Benvenuti a Favazzinablog

Finalmente, dopo anni che ho in mente di farlo, ho deciso di aprire questo piccolo blog su Favazzina. L'obiettivo è quello di creare una comunità virtuale delle varie persone che negli anni hanno preso parte alla vita della nostra mitica Favazzina in modo che, almeno attraverso internet, possano sentirsi e non perdere i contatti, ma anche quello di scrivere e non dimenticare le varie storie che per tante estati ci hanno fatto morire dalle risate.
Se vi va di partecipare potete contattarmi su skype (mauro.fuca) o scrivere un commento anonimo al blog (scrivete in ogni caso la vostra email) così vi faccio diventare autori del blog e potrete darmi una mano.
Salutamu!
UGRECU

domenica 6 giugno 2010

Lo stronzio

Non fu una cosa premeditata, soltanto una repentina inversione dei termini con conseguenze non del tutto ragionevolmente previste quand'anche intimamente desiderate.
Agosto dell'ottantacinque, oh come passa il tempo, a Scilla stavo ad ascoltare uno che mi diceva come doveva essere congegnata la porcata.
Uno che è una fitusissima testa di pisci. Sfortunatamente costui era il responsabile del reparto che frequentavo all'ospedale di Bologna, era pure un docente della scuola di specializzazione a cui ero iscritto, insomma mi era sommamente caro e dovevo inghiottirmelo cu tutta 'a spina.
A maggio mi aveva detto di essere stato invitato in Calabria, a Scilla, per il mese di agosto.
-Non sei di quelle parti, tu? Ci dobbiamo vedere-
Sarebbe stato più facile, alla prima domanda, negare, all'imposizione dovetti rispondere sì, certamente.
Quello che l'aveva invitato era un collega, bravissimo come medico e come persona, con il quale aveva frequentato per vari anni l'Hammersmith Hospital di Londra. Si perfezionavano con Maseri, il grande Maseri oh yes, il cardiologo amico personale di Carlo l'erede al trono. Come spesso succede esperienze come queste affratellano, pure se le strade si dividono, uno a Bologna l'altro a Roma, si resta in contatto, quando possibile ci s'incontra.
Il romano, Franco, che poi è un calabrese di uno di quei paesi sopra Villa S.Giovanni, Rosalì o San Roberto, affitta a sue spese una casa per l'amico nella zona di San Francesco a Scilla. E poi organizza gite alle isole, cene di pesce al ristorante, a fungi a Gambari, i bronzi a Riggiu, a maronna i Polsi, potete immaginare, ospitalità calabrese.
L'affitto della casa era stato pagato per tutto il mese di agosto. A poco meno di metà mese l'ospite mi prende da parte e mi dice che si era stracciato i maroni con questi calabresi troppo invadenti, voleva andarsene e non sapeva come fare. Meglio, lo sapeva ma era una porcata e la dovevo fare io per lui.
-Devi farmi un piacere.-
-Cioè?-
Dovevo trovare una ragazza, possibilmente con accento nordico e portamento vocale da segretaria, che telefonasse a casa dell'amico a San Roberto.
-E che deve dire?-
Non avendo il telefono nella casa di Scilla, aveva lasciato il recapito di Franco per comunicazioni importanti pertanto la segretaria avrebbe pregato di riferire al dottore di mettersi in contatto con Bologna al seguente numero telefonico.
-Questo è il numero di Franco.-
-E quello di Bologna?-
-Fai a caso, 051 quello che ti pare, mica devo telefonare veramente. Dico che devo rientrare e me ne vado al Gargano, finalmente.-
Voi non l'avreste fatto, lo so. Io, verme, trovai a Favazzina un'amica milanese e nel pomeriggio di quello stesso giorno, quattordici d'agosto, eseguimmo.
Quella stessa sera, in compagnia, eravamo a cena alla Pescatora, il ristorante di Perina, lo conoscete. Franco non diceva una parola, io nemmeno, il mandante invece era incontenibile, faceva presente ai commensali che nel sugo delle linguine c'era troppo basilico, i gamberi non vedi che non si sgusciano non sono freschi, il pescespada se vogliamo non è pesce fine, le melanzane sono amare. Amare le nostre melanzane? O chimmi ti viniva a sciorta, figghiu di buttana! Verme, mi dicevo, verme elevato al cubo, millepiedi, cacasentula.
Franco pagò anche quella sera poi uscimmo a passeggiare sul lungomare. Il bolognese mi prese sottobraccio e rallentò il passo, parlava non so di cosa. Quando fummo distanti dagli altri, gli sembrò il momento.
-Ti ringrazio per la telefonata. E' andata benissimo-
Ve lo giuro, non lo so perchè, non immaginavo nemmeno cosa potesse venirne fuori.
-La telefonata? Non ho ancora fatto.-
-Come? non l'hai fatta tu la telefonata?-
-Io no, non ho trovato la ragazza-
-Ma allora chi ha telefonato?-
Non ci fu la maniera di risalire a chicchessia da quel numero di telefono. D'altra parte, se l'avevo inventato era stato su suo consiglio. Aveva detto che partiva e partì, saltò il Gargano a palla e rientrò a Bologna.
L'elemento chimico sono io, la differenza che può fare una banalissima vocale.

9 commenti:

chinnurastazioni ha detto...

Ohh Mario, ogni cosa o so postu, è megghiu che che certi personaggi restino nel loro habitat naturale.

Statua A ha detto...

Beh, a dire il vero per come son fatto io, non mi sarei prestato a tali giochetti, ma posso capire certe debolezze dettate da situazioni e circostanze sicuramente non facili da gestire.
Tutto il mio disprezzo per il tizio di Bologna che, nonostante sia stato trattato con i guanti bianchi, ha dimostrato quanto fosse vile, ipocrita, irriconoscente e chi più ne ha più ne metta.
Insomma, un vero "Homme de merd", in piena omologia con il titolo (senza "i") del post.

Simpatico racconto di situazioni che nella vita prima o poi capitano a tutti.
Ciao Arcade.

arcade fire ha detto...

Avete inquadrato perfettamente il tipo e la situazione, Nino e Ninì.
Se acconsentii fu anche perchè pensavo che almeno ce lo saremmo levato dalle palle per il resto dell'estate, soprattutto Franco che subiva le maggiori angherie.
Poi, quella reazione.

u'longu ha detto...

Bella Mario, un classico.
Invasori all'inizio, quando poi si stufano o non hanno più niente da scroccare, chiamano invadenti gli invasi.
Un collega, un amico, ti chiedono:
perchè non mi trovi una casa, un residence, al tuo paese.
Tu preavvisi: viriti chi non c'è nenti, sulu mari, mari, e poi mari:
:- ma e quello che sogniamo, mare, natura, silenzio -
Poi il casino, la casa fa schifo, il residence è na strunzata, la spiaggia è sporca, e te lo dicono come fossi tu il responsabile, quasi un'imbroglione.
Da molti anni ormai dichiaro che il mio paese è in collina, pieno di bisce, soggetto agli incendi, quasi un omicidio al giorno.
Alcuni vogliono venire lo stesso, cosi i pacci.

romanaccia ha detto...

Premesso che il signore bolognese sopra descritto risulta essere il prototipo del Giuda (sebbene risulti dalla svolgimento del racconto che ci sarebbe pure uno più giuda di lui), premesso ancora che pare la personificazione della maleducazione più profonda, un essere privo di un barlume di intelligenza del cuore e di un minimo moto di umana simpatia, premesso infine che chi si permette di dire che le melanzane, quelle melanzane, sono amare meriterebbe la fustigazione sulla pubblica piazza e il confino a vita in Islanda, in prossimità del famoso vulcano, premesso tutto ciò e anche il fatto che questo è il post più regionale che mi sia mai capitato di leggere; non vi incazzate, ma gli voglio accordare un briciolo di comprensione. Perchè gli stranieri si trovano spaesati, non hanno gli strumenti, non capiscono, pare loro impossibile. Non siamo mica tutti greci e senatori romani.

arcade fire ha detto...

Perchè Giuda? Tutto gratis. Non m'impiccherò per questo.

Puoi toglierlo, se vuoi, quel briciolo.
Il bolognese(di residenza) è abruzzese. Soltanto presuntuoso e maleducato senza terra o tempo.

chinnurastazioni ha detto...

E' stato maleducato, arrogante, profittarore e infantile. Alla fine poteva benissimo dire, non mi trovu beni, mindi tornu u undi vinni. Abruzzese o neozelandese, missi staci a so casa.

romanaccia ha detto...

e io lo sapevo che v'incazzavate. Magari il fatto che abbia inventato questo triste vile espediente è stato l'unico tratto di delicatezza. Ma basta. e mica è n'amico mio, chi lo conosce.

giuda no. triplogiochista pro bono. ma non è un giudizio morale. io l'avrei fatto. così goffamente che m'avrebbero pure beccato, l'uno o l'altro o entrambi.

u'longu ha detto...

E invece io ti do ragione Armon.
Tolto il fatto che Mario ha fatto benissimo a tirare il tiro mancino al suo conoscente, rimane un tema di fondo che da anni ho sullo stomaco.
Noi calabresi, e quindi naturalmente anch'io, a volte siamo stucchevoli, prevedibili, scontati, con la nostra ospitalità spinta fino alla cazzunaggine.
Attenzione non è servilismo, è pura cortesia spinta all'estremo.
Come attenuante abbiamo il fatto che per motivi vari siamo in giro per il mondo, autru chi diaspora, gli ebrei 'nciaponnu s.
Nel nostro immaginario speriamo di essere ricambiati sapendo benissimo che ciò avverrà solo in piccola parte, non perchè gli altri sono peggio di noi, semplicemente perchè è così che va la vita.
Detto questo è anche maledettamente vero che c'è chi se approfitta, non Giuda però, ma semplice, schifoso, ributtante, parassita (achero)