Benvenuti a Favazzinablog

Finalmente, dopo anni che ho in mente di farlo, ho deciso di aprire questo piccolo blog su Favazzina. L'obiettivo è quello di creare una comunità virtuale delle varie persone che negli anni hanno preso parte alla vita della nostra mitica Favazzina in modo che, almeno attraverso internet, possano sentirsi e non perdere i contatti, ma anche quello di scrivere e non dimenticare le varie storie che per tante estati ci hanno fatto morire dalle risate.
Se vi va di partecipare potete contattarmi su skype (mauro.fuca) o scrivere un commento anonimo al blog (scrivete in ogni caso la vostra email) così vi faccio diventare autori del blog e potrete darmi una mano.
Salutamu!
UGRECU

martedì 23 giugno 2009

L'ammutinamento

Avrò avuto dodici tredici anni, piena estate, facevo il bagno insieme ai miei amici e coetanei, quando fui chiamato da una giovane donna "in love", borghesia estiva favazzinota, ma non di Favazzina, dalle adiacenze interne.
:- Mimmo, vuoi fare un giro ina barca ? -
La richiesta mi suonava strana, la nobildonna non mi aveva mai rivolto la parola anche perchè io ero un ragazzino e lei nel pieno splendore dei suoi vent'anni, più o meno, direi più.
Uso la parola splendore perchè mi sono raffinato negli anni, a quei tempi pensavo (e forse con qualche ragione) che era un cesso inguardabile.
Anche sull'appartanenza all'alta borghesia della fatalona avrei da ridire, ma stendiamo un velo pietoso, anzi una coperta, meglio ancora una coltre invernale, poco meno di una colata di cemento.
Dicevamo
Io nel centro della barca, naturalmente ai remi, la fatalona a poppa, in prendisole variopinto, cappello gigantesco, occhiali da sole con ciglia laterali, costume rigorosamente intero, niente decoltè, per clamorosa mancanza di contenuto.
Accanto a lei, sempre a poppa, l'agognato, con costume ascellare con fibbia, alla Fantozzi ante litteram, camicia hawajana, un'ineluttabile quanto precoce inizio di calvizie e nel contempo peloso come un orso bruno, pancetta da impiegato del catasto prossimo alla pensione.
Dimenticavo, era di un pallore irreale, come la luna di Fellini, in pieno solleone, là dove si abbronzava anche il mare, lui era di un bianco lucente.
Poi, negli anni, mi resi conto che quel pallore era dovuto all'umbra fitta ri livari, ecco da dove proveniva l'omino.
Nonostante fossi un ragazzino capivo che ero considerato un paggetto addetto ai remi, un servo della gleba, me ne fregavo pensando :
:- Meglio farle fare una bella figura, se no cu sa pigghia a chista ? - pensate altruista fin da bambino (quandu mai).
Pertanto remavo, Sutta a Frunti, Samperi, Cava i Musella, sottocosta, al largo, cominciavo a stancarmi e a sudare.
I piccioncini, mano nella mano, tubavano ma non parlavano damore, solo di public relations, insomma tagghiavanu e cucivunu dei loro conoscenti.
:- Hai conosciuto Diego di Catona ? Che tipo - diceva lei
:- Perchè Rosaria di Cannitello ? Che scandalo - rispondeva lui
:- A fine mese, forse vado a Catanzaro - diceva lei
:- Che fortuna, salutami Girolamo, anche se.... - e giù a parlare male di Girolamo
:- Che paese morto questo Favazzina, vorrei andare via... - accenno di lacrime
:- Ti porterò lontano, mai più questi paesi selvaggi - incoraggiava lui
Puru, minchia chi strunzi, i purtava a spassu e parravunu mali ru mei paisi, come se venissero da Viareggio, Forte dei Marmi, e non da qualche sperduta sciumara aspromontana.
Pur se ancora piccole, incominciavano a girarmi le palle, raggiunsero il culmine del giramento mentre ci trovavamo al largo, quando lei disse :
:- Che strano odore, sembra sudore -
Ma come, brutto cesso, sono due ore che remo sotto il sole d'agosto, tu stai lì fresca insieme al tuo bidet, invece di ringraziarmi, senti odore di sudore ?
Questo lo pensavo, ma dissi semplicemente : Mi do una sciacquata -
Mi tuffai dalla barca e appena emerso, nuotai verso la riva
:- Dove vai ? Non sappiamo remare - disse lei
:- Cazzi vostri - risposi tra una bracciata e l'altra
Non so come e quando li recuperarono, io speravo che la corrente se li portasse via, ma le correnti vengono spesso da destra, e poi il mare a volte è razzista, non accetta,fa selezione, respinge verso la costa, come per restituire alla terra i suoi rifiuti.

4 commenti:

romanaccia ha detto...

Ah Longu quanto mi mancavi!-letterariamente parlando

arcade fire ha detto...

e puru Giannini, Melato, Wertmuller e Beckembauer ta ponnu sucari, Mimì canottiere ferito nell'onore.
Grandiosa Longu.

Spusiddha ha detto...

Grande Longu da scialare!

u'longu ha detto...

Grazie amici
All'inizio degli anni 60, prima del bellissimo film di Lina W.,
chiunque venisse al paese a villeggiare era considerato giustamente un signore dai nostri paesani, in gran parte contadini, perchè aveva il tempo e i soldi per villeggiare.
L'unico problema era che qualcuno ci credeva veramente di essere un signore e si comportava come tale, assumendone, ahinoi, specialmente la parte negativa, quella degli arricchiti o presunti tali.La maggior parte, invece, si comportava normalmente.
Ancora oggi qualcuno di questi si aggira per le vie del borgo, come se fosse il padrone, questo breve racconto, in parte vero, è dedicato a loro