Benvenuti a Favazzinablog

Finalmente, dopo anni che ho in mente di farlo, ho deciso di aprire questo piccolo blog su Favazzina. L'obiettivo è quello di creare una comunità virtuale delle varie persone che negli anni hanno preso parte alla vita della nostra mitica Favazzina in modo che, almeno attraverso internet, possano sentirsi e non perdere i contatti, ma anche quello di scrivere e non dimenticare le varie storie che per tante estati ci hanno fatto morire dalle risate.
Se vi va di partecipare potete contattarmi su skype (mauro.fuca) o scrivere un commento anonimo al blog (scrivete in ogni caso la vostra email) così vi faccio diventare autori del blog e potrete darmi una mano.
Salutamu!
UGRECU

martedì 15 giugno 2010

Il 29 giugno (san Pietro e Paolo)

Quando io ero ragazzo era consuetudine che i bagni iniziassero ufficialmente il 29 giugno, festa dei santi Pietro e Paolo.
Ma se la stagione era favorevole, già da metà maggio il caldo cominciava a farsi sentire e sebbene il mare fosse ancora freddo, veniva comunque voglia di bagnarsi, ma la regola era quella e sebbene si squagliasse, era vietato farsi il bagno.
Io dico, come si poteva imporre un divieto simile a dei ragazzini? Eppure era così.
Ma noi non ci perdevamo d’animo e al pomeriggio, quando il paese dormiva, andavamo Suttafrunti e completamente nudi (il costume ovviamente era requisito dalle nostre madri), ci facevamo il bagno tra gli scogli, nel posto, lasciatemelo dire, più bello del mondo (è lì che ancora ragazzino, avrò avuto cinque anni, ho imparato a stare a galla).
Poi, prima di tornare a casa, ci lavavamo con l’acqua dolce, nel rigagnolo che scende ru Vadduni, dove adesso c’è la Snam, per toglierci di dosso il sale, non perché ci desse fastidio, ma perché le nostre madri appena entravamo in casa, ci leccavano sulle braccia o sul collo per vedere se sapevamo di sale e, contravvenendo al loro ordine, avessimo fatto il bagno.
Quando infine arrivava il 29 giugno, finalmente eravamo liberi di fare il bagno e, evento eccezionale, i nostri padri, quel giorno, ci portavano al mare (solo raramente, quando eravamo ragazzini, talvolta la domenica venivano al mare con noi, prima di tutto u travagghiu).
Poi, da quel giorno, non vi erano più restrizioni e ognuno di noi poteva farsi il bagno dove e quando voleva (col costume però).
Anche se può sembrare strano, allora era proprio così, ma nonostante quell’assurda imposizione, i bagni li facevamo lo stesso e, ancora bambini, abbiamo imparato ad amare e rispettare il mare.
Il mare di Favazzina, il nostro mare.

5 commenti:

u'longu ha detto...

Sutta a Frunti era il nostro Eden e nel contempo la nostra ribellione a tutte l'ingiustizie che subivano i bambini di quel periodo, non solo a Favazzina.
Poi c'era l'usanza barbara della purga prima di cominciare la stagione belneare, la magnesia San Pellegrino, scatoletta ottogonale cu nu vecchiareddu cu bastuni, tipo San Rocco, un pò più dimesso, era un pellegrino.
Sembra passato un secolo, invece mezzo.
Vai Spusidda

arcade fire ha detto...

ho partecipato pure io ai bagni clandestini suttafrunti. La purga mi manca, per fortuna.
Ripeto, vai Spusidda.

chinnurastazioni ha detto...

Pure io e bittu andavamo drittidritti sutta a frunti per tuffarci ra rocca piccula.

romanaccia ha detto...

Sono d'accordo sul posto più bello del mondo.

Statua A ha detto...

Meno male che qualcuno racconta ancora di cose passate, in fondo è bello conoscere le usanze di una volta, ti aiuta a capire come eravamo e come siamo adesso con le varie evoluzioni/involuzioni in contesti sociali e familiari molto meno rigidi rispetto a quelli di allora, per dir la verità neanche poi tanto lontani dai giorni nostri.

Bravo Spusiddha.