Benvenuti a Favazzinablog

Finalmente, dopo anni che ho in mente di farlo, ho deciso di aprire questo piccolo blog su Favazzina. L'obiettivo è quello di creare una comunità virtuale delle varie persone che negli anni hanno preso parte alla vita della nostra mitica Favazzina in modo che, almeno attraverso internet, possano sentirsi e non perdere i contatti, ma anche quello di scrivere e non dimenticare le varie storie che per tante estati ci hanno fatto morire dalle risate.
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Salutamu!
UGRECU

mercoledì 21 aprile 2010

Il dottore e l'imperatore

La luna si nascondeva dietro montagne di nuvole e quando ne sembrava priogioniera per sempre, si liberava e ritornava a brillare.
Le ombre degli alberi s'allungavano sulla strada come mani furtive, ogni tanto qualche uccello notturno cambiava ramo.
La notte era immobile e stregata.
Il dottore guidava in silenzio, dormivano tutti, prima dell'alba voleva raggiungere Minsk.
Aveva sonno, decise di non rischiare e si fermò in una piccola ansa della strada, immersa in un bosco di betulle.
Mentre si stava assopendo, un rumore lontano, un brusio di uomini, nitriti di cavalli, ruote di carri.
Incuriosito scese dal camper e scrutò nell'ombra del bosco trafitta dai raggi di luna.
Vide uomini laceri e stanchi con le divise a brandelli, feriti, zoppicanti, bestemmiavano in francese.
Era l'Armata, la Grand Armèe, che si ritirava in ordine sparso.
Pareva un film.
I soldati passavano e non lo degnavano di uno sguardo, come se non ci fosse, come fosse lui il fantasma e non loro.
Al centro della moltitudine in rotta, la Guardia Imperiale a cavallo, imponente, maestosa nella divisa, negli elmi con la criniera, con le sciabole scintillanti sotto la luna.
Tra di loro, su un cavallo bianco, l'imperatore, Napoleone Bonaparte.
Lo vide e si avvicinò con il suo cavallo bianco.
Aveva il cappello di traverso, la barba di tre giorni e con la mano destra si toccava continuamente lo stomaco.
:- Siete un mio suddito o un maledetto russo - chiese arrogante
:- Io sono un uomo libero, monsieur, non sono il suddito di nessuno - rispose calmo lo Smilzo
:- E cosa fate per vivere ? uomo libero - sempre arrogante l'imperatore
:- Faccio il dottore -
Allora l'imperatore si comportò come un mutuato qualsiasi
:- Sentite dottore, ho un mal di stomaco micidiale, i miei dottori sono dei cani, non è che mi potreste consigliare qualcosa ? -
L'istinto del medico portò lo Smilzo a dirigersi verso il camper, sicuramente aveva qualcosa contro una banalissima ulcera.
Ma strada facendo ricordò quanto era stronzo il generale, aveva tradito la rivoluzione, e poi quanta altra gente sarebbe morta ancora per la sua mania di fare sempre battaglie.
Da un sacchetto estrasse una manciata di peperoncini rossi calabresi, pipi i rasta, e la portò all'imperatore.
:- Ecco, questo è un rimedio infallibile, viene dalla calabria, deve assumerne uno prima dei pasti, a stomaco vuoto - raccomandò
L'imperatore prese i peperoncini, girò il cavallo e andò via senza ringraziare, spernacchiando qualche parola in francese.
La storia, sbagliando, racconta che fu l'arsenico inglese a S.Elena a portarlo alla tomba, la verità invece è diversa, più che amara, infiammatoria.
Al mattino era convinto di avere sognato, ma non ne era poi tanto sicuro, anche perchè non riusciva più a trovare i peperoncini.

5 commenti:

arcade fire ha detto...

Non te l'avevo detto capo? Perfetta Le Long. Volevo precisare che, per l'assunzione, gli ho consigliato la via rettale.
Mimmo questa sarebbe da tradurre in russo, chissà come sarebbe contento Kutuzov. Tolstoi invece, a mbiria!

chinnurastazioni ha detto...

Bella Mimmo, un viaggio nel tempo dello Smilzo per accelerare la fine del despota sanguinario. Se si sterminassero da un polo all'altro tutte le classi dominanti, niente cambierebbe, l'ordine instaurato due secoli fa dal Bonapartismo.

romanaccia ha detto...

Bravi bravi, si scambiano regali, si accordano, io ti do una penna a te tu mi fai regicida a me, ma bene. A me non resta che applaudire, al solito.
quell'affare nella foto parrebbe un colbacco. lo è? o è una nutria morta o un colbacco

u'longu ha detto...

Quel maledetto gatto ha nascosto la penna.
Che bella, quando si agita compare la neve sospesa, come l'ampolla della Madonna di Polsi, quando ero bambino.
M'inducete al peccato, io che sono monarchico per vocazione, specialmente seguace dei Savoia, che scrive contro i regnanti.
L'impiccherei tutti all'alba, i pochi rimasti, senza processo, come capo d'imputazione, il nome.

arcade fire ha detto...

Lui dice che si è fatto fare un tantinello di tinta, qualche colpo di luce. Io sospetto che sia un parrucchino. Il gatto di Le Long invecchia ma non si rassegna.