Benvenuti a Favazzinablog

Finalmente, dopo anni che ho in mente di farlo, ho deciso di aprire questo piccolo blog su Favazzina. L'obiettivo è quello di creare una comunità virtuale delle varie persone che negli anni hanno preso parte alla vita della nostra mitica Favazzina in modo che, almeno attraverso internet, possano sentirsi e non perdere i contatti, ma anche quello di scrivere e non dimenticare le varie storie che per tante estati ci hanno fatto morire dalle risate.
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Salutamu!
UGRECU

venerdì 8 maggio 2009

La visita

Una sera d'inverno a casa di Rocco C. detto l'americano, si giocava a ramino, per l'americano "romino", in quattro, oltre me e l'americano c'erano Mario P. detto Firriolo e Rocco G. detto u "nchiumbu".
Si fumava come turchi e in assenza di posacenere, si buttava tutto per terra.
Per spegnere i mozziconi, carcagnati
La sorpresa
Suonò il campanello di casa, poteva essere chiunque, la "White House" era un porto di mare, ad ogni modo l'americano, un pò scocciato, chiese:
:- Cu è ?
Una voce di donna rispose:- Amici -
L'americano si era completamente dimenticato che alcuni suoi amici di Reggio, ai quali teneva moltissimo, avevano promesso di andarlo a trovare proprio quella sera
:- Just a moment, please - supplicò
Bisognava in pochi minuti rendere presentabile la stanza che fungeva da cucina, salotto, bisca.
Mario, armato di scopa, raccoglieva mozziconi, cenere, polvere contemporanea e di altri tempi, riviste, giornali, più che firriolo pariva un tornado
Rocco lavava bicchieri, piatti, pignati, bucali, tielli, era talmente veloce che una lavastoviglie nc'ha putiva s....
U mericanu, cu na pezza bagnata, strofinava tutto quello che gli capitava a tiro, ma era talmente lorda che peggiorava la situazione
L'unico a non fare un cazzo, modestamente, ero io, m'inzuppava a taralla, gli altri, non so perchè, non ci facevano caso, come fosse normale, s'incazzavano solo quando davo qualche suggerimento per l'espletamento delle pulizie.
Finalmente era tutto a posto o quasi
:- Buonasera don Rocco, che bella casa, cosa facevate di bello ? -
Erano quattro zitelle ed un zitellone, brutte come na malanova, ma per l'americano oramai settantenne, erano come petali di rosa.
:- Facevo un romino con questi amici mentri vi spittava - rispose zucccheroso lo yankee
:- Continuate pure a giocare, ci piace guardare, così ci spiegate il gioco - e si misero alle spalle dell'americano
Il dramma
L'americano parlava solo lo slang newyorchese e il dialetto favazzinoto antico, quando doveva affrontare la lingua italiana era uno scontro, faceva crollare muri,
soffitti, armacie, provocava frane, ogni due parole ne sbagliava tre e mentre spiegava il gioco alle zitelle, il suo repertorio si arricchiva di neologismi.
Educatamente gli ospiti facevano finta di niente, invece noi ragazzi trattenevamo a stento le risate e continuavamo a giocare.
O natura maligna, perchè mi hai fatto così poco rispettoso delle convenzioni, con il piede sotto il tavolo toccavo Rocco G. ogni volta che l'americano sparava na cantunera i muru, perchè ? perchè sapevo che Rocco non avrebbe resistito, che sarebbe scoppiato.
Infatti, all'ennesima trovata americana, tipo :- Signurina, a viriti sta queen, non mi serbi, ora la scartu -
Io raccolsi la queen e chiusi il ramino e l'americano stizzito aggiunse:
:- Questo giovine avi u culu quantu na sparrazza -
A questo punto a Rocco vennero le convulsioni, dalle risate si sdraiò per terra, e cosa terribile per l'americano, trascinati da Rocco, tutti ridevano a crepapelle, compresi i petali di rosa, anzi, la meno brutta chiese:
:- Don Rocco, cos'è la sparrazza ? -
Un carico da undici
Don Rocco non sapendo rispondere in italiano, commentò altero :- Iddu u sapi -
Si piangeva, cari lettori, si piangeva dalle risate
La bufera
Andati via gli ospiti, che continuavano a ridere anche in auto, l'americano si rivolse con occhi spiritati a Rocco e gli disse:
:- Porcaruso -
Poi rivolto a me e Mario :- Porcarusi, a casa mia non si gioca più - dicendo per la prima volta una frase intera in italiano
All'indomani sera, sulla soglia di casa, l'americano aspettava con le carte in mano i tre giovanotti, che come al solito, senza dire niente, si sedettero a giocare


P.S. - Quel ramino chiuso ad incastro con una donna di fiori, bellissimo, non mi venne mai riconosciuto, ed io, dati gli eventi, non portai rancore

7 commenti:

trilly ha detto...

Che ridere!!!Mi scialai!Altro che porcarusi.

arcade fire ha detto...

Altro che Casa Bianca quello era il Ceasar Palace di Las Vegas. Longu ma tu te le mmucciavi le matte o era solo questione di sparrazza?
Bellissima Mimmo.

arcade fire ha detto...

E.C. forse Caesar: cu sti cazzi i mericani non si capisci nenti

chinnurastazioni ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
chinnurastazioni ha detto...

Teatrale palcoscenico, con Roccu u'mericano al centro della scena "a sua insaputa", Firriolo, Nchiumbu e u Longu come spalla lunga.Vittime della scena i poviri ospiti in visita. Cosa devo dire di più,mi piscjiai ri rrisati. Splendida storia. Tipico teatro dialettale calabrese.Ciao Mimmo

u Grecu ha detto...

Bella Longu, come al solito ringrazio te e i "tuoi compari" per averci fatto conoscere un personaggio così mitico.

romanaccia ha detto...

Ma che bello tornare e trovare questa storia. Lungo meno male che ci sei tu.