Benvenuti a Favazzinablog

Finalmente, dopo anni che ho in mente di farlo, ho deciso di aprire questo piccolo blog su Favazzina. L'obiettivo è quello di creare una comunità virtuale delle varie persone che negli anni hanno preso parte alla vita della nostra mitica Favazzina in modo che, almeno attraverso internet, possano sentirsi e non perdere i contatti, ma anche quello di scrivere e non dimenticare le varie storie che per tante estati ci hanno fatto morire dalle risate.
Se vi va di partecipare potete contattarmi su skype (mauro.fuca) o scrivere un commento anonimo al blog (scrivete in ogni caso la vostra email) così vi faccio diventare autori del blog e potrete darmi una mano.
Salutamu!
UGRECU

martedì 4 dicembre 2012

Quando si dice i tifosi

Ieri sera mentre guardavo la partita Reggina – Crotone,
le telecamere si sono soffermate, solo per un attimo,
su uno striscione che un tifoso mostrava con orgoglio,
giusto il tempo per riuscire a leggere quello che c’era scritto.
“U ME CORI BUGGHJ COMU NA CADDHARA CHINA I FRITTULI”
Amore per la propria squadra?
Rabbia?
Ironia?
Non saprei dire, comunque uno striscione bellissimo.
Quale altra tifoseria potrebbe scrivere una frase simile?
Onore al tifoso!
Per la cronaca la partita è finita 1-1

7 commenti:

arcade fire ha detto...

Forse è un cardiopatico, cusapi
Bella frase, senza cugghiuniari.
A Catanzaru direbbero "lu cori miu bughj comu nu teganu i morzeddu"(pressappoco, n.d.l.)
Ciao Mimmuzzu

chinnurastazioni ha detto...

Nu caddaru i frittuli e chiddu chi n'ci vuliva pi nui. Ciao

u'longu ha detto...

Invece per me la caddara è legata alla bollitura del mosto che serviva a sciacquare le botti prima di riempirle.
Subito dopo la sciacquata si faciva u surfareddu, striscie di stoffa imbevute nello zolfo, accese e poi calate nelle botti tappandole, per uccidere gli insetti del legno.
Meno male che i nazisti non conoscevano la procedura.
Ciao Spusidda

u'longu ha detto...

Invece per me la caddara è legata alla bollitura del mosto che serviva a sciacquare le botti prima di riempirle.
Subito dopo la sciacquata si faciva u surfareddu, striscie di stoffa imbevute nello zolfo, accese e poi calate nelle botti tappandole, per uccidere gli insetti del legno.
Meno male che i nazisti non conoscevano la procedura.
Ciao Spusidda

chinnurastazioni ha detto...

U mussu e u peri insiemme ai pezzetti di carne che rimangono in fondo al caddaru sono i miei preferiti. N'zugna pi patati, per finire, è vai...

chinnurastazioni ha detto...

Mimmo, mi sembrava che lo zolfo si facesse esplodere dentro la la botte.

u'longu ha detto...

Nino, e chi era un trik-trak ?