia 'a luna
chi nchiana e sa passìa
supra 'a rimembranza
tri jorna se va bbonu
tantu mi schiattamu
brucia l'aria e nta stu siccu
si cunzuma l'acqua e u sciatu
tri jorna se va bbonu
poi veni u friscu
refulati di ventu
a boria sciuscia e porta bbentu
Benvenuti a Favazzinablog
Finalmente, dopo anni che ho in mente di farlo, ho deciso di aprire questo piccolo blog su Favazzina. L'obiettivo è quello di creare una comunità virtuale delle varie persone che negli anni hanno preso parte alla vita della nostra mitica Favazzina in modo che, almeno attraverso internet, possano sentirsi e non perdere i contatti, ma anche quello di scrivere e non dimenticare le varie storie che per tante estati ci hanno fatto morire dalle risate.
Se vi va di partecipare potete contattarmi su skype (mauro.fuca) o scrivere un commento anonimo al blog (scrivete in ogni caso la vostra email) così vi faccio diventare autori del blog e potrete darmi una mano.
Salutamu!
UGRECU
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Salutamu!
UGRECU
venerdì 27 febbraio 2009
Sciroccu e boria
U scriviu: arcade fire u iornu: venerdì, febbraio 27, 2009
Argomento: Poesie favazzinote
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12 commenti:
Arcade, e' meravigliosa. Rimango di stucco e mi commuovo per la quanto è bella
Bellissima poesia, Mario.
Mi pari chi sugnu 'nta spiaggia, a casa, 'nto me paisi, e u ventu e u mari mi fannu turnari com'era prima
arcade mi sciucaru i paroli.
bella davvero
Rema per fuori e quelli che non lo sanno si perdono i canotti. Si perdono e basta. In un attimo certe bocche aperte in mezzo al mare. Zitto zitto se li porta. Una volta qualcuno l'ha ripreso il Lungo. O me lo sono immaginato?
E' vero Ramon l'ho ripreso, ma a momenti mi perdevo pure io a largo.
Forse era meglio
Perbacco, Mario! La tua poesia dedicata allo scirocco ha risvegliato in me ricordi oramai sepolti da tempo. Ero bambino e quando tirava vento di scirocco mia madre chiudeva porte e finestre, mentre io scappavo fuori in strada a rincorrere il vento. I mulinelli che il vento formava a terra erano il mio punto di gioco, comiciavu a fuiri i cca e i dda , a pigghiari carte e foglie che svolazzavano da tutti i lati.
Lo scirocco -caldo e secco- cominciava a farsi sentire già alla fine di marzo. Spuntava dallo Stretto zitto,zitto e dopo poco tempo piegava i rami ri limunari i Favazzina. I piscaturi i Bagnara e Scilla, spittavunu u Sciroccu i marzu per le prime battute di pesca all’alalonga, dicevano chi trasivunu cu ventu. D’estate, quando arrivava LUI , era nu scappa scappa nta l’acqua i mari, poi, uscivi dall’acqua e dopo un minuto eri asciutto e ti restava il sale secco sulla pelle.
Ricordo una volta che io e mio padre eravamo a pescare nello stretto,dopo un paio d’ore che eravamo in acqua cominciò ad alzarsi vento di scirocco , mio padre mi disse salpa stà filosa. Cominciai a raccogliere ,ad un certu puntu, si stuta u motori. Mio padre tenta di avviarlo ma niente da fare. Intanto arrivò LUI come un furettu, il mare era diventato pauroso, onde alte e profonde, ed io a governare stu gusciu i nuci chi remi. Era come andare sulle montagne russe, credetemi. Eravamo stati spinti fino a Bagnara. Grazie alla buona sorte, dopo chi smuntammu u motori, mio padre riuscì ad avviarlo… e controvento, via pa casa con molta difficoltà!
E’ stata l’unica volta che lo scirocco mi ha fatto paura. Oggi che vivo al Nord , anche se non lo vedo spuntare dallo stretto, percepisco il suo profumo nell’aria. Il vento di SCIROCCO è il mio preferito, soprattutto quando sono a terra….ciao!
bellissima Zio Mario!complimenti davvero...
Arcade, mi piaciu assai!!
Qui fa' un bel freddo sopratutto quando si va a sciare ma ora posso
ricordare qualche strofa della tua poesia e riscaldare almeno l'anima :-)
Grazie a tutti,,troppo buoni. Nino bella la rievocazione che hai fatto, del vento e dell'avventura nel mare ostile di quel giorno.
E bravo Mario mi facisti siccari a gula e scumpigliari i capiddi puru a Milanu, piccatu chi non c'è a rina chi sulluata ru sciroccu ti
sferza a faccia e a schina.
Complimenti davvero, ormai siamo a livelli di Ignazio Buttitta.
Spusidda mi ti scompiglia i capiddi a tia ci vuliva u ventu i l'uragano Katerina, chiddu i New Orleans.
Mi ci scompiglia a Cicciu Carnera, ci vuliva poi l'uragano i prima, 'mbischiatu cu na tempesta di sabbia du Sahara, il ghibli
Longu chiu chi scumpigghiari (comu cazzu si rici in dialettu?) u sciroccu mi buccava sulu i latu, a Cicciu Carnera inveci mancu u ghibli nci smuviva!
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