Benvenuti a Favazzinablog

Finalmente, dopo anni che ho in mente di farlo, ho deciso di aprire questo piccolo blog su Favazzina. L'obiettivo è quello di creare una comunità virtuale delle varie persone che negli anni hanno preso parte alla vita della nostra mitica Favazzina in modo che, almeno attraverso internet, possano sentirsi e non perdere i contatti, ma anche quello di scrivere e non dimenticare le varie storie che per tante estati ci hanno fatto morire dalle risate.
Se vi va di partecipare potete contattarmi su skype (mauro.fuca) o scrivere un commento anonimo al blog (scrivete in ogni caso la vostra email) così vi faccio diventare autori del blog e potrete darmi una mano.
Salutamu!
UGRECU

giovedì 3 febbraio 2011

L'atabus i Bergumu

L'atabus i Bergumu, un mito, una leggenda.
Diversamente dalla locomotiva di Guccini non era un mostro che divorava la pianura, ma la discesa, nelle salite soffriva un pò, ma non più di tanto.
Era color azzurro cielo con qualche macchia di ruggine, come isole nel mare, la prua era interamente occupata dalle prese d'aria del radiatore che gli davano una grinta formidabile, pariva come i musi dei caccia Tigers americani contro i Zero giapponesi nel Pacifico.
A poppa degradava, tipo Porsche, con una scala come coda, serviva per accedere al bagagliaio posto sul tetto.
I bagagli erano: cesta di pisci, quasi sempri spatuli, e panara di frutta diretti al mercato di Piazza del Popolo a Reggio.
Percorso: Solano Sup., Bagnara Municipio, Favazzina Stazione Vecchia, Scilla a Matrici, Cannitello, Villa Stazione FS, Catona, Gallico, Santa Caterina, Reggio Stazione C.le.
Orari: puntuale come un'orologio svizzero, setti i matina, arrivo a Reggio all'ottu.
Una menzione particolare al clacson, sunava a Bagnara e u sintivunu a Scilla, l'autista lo usava in continuazione, sia per segnalare l'arrivo nelle curve, sia per salutare qualche amico che incrociava.
A bordo un'umanità varia
Personale viaggiante: autista e bigliettaio, due bestemmiatori incalliti, non tanto per blasfemia quanto per stress da viaggio.
L'autista o meglio il pilota, era un tipo muscoloso, sempre incazzato, na sciarra continua, perchè essendo la statale molto stretta rischiava un frontale ogni cento metri, alla curva del Greco a Scilla, per un momento ti vedevi a mare poi miracolosamente rimaneva sulla strada, quasi un
atterraggio, solo con qualche rischio in più.
Il santo preferito, tale Rocco con cane e bastone
Il bigliettaio era un mingherlino con i baffi, meno incazzato ma inflessibile, non facevi in tempo a salire ed eri già fornito di biglietto, senza domande, sapeva dove andavi.
S'incazzava come una biscia quando nelle fermate intermedie doveva scaricare i cesti di pesce o i panara di frutta.
Prediligeva l'Immacolata
I passeggeri erano per la maggior parte bagnarote con i loro bellissimi costumi, i sai, parlavano urlando, scaldavano la voce per l'imminente bandiata.
Gli odori erano intensi, un miscuglio di pesce e pira mature, sublimato dall'odore amaro degli oleandri che costeggiavano la strada.
Colori vivaci, secondo il lato che ti capitava, a destra l'azzurro del mare, a sinistra il verde delle colline a strapiombo, nel mezzo l'asfalto nero pieno di buche, l'aggiustavano solo quando passava, se passava, Il Giro d'Italia o quando veniva in visita pastorale il Papa, appunto ad ogni morte di Papa.
Sono riuscito a ritrovare il suono del clacson, lo uso per il cellulare, così ogni volta che qualcuno mi chiama mi sembra di vederlo, il mio caro, amato, bellissimo, atabus i Bergumu, ed il mio eroe, il pilota, chi si sciarriava puru cu ventu.

8 commenti:

arcade fire ha detto...

Favazzinoti, svegliatevi! Almeno questo atabus non fatevelo scappare.
Bella Mimmo, quanti ricordi struggenti.
Ma veramenti ti mintisti u clacson pi soneria?

u'longu ha detto...

Averu, averu, faci satari all'aria quando sona, ma mi ricorda l'atabus -
Usavo sempre il treno per andare a scuola, ma capitava spesso cu pirdiva.
Allora atabus, era n'avventura, tra puzza, madonni e frenati, sedili spundati.
Quant'era bello

Galanti ha detto...

Sublime Longu !!!
Il ricordo non sarebbe potuto essere descritto in maniera migliore.
Purtroppo non ricordo il "mostro" con la coda tipo Porsche in quanto ho cominciato ad essere utente della compagnia quando già era stata acquisita da Scarano.
Forse il personale viaggiante per un certo periodo rimase lo stesso perchè ho dei vaghi ricordi che coincidono con la tua descrizione.
Integro il dettaglio dell'itinerario da te descritto
con la C.da Minchione. Non capiscia mai aundi esti sta contrada Minchione.

u'longu ha detto...

Erano autobus anteguerra, qualche volta si vedono nei film anni '50.
Francesco, non ricordo contrada Minchione, ma sospetto che sia nei pressi dell'ex balera-lido Costa Viola, tra Scilla e Cannitello.
'Nta nchianata i Bagnara, zona Porelli, i viaggiatori erano invitati a corpa di maronni, a dare qualche spintarella.
Raccontano, ieu scindiva a Favazzina

chinnurastazioni ha detto...

Torpedone d'altri tempi, Bellissima Mimmo, chiddu ill'undici faciva "pii, pòò" sutta a frunti e fuiva sul rettilinio. Navota andai a Solanu con mia madre ho buttato l'occhi e burenna. Che aggiungere è bellissima. Ciao

Spusiddha ha detto...

Che dire, per un attimo mi è sembrato di trovarmi sull'autobus, tra le bagnarote, le più assidiue frequentatrici per via delle ceste col pesce, e gli odori che emanavano, tutto al naturale.
Bellissima, mi hai fatto venire una nostalgia struggente di quegli anni e ovviamente dell'autobus che prendevo sovente per accompagnare a scuola una certa ragazza (vedi la "Casa bianca") che i suoi non volevano viaggiasse col treno.
Una nuova perla questo tuo scritto che arricchisce, purtroppo da un po' di tempo trascurato, questo nostro Blog.

chinnurastazioni ha detto...

Con Decu era una gimkana, poi c'era il biglietto, veramente un'opera d'arte, veniva forato a forma i ricamo, na delizia.

mariuzza ha detto...

Grandioso come sempre Longu. Un vero artista. Hai descritto con una precisione incredibile: u sciavuru (tanto per dire) ru pisci e i curvi mi facivunu divintari janca comu a carta!!