Benvenuti a Favazzinablog

Finalmente, dopo anni che ho in mente di farlo, ho deciso di aprire questo piccolo blog su Favazzina. L'obiettivo è quello di creare una comunità virtuale delle varie persone che negli anni hanno preso parte alla vita della nostra mitica Favazzina in modo che, almeno attraverso internet, possano sentirsi e non perdere i contatti, ma anche quello di scrivere e non dimenticare le varie storie che per tante estati ci hanno fatto morire dalle risate.
Se vi va di partecipare potete contattarmi su skype (mauro.fuca) o scrivere un commento anonimo al blog (scrivete in ogni caso la vostra email) così vi faccio diventare autori del blog e potrete darmi una mano.
Salutamu!
UGRECU

sabato 19 maggio 2012

Ecco l'ultimo dei motivi per il quale non sto più collegandomi al blog

sabato 12 maggio 2012

PASCUNI

Il pic-nic favazzinotu per eccellenza era u pascuni, pasquetta per i non addetti ai lavori, “lunedì dell’Angelo” per gli osservanti. Quand’ero una ragazzino il pascuni veniva organizzato molto spesso dall’Azione Cattolica favazzinota, con a capo il previti don Roccu, che diciamoccelo, non aviva tanta fantasia e forse mancu tanta gana, pertanto gli itinerari eranu sempri i stessi. Gambarie con la seggiovia e Ganzirri con il lago salato. Per Gambarie affittavano un vecchio pullman con enfisema al motore, specialmente d’inchianata a Ganzirri invece, una volta traghettati fino a Messina, a pedi finu alla meta, almeno deci chilometri. Attraversare Messina e Torre Faro a pedi, più che un pascuni era un pellegrinaggio senza Madonna finale, un atto di fede che allora non mancava, se no eranu maschiatuni autru che dibattiti teologici. Un po’ più grandicelli finalmente l’affrancamento. Una sera in una libera e democratica riunione presso i noti scaluni dedicemmo, prossimo pascuni da soli a Taormina, senza tutori. educatori e scassa minchia vari. Per noi ragazzini di quei tempi, andare a Taormina era un po’ come andare all’estero, dimenticando che i nostri padri erano tornati dalla Russia, dai campi di concentramento tedeschi, dalla prigionia in Inghilterra, Sud Africa e chissà da quali altri posti, ci avevano cresciuti nella bambagia ancora impauriti di quello che era successo a loro. Fervevano i preparativi, tutto era pronto, unica incognita il tempo, ci sarebbe stato il sole o chiuviva ? La sera di pasqua bisognava guardare il tempo in televisione, poi ci saremmo regolati. Bernacca quella sera mise tra Messina e Catania, quindi a Taormina, quattru umbrella, una saetta e gocciuluni d’acqua comu muluni, pertanto significava che se non era diluvio pocu ‘nci mancava. :- Che fare ? – disse Lenin e puru nui. Decidemmo di partire lo stesso, però equipaggiati per la bisogna, umbrelli, ‘mpermeabili, giacchi pisanti,cazettuni. Il sospetto mi vinni i prima matina aspettando il treno, faciva caddu e di nuvole nemmeno l’ombra. Ma andavamo all’estero e oltre lo stretto c’era l’incognita, il salto nel buio. Per farla breve quando arrivammo a Taormina si facevano i bagni e pure noi, di sudore. Da quel giorno non ho più amato i pic-nic e Bernacca, bonanima, non l’ho più tenuto in considerazione, anche se, qualche volta c’inzirtava. p.s – questa storia vera può essere che l’abbia già raccontata, se così fosse perdonatemi

venerdì 11 maggio 2012

La prima Comunione

Maggio, il mese della fioritura, della fertilità, dell’esplosione della natura, il mese nel quale le giornate si allungano e si fanno sempre più calde, il mese dedicato alla Madonna (Bella tu sei qual sole, bianca più della luna, e le stelle le più belle non son belle al par di te.), della Prima Comunione, il mese della finale della Coppa dei Campioni, del Giro d’Italia e a Favazzina, tra le altre innumerevoli cose, i primi bagni e l’inizio ra mbiviratura nta l’orti. U cunduttu che attraversava tutto il paese ra vasca secolare all’officina finu a Favareca, era in quel periodo sempre pieno d’acqua e noi ragazzi muniti di legnetti, in concomitanza con l’inizio del Giro d’Italia, giocavamo ai ciclisti, facendo un nostro particolarissimo Giro. Quel sabato, il giorno prima della Prima comunione, si stava svolgendo una tappa abbastanza impegnativa, ed io nel tentativo di distanziare gli altri corridori (u me lignu aiva truatu nu filu i currenti a favuri) tutto preso dal tentativo di fuga, sciddhicai e caddi lungo e disteso nto cunduttu e, oltre al bagno, mi scurciai una gamba e puru u barbarozzu. Inzuppato fradicio e sanguinante mi recai subito a casa e mia madre, dopo l’iniziale spavento, nel constatare che a parte qualche sbucciatura non avevo riportato niente di grave, come una madre che si rispetti, mi diede una bella pettinata, dandomi pure dell’incosciente, poiché avevo messo a rischio per l’indomani di fare la Prima Comunione. Come Dio e don Rocco volle tutti noi comunicandi, dopo aver atteso con ansia e trepidazione quel fatidico giorno, ricevemmo il sacramento dell’Eucarestia e all’uscita della chiesa mia madre ed io ci recammo da Santino per farci portare, con la sua mitica FIAT 1100 bianca, dal fotografo a Bagnara per immortalare quel giorno di festa. Mentre passavamo davanti alla sua casa, una donna del paese ci fermò e chiese a mia madre se, dato che c’eravamo, potevamo dare un passaggio a lei e alla figlia così pure lei poteva farsi le foto. Anche se a malincuore (ma pirchì non si putiva fari purtare puru iddha i Santino? Disse la sera a mio padre nel raccontargli l’accaduto) mia madre li fece salire, non immaginando il bellissimo regalo che mi stava facendo e l’immensa gioia che mi stava procurando, perché la ragazza, una mia compagna di classe, era quella che a quel tempo mi faceva battere forte il cuore. La madre della ragazza salì davanti, mentre lei si sedette dietro con noi, proprio dalla mia parte. Io col mio vestito grigio chiaro riciclato (credo fosse quello di mio fratello) e lei tutta vestita di bianco, sembravamo una coppia di giovani sposi diretti all’altare (era quello che io fantasticavo) e non posso descrivervi la mia felicità nel trovarmi accanto alla mia amata. Dal fotografo sia io che lei facemmo le foto (come sarebbe stato bello farne una insieme, continuavo a pensare) e davanti a mia madre preoccupata per i segni della caduta visibili sul mio mento, il fotografo la rassicurò che con dei ritocchi li avrebbe fatto sparire. Purtroppo finì tutto troppo in fretta e Santino ci riportò a Favazzina. Avrei voluto che il viaggio non finisse, che durasse più a lungo ma, nonostante lui guidasse con prudenza, arrivammo in un attimo o almeno a me così parve. Di quel giorno e del rito religioso in particolare, ho vaghi ricordi, quasi sbiaditi, ma del mio viaggio fino a Bagnara con la ragazza del mio cuore, della quale allora ero innamorato, ancora oggi, nonostante sia passato ormai così tanto tempo, serbo un dolce e tenero ricordo.

mercoledì 9 maggio 2012

Picnic

La merenda all'aria aperta, mi ha detto mia moglie. E' arrivata la bella stagione, c'e' il sole, andiamo in valle per un picnic. Nino prepara: presto fatto, mi precipito in cantina e pigghju u tavulinu. Cazzu! I seggi non mi ricordu aundi i mintia, intantu cogghjiu borracce e bidone i cincu litri pi l'acqua, mi manca u focu e u carbuni e simu al completo, ah! Ecco, truvai i seggi erano dietro u muntarozzu ri giurnali e giochi di Lorenzo. Carico in macchina e poi partite. Io sono gia' scoglionato. +

sabato 5 maggio 2012

Sdraiato sulla poltrona a guardare il cielo

Colpi di sole e profumo di zagara, spadderi ingiallite di ginestre, strisciati di sciroccu sulla spiaggia e in lontananza una leggera foschia che avvolge lo stretto …