Benvenuti a Favazzinablog

Finalmente, dopo anni che ho in mente di farlo, ho deciso di aprire questo piccolo blog su Favazzina. L'obiettivo è quello di creare una comunità virtuale delle varie persone che negli anni hanno preso parte alla vita della nostra mitica Favazzina in modo che, almeno attraverso internet, possano sentirsi e non perdere i contatti, ma anche quello di scrivere e non dimenticare le varie storie che per tante estati ci hanno fatto morire dalle risate.
Se vi va di partecipare potete contattarmi su skype (mauro.fuca) o scrivere un commento anonimo al blog (scrivete in ogni caso la vostra email) così vi faccio diventare autori del blog e potrete darmi una mano.
Salutamu!
UGRECU

giovedì 3 dicembre 2009

L'ippica (darsi a )

Devo ringraziare la signora Elvira per il disinteressato consiglio, parimenti sento di dover ringraziare madame Ciaponno per la disinteressata accoglienza oltre ogni ritorno economico, infine le ringrazio congiuntamente per avermi fatto capire ognuna a modo suo la vocazione mia.
La Premiata Selleria Musumeci in Palermo sta in piena Vucciria, accanto a Ficara venditore di panini imbottiti con milza e dirimpetto a Bumbaca drogheria salsamenteria dolciumi. Selle per tutte le occasioni, ne ho presa una in cuoio primo fiore, adatta per tutte le stagioni, ideale per i principianti. I finimenti mi sono stati sconsigliati, generalmente li porta in dote la cavalcatura.
Me lo presentarono come anglo-arabo-sardo, doveva essere vero a giudicare dalla faccia cavallina tipica di certe donne inglesi, dalla bassa statura araba, moro come un sardo o viceversa o entrambe le cose. Dovrei chiedere a un amico genetista per quale motivo da un siffatto triplo corredo cromosomico debba venir fuori uno sceccazzo di testa dura calabrese. Tale si rivelò. Non tanto per il fatto che non andava mai dove volevo io, che era una cosa poco importante se vogliamo, ma perchè tirava sempre verso un'unica direzione, col paraocchi. Se lo sentivo io l'umidore delle brume normanne, il sapore dolce del calvados, la fragranza prè salè della verzura marittima, come poteva non sentirlo lui, lo sceccazzo, il profumo della rossa giumenta di Normandia? E tirava, per e verso la francese che si chiamava Une de mai.
Il mio calabrese lo chiamai Roccu McPalamara pensando di far cosa gradita nel regalargli lignaggio e blasone, mi ringraziò adottando un'andatura relativamente mansueta ma il cavallo galoppa se non trotta, non si ferma mai, dello scendere per il momento imparai un'unica tecnica, cadere al volo. Era un giorno di maggio, Une de mai era nel suo, le sbocciavano rose odorose attorno, fluttuanti molecole chimiche raggiunsero le nasche dello sceccazzo. Roccu scecchignu scattò furente, in un fotofinish fu sulla demoiselle a cingerle i fianchi, impennandosi maestoso sulle zampe posteriori nitrendo alto a coprire le mie urla "Roccu chi cazzu fai, non viri chi sugnu supra i tia?" Da quell'altezza percepivo il movimento tellurico sottostante, le scosse di assestamento e il nitrito finale di lei dopo l'ultima imperniata di lui. Caddi dal terzo piano. Svenni. Rinvenni sentendo il fiato di Roccu, mi guardava, pure la francesina mi guardava. Occhi grati e felici ma io provai dolore, lancinante e profondo.
Frattura scomposta del femore destro.

3 commenti:

u'longu ha detto...

Me la sono gustata, Mario.
La colpa però non è solo di Roccu McPalamara, ma parimenti della zoc.., cavalla francese.
Sicuramnete Roccu doveva avere un digiuno molto arretrato, non ti ha dato il tempo di scendere.
Ma maggio è un mese straordinario e non solo per i cavalli.

arcade fire ha detto...

Ricordo la magnifica voce di Giubilo prendere la cavalla dalla sbarra e accompagnarla fino all'arrivo quasi sempre da vincente. Une de mai era la mia cavalla preferita: vinceva e vinceva e mai riuscì a vincere l'Amerique. Dopo di lei vennero grandi campioni da Bellino II su su fino al nostro magnifico Varenne che ho avuto la fortuna di vedere all'ippodromo di Cesena, ma quella meravigliosa saura non l'ho mai più dimenticata.
Ho voluto regalarle un'avventura prematrimoniale con il nostro Roccu. Nella realtà dopo il ritiro, messa in riproduzione, é morta di emorragia al suo primo parto.

romanaccia ha detto...

Negli ambienti equestri, tra i non dati all', ma presi dall'ippica, tra i cavalieri per passione, quando ci voleva per fare il mestiere anche un po' di vocazione, dice che non è mai colpa del cavallo ma sempre del cavaliere. E dice che dopo la caduta si deve rimontare subito in sella. Con o senza femore.