Benvenuti a Favazzinablog

Finalmente, dopo anni che ho in mente di farlo, ho deciso di aprire questo piccolo blog su Favazzina. L'obiettivo è quello di creare una comunità virtuale delle varie persone che negli anni hanno preso parte alla vita della nostra mitica Favazzina in modo che, almeno attraverso internet, possano sentirsi e non perdere i contatti, ma anche quello di scrivere e non dimenticare le varie storie che per tante estati ci hanno fatto morire dalle risate.
Se vi va di partecipare potete contattarmi su skype (mauro.fuca) o scrivere un commento anonimo al blog (scrivete in ogni caso la vostra email) così vi faccio diventare autori del blog e potrete darmi una mano.
Salutamu!
UGRECU

martedì 26 maggio 2009

Pianto d'amore

Era l'alba di una splendida giornata di giugno, il sole sorgeva ri tagghi i Solano e si riversava sul versante di Brancatò, non c'era ombra.
Io e mio padre dovevamo dare lo zolfo alle viti, contro la pronospera, mio padre con un soffietto colpiva con lo zolfo in polvere i grappoli d'uva ancora in fiore, io, con le lande (contenitori con tanti buchi alla sommità) spargevo zolfo sulle viti dall'alto, come dare cipria ad un neonato.
Era un lavoro veloce e silenzioso, anche perchè se parlavi lo zolfo che volava ti andava a finire in bocca.
Ogni tanto, bastava un alito di vento, e lo zolfo ti andava a finire negli occhi che per pochi secondi ti bruciavano terribilmente, poi passava tutto e si ricominciava il lavoro.
Mio padre continuava a ripetermi :
:- Non metterti controvento altrimenti lo zolfo ti va negli occhi e poi piangi tutto il giorno - ma io non l'ascoltavo, avevo fretta di finire il lavoro e tornare a casa
Avevo un'appuntamento importante con una ragazza
Alle nove del mattino avevamo già finito, mio padre che s'era portato dietro il fucile se ne andò a caccia, io presi la strada per tornare a casa.
Ero giallo, avevo tanto di quello zolfo addosso che se mi strofinavo correvo il rischio di accendermi.
Il tuffo lasciò una scia gialla nel mare, i pesci mi guardavano come fossi un sarago senza strisce nere verticali, ed io nuotando velocemente e poi facendo capriole nell'acqua, mi liberavo di quel fastidioso colore.
Mentre mi asciugavo al sole, mi tornava il bruciore degli occhi, poi, dopo un'abbondante lacrimazione mi passava tutto, ma dopo un pò ritornava, altra lacrimazione.
Era un tormento
La ragazza era bella, molto bella, ma era storta e poi non amava il tango, venne con una sua amica da Bagnara, ed era sull'incazzato andante.
:- Ho sentito che fai il farfallone, che vai con le altre, tra noi e tutto finito -
Non era vero, io ero fedele come una baldracca ungherese al seguito dell'esercito napoleonico.
Stavo per dire :- Ma vaff... -
Un attacco di zolfo mi colse in pieno, le lacrime scorrevano a fiumi, mancavano solo i singhiozzi
:- Non fare così se no piango anch'io, ti perdono, restiamo insieme, ma fai il bravo -
E chi andava a raccontargli che era lo zolfo del mattino, passai per un tenero romanticone che piangeva per la fine di un amore.
Ah le Passanti, quanto amo questa canzone, quando a volte ne rivedo qualcuna, serie madre di famiglia, che ti salutano con un mezzo sorriso per dirti che si ricordano ancora anche se il tempo è passato, anche se sono tutte colorate per nascondere il bianco degli anni, io no, ma vorrei colorarmi di giallo, come lo zolfo.

9 commenti:

romanaccia ha detto...

Longu ne sai una più del diavolo. Sarà per lo zolfo.

mariuzza ha detto...

mi mancavano le tue storie "salate" Longu. Mannaia ru surfuru ti fregau ( se era storta era megghiu non mi ciangivi) ...ma e' la stessa che oggi ti fa i sorrisini?

arcade fire ha detto...

Fascino minerale, Longu. Ecco perchè le conquistavi. Bella Mimmo

Spusiddha ha detto...

Mi ricordo quandu tuttu nzurfaratu ti ittavi a mari. Certu chi l'occhi ndi brusciaunu e chiangiunu tutta a jurnata. Ora u surfuru chi ietta Malumbra non è chiu giallu. Chi cazzu i surfuru è?
Comunque surfuru o non surfuru i facivi ciangiri u stessu i figghi i mamma.

trilly ha detto...

Longo playboy ;)

u Grecu ha detto...

Longu, che classe, che genio e... che culo, salvato da un attacco di zolfo! Ti immagini quante volte quella ragazza avrà raccontato di un tipo così sensibile e romantico da piangere per essere stato piantato? Come al solito mi hai fatto morire dalle risate!

georgie ha detto...

Longu ieu tu rissi che u tangu ti ttocca mu mballi cu mmia

u'longu ha detto...

Grazie per i commenti, cari amici, non mi stancherò mai di raccontarvi quanto ero bello vivere e sognare in un piccolo angolo di mondo, Favazzina

chinnurastazioni ha detto...

Una storia di zolfo, di vecchi contadini capaci di produrre un buon vino e di play-boy alle prime armi.