Benvenuti a Favazzinablog

Finalmente, dopo anni che ho in mente di farlo, ho deciso di aprire questo piccolo blog su Favazzina. L'obiettivo è quello di creare una comunità virtuale delle varie persone che negli anni hanno preso parte alla vita della nostra mitica Favazzina in modo che, almeno attraverso internet, possano sentirsi e non perdere i contatti, ma anche quello di scrivere e non dimenticare le varie storie che per tante estati ci hanno fatto morire dalle risate.
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Salutamu!
UGRECU

lunedì 8 marzo 2010

U Longu e il vescovo

Il paese era in fermento come da tempo non si vedeva e la chiesa era tutta parata a festa.
Le pie donne, quelle del famoso e variegato coro, con un impegno davvero lodevole, l’avevano tirata lucida come uno specchio e addobbata con splendidi fiori, soprattutto calle e rose rosse.
L’indomani, la seconda domenica di maggio, il vescovo di Reggio, l’indimenticato Giovanni Ferro, sarebbe venuto a impartire la Cresima nella nostra parrocchia ai nuovi cresimando.
Il giorno dopo terminata la funzione e in attesa del santuoso pranzo che la moglie del delegato A. B. aveva preparato in suo onore, il vescovo si era soffermato all’uscita dalla chiesa, a ricevere gli omaggi e a dare la benedizione ai fedeli accorsi numerosi.
Vi era una calca indescrivibile e tutti facevano a gara per essere i primi a baciare il grosso anello che il vescovo elargiva con benevolenza.
Solo uno se ne stava in disparte, incurante di quel che accadeva lì sulla piazza, pensando esclusivamente ai cazzi suoi e precisamente al pilivermo da 12 e a una moretta che da un po’ di tempo, gli faceva perdere il sonno: u Longu.
Il vescovo parve accorgersi di quel ragazzo allampanato che non lo cagava manco di striscio e facendogli cenno di avvicinarsi, gli chiese come mai non partecipava, come gli altri ai festeggiamenti.
U Longu niente affatto impressionato dall’imponente figura del vescovo (era più alto di lui) gli rispose che ormai da tempo non credeva più in Dio.
Al prete, don Rocco, per poco non gli venne un colpo e guardando u Longu con disprezzo non riuscì a celare l'odio e pensò che tutte le noccate che gli aveva dato in testa, evidentemente non erano bastate.
Le suore e le numerose beghine intorno al vescovo subito si segnarono come per scacciare quel demone che improvvisamente si era materializzato vicino a loro.
Il vescovo fu il solo che rimase sereno e sfoderando un sorriso benevolo, prese sotto braccio u Longu e incamminandosi come due vecchi amici, gli chiese come mai avesse perso la fede.
Il Dio misericordioso al quale gli avevano sempre detto di credere, secondo quanto aveva appreso dal vecchio testamento, così misericordioso non era poi stato e gli ricordò di Noe e del diluvio universale, di Sodoma e Gomorra, dove Dio, appunto, non era stato affatto clemente con chi aveva commesso dei peccati.
Il vescovo con tono pacato cercò di convincerlo sulle ragioni che avevano indotto Dio ad agire in quella maniera e, seguitando a camminare, andarono avanti a discutere su altri argomenti religiosi, secondo u Longu, abbastanza contraddittori.
Si era formato intanto uno strano corteo, il vescovo e u Longu a braccetto, io dall’altro lato del vescovo e, dietro di noi, il parroco, il delegato, le suore e a seguire tutti gli altri.
Percorremmo buona parte del paese sempre col vescovo che cercava di redimere u Longu, di riportare la pecorella smarrita all’ovile, con lui che ribatteva colpo su colpo, ed io che ogni tanto cercavo di intervenire appoggiando le tesi ru Longu (anche la mia fede cominciava ad avere qualche scricchiolio), mentre il prete schiumando rabbia cercava continuamente di cambiare discorso, cercando di far desistere u Longu nel dire eresie.
La magnifica domenica che chissà da quanto tempo aveva sognato di passare insieme al vescovo, si stava rivelando un fallimento e tutto per colpa di un senza Dio, di uno, che era bene ricordare ancora, quando aveva avuto l’occasione, non gliene aveva saputo dare abbastanza.
Al contrario fu una giornata memorabile pu Longu, poiché tra la stizza e l’invidia dei benpensanti, era riuscito, senza cercalo, ad attirare, interamente su di se, l’attenzione del vescovo, di quel vescovo che forse, chissà, ha avuto un ruolo importante nella sua formazione religiosa (leggo testualmente in un commento nta Nuvena ”Mario non ci rimane che la religione, ed è pura”).

10 commenti:

arcade fire ha detto...

Ecco da dove venivano certe pulsioni, il voler suonare prima le campane e poi l'organo. Intanto mi mandava avanti come suo allievo a sostenere la mistica dell'ateismo. Complimenti don Mimmo, a quando la celebrazione della prima messa? Non ci sarò, perso per perso vado coi buddisti.

Grazie Spusidda per questa bella testimonianza, ci hai fatto vedere le cose come stanno.

u'longu ha detto...

Ben tornato Spusidda, era l'ura.
Il tuo post oltre ad essere bello è veritiero, però mi fai perdere i discepoli.
Anche se, come ricordi molto bene, io contestavo le tesi del vescovo.
Giustamente i discepoli sunnu sciarreri, come il maestro d'altronde, per questo ne vado maggiormente fiero.
Attenti a non confondere la malinconia con la nostalgia, sembrano uguali, ma sono diverse.
La nostalgia ti fa rimpiangere il passato, la malinconia lo ottimizza.
Per quanto concerne questioni religiose, sono un malinconico, rimanendo ateo.

chinnurastazioni ha detto...

Chi di voi, avendo cento pecore, se ne perde una, non lascia le novantanove nel deserto e non va dietro a quella perduta finché non la ritrova?
E trovatala, tutto allegro se la mette sulle spalle e la porta a casa
La pecora è priva di senso dell'orientamento, è miope non vede oltre i 5,6 metri, ecco perché non sa ritornare all'ovile, è necessario, quindi, che sia il pastore ad andare a cercarla. In virtù di questo credo
soprattutto che la colpa di perdere la fede non sia tanto delle pecore, quanto di chi è demandato a condurle, e arrivati al punto in cui siamo bisogna constatare che tra di loro si nascondono diversi lupi feroci, che cercano d’infiltrarsi in mezzo al gregge e fare razzie. Una bella storia Spusey molto istruttiva. Ciao

u'longu ha detto...

Nino cosa vuoi dire ? che chi la pensa diversamente del gregge è un miope ed ha bisogno del pastore per ritrovare la strada ?
Chi la pensa diversamente dal gregge ed ha il coraggio delle sue idee è un vero uomo, anche quando sbaglia, non vuole il conforto del perdono, se ne fotte.
Per me se una pecora si perde l'ha fatto apposta, perchè detesta l'ovile e specialmente il pastore, che la sfrutta fino a quando gli da agnellini,latte e lana, poi quando non può dare più niente, se la mangia.

chinnurastazioni ha detto...

Mimmo, voglio dire che è giusto che il pastore lasci il gregge per andare a cercare la pecora smarrita, io non commento cosa pensa la pecora, ma il fatto che chi guida il gregge deve essere in grado di farsi seguire . A volte le azioni del pastore sono equivoche e non sempre mostrano bontà. Che la pecora sia miope è un dato di fatto, nel racconto di Spusye, purtroppo la pecora sei tu ed il vescovo ha fatto di tutto, in quella giornata per ricondurti all’ovile, non importa se tu hai scelto di stare al di fuori del gregge.

mariuzza ha detto...

scddfadf

mariuzza ha detto...

Scusate ho provato a scrivere a casaccio cercando di recuperare nella mia memoria la password.
Vi leggo di tanto in tanto e questo è un modo come un altro per lasciarvi il mio saluto cari amici!

u'longu ha detto...

Nino, non è una questione di pecora e di pastore, ne della mia umile persona e quella del vescovo. Nella mia utopia vorrei essere libero di essere pecora o lupo, comunque protagonista della mia vita, senza che nessuno mi renda edotto dall'alto del suo sapere o del suo potere o della sua morale.
La libertà non ha angoli, ne punti di vista, o si è liberi o no.
Quello che veramente non sopporto sono i dogmi, senza logica, senza materia, puro spirito di servizio.
Ed io il servizio lo faccio per campare, come te e gli altri, concediamoci almeno, una tantum, il sogno di essere liberi

Spusiddha ha detto...

Io allora ero fiero di come hai tenuto testa al vescovo,(sei o no il mio cuginazzo preferito?)
e so anche che sei sempre stato coerente con le tue scelte.
Sono sicuro che i tuoi discepoli ti saranno sempre fedeli e ti seguiranno ovunque.
Credo che Nino tra pecore e pastori abbia fatto un pò di confusione

romanaccia ha detto...

Malumbra dove sei? C'è pecore per i tuoi denti.