Benvenuti a Favazzinablog

Finalmente, dopo anni che ho in mente di farlo, ho deciso di aprire questo piccolo blog su Favazzina. L'obiettivo è quello di creare una comunità virtuale delle varie persone che negli anni hanno preso parte alla vita della nostra mitica Favazzina in modo che, almeno attraverso internet, possano sentirsi e non perdere i contatti, ma anche quello di scrivere e non dimenticare le varie storie che per tante estati ci hanno fatto morire dalle risate.
Se vi va di partecipare potete contattarmi su skype (mauro.fuca) o scrivere un commento anonimo al blog (scrivete in ogni caso la vostra email) così vi faccio diventare autori del blog e potrete darmi una mano.
Salutamu!
UGRECU

giovedì 30 dicembre 2010

Spusey e le bombe di Natale

Pioveva
Il rumore del mare in tempesta saliva dalla marina insieme a nuvole di salsedine, tutto sembrava salato, anche il caffè che stava bevendo.
Spusey era incazzato perchè la sera prima giocando "a stuppa" aveva perso la bellezza di ventisettemilacinquecento lire, una somma sproporzionata, un capitale.
Ricordava specialmente un mano, aveva un cinquantacinque e due sette di altri pali, gli mancava solo il palo di spati.
Quel culo scassato di Le Long era riuscito a fare cinquantacinque e fregargli il piatto di mano.
Nonostante la parentela l'avrebbe arrestato volentieri, anche per un colpo di tosse, una risata inopportuna, ma l'unica cosa per cui era facile arrestarlo era per blasfemia.
Bussarono alla porta, era cummari Giuvanna
:- Mi dovete aiutare perchè mi hanno mancato di rispetto - disse tutta 'nfervurata
Spusey pensò subito a qualche maniaco sessuale, solo quello poteva mancare di rispetto a cummari Giovanna.
Era para para, trugghia trugghia, per giunta vestita di nero per un lutto risalente almeno ad un ventennio prima, roba da guerra.
Ora uno pensa, almeno era bella i facci, manco quello, anzi.
:- Ma cosa stati pinzandu cumpari? magari fussi - e raccontò quello che era successo
La mattina di Natale era scesa in piazza con la conca e na palitta per prendersi un pò di brace rimasta dal falò della notte prima.
Riempita la conca con la brace se l'era messa in testa e stava rientrando a casa quando avvenne l'esplosione, qualcuno aveva messo delle bombe carta nella conca causando il botto.
A parte la paura, s'era bruciata na maglietta quasi nova, due dita della mano chi tiniva a conca e cosa ancora più grave, s'era calato dui Maronni proprio il primo giorno della puerpera.
:- Ma c'era qualcuno in piazza - spiò Spusey
:- Si, c'eranu l'anima longa di vostru cuginu e Arcati o comu cazzu si chiama, chi sa chiaccheravunu _
L'ho fottuto - pensò Spusey - tentato omicidio, possesso di esplosivi , forse anche baro, caro Le Long , ora su cazzi toi.
Nonostante la tempesta Le Long pescava da terra, lanciava con il mulinello, naturalmente non pigghiava nenti, sulu acqua e friddu.
:- Ciao Le Long, hai saputo ? - spiò
:- Che cosa ? -
:- A cummari Giuvanna 'nci satau a conca in testa -
:- Muriu ? -
:- No, si schiantau -
:- E a mia chi m'indi futti di schianti i cummari Giuvanna ?
:- Hai messo le bombe confessa e il tipo di scherzo che preferisci e poi ti ha visto in piazza -
:- Varda che in piazza c'era mezzu paisi, vitti a mia pirchì sugnu longu -
:- Lo vedremo caro cugino, lo vedremo, per adesso sei indagato -
Risalendo in paese Spusey andò a cercare Arcati o meglio il dottore. lo trovò al bar che si faciva na scupa cu Firriolu.
Alle accuse il dottore s'indignò, suggerendo al nostro investigatore un clistere di zippi insieme a sua cummari.
Era pronto a fargli la ricetta
Erano i maggiori indiziati, ma non aveva prove, testimoni, e poi era Natale ed erano anche suoi amici.
Si bevve un dobble viski, comu riciva u Mericanu, si fici na partita a trisetti e poi s'avviò verso casa.
Bussarono alla porta, era la solita scassa minchia
:- Cumpari vi devo diri na cosa - disse
:- Sugnu tuttu ricchi - rispose Spusey, sperando in una cosa i prescia
:- Cicciuzzu, me nfigghiu u picculu, mi rissi ch'iva 'mmucciatu i bumbi 'nta ciniri ra conca -
Ecco risolto il misteero
Il bambino per paura che gli altri fratelli gli rubassero le bombe, l'aveva nascoste nella cenere fredda della conca, quando poi la madre ci aveva messo la brace era scoppiato tutto.
Era stato un incidente familiare
Più tardi passò Le Long ad invitarlo per una stoppiata
:- Spusey veni chi ti futtu i sordi, principiante, a senti, sugnu sempre indagato ?
:- Ma quali indagato, sulu na cosa mi devi spiegare -
:- Dimmi caro - sorrise Le Long
:- Comu cazzu fai m'hai tantu culu e carti -
:- E' bravura, Spusey, solo bravura -
Il mare cominciava a calmarsi lasciando odore di alghe, leggero un'alito di scirocco addolciva la sera

5 commenti:

arcade fire ha detto...

U clisteri i zippi è un antico rimedio mutuato dalle secolari pratiche dei frati minori dell'abbazia di Micuni.
Calde, con funzione antispastica e procinetica intestinale; fredde, decongestionano le mucose e i murrois.
Spusey è sempre il meglio, come te Lelong.

Galanti ha detto...

U Longu è tornato in stato di grazia.

u'longu ha detto...

Mario se c'era n'abbazia io ero sicuramente dolciniano, puru tu.
Buon anno

chinnurastazioni ha detto...

Mimmo,Buon anno a te e famiglia, per favore, la prossima volta cerca di essere il colpevole, così virimu comu finisci, diamo un'altro finale alla storia. Ciao

u'longu ha detto...

Buon Anno a te e famiglia, Nino.
Troppo scontato ci sia un colpevole, preferisco inventarmi delle soluzioni accidentali, spassose.
Uso sempre gli stessi personaggi perchè non vorrei urtare la suscettibilità, sempre viva, dei nostri compaesani.
Cu Spusisdda e Mario vado sempre sul sicuro.
Comunque, in tuo onore, farò lo stesso post con un finale diverso, con un colpevole.
Lunga vita a Favazzina o a quel che ne rimane