Benvenuti a Favazzinablog

Finalmente, dopo anni che ho in mente di farlo, ho deciso di aprire questo piccolo blog su Favazzina. L'obiettivo è quello di creare una comunità virtuale delle varie persone che negli anni hanno preso parte alla vita della nostra mitica Favazzina in modo che, almeno attraverso internet, possano sentirsi e non perdere i contatti, ma anche quello di scrivere e non dimenticare le varie storie che per tante estati ci hanno fatto morire dalle risate.
Se vi va di partecipare potete contattarmi su skype (mauro.fuca) o scrivere un commento anonimo al blog (scrivete in ogni caso la vostra email) così vi faccio diventare autori del blog e potrete darmi una mano.
Salutamu!
UGRECU

mercoledì 20 maggio 2009

Le parabole di Mastro don Natale

Mastru don Natali era un siciliano pedemontano che vedeva davanti a sé le marine di Scaletta Zanclea, Guidomandri e Itala con le spalle coperte dal peloritano monte Scuderi dove suo nonno e suo padre appattavano l'acqua col freddo per ricavarne ghiaccio. Ritornato vivo dalla grande guerra, al principio degli anni venti venne a Favazzina da muratore di un'impresa edile, conobbe la sua futura sposa e non lasciò mai più il paese manco da morto: sta là 'nta Favareca, favazzinotu ammenzu 'e favazzinoti. Lavorava nell'edilizia per conto proprio e nell'agricoltura per conto di sua moglie. Nel tempo libero leggeva e quando ne aveva voglia -umoralmente allegro, succedeva spesso- raccontava storie belle, solitamente di significato etico-morale: per questo le chiamo parabole. Mettevano alla berlina gli scansafatiche, gli approfittatori, i fissa camuffati da 'ntelliggenti e gli intelligenti chi fannu i cazzuni. Poi c'erano quelle a tema religioso, leggermente blasfeme e fortemente irriverenti: le mie preferite. Il nostro cantastorie, mi venne il sospetto, pareva che ce l'avesse soprattutto con San Pietro.
Ve ne racconto una, ditemi voi...

"Gesù radunò i discepoli e disse loro che quel giorno sarebbero andati a recare la buona novella dalle parti di Cafarnao. Consigliò a ognuno di prendere delle pietre da portarsi dietro perché, non si sa mai, potevano servire. Predicò fin oltre l'ora sesta, quando vide i suoi uomini stanchi e affamati chiese che le pietre fossero portate davanti a lui, miracolosamente esse diventarono pani e pesci. Gesù disse: -Ciascuno mangi di quello che ha portato.- Pagnottelle fragranti e pani di ranu cottu a ligna, spigole orate e saraghi freschi ancora vivi, insomma il bendidio dappertutto tranne che nelle mani di Pietro: dei due sassolini che si era portato si ritrovò 'na licia e 'na muzzicata i pani. Si mbuccau e amen. Affamato, iava elemosinandu ndi chistu e ndi chiddu ma niente da fare: -No sintisti 'o Maestru? Ognunu si mangia u soi. A prossima vota ti reguli, malufaticanti!-
Venne il giorno di andare in Samaria e Gesù comandò che ognuno prendesse delle pietre perché, non si sa mai, potevano servire. A Pietro venne l'occhio malizioso e furbetto e un pensiero: -Stavota...- mentre si issava sul groppone un masso tale che dovettero aiutarlo in due. Gesù predicava e camminava con i seguaci finché arrivarono nei pressi di un torrente tumultuoso dove il Signore fece segno di fermarsi. A Pietro venne l'occhio languido e vuleru e nu pinzeru: -Si mangia!- Gesù disse che dovevano guadare il torrente e ordinò che con le pietre che si erano portate dietro fosse fatto un camminamento sull'acqua. -Ma comu?- disse Pietro mentre il masso che aveva trasportato fin lì veniva calato nel punto più profondo. Passarono dall'altra parte. Pietro, stanco affamato e avvilito, trovò il coraggio di chiedere: -Maestro, oggi non si mangia?- Gesù lo guardò con compassionevole benevolenza e disse: -Oggi è giorno di digiuno, non ricordi? Pietro, Pietro, cosa mai riuscirò a fare di te?- "

-Vabbò nonnu, però tu ta pigghi sempri cu San Petru. Non ti dimenticare che fu il primo papa.-
-Appuntu. Se 'u bongiornu si viri ra matina...

...ditemi voi se non ho ragione.

7 commenti:

u'longu ha detto...

Bella Mario la storia ed il personaggio. Da ragazzo ho avuto la fortuna di fruire della sua simpatia, mi raccontava storie della prima guerra che ancora ricordo perfettamente.
Quando era preso dal racconto, nella parte più importante, parlava in un ottimo italiano, per dare più peso, per ufficiliazzare quello che mi andava raccontando.
Personaggio mitico e galantuomo

romanaccia ha detto...

E poi certo che uno diventa ateo comunista e mangiapreti. Bella parabola e bel nonno

trilly ha detto...

Longo, il mio bisnonno (che purtroppo non ho mai conosciuto) ti ha mai raccontato di quando riuscì ad attraversare il fiume Isonzo a cavallo?
Quanto avrei voluto ascoltare questa storia dal vivo........

u'longu ha detto...

Trilly mi raccontò questa ed altre storie.
Una terribile : quando rientravano dalle licenze i soldati, bastava un giorno di ritardo ed erano fucilati dai carabinieri.
Considera l'Italia del 1915\18 per un soldato siciliano o calabrese, quanto doveva essere difficile arrivare in tempo ai confini.
Con i treni è impossibile anche adesso.

trilly ha detto...

Terribile davvero.
Questo non lo sapevo.
Rigore, rigore, estremo rigore!

u'longu ha detto...

Io direi criminali, guerrafondai, precursori del fascismo

Spusiddha ha detto...

Grande narratore masru Natali, e grande uomo. Quello che di lui ho più impresso nella memoria, sono il suo sorriso schietto e le sue arrabbiature in dialetto siciliano.
Come sai ho passato parecchio tempo con lui è ho uno splendido ricordo.