Benvenuti a Favazzinablog

Finalmente, dopo anni che ho in mente di farlo, ho deciso di aprire questo piccolo blog su Favazzina. L'obiettivo è quello di creare una comunità virtuale delle varie persone che negli anni hanno preso parte alla vita della nostra mitica Favazzina in modo che, almeno attraverso internet, possano sentirsi e non perdere i contatti, ma anche quello di scrivere e non dimenticare le varie storie che per tante estati ci hanno fatto morire dalle risate.
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Salutamu!
UGRECU

mercoledì 17 giugno 2009

IL GELSO

Era maestoso il gelso
nel cortile della scuola
e sotto le fronde,
fra grida e risa,
fanciulle in festa
si rincorrevano al mattino
in giro al tronco.
E dalle cime
che oscillavano al vento,
forte si udiva il richiamo
dei fanciulli nascosti.
E fresca era l'ombra
al meriggio
in quel mare di foglie
e dava ristoro;
rifugio agli uccelli la notte.
Quell'albero secco
che oggi ho rivisto
mi parla di morte
e il cuore s'attrista.
Mi vedo ingrigito,
piegato dal tempo
e trovo sul viso,
oramai, solo rughe.

Quando ho scritto questa poesia qualcuno aveva tagliato il gelso, ma la natura che sempre risana i mali l'aveva fatto ricrescere.
Ora che mi rubano la scuola, dove sono legati i miei ricordi più belli di bambino, cosa potrò mai scrivere?

3 commenti:

arcade fire ha detto...

non sapevo l'avessero tagliato il grande gelso di cui già i nostri padri mangiavano le more e lo chiamavano, ricordate?, u chiosu.
Continua Spusidda a ricordare, non fermarti mai.

u'longu ha detto...

U chiosu, aviva i muredda sul rosso vivo, erano aspre.
Tirai una testata contro un ramo basso, mentre correvo con gli altri bambini, ancora oggi quando vedo la cicatrice, mi ricordu ru chiosu, ru maestru Roccuzzu,i donna Nina che viveva li vicino.
Bella Spusidda, ti ricordi tutto

chinnurastazioni ha detto...

Lo ricordo immenso e pieno di foglie.