Benvenuti a Favazzinablog

Finalmente, dopo anni che ho in mente di farlo, ho deciso di aprire questo piccolo blog su Favazzina. L'obiettivo è quello di creare una comunità virtuale delle varie persone che negli anni hanno preso parte alla vita della nostra mitica Favazzina in modo che, almeno attraverso internet, possano sentirsi e non perdere i contatti, ma anche quello di scrivere e non dimenticare le varie storie che per tante estati ci hanno fatto morire dalle risate.
Se vi va di partecipare potete contattarmi su skype (mauro.fuca) o scrivere un commento anonimo al blog (scrivete in ogni caso la vostra email) così vi faccio diventare autori del blog e potrete darmi una mano.
Salutamu!
UGRECU

mercoledì 2 dicembre 2009

Penna Bianca

Qualche anno fa, Capitaneria di Porto di Messina, ultimi mesi di un lungo servizio di leva, 24 mesi, due anni, una vita.
La Capitaneria era dotata di una radio potentissima, un'antenna di oltre trenta metri, serviva a contattare le navi che attraversavano lo stretto e regolarne il traffico e per captare eventuali SOS di navi o piccole imbarcazione in difficoltà, nel mediterraneo meridionale.
In quegli anni andavano di moda i radio amatori, precursori dei vari blog e facebook,che si mettevano in contatto tra di loro con delle radio potenti, che chiamavano baracchini, scambiandosi notizie, conoscenze, amori.
Insomma si poteva cuccare.
L'ascolto radio della Marina Militare era di 24 ore su 24, e a turni di quattro ore, si alternavano i vari marinai, ufficiali, sottufficiali, perchè bisognava essere preparati per sapere regolamentare il traffico delle navi.
Naturalmente c'erano dei tempi morti, nel senso che non c'erano navi da contattare, e allora si usciva dai canali della Marina e si andava in quelli civili, a la recherche du pilo.
Io non c'entravo niente con la radio, ero un sottufficiale amministrativo, però avevo un amico, un certo Nino da Tropea, nocchiere di porto, che mi voleva fare partecipe delle sue conquiste.
Nel gergo dei radio amatori si faceva chiamare Penna Bianca, perchè anche se giovanissimo, in mezzo a dei capelli nerissimi, aveva una piccola ciocca di capelli bianchi, alla Aldo Moro, buonanima.
Cercava girando una manopola, in mezzo ad un fottìo di canali, e dopo voci in tutte le lingue, pernacchie, disturbi di ogni genere, finalmente una voce femminile, bellissima, squillante, si fece avanti.
:- La conosco - disse il mio amico - è Falce di Luna, presentati come Penna Bianca, tanto non ci siamo visti mai -
Cominciò così una lunga frequentazione radio amatoriale tra il vostro, alias Penna Bianca, e Falce di Luna, voce melodiosa dell'etere.
In Marina, non sempre si andava d'accordo, botti ra Madonna, ma c'era una forte solidarietà per le conquiste, un fronte unico, e quando Falce di Luna mi cercava alla radio, mi venivano a chiamare.
La storia stava diventando pubblica e m'infastidiva, praticamente u sapivunu tutti in Capitaneria, per questo motivo accorciai il corteggiamento proponendo un'appuntamento.
Alla sua risposta immediatamente positiva mi venne qualche dubbio e chiesi :
:- Senti, giusto per riconoscerci, io sono alto e magro, tu come sei ? -
:- Sarà una sorpresa - rispose ridendo, mi fidai
L'appuntamento era nella sala d'attesa della stazione marittima di Messina, sala con doppia entrata e uscita.
M'iva piazzatu i tubu, naturalmente in borghese, perfettamente rasato, rayban scuri, maxi impermeabile come si usavano allora, sembravo una SS.
Dal mio angolo di osservazione guardavo tutte le ragazze che passavano e quando ne vedevo qualcuna particolarmente carina, pensavo - Speriamo sia questa - ma niente, quella passava indifferente ai miei sguardi ed ai miei desideri.
In mezzo a quel via vai di belle ragazze,(Messina ne abbondava) ce n'era una, l'unica, che somigliava non tanto vagamente ad una quartara, era già passata un paio di volte e mi guardava.
Insospettito pensai - Se mi chiede se sono Penna bianca, rispondo che non conosco Penne Bianche -
Mi prese alle spalle - Penna Bianca ? - d'istinto rispossi - Si - Era la quartara, alias Falce di Luna
Ero fottuto
Autru chi Faci i Luna, era Luna China
Oltre essere una quartara era brutta comu a malanova, ma non potevo essere scortese ed andarmene su due piedi.
Allora, anche per evitare incontri con gente che mi conosceva, l'invitai al cinema.
Il film era già incominciato ed al buio trovammo due posti, io cercavo per quanto possibile di mantenere le distanze facendo il gentiluomo, ma lei era invadente, in tutti i sensi.
Alla fine del primo tempo, quando si accesero le luci, il dramma.
Qualche fila dietro, tutti i marinai della Capitaneria, avevano deciso di vedersi lo stesso film nella stessa ora, maledetti.
Scivolai tra i sedili nella speranza che nessuno mi riconoscesse, speranza vana.
Nel buio del secondo tempo incominciarono le batture del tipo - Attia lupu, aundi a truvasti ? - oppure - Quanti biglietti pagasti ? - o peggio - Stai attento che ti scaccia - e giù risate a crepapelle con lancio di cappelli in aria.
Un cinema nel cinema
Approfittando di una scena particolarmente buia, scappai via come un ladro, inventando scuse veramente improbabili, ma non potevo sopportare oltre.
Dopo un certo tempo il mio amico nocchiere di Tropea, amareggiato della mia disavventura, mi propose gentilmente un'altra conoscenza radioamatoriale, ed io altrettanto gentilmente, lo mandai a fare in culo.


P.S. - chiedo scusa per la lunghezza del racconto, nella realtà era molto più lungo, ma non volevo annoiarvi ulteriormente.
Chiedo scusa anche alle lettrici leggermente...in carne, allora ero un giovanotto

10 commenti:

arcade fire ha detto...

Mi tagghiaia Longu, bella. ah comu vuliva essiri nta du cinema

romanaccia ha detto...

Penso che avrebbe riso anche la donna cannone. Io avrei preferito essere nella sala d'attesa

Spusiddha ha detto...

Io penso invece alla disperazione della ragazza abbandonata.
Mentre noi siamo qua a ridere, chissà lei quanto ha pianto.
Longu senza cuore!

u'longu ha detto...

Grazie per i commenti.
Spudidda se pianse non lo seppi, non lo so, ne lo saprò mai.
So di sicuro che in caso di pianto, ci sarebbe voluto nu vaunu

Malumbra ha detto...

Longu bellissima questa! a proposito di vaunu anche Pelè ebbe a che fare con una donna piuttosto in carne. U vaunu non servì per le lacrime... (mi sa che in uno dei primi post del blog c'è questo memorabile racconto)

u Grecu ha detto...

Solo che a Pelè...... nci piaciva! Il titolo del post dovrebbe essere 'U focu i S. Antoniu". Una delle mie prime opere di biografo ufficiale di Pelè.

mbù ha detto...

adesso con internet e tutte ste chat e la possibilità di vedere in cam chi si deve incontrare ci sono meni rischi rispetto a quelli corsi dal longu. Ci sarà cameratismo nell'esercito, ma quando si tratta di prendere per il culo qualcuno non si guarda in faccia nessuno. Il racconto di Pelè ba ascoltato da lui in persona, se lo ripetesse oggi ci sarebbero 1000 paeticolari che allora ci saranno sfuggiti

Anonimo ha detto...

Lascio questo commento "anonimo" per non perdere la faccia...
Avevo 16 anni, verginello e arrapato come un coniglio, mi rendo conto che "la compagna di classe" di mia sorella (19 anni), mi faceva il filo. (Anzi mi "facevano", perche' pesava intorno al quintale... SERIAMENTE!).
Insomma, c'e' una mezza tresca con 'sta ragazza (l'accaduto ha risvolti agghiaccianti che non svelo per questioni di ordine pubblico) e "finalmente" le apro la camicia e le sbottono il reggiseno (dopo rimpiangero' l'accaduto)... Quando vedo il seno nudo... CAZZO! il capezzolo era tanto quanto un CD! Infilate la prima falange del mignolo nel foro del CD e avrete un'esatta e scioccante prova della mia disavventura!!

u Grecu ha detto...

ANONIMO IL TUO COMMENTO E' SPETTACOLARE E CI SEMBRA GIUSTO RISPETTARE LA TUA PRIVACY! SCRIVO MAIUSCOLO AFFINCHE' TUTTI POSSANO NOTARE IL MIO COMMENTO E LEGGERE IL TUO!

Anonimo ha detto...

Ecco "I risvolti agghiaccianti"...
Per l'incolumita' del medesimo, mi copro ancora una volta con l'anonimato:
La seconda volta che "la compagna di classe" di mia sorella era a casa, succedette la disgrazia.
(A parte che questa veniva a casa con "'ma soru" e poi non la cagava minimamente perche' mi rimaneva accollata).
La settimana precedente ero riuscito a vedere il "CD" e nell'intento di sbottonarle i jeans mi ferma dicendo che "ci sono i lavori in corso" (E allora avrei dovuto capire, ma...).
questa volta vado a colpo sicuro e i jeans sono sbottonati cerco "con molto impeto" di fare la stessa cose sul "body" che indossava (ad un certo punto avrei voluto utilizzare il flessibile) ma demordo... Ritorno in salotto e vedo che "lei" lo aveva fatto da sola (probabilmente dalla non- riuscita del flessibile!).
Mi siedo di fianco e l'unica cosa che so e' che la mano finira' esattamente dove il flessibile aveva fallito... Quindi non avendo MAI fatto una cosa del genere comincio a fare un gioco di mano (gioco da villano!) e comincio a notare i risultati: respiro ansimante della fanciulla, seguito da frasi di incoraggiamento! Dopo circa 5/7 minuti avevo la mano destra conciata come dopo una nuotata di un'ora nel mare di Favazzina (chi ha orecchie per intendere...) e la ragazza si alza e va in bagno.
Vi ricordate il proverbio: "Curiosita' uccise il gatto! Ed e' vero questo fatto!!"
Ora, io ero il gatto in questione... Con la mano conciata in quel modo ho pensato che avrei potuto avvicinarla al naso..................................................................
La prima reazione e' stata di conato di vomito! Seguita da una indignata espressione sul viso, ma non contento ho riprovato l'avvicinamento al naso...
Ho lavato la mano 200 volte, con sapone... profumo... shampoo... borotalco... alcool etilico denaturato (il tutto in sequenza) e credevo che magari... Quindi il risultato era che la mano aveva odore di sapone, profumo, shampoo, borotalco, alcool etilico denaturato e.... Gatto morto!!!
Quella sera a cena... Non ho mangiato nonostante avessi una fame accecante e mia madre che mi chiedeva: "Come mai non mangi stasera? Non hai fame?".
Non risposi e silenziosamente nascosi questo evento traumatico...